Canto II

Buongiorno, signore
e signori! Non vi vedo
numerosi ma l'umore
m'è buono. Siedo
e sento: sorgon domande
sul mio dire di ieri?
Nulla? Lunghe lande
incontreremo e onori veri.

Il cavalier solingo seguì
le istruzioni e in un istante
il lugubre lezzo del fuoco sentì;
il luogo del delitto non era distante.
Tra tronchi e tarli nel legno
dei faggi, incappò nel bel paese
in cui il babbo della bimba s'arrese.
"Chi sei? Non lo so ma molla un pegno

per passare, se desideri restare illeso!"
Improvvisò un brigante, svegliando la
spada dal dolce suo riposo. Teso
e frustrato, il ladro doveva avuto la
mattinata storta. Borse pesanti
e gravose gli contornavan gli occhi.
"Lestofanti e luridi furfanti!
Lasciate i soldi e levatevi, pidocchi!"

Urlò un uomo mostruoso
e mastodontico, un bandito
burbero e brutto e bellicoso,
con un aureo anello avvinghiato al dito.
Nella caldo centro del paese,
si spartivano spiccioli e grana
e il grosso gigante dalle calze di lana
scorse il solingo e la sua missione intese.

Lasciò stare i bisticci con i compagni
e squadrò l'uomo dall'infuocato capello.
"Vuoi botte," domandò, "o poi ti lagni?"
Il solingo lasciò scendere il mantello,
sguainò la spada e si scagliò sul nemico
che, un momento dopo, tremava a terra
in tanto sporco e sangue che non vi dico!
"Maledetto!" Urlarono gli altri, "vuoi la guerra?"

Il solingo li stese l'uno e poi l'altro
e, senza sentenziar motto,
mise la cappa e se ne scappò, scaltro,
con la sacca dei soldi sotto
braccio. Raggiunta la ragazzina,
riconsegnò la pecunia e richiese
la ricompensa. "Mia cugina,"
gli disse, "non bada a spese.

Sperpera e scialacqua
e butta via tutto il denaro
come fosse bere acqua!
Può parerti," ammise, "avaro,
ma non metterà mano sul mio
amato bottino! Piuttosto, te la
presento e tu la corteggi e te la
porti via. Abita nell'abbazia con mio zio.

Ed è di ottimo lignaggio,
di buona e bella famiglia, donna
di cuore e grande coraggio!
Ed è alta com'è una colonna."
Entusiasmato dall'avvincente
abilità ed affabilità eloquente
ed oratoria, l'eroe era incantato,
ma dovette rinunciare, addolorato.

"La tua parente pare un buon partito,
ma son spiacente, son padre ed
ammogliato." Le fece lui ed
ecco lei languida dire: "Ma il dito
hai spoglio dell'agognata fede
e non è bello ed è triste e si vede!"
Un infido demone dormiva sepolto
sotto l'aspetto dolce e il fanciullesco volto

della tenera bambina, maliziosa e
maligna, aspra e acida e arcigna.
"Sì, son vedovo." Tanto onesto e
sincero, lui non negò. "M'indigna
la tua inetta ignoranza, amico mio.
Sei stupido proprio come una pigna!
Se t'è morta l'amata puoi, per Dio,
prenderne un'altra! Ha una vigna

vasta e prospera! Ha un palazzo
pazzesco! Se scappi sei pazzo!"
Il solingo lo sapeva, risposarsi
poteva, per legge, ma amarsi
ancora come con la prima
sarebbe stato scomodo e
difficile, improbabile e
insolito come la mia rima!

Amiche care e amici,
veni, vidi e ( spero ) vici
il cuore vostro col mio canto!
Son incapace ma me ne vanto
e m'auguro di piacer comunque
alle vostre orecchie. E dunque,
se tanto lo desidererete
qui diman mi ritroverete!

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