5: Il cerchio di sale

Nell'ufficio regnava il silenzio totale, interrotto dai passi dei ragazzi, piccoli e lenti. 

Nicky si era addentrata nelle stanze senza alcuna esitazione, Bobby l'aveva seguita. 

Francis, Chris e Sally invece, indugiavano ancora nell'ingresso, inchiodati in quel piccolissimo spazio senza intenzione alcuna di spostarsi o di perlustrare la casa. 

Gli altri due accesero la luce nella stanza in cui erano entrati, e Bobby fece capolino guardando i suoi terrorizzati compagni: -Avete intenzione di restare lì? Non ha molto senso ...

-Sì. Arriviamo.
Disse con voce ferma Francis.

-Ho un brutto presentimento. La soggezione non mi fa vedere chiaro.
Gli disse a voce bassa Chris afferrandogli il braccio.

- Ascolta, siamo arrivati fino qui ... Come hai detto tu, tra poco sarà tutto finito.
Cercò di rassicurarlo Francis.

-D'accordo, ma ci stiamo comportando come se ci stessero imponendo di fare questa cosa.

-E tu hai intenzione di sentirti Bobby nelle orecchie per il resto della vita per non essere rimasto?

-Ma chi se ne importa! ... Sally sta tremando come una foglia. 

La ragazza si stringeva nelle braccia, impaurita.
Francis non voleva che si spaventasse ulteriormente.
Sospirò e fece per tornare verso la porta: -D'accordo, andiamocene. Bobby andiamo via.

-Non potete uscire!

La voce di Nicky gelò la mano di Francis che impugnava la maniglia. 

Tutti si girarono verso di lei, che era uscita lentamente dalla stanza e li fissava con uno sguardo inquietante.

-Perché non possiamo uscire?
Domandò Chris confuso.

-Perché per tornare indietro bisogna andare avanti.
Rispose la ragazza, dietro la sua ciocca di capelli corvini. 

-Che cosa significa? Comincia a parlare chiaro!
Francis si spazientì.

-E' troppo tardi. E' l'ora.
Disse ancora lei, senza battere ciglio.

-L'ora per cosa? Basta, noi ce ne andiamo!

Chris prese Sally per la mano e afferrò la maniglia della porta, ma quando andò a tirare la porta non si mosse di un centimetro.

-Perché l'hai chiusa a chiave?
Domandò subito a Francis.

-Io non ho chiuso nulla. E' aperta.
Rispose il ragazzo, altrettanto sconcertato. 

Presero le chiavi e cercarono di girarle più volte nella serratura, ma effettivamente la porta era aperta, eppure per quanto tirassero non riuscivano a spostarla in alcun modo. 

Chris la prese a calci più volte, Francis cercava di guardare dallo spioncino se c'era qualcosa, ma fuori la luce era di nuovo spenta ed era impossibile vedere. Bobby abbassò la maniglia con forza, come per essere sicuro che non ci fosse alcuno ostacolo, e con fermezza diede uno strattone verso di sé, ma la porta fu irremovibile. Uno sguardo perso si formò nei suoi occhi: -Forse avete sbattuto la porta e si è incastrato il meccanismo.
Suggerì Bobby.

-L'ho chiusa pianissimo, non è possibile. Forse è difettosa ... forse dobbiamo cercare di sollevarla.
Disse Francis e i tre ragazzi subito si gettarono sulla superficie e cercarono di sollevare la porta. 

Mentre con sforzo sovrumano cercavano di mantenere la porta blindata, Chris chiese a Sally di abbassare la maniglia e di tirare con forza, ma quando la ragazza tirò non ci fu il minimo movimento. 

Esausti, i ragazzi abbandonarono l'idea di sorreggere la porta e rimasero in silenzio, incapaci di poter spiegare cosa li stesse imprigionando in quella ufficio.

-E' l'ora. Per uscire dobbiamo fare quello per cui siamo venuti. Adesso il tempo è fermo.
Disse Nicky, nel mezzo del silenzio, raggelando ancor di più l'animo dei suoi compagni.

Francis guardò l'orologio del cellulare: segnava la mezzanotte in punto.
-00.00

Disse ai suoi amici. 

-Magari c'è una serratura di sicurezza.
Suggerì Chris.

-Ne sarei al corrente. Non c'è nessuna serratura di sicurezza.
Disse Francis.

Nicky non indugiò oltre.
Prese i pacchi di sale e si diresse di nuovo nella stanza di prima.
Bobby la guardò sconcertato: -A questo punto ... Ci conviene fare come dice lei.

-Bobby ... Dimmi che c'entri tu in questa storia.
Gli disse con flebile voce Francis, ma gli occhi del suo amico erano di una luce strana.

-Credimi amico ... mai come questa volta ... non so nemmeno io che cosa sta succedendo. 

Il gruppo si recò nella stanza dove Nicky li aspettava, e la trovarono che sgomberava un tavolo che stava nel centro. Sembrava una stanza delle riunioni: forse dopo l'incidente nessuno voleva più stare in quella stanza e allora, per evitare di avere una stanza a vuoto, l'avevano adibita a sala riunioni. 

-Sedetevi tutti. 

Disse la ragazza prendendo delle candele dalla sua borsa.
Tutti presero posto, Bobby andò a spegnere le luci nell'ingresso.
Venne posta una candela nel centro del tavolo, la accesero, ma la luce centrale della stanza rimase accesa lo stesso.

Sally, guardando i tre pacchi di sale aperti sul pavimento, le domandò: -Puoi spiegarci a cosa servono?

Nicky aspettò che Bobby si sedette e cominciò a versare sul pavimento il sale, tutto intorno al tavolo, creando una grossa striscia bianca alle spalle di tutti, come una specie di barriera.

-Questo è il cerchio di sale. Una volta che il cerchio si è chiuso, non è possibile scavalcarlo. Una volta entrati nel cerchio non è possibile uscirne, o la vostra anima resterà imprigionata in eterno.

-Imprigionata dove?

Domandò Sally.

-... Nel regno dei morti.

Rispose Nicky, chiudendo il cerchio con altro sale. 

Tutti trattennero il fiato, come se potessero sentire un muro che li circondava a pochi centimetri dalle loro spalle: -E' proprio necessario in questo caso?
domandò farfugliante Bobby.

-E' una precauzione, per evitare che gli spiriti escano dal cerchio e possano nascondersi in cose o persone.
Spiegò Nicky.

-Persone?
Domandò repentino Francis.

-Certamente. E' proprio quello che sperano di ottenere.
Rispose la ragazza, prendendo posto. 

Chris dispose la tavola ouija sul tavolo: -Va bene. Ora dobbiamo decidere chi metterà le mani sulla lente ... Chi se la sente?

Per comunicare con lo spirito con la tavola ouija, con l'uso di una lente si poteva indicare le lettere e le rispose brevi che lo spirito comunicava: lo spirito usa due persone come tramite per spostare la lente; in alcuni casi si corre il rischio che lo spirito rimanga dentro uno dei due intercessori. 

I ragazzi si scambiavano sguardi vaghi tra di loro: -Nicky. Tu sei la più esperta, magari è il caso che tu sia una delle persone che mantengono la lente ... uno degli intercessori, insomma.
Suggerì Francis.

-Certamente. Sarà una grande esperienza. Aspettavo questo momento da una vita.
Asserì lei, con grande sgomento di tutti. 

-Vuoi dire che non hai mai fatto una evocazione con questo affare?
Chiese Chris, guardando Bobby con sguardo furioso.

-Non avevi detto che lei era un'esperta?
Domandò a sua volta Francis col medesimo sguardo.

-Sapevo che era un esperta in queste cose ... ma non ho mai detto che le aveva fatte sul serio. Un conto e leggere i libri, un conto farlo davvero, cazzo!
Cercò di giustificarsi Bobby, ma Nicky li mise a tacere con la mano tesa.

-Ormai il dado è tratto. Non vi conviene avere paura. La vostra paura è il loro punto di forza. Ve l'ho detto, per tornare indietro bisogna andare avanti. 

I tre ragazzi si scambiarono delle occhiatacce e con uno sbuffo decisero di smettere di discutere. Sally, intanto, era pallida come un lenzuolo, divorata dal terrore. 

Nicky tese le mani sulla lente, e guardò la persona che era seduta davanti a lei, Francis:
-Afferra la lente, Francis. Dobbiamo creare un campo abbastanza forte per lo spirito, e stando l'uno di fronte all'altra avremo più possibilità.

Francis cercò di nascondere le mani tremanti, ma appena le tese verso la lente fu lampante il tremolio che le percorreva.  

-E la sedia vuota? Non interferà con la comunicazione?
Chiese Chris, notando che attorno al tavolo c'era una sedia rimasta vuota.

-Non è importante. Basta che non uscite dal cerchio, e sarete al sicuro. Non alzatevi per nessun motivo. Qualsiasi cosa sentiate o vediate, restate seduti.
Tutto era pronto. Nicky doveva solo porgere le domande.

- ... C'è qualcuno qui con noi? Veniamo in pace.
Domandò ad alta voce. 

Francis teneva lo sguardo fisso sulla lente, e non aveva il coraggio di guardare altrove.
Bobby, Chris e Sally fissavano Nicky in attesta di qualche segnale. 

-Se qualcuno può sentirci, ci dia un segno della sua presenza.
Non accadde nulla. Tutto era tranquillo. 

-Come si chiama la ragazza che stiamo cercando?
Chiese a Francis.

-Rosaline Burton.
Rispose lui.

-Stiamo cercando Rosaline Burton. Rosaline, se qui con noi?
Nell'attesa di un rumore o di un suono lontano, tutti rimasero immobili come pietre.

Ad un tratto Francis sentì come una sorta di vibrazione sotto le sue dita, la lente si stava muovendo lentamente, contro la sua volontà, ed era come se una mano invisibile la manipolasse. Pian piano, sotto i loro occhi sbalorditi, la lente si poggiò sulla parola "sì".

-Cavolo ...
Sospirò Francis.

-L'hai mossa tu?
Gli chiese sbigottito Bobby.

-Non ho mosso un muscolo, ho solo le dita poggiate.
Asserì il ragazzo.

-Sei Rosaline?
Domandò ancora Nicky.

La lente si spostò sulla parola "no". 

-Chi ci sta parlando allora?
Chiese innocentemente Sally.

-Chi sei?
Disse Nicky, e la lente cominciò a muoversi. 

Formava dei vorticosi giri sulla tavola, passando sopra a lettere che non componevano parole sensate. Tanto che per un attimo non seppero che cosa fare.

-Si è incantato?
Domandò Chris, ma Nicky lo zitti con un sonoro "shh". 

La lente cominciò a rallentare. 

"S".

"E".

"L".

"E".

-Selen? Bene, si prospetta interessante.
Disse ironico Bobby.

"H".

"P".

-Selehp? Che nome è? Forse è in una lingua antica?
Pensò Francis.

-Può darsi. Molti spiriti sono di tempi molto antichi.
Rispose Nicky, mentre la lente continuava a muoversi, ma all'improvviso ricominciò a ripetere i giri vorticosi sopra le lettere. 

-Se gli porgiamo qualche altra domanda? Magari più semplice?
Propose Chris.

-Forse ha difficoltà a comunicarci il suo nome. Spesso lo dimenticano.

Disse la ragazza, altrettanto sconcertata.

La lente rallentò di nuovo, fino a bloccarsi di colpo. 

-E' andato via?
Chiese Bobby. 

Con uno scatto sovrumano la lente si spostò di botto sopra una lettera.

"O".

"T".

"S".

"I".

"H".

"P".

-Otsihp? Ma che lingua è? ... Sanscrito? Arabo?
La stessa Nicky parve perplessa.

"E".

"M"

-Em? Non credo parli la nostra lingua. Sono parole che non hanno senso.
Disse Chris.

-Cosa cerchi di dirci? Il tuo nome? Vuoi dirci qualcosa?
Nicky cercò di riprendere contatto, ma la lente tornava sulle stesse lettere di prima.

-Bobby, prendi il telefono e scrivi in ordine le lettere che ti dice.
Gli disse Francis e il ragazzo cercò di attivare il dispositivo.

-Solo un attimo ... va lentissimo ... E' come impazzito, apre applicazioni a caso senza che lo tocchi ... Ecco ... S, E,L,E, H, P, O, T, S, I, H,P , E, M .... Che cosa vuole dire?

Disse Bobby, dopo aver scritto. 

Francis era di fronte a lui e per un attimo lesse la frase al contrario e il sangue gli si gelò nelle vene:
-Ho capito che cosa ha scritto.

Anche Nicky riuscì a leggere, e i suoi occhi si incrociarono con quelli di Francis, spalancati dalla paura.

La loro voce suonò come un'unica vibrazione.
-Mephistopheles!

Un rimbombo innaturale crebbe attorno a loro, come un terremoto in avvicinamento.

Un grande boato pervase la stanza, la tavola tremò sotto la loro mani e di colpo la luce si spense.

In un urlò di Sally tutto piombò nel buio totale.

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