Madre e figlia

La mamma di Rosso era furiosa. 

Come aveva osato quel cacciatore fare una scenata simile davanti a tutti? Per giunta nel giorno di mercato? Dichiarare guerra al costruttore per lei! 

Era un pazzo che non teneva alla propria esistenza! E dire così apertamente di quei volgari pensieri di cui lei era l'oggetto! 

Lo aveva giudicato diversamente e a torto.

Rosso era a scuola. Senza guardare in faccia a nessuno, a passo spedito, prese la direzione del bosco, con l'intento di recarsi dalla persona più adatta alla quale indirizzare lo sfogo di cui aveva bisogno.

Impiegò circa un'ora di cammino, arrivando a correre in certi tratti, non poteva perdere tempo, la rabbia le faceva ribollire sangue e cervello.

Giunse così alla casetta di legno di larice. 

Nell'orto non c'era nessuno e il camino fumava allegramente dallo sfogo sul tetto: sua madre era in casa.

"Chi credi che sia l'uomo perfetto per me?!" gridò spalancando di colpo la porta d'ingresso.

La nonna, che era appisolata sul letto, circondata da una barriera di cuscini, presa alla sprovvista saltò su di scatto, cadendo fortunatamente su tre di questi che erano balzati in aria insieme a lei.

"Dico, sei matta!" esclamò poi riconoscendola "Che ho fatto di male per meritare un colpo del genere?"

"Con quale diritto avete parlato di me a quel cacciatore da due soldi?!"

"Quale cacciatore?!" chiese la nonna confusa mentre si rimetteva in piedi.

"Ah! Sì! Quel bel giovanotto alto, con le... spalle larghe... molto larghe" commentò l'anziana con un sorriso di compiacimento e occhi sognanti.

"Sì, quello!"

"Perché? Ti ha chiesto forse in sposa?"

"No! Ha fatto di peggio! Ha dichiarato il suo interesse per me, davanti a tutto il villaggio! Dicendo di sognarmi di continuo a tal punto da doversi procurare piacere da solo per smettere di pensarmi! È pronto a battersi con il Costruttore pur di avermi!"

"O cielo!" commentò la nonna lasciandosi cadere sulla grossa poltrona accanto al camino "Non so se mi ci vuole un bicchiere di vino o una tirata dalla mia pipa."

La mamma di Rosso strabuzzò gli occhi.

"Ma avete capito quello che vi ho appena detto?!"

"Certo figlia mia, per questo gradirei bere o fumare qualcosa. Se un uomo come quello mi dicesse tutte quelle cose, ora vorrei solo rilassarmi e godermi il momento. Cosa c'è di meglio del vino o del fumo per farlo?"

"Dite così perché non avete udito con le vostre orecchie!" continuò la figlia prendendo a camminare su e giù per nervosismo "E il modo in cui mi ha presa e guardata dritta negli occhi mentre me lo diceva... il coraggio con cui ha ammesso di essere attratto da me... ha parlato di cose che non si dovrebbero fare, davanti a tutti!"

"Figliola, apprezza l'onestà. Ha solo detto cose che fanno tutti ma che almeno lui ha avuto il coraggio di confessare" disse la nonna mentre si faceva aria con un fazzoletto giallo limone.

"Ma lo fa pensando a me!" ribatté allibita la figlia.

"Mia cara, non fare la bigotta! Le dita che usiamo noi donne per darci piacere fanno parte della stessa mano con cui gli uomini accarezzano il loro membro." spiegò la nonna con naturalezza.

"Madre!"

"Che c'è?! Ho solo detto la verità! Che uomini e donne hanno gli stessi istinti e necessità. Se tutti ne parlassero liberamente, senza pregiudizi, almeno su quello saremmo uguali!"

La mamma di Rosso finalmente si fermò evitando di lasciare un solco visibile sul pavimento in legno.

"Cosa dovrei fare?" chiese alla madre allargando le braccia in segno di resa.

La nonna si alzò in piedi, incalzando per bene gli occhiali sulla punta del naso e guardando la figlia con gli stessi occhi color dell'acqua le disse:

"Al di là della ragionevole attrazione che lui prova per te e che tu provi per lui... "

"Io non... "

Ma la madre la bloccò per proseguire il discorso:

"Al di là di questo, cosa provate l'uno per l'altra? Lo chiedo perché hai già provato una vita con un uomo che apparentemente era un brav'uomo ma che aveva poco amore da offrire. Non puoi pretendere di amare qualcuno in così poco tempo o che lui provi lo stesso per te da subito, ma se scegli di dedicarti ad una persona, fai in modo che tra di voi ci sia almeno un pizzico di quella magia che rende due persone una famiglia vera. 

L'amore, quello vero, si basa sul rispetto reciproco. È un piccolo seme all'inizio, ma se piantato e annaffiato con cura, può crescere con una chioma fitta e radici talmente profonde da essere solido e stabile per anni e anni. 

E poi tu hai già il frutto più bello che una donna possa desiderare, Rosso. Devi essere sicura che l'amore di colui che ti desidera, sia disposto ad abbracciare anche lui perché, il tuo piccolo è parte di te."

"Rosso lo conosce da un pezzo. Credo lo conoscesse ancora prima di me. Inspiegabilmente lo adora, non fa che parlare di lui da tempo."

"Tuo figlio ci ha sempre visto lungo con le persone, come me d'altronde. Lui ci ha visto qualcosa, il che può esserti d'aiuto: sai che c'è qualcosa di bello in quell'uomo, ora sta a te vederlo."

"Non sono certa di potermi fidare ancora di un uomo."

"Lascia stare il passato per bacco! Hai sofferto, lo so ma chiunque incontrerai sul tuo cammino, che sia quel cacciatore o un altro fortunato, non merita di venire penalizzato dalle colpe di chi l'ha preceduto. Ma se tu non sei ben disposta, non ci saranno mai i propositi giusti per piantare il seme... "

"Io sono pronta! Io voglio crescere un albero che ripari me e Rosso dalla pioggia e dal vento!"

"Allora lascia che tutto faccia il suo corso, liberamente, senza troppi pensieri. La vita è come il letto di un fiume: per ognuno è già tracciata, non ci resta che lasciar scorrere l'acqua. Per le rocce che incontreremo avremo in noi la forza di superarle e quando questa non sarà sufficiente, ci saranno sempre acque amiche in cui poter tornare a navigare" concluse allargando le braccia e accogliendola in una stretta piena di affetto.

"Quel cacciatore... ha davvero detto tutte quelle cose, riferite a te?" chiese poi a bassa voce.

La mamma di Rosso si limitò ad annuire, gongolandosi in quell'abbraccio al profumo di violetta.

"Deve avere un tale fucile carico che... "

"Madre!"

Ciò che in tarda mattinata era avvenuto nella piazza, in meno di un'ora era sulla bocca di tutti.

Non c'era uno solo degli abitanti del villaggio che non sapesse cosa il Cacciatore aveva da poco confessato, senza remore e peli sulla lingua, alla moglie del maniscalco.

Tutti sapevano tutto, ovviamente; tutti eccetto l'unico abitante del villaggio a cui non interessava il giudizio degli altri né quello sugli altri.

Rosso, di ritorno da scuola, aveva deciso di allungare la strada fiancheggiando il perimetro del bosco. 

Sapeva che a quell'ora il Cacciatore doveva essere già rientrato dalla caccia; gli dispiacque non poterlo vedere, avrebbe avuto piacere a raccontare anche a lui quanto aveva appreso a scuola quel giorno.

Il maestro aveva parlato del mare ma non di un mare qualsiasi bensì di un mare enorme che secondo le mappe divideva il Reame da una terra lontanissima ancora sconosciuta.

Rosso non aveva mai visto il mare perché distava centinaia di chilometri dal villaggio ma come per molte altre cose, usando la fantasia, aveva immaginato come dovesse essere quell'enorme distesa di acqua in continuo movimento in cui le persone potevano camminare, nuotare e addirittura navigare!

La cosa più meravigliosa legata al mare per Rosso era l'idea che sotto, dove le acque diventavano scure e non si riusciva a vedere con gli occhi perché i raggi del sole non scendevano così in basso, ci fosse tutto un altro mondo in cui gli uomini non potevano arrivare.

Si era immaginato quel mondo popolato solo di pesci ma non pesci normali come quelli che si potevano vedere nel ruscello accanto al villaggio o nel fiume che accarezzava la città, bensì pesci talmente grandi che avrebbero potuto inghiottire una nave intera!

Se il mare era così grande che non si riusciva a vedere la fine chissà quante dovevano essere le creature che lo popolavano! Di certo molte di più rispetto a quelle che abitavano il bosco. 

Gli sarebbe piaciuto davvero tanto vedere il mare ma il viaggio per arrivare sarebbe stato così lungo. Lui e sua madre non avrebbero potuto andarci da soli, le strade erano troppo pericolose ma forse, se avesse chiesto al Cacciatore di accompagnarli?

Lui di certo non avrebbe avuto paura ad affrontare la strada né tanto meno la vastità del mare. In fondo era abituato al bosco.

Gli avrebbe fatto piacere averlo con loro e forse non sarebbe dispiaciuto nemmeno alla sua mamma, aveva pensato.

Decise che anche l'indomani sarebbe uscito presto per incrociarlo lungo la strada che va al bosco; ora però doveva tornare a casa. Sua madre lo stava di certo aspettando e lui non vedeva l'ora di raccontarle del mare e del suo progetto di viaggio.

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