Il Bosco
Nessuno, nemmeno i cacciatori, sapevano quanto grande fosse l'estensione del bosco che confinava con il villaggio.
Di solito, gli abitanti si inoltravano solo per i primi tratti, dove i sentieri erano chiari e ben visibili, per raccogliere legna, funghi o more oppure per appartarsi, lontano da occhi indiscreti, a far cose che non era consigliabile sbandierare in pubblico.
Negli anni però, con l'incremento demografico, gli animali che lo popolavano avevano visto sempre più aumentare l'ombra degli uomini a discapito del loro benessere: non solo le prede per gli animali carnivori erano andate in calando ma gli uomini distruggevano le case di uccelli e scoiattoli abbattendo alberi interi e rendevano inabitabili i ruscelli ai pesci, buttando nelle acque le immondizie che non avevano piacere a tenere troppo vicino casa.
Alla maggior parte delle persone non importava del bosco e dei suoi abitanti, non mettevano rispetto nell'attraversarlo o nel godere della sua frescura nei mesi caldi; per loro, era come una strada, un prato o un campo di terra, insomma qualcosa da calpestare per andare da un punto ad un altro.
Come il Cacciatore, erano pochi quelli che sapevano come apprezzarlo: ne godevano però senza poi condividerne i benefici.
Sarebbe stato troppo strano parlare della natura e del riguardo da dedicarle senza venir presi per pazzi o peggio! Perciò chi amava il bosco custodiva quel sentimento per sé.
Nella parte più profonda, il cuore, solo i cacciatori si avventuravano e pochi altri che avevano scelto di perdersi nel bosco piuttosto che continuare a vivere fuori, tra la gente.
Si diceva infatti che nel centro del bosco, senza uomini a comandare, non ci fossero regole ne pregiudizi.
Chi sceglieva di stare nel bosco, là, era libero di fare ciò che voleva ed essere finalmente sé stesso.
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