Uno
Quando tornò al bosco, la mamma di Rosso non dovette nemmeno entrarvi: trovò Rosso e il Cacciatore ai margini di questo, distesi a terra, l'uno accanto all'altro, mani dietro la testa, naso all'insù a guardare verso l'alto.
"Cosa cercate di bello?" chiese con voce gioiosa.
"Madre!" esclamò il bambino tirandosi in piedi di colpo e correndole incontro per abbracciarla.
Il Cacciatore si sedette, godendo alla vista di quel gesto d'amore senza eguali.
"Stavamo giocando a vedere le forme nelle nuvole! Il Cacciatore non ci aveva mai giocato prima!"
"Non ho la stessa fantasia di vostro figlio" commentò l'uomo rimettendosi in piedi "Mi ha messo in difficoltà."
La donna gli sorrise. Era radiosa, si accorse lui. Forse, pensò, era accaduto qualcosa di buono oppure stava per succedere.
"Avete raccolto i lamponi per la torta!" esclamò lei davanti al cesto ricco che Rosso le mostrò con orgoglio.
"Sì, ma questa volta voglio provare a fare la torta da solo!"
"D'accordo" rispose lei scompigliandogli amorevolmente i capelli.
"Voi come state?" le chiese il Cacciatore avvicinandosi.
"Meglio direi" rispose lei allargando uno splendido sorriso "Non crederete a quanto è appena accaduto al villaggio!"
Stava per iniziare a raccontare ma fu interrotta a sorpresa da Rosso:
"La compagnia è bella ma io ho da lavorare..." disse mostrando il cestino colmo di lamponi "Se non avete nulla in contrario, io tornerei a casa, così voi potrete continuare la conversazione."
La mamma di Rosso e il Cacciatore si guardarono all'unisono. Anche Rosso guardò entrambi, ma solo al Cacciatore strizzò l'occhio in segno d'intesa.
Dopo qualche raccomandazione da prestare in cucina e un caloroso abbraccio, la mamma di Rosso fu di nuovo accanto al Cacciatore.
Seduti a terra, sul morbido manto erboso ai margini del bosco, la donna gli raccontò i recenti fatti.
Il Cacciatore, in cuor suo, ringraziò il vecchio contadino, per averlo fatto desistere e fu lieto nell'apprendere che, quanto appena accaduto, pareva aver avuto lo stesso effetto da lui auspicato.
"Quindi adesso siete un po' felice?"
"Sì" rispose la donna soppesando con soddisfazione la risposta.
Il Cacciatore ne fu felice a sua volta.
"Quindi non mangiate carne per rispetto agli animali che siete costretto ad uccidere?" domandò poi la donna "Dovete perdonarmi, prima non ho prestato la dovuta attenzione alle vostre parole, vi ho mancato di rispetto...ho parlato solo delle mie sventure mentre voi mi avevate appena confessato qualcosa che suppongo non diciate spesso."
"Non dovete scusarvi, ma è così, siete l'unica a sapere il mio segreto: detesto fare il cacciatore" ribadì l'uomo serenamente "E vi comunico anche che fingo di avere una pessima mira, per giustificare gli scarsi risultati con cui torno dal bosco."
"Se non vi piace quello che fate perché non cambiate mestiere? Siete lontano dalla vostra famiglia, nessuno lo verrà a sapere e anche se le voci dovessero girare, che importa! Se sarete felice non dovrete preoccuparvi più di nulla."
"Diciamo che fino ad ora mi è mancata la giusta spinta."
"E adesso l'avete avuta?
"Direi di sì"
La mamma di Rosso timidamente sorrise, poi mordendosi il labbro, distolse lo sguardo da quello di lui, andando a fissare il campo che aveva di fronte.
Una brezza leggera prese a farsi sentire e lei, istintivamente, si fregò le mani, dopo che un brivido di freddo le percorse il corpo.
Il Cacciatore, senza indugi, prese le mani di lei tra le sue e delicatamente, dopo averle chiuse le une sulle altre, vi soffiò dentro un poco di fiato caldo.
"Siete solito toccare così, senza permesso, le mani di una donna che non vi appartiene?" lo provocò lei.
"Appartenere?! Una donna è forse un oggetto? Comunque no, di norma non oso tanto, ma voi mi avete fatto notare di avere freddo, sarei stato scortese se non avessi tentato un modo per ovviare al vostro fastidio."
"È da tanto che un uomo non mi toccava come avete fatto voi oggi nel bosco, con... delicatezza" disse lei arrossendo un poco "disse lei arrossendo un poco "Vorrei avere il vostro coraggio per esternare quello che provo... "
"Prendete esempio da vostro figlio, io l'ho fatto: siate voi stessa, dite ciò che pensate. Ci sono solo io qui a sentire e per certo, non intendo giudicarvi."
"Non voglio sembrare sfacciata... "
"Non lo sembrerete, sarete solo vera."
"Non ho mai chiesto a nessuno quello che sto per chiedervi, temo che... "
"Chiedete e basta" la invitò lui con voce calda.
"Sento freddo, ma non voglio una coperta o il fuoco di un camino a scaldarmi. Ho bisogno di quel calore, che possa scaldare anche dentro e farmi sentire viva. Potete aiutarmi in questo Cacciatore?" chiese infine fissando lo sguardo sicuro in quello di lui.
L'uomo trasalì, guardando un punto indefinito davanti a sé; poi voltò lo sguardo su di lei e chiese:
"E gli altri? Mentre parlavamo sono usciti dal bosco due cacciatori che ci conoscono bene: ci hanno visti qui, da soli, al margine del bosco, se adesso vi entrassimo insieme... "
"Penserebbero comunque che tra noi sia successo qualcosa, sia che entrassimo nel bosco sia che non entrassimo affatto. Tanto vale sfruttare l'occasione... " disse la donna con tono inaspettatamente seducente.
Il Cacciatore trasalì ancora mentre lei, senza staccare gli occhi dai suoi, gli afferrò delicatamente la mano.
"Cosa ne pensate adesso di me? La mia onestà vi ha levato la parola?"
"Mia signora, la vostra onestà rischia di levarmi qualsiasi freno. Siete certa di quanto avete appena detto?"
"Sì" disse convinta per poi subito aggiungere "No! Come faccio a fidarmi che dopo ci sarete ancora, che avete un vero interesse nei miei confronti?"
"Sono molto più forte di voi e di occasioni ne ho avute parecchie, se mirassi solo a ciò che avete sotto la sottana, non credete che l'avrei già preso da un pezzo?"
"È che è così... insolito. Voi ascoltate così tanto... "
"Sono solito farlo se chi parla suscita il mio interesse, indipendentemente da quello che nasconde sotto la sottana."
Lei sorrise.
"E che succede dopo?"
"Dopo succede che vi desidererò domani, il giorno dopo e il giorno dopo ancora."
"Tutto quindi si ridurrebbe a un desiderio fisico e nient'altro?"
"Avete il vizio di interrompere sempre i discorsi, dovete imparare ad ascoltare. Dopo succederà che non potrò fare più a meno di sentire il vostro profumo nell'aria che mi circonda, di vedere il riflesso dei miei occhi nei vostri, di amare il tono di rimprovero con cui siete solita interrompermi. Sarò schiavo del modo che avete di dimostrarvi cocciuta e indipendente, e non potrò più vivere senza vedervi ogni giorno guardarmi come state facendo adesso."
La mamma di Rosso non ebbe più dubbi e tenendo il Cacciatore per mano, lo condusse nel bosco.
Lui, che conosceva quegli spazi come le sue tasche, si lasciò guidare senza nulla aggiungere.
Aveva fatto l'amore con la mamma di Rosso. Ne era certo, perché era la prima volta che faceva l'amore.
Non che non avesse mai conosciuto una donna intimamente, anzi, solo che di solito gli incontri che aveva avuto erano stati privi di un vero coinvolgimento. Al di là della mera soddisfazione di un bisogno fisico non c'era stato molto più; un appagamento fugace che ogni volta si era spento rapido come si era consumato.
Con lei invece era stato diverso. Il suo cuore aveva preso a battere all'impazzata ancora prima di seguirla nel bosco, quando lei lo aveva invitato a farlo, palesando quel desiderio che lui per anni aveva tenuto ben nascosto.
Se solo avesse saputo prima che anche lei, nel profondo, provava quello che provava lui...
Avevano fatto l'amore ai piedi del grande castagno che abbraccia la sponda del ruscello più a nord del bosco, mescolando i loro corpi all'erba fresca e alle prime foglie caduche dell'autunno.
Si erano spogliati l'uno di fronte all'altra, senza l'imbarazzo della luce del giorno, come se si conoscessero da sempre, occhi negli occhi, senza soffermarsi, il desiderio di sentire il calore reciproco pulsante sotto ogni centimetro di pelle.
Si erano finalmente sfiorati e assaporati, ricongiungendosi quasi subito, in un incastro perfetto, uniti come se lo fossero stati da sempre.
Avevano goduto l'uno dell'altra, senza mai sciogliere il legame invisibile che i loro sguardi avevano creato, cogliendo ogni minima sfaccettatura di appagamento che ciascuno procurava all'altro.
Lei aveva tremato più di una volta stringendosi a lui, sorridendogli ogni istante prima di posare le labbra sulle sue.
Avevano continuato senza sapere per quanto, fino a quando non avevano avuto più così tanta sete.
Erano rimasti poi a contemplarsi, l'uno nell'altra, sperando di non dover tornare ad essere due troppo presto.
I raggi caldi del sole, che filtravano attraverso i rami, facevano brillare la terra rossastra sotto di loro.
Anche gli occhi di lei avevano brillato e il viso arrossato impreziosito dalle lentiggini, l'aveva resa la creatura più bella che il bosco avesse mai ospitato.
Lei gli aveva sorriso con la bocca, con gli occhi, con il cuore.
"Sono stata cieca io a non notarvi o siete stato sciocco voi a non farvi notare?"
"Sono anni che vi ho notata, ancora prima che diventaste la moglie del maniscalco."
"Allora perché non vi siete fatto avanti prima?"
"Non lo so... sono stato un folle a non farlo e me ne vergogno."
"Non dovreste vergognarvi bensì scusarvi."
Il Cacciatore la guardò perplesso.
"Mi avete fatto aspettare troppo" disse lei e tirandolo nuovamente a sé, lo aveva baciato con ardore.
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