Il villaggio
Come vi ho già detto, i fatti narrati si svolgono tanto tempo fa (ma non troppo).
Vi ricordo questo perché anche allora, come adesso, tutto (ma proprio tutto) quello che non rientrava nei canoni ritenuti normali dai più, era considerato out ma non nel senso di fuori moda, bensì proprio nel senso che era talmente diverso da non poter essere accettato dalla norma.
E chi decideva la norma? , chiederete voi. Bella domanda, vi rispondo io.
Come adesso, anche allora c'era parecchia confusione nel giudicare il giusto e lo sbagliato. Per lo più si stava a vedere dove pendeva il pensiero più forte della comunità: se la maggioranza decretava nero, anche il bianco si faceva scuro.
Nel villaggio di Rosso, anche un capello fuori posto era visto male. E dire che il suo era un villaggio di gente che faceva lavori umili, niente nobili o cavalieri per intenderci. Eppure, come capita spesso, è proprio la gente apparentemente più umile a rivelarsi poi spietatamente prepotente, specie verso chi è più debole, numericamente inferiore o appunto unico nel suo genere.
Il padre di Rosso, un anno prima, aveva deciso di andarsene dal villaggio. Lo aveva fatto senza essere teatrale, in pratica se ne era andato, di punto in bianco, una notte, senza farsi vedere da nessuno, nemmeno da sua moglie e dal piccolo figlio.
L'indomani i pettegolezzi non avevano tardato a farsi sentire e presto la famiglia di Rosso si era ritrovata sulla bocca di tutti.
Il padre, unico maniscalco del villaggio, andandosene, aveva creato non pochi problemi ai compaesani che si erano ritrovati, dall'oggi al domani, senza qualcuno in grado di sistemare i ferri agli zoccoli dei loro cavalli (grave carenza quando l'unico mezzo di trasporto esistente ha quattro zampe e non un motore).
Dato che nessuno, nemmeno la sua famiglia, sapeva spiegarsi quel gesto, tutti iniziarono a dire la propria sui fatti, finendo con l'incolpare dell'accaduto i restanti: Rosso e la sua mamma.
La mamma di Rosso non era mai stata ben vista dalle altre compaesane.
Sottolineo compaesane perché la parte maschile del villaggio gongolava e strabuzzava gli occhi ogni volta che la bella signora graziava le viuzze del centro con il suo passaggio.
Di contro, l'inividia (brutta bestia) delle altre veniva alimentata, senza ahimè che lei facesse nulla per attirare l'attenzione in alcun modo.
Una volta rimasta sola, anche se ancora formalmente sposata con il fuggitivo, l'animo maschile del gruppo aveva iniziato ad accarezzare concretamente un pensiero fino ad allora solo fantasticato mentre le donne, nel bouquet del risentimento, all'invidia avevano aggiunto l'astio e l'odio formale.
Iniziarono a parlare di lei come di una poco di buono, di una sciagurata e incapace che, proprio per la mancanza di qualità necessarie a una buona moglie, era stata abbandonata dal povero marito.
Anche la nonna di Rosso, ai suoi tempi, aveva fatto discutere di sé. Anticonformista e donna in un villaggio bigotto e dalla mentalità chiusa, non aveva mai ceduto di un millimetro nel suo essere combattiva e orgogliosamente se stessa.
Fino a quando però, l'amato marito era venuto a mancare e su di lei si era pesantemente riversata l'avversione di tutti che fino ad allora, forse per rispetto all'uomo tanto amato anche dalla comunità, a fatica avevano taciuto.
La nonna di Rosso per un po' aveva sopportato, ma quando le sue orecchie non erano più riuscite ad evitare di ascoltare, per il suo quieto vivere, aveva scelto l'esilio volontario nell'unico posto in cui le malelingue non potevano arrivare.
E poi ovviamente c'era Rosso.
Che avesse dieci anni a loro non interessava. Iniziarono a parlar male anche di lui, anche se su di lui, ne avevano già dette di cotte e di crude negli anni.
Rosso era diverso e tutti lo vedevano.
Prendete una muta di cani, scattanti, alti e fieri e tutti dal pelo lungo color della pece e mettete tra questi un esemplare, della stessa razza ma dalla testa bianca, il resto del corpo lo stesso colore degli altri.
Per i più, il commento nell'osservare quell'insieme sarebbe: Che strano! Quello è diverso dagli altri.
E se dovessero sceglierne uno, sapendo che la norma per quella razza prevede un manto totalmente scuro, state certi che non sceglierebbero l'esemplare dalla testa bianca.
Questo per farvi capire come il villaggio vedeva Rosso.
Solo la sua mamma e la sua nonna, non lo vedevano con occhi diversi; per loro infatti il cane dalla testa bianca sarebbe unico nel suo genere, perché la sua diversità lo renderebbe speciale.
Certo, penserete, loro sono di parte, ma se anche voi conosceste Rosso, vedreste l'unicità e non la differenza.
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