Il trucco della mela avvelenata
Dopo diverse ore di cammino il bosco si dirada e compare una piccola casupola di mattoni consumati, circondata da una siepe di rovi e del fumo verdastro che esce dal comignolo.
Forza Kill, manca solo un gioiello. Mi incoraggio sveltendo i miei passi.
Una macchia scura mi piomba addosso dall'alto come se si fosse staccato un pezzo di cielo. Estraggo la spada. Il metallo emette un sibilo e quando la macchia si fa più vicina mi accorgo che sono dei grossi corvi. Cercano di ferirmi col becco ma l'armatura mi protegge ancora una volta.
Mi metto ad agitare la spada nell'aria per allontanarli, quando dall'uscio esce qualcuno che li richiama. I corvi si appollaiano alle tegole del tetto, lasciandomi in pace e sto per ringraziare quella persona quando lei mi anticipa.
«Perdonali, non amano gli stranieri».
A parlare è stata una giovane ragazza. La pelle chiara, decorata da numerosi tatuaggi simili a ragnatele nere. I capelli raccolti in una treccia castana e gli occhi più affascinanti che avessi mai visto. Spirali viola si intrecciavano a sfumature verde scuro e schizzi dorati.
«Ehm... mi perdoni. Sa dirmi dove vive la strega Yaga?» le domando confuso.
A lei sfugge un risolino e si copre la bocca con la mano. «La strega che cerchi sono io. Ti ho visto arrivare e so per quale motivo sei qui. Non ho con me la collana che desideri. Si trova in un posto sicuro, ma ho mandato un mio servo a prenderla. Sarà qui a breve, perché intanto non entri?».
Con un gesto mi invita verso la sua dimora. «Non ho molto tempo» le dico, lanciando un'occhiataccia intimidatoria ai corvi.
«Ti assicuro che una tazza di thé non ti farà male» mi risponde. «E poi se vuoi, posso portare indietro il tempo con un incantesimo».
Intravedo la sagoma di un teschio su una mensola. «Sei gentile, ma credo che aspetterò fuori».
Lei mi fa un'occhiolino. «Un thé di mezzanotte in giardino mi sembra un'ottima idea». Sciocca le dita e dal nulla compaiono due sedie sotto un tavolino di legno traboccante di dolcetti dall'aspetto delizioso.
La strega si avvicina ancheggiando nel suo vestito di pizzo e afferra una mela rossa. Ci posa le labbra e poi mi osserva. «Che sbadata, prima gli ospiti» mi passa il frutto.
I miei occhi si posano sulla buccia lucida. Sono stanco e ho fame. La sto per addentare quando mi blocco di colpo. «Non è avvelenata vero?».
«Mi credi così cattiva?» mi domanda risentita.
Il mago mi aveva detto che lei non vedeva l'ora giungesse il risveglio del mostro. Quindi perché dovrebbe aiutarmi? Ma l'orco ha detto che il mago mi stava prendendo in giro e l'elfa voleva che questo posto fosse cancellato.
«Assaggiala prima tu» le ridò indietro la mela.
Lei aggrotta le sopracciglia, quasi mi stesse leggendo nel pensiero e poi i suoi occhi guizzano verso i corvi. Estraggo di nuovo la spada, preparandomi a combattere.
«Dammi la collana» le intimo, puntandole l'arma.
«Sei solo uno sciocco. Avresti dovuto ascoltarmi e mangiare quel frutto».
Appena finisce la frase dalle sue dita delle folgori bianche si animano verso la mia direzione. Le paro con la lama e si scaraventano a terra dissipandosi.
«Non devi fidarti di chi non conosci Killian».
«Quindi perché dovrei fidarmi di te?».
Un altro lampo sgorga dalle sue mani, ma la spada magica lo devia verso il tetto e alcuni corvi cadono a terra ustionati. Morti.
«I miei corvi!» grida la strega e con una nuova ondata di rabbia mi lancia un altro incantesimo, utilizzando il fuoco.
Ne sento il calore, ma non mi brucia. Mi copro il viso con le braccia, finché un urlo mi fa alzare lo sguardo. Il fuoco si è ritorto contro la strega, che giace a terra.
Mi inginocchio su di lei e cerco la collana. Un pesante cerchio di platino, nascosto sotto l'orlo della scollatura.
Gliela strappo e rotolo lontano, perché i corvi sopravvissuti si gettano sul corpo della loro padrona.
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