Un nuovo villaggio?
Chiusa nella sua stanza, ago e filo in mano, la mamma di Rosso cercava di non pensare, ma non riusciva a concentrarsi abbastanza per lavorar bene come avrebbe voluto.
Ogni volta che la sua mente tornava su ciò che aveva subito da parte del Costruttore, quel piccolo muro che cercava di erigere a fortezza del suo involucro interiore, così delicato, perdeva un mattone.
Se poi cedeva allo sconforto e alla tristezza, i mattoni a cadere erano più di uno e il pensiero di dover ricominciare a costruirsi da capo, la rendeva ancora più indifesa.
Il Cacciatore voleva stare con loro, con lei e con Rosso ma lei non era riuscita a dirgli di sì.
Era stanca della condizione in cui era costretta. Secondo lui, lei aveva il coraggio ma molto probabilmente lo diceva solo per galanteria.
Rosso era uscito a far lamponi ma lei sapeva che era tornato da lui: quell'uomo a Rosso piaceva e parecchio.
A lui mancava un padre e il Cacciatore rispecchiava ciò che Rosso aveva sempre cercato nella figura paterna che, in fondo, non aveva mai avuto.
Piaceva anche a lei il Cacciatore, non solo nell'aspetto.
Le piaceva come la guardava, non in modo sconveniente ma per ascoltarla di più di quanto già facesse. Lui prestava attenzione a ognuna delle parole che lei pronunciava. La trattava come pari e non come, la norma, dettava che un uomo potesse trattare una donna.
E se gli avesse dato il permesso di stare loro accanto? Cosa sarebbe accaduto?
Il villaggio avrebbe dato di matto, i pettegolezzi avrebbero reso loro impossibile vivere e anche se avessero cambiato villaggio, le voci si sarebbero spostate con loro. Ma non sarebbe stato giusto lasciare la loro casa e spostarsi tanto lontano dal bosco e quindi da sua madre: lei doveva poter dirgli di sì e gli altri dovevano accettarli, perché non c'era nulla di male nel voler essere felici.
Lasciò le stoffe sul tavolo e si alzò decisa a tornare nel bosco quando sentì bussare con forza alla porta.
Non ebbe il tempo di chiedere chi fosse perché la porta fu spalancata di prepotenza e ad entrare fu proprio il Costruttore.
"Siete in casa dunque" le disse avvicinandosi con passo sicuro "Vi ho vista con il vostro marmocchio infilarvi nel bosco, giusto giusto nel punto in cui quel misero cacciatore era entrato un attimo prima."
Il Costruttore era un uomo suppergiù della stessa età del Cacciatore, alto ma molto più corpulento. Con un calcio spostò di getto la sedia che si frapponeva tra di loro e con gesto brusco l'afferrò per la vita tirandola a sé.
"Ditemi... avete già aperto le gambe per lui?"
"Non è affar vostro" rispose la donna cercando di liberarsi dalla stretta.
"È da un po' che non marco il territorio... forse è il caso che torni a coprirvi con il mio odore di modo che nessun altro maschio del villaggio osi fare altrettanto... "
Quelle parole caricarono la mamma di Rosso di una rabbia tale da darle un'inaspettata forza per reagire.
Con la mano destra prese di scatto il secchio vuoto che aveva lasciato appoggiato sul tavolo e colpì dritto in testa il Costruttore. Anche se vuoto, essendo di robusto legno, diede una gran botta al testone del suo aggressore che, stordito, perse la presa.
Lei approfittò del momento per correre fuori casa. A quell'ora la strada era piena di gente. Non voleva scappare, voleva mettere tutti di fronte ai fatti, metterli di nuovo alla prova, vedere se con il tempo e le angherie che anche loro avevano subito, fossero pronti a cambiare.
Il Costruttore furioso corse in strada per riprenderla. La strattonò per le braccia tirandola a sé.
La mamma di Rosso iniziò a gridare con tutta la voce che aveva in corpo.
"Lasciatemi! Lasciatemi! Non sono una vostra proprietà!"
"Meritate una bella lezione per quello che avete appena osato farmi!"
"Lasciatemi! Non voglio!" continuò a gridare mentre lui cercava di riportarla in casa.
"Aiutatemi! Vi prego!" gridò infine preda della disperazione rivolta ai presenti.
Riconobbe tutti volti noti, che si fermavano a guardare la scena: si fermavano giusto un istante ma poi riprendevano subito per la loro strada, con passo più spedito rispetto a quello con cui erano arrivati.
Nella concitazione, lesse, oltre all'indifferenza, anche dispiacere sui loro volti: era dunque per paura di una ritorsione che sceglievano di tenersi fuori dalla questione?
"Uccidetemi! Uccidetemi vi prego!" si mise allora a gridare rivolta al Costruttore mentre con le unghie cercava di ferirgli il volto "Preferisco morire piuttosto che dover vivere con il vostro puzzo addosso!"
"Tacete!" gridò collerico l'uomo colpendola in viso con un sonoro schiaffo.
La mamma di Rosso rimase stordita per qualche secondo ma in breve si riprese e cominciò a puntare piedi e braccia alla porta di casa per impedire al suo aggressore di tirarla dentro.
"Smettetela!" gridò improvvisa una voce dinnanzi a loro.
La mamma di Rosso, con le lacrime agli occhi, riconobbe il macellaio.
"Smettetela, Costruttore" disse una seconda voce; era quella del fornaio.
"Perché diavolo vi impicciate voi due?" chiese il Costruttore tornando in strada e strattonando la mamma di Rosso per i capelli.
"Quella non è casa vostra e quella donna non è vostra moglie" disse il vecchio fabbro che si era unito al gruppetto di persone formatosi davanti alla casa.
"Avete qualcosa da ridire?"
"Sì" proseguì il macellaio con tono sicuro "La signora è stanca di voi come lo siamo anche noi!"
"Come prego?!" si sorprese il Costruttore avvicinandosi all'uomo gonfiando il petto.
"Questa" proclamò poi a gran voce esibendo la mamma di Rosso come un trofeo "È mia! Posso fare di lei ciò che voglio! Potrei fare lo stesso alle vostre donne ma dato che sono troppo brutte, pagate in altro modo ciò che mi spetta di diritto."
"Non vi spetta nulla di diritto! Millantate una protezione che è necessaria solo perché siete voi il pericolo che circola nel villaggio!" osò dire il fornaio.
"E allora sentiamo... " li sfidò l'uomo dopo aver spintonato brutalmente a terra la mamma di Rosso "Vi lamentate tanto dei miei metodi ma senza di me, chi vi proteggerebbe dagli altri come me? Il Reame ne è pieno, sapete?"
"Il Cacciatore. Ci proteggerà lui."
Il vecchio contadino parlò, dando voce a quello che, nei giorni precedenti, in seguito ai fatti, era divenuto un tarlo nel pensiero di tutti.
"Quello strabico incapace di imbracciare come si deve il fucile?!" ribatté il Costruttore prorompendo poi in una sonora risata.
"Mio cugino, che lavora per voi, dice che tanto strabico non è... " osò dire il pescivendolo, facendosi largo in quella che oramai era divenuta una folla "Ha ringraziato il cielo per non aver perso le dita del piede l'altra notte quando avete fatto visita al Cacciatore per spaventarlo. È certo che lui vi ha graziati, quando avrebbe potuto benissimo farvi fuori con un solo colpo!"
"Menzogne! Calunnie! Quello non è buono a uccidere un animale, figuriamoci una persona!" commentò divertito il Costruttore alzando il tono "Bisogna avere il fegato di fare certe cose e quello di certo non è il tipo d'averne!"
"Giusto oggi stava venendo da voi con un'ascia in mano" disse calmo il vecchio contadino stando in prima fila "Fortunatamente sono riuscito a farlo ragionare, ma aveva il diavolo in corpo quando ha saputo quello che avete fatto a questa povera donna."
Il Costruttore sbiancò di colpo. Sapeva di essere stato fortunato la notte che aveva fatto visita al Cacciatore ma sapersi fortunato due volte di fila, gli diede da pensare che forse, non sarebbe stato altrettanto fortunato una terza volta.
Nel frattempo la moglie del fornaio aveva aiutato la mamma di Rosso a rimettersi in piedi. Il suo sguardo ora era sicuro, carico del supporto dei compaesani.
"Che succede, Costruttore?" lo sfidò lei avvicinandosi "Non ridete più come prima?"
"Tacete voi!" tentò di zittirla con aria disgustata "Io non vi basto più?"
"Non vi ho mai voluto, lo sapete benissimo!"
"Pensate di aver trovato degli amici in questa gente che fino ad un attimo prima godeva nel parlarvi alle spalle? Credete di aver trovato il vostro salvatore, che vi amerà e rispetterà per il resto della vostra misera vita? Siete solo una puttana e questo resterete per questi bifolchi! Siete la moglie del maniscalco e fino a quando sarete sua non potrete essere di nessun altro!"
Per quanto lo detestasse, il Costruttore aveva ragione. Scegliere di mettersi sotto la protezione del Cacciatore, forse anche cedere al desiderio reciproco, non avrebbe fatto cambiare il modo in cui loro tutti la vedevano anzi poteva solo andare a peggiorare il loro punto di vista.
Ma ora che era arrivata fino a quel punto, preferiva di gran lunga scavalcare il limite e scoprire il nuovo orizzonte piuttosto che tornare indietro.
"Non mi importa di quello che diranno gli altri. Voglio pensare solo a me stessa e a mio figlio."
Il Costruttore scosse la testa.
"Il maniscalco se ne è andato da più di un anno ormai" disse la moglie del fornaio poi aggiunse una domanda, ad alta voce in modo che tutti potessero sentirla "Per quanto tempo dovrebbe ancora aspettarlo?"
Un brusio generale si fece sentire in crescendo fino a quando fu la moglie del fruttivendolo a parlare:
"Qualche tempo fa, in città, ho sentito dire che il maniscalco ha preso una nave ed è partito verso terre lontane."
"Ho un'amica, al villaggio più a sud, che invece ha sentito dire dalla moglie del suo macellaio, che il nostro maniscalco si è risposato con una donna del suo villaggio" disse la moglie del fabbro.
"Io invece sapevo che si era unito ad un gruppo di bracconieri nel bosco su al nord" commentò un cacciatore con lunghi baffi color del legno.
"Ah, sì?! A me avevano detto che aveva tentato di entrare a corte rubando l'identità di un nobiluomo e che per questo fosse finito in prigione" proruppe convinto uno degli uomini del Costruttore, giunto a suo supporto.
"Beh... direi che con le dicerie non caveremo un ragno dal buco" dichiarò alla fine il vecchio contadino prendendo posto al centro della scena "Deduco quindi che la qui presente signora possa essere dichiarata vedova a tutti gli effetti o comunque libera da qualsivoglia impedimento"
La risposta, anche se non fu netta e distinta ma data da un brusio sommesso e da cenni del capo più o meno convinti, fu comunque più che sufficiente.
"Quando si sarà stancato di voi, tornerò a trovarvi e allora mi supplicherete ancora di uccidervi" le sussurrò il Costruttore avvicinandosi abbastanza in modo che solo lei potesse sentirlo.
"Se dovesse arrivare quel giorno, state certo che saprò come ricevervi" ribatté la mamma di Rosso.
Il Costruttore, colto alla sprovvista dall'audacia della risposta, deglutì l'amaro boccone e fece un passo indietro.
La guardò negli occhi e vide in essi una luce diversa, la stessa che vi aveva visto il Cacciatore, con la sola differenza che a lui quel fuoco fece paura.
Furente per lo smacco, sparì rapido tra la folla, dileguandosi rapido come una lepre fiutata dai segugi.
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