Mi fermo in prossimità di un ruscello. Mi sfilo l'elmo, mentre alle mie spalle un canto si fa sempre più nitido.
Mi bagno il viso, senza darci importanza. Mi sentivo tranquillo.
«Nhäntir sei tu!» una voce cristallina mi desta dal mio attimo di riposo.
Il mio sguardo viene catturato da due occhi chiari, magnetici. La pelle candida, i lunghi capelli color cenere e le orecchie a punta non mentivano. Si trattava di un'elfa.
«Sono Killian» la correggo.
«Vi ho scambiato per qualcun'altro» mi dice, facendo un lieve inchino agguantandosi le pieghe della lunga veste celeste.
«Non ti preoccupare. Sto cercando un anello» vado subito al sodo. Se mi sbrigo il sogno si concluderà prima. «Potresti aiutarmi?».
Lei mi guarda incuriosita e si appoggia due dita sotto il mento. «Un anello, come questo?». Si fruga nella veste e ne trae fuori una collanina con attaccato un anello dorato.
«Sì, proprio quello».
«Perché lo cerchi? Questo anello è l'ultimo ricordo che ho del mio amato cavaliere».
«Mi serve per salvare questo posto».
Abbassa lo sguardo verso la corrente del fiume. «Forse non dovresti. Qui finiscono tutti i personaggi dimenticati. Io non so nemmeno il mio nome. Mi faccio chiamare E, perché chi mi ha inventata si è scordato di completarlo e di inserirmi nella sua storia. È un posto malvagio. Se non ci fosse sarebbe meglio per tutti».
Il sorriso che le affiora sulle labbra mentre dice queste cose è inquietante.
«Solo se me lo dai potrò tornare a casa» la supplico.
Lei posa l'anello sotto la veste, al sicuro. «E a me cosa resterebbe?».
«Ti resterebbe il ricordo del tuo amato, per sempre» ipotizzo.
«Il suo ricordo logora la mia eterna anima ogni giorno. Doveva tornare, dovevamo sposarci...».
Mi porto una mano alla fronte, mentre mi balza in testa una strana idea.
«Non sono chi tu speri. Ma se ti sposassi io saresti felice?» le chiedo.
I suoi occhi azzurri sembrano illuminarsi per un attimo, ma poi quel baluginio sfiorisce. «Ma io non vi conosco, né sono innamorata di voi».
Prendo fiato. «Lo so, però vedi, se rammendi un ricordo brutto con un ricordo nuovo, alla fine il passato ferisce meno» cerco di spiegarle. Poi raccolgo dei piccoli fiorellini viola e mi metto a intrecciare un anellino, ringraziando mentalmente Juliet per avermi insegnato a fare le collane con le margherite.
«Scambiamoci i nostri anelli. Così ci ricorderemo di questo incontro» le dico, porgendole il mio dono. Lei sembra perplessa ma alla fine accetta lo scambio.
«Il mio tesssssoro» sussurro con una vocetta stridula, mettendomi la collanina. Avevo sempre desiderato dirlo.
L'elfa alza un sopracciglio squadrandomi. Ma poi si mette il mio anello di fiori al dito. «Tornerai a trovarmi?» mi domanda con improvvisa premura.
«Certo che tornerò» le mento. Non conosco la verità, ma ho paura di ferirla e farle cambiare idea.
Lei sorride convinta e mi saluta con una parola elfica.
Mentre mi allontano nel mio animo si fa strada un pesante senso di colpa, che mi fa desiderare di non averle portato via quell'anello. Ecco perché non bisognerebbe fare promesse che non si è certi di mantenere.
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