Un libro in comune

Essendo la libreria abbastanza grande non ero costretto a stare vicino a quel ragazzo che tutto aveva suscitato in me fuorché simpatia, ma per educazione mi avvicinai lo stesso salutandolo con un cenno al quale rispose con un sorriso un po' forzato.

Proseguimmo la ricerca dei libri ai lati opposti della libreria, evitando ogni sguardo ed ogni tipo di vicinanza, come quando vedi una ragazza carina sull'autobus e la osservi solo quando guarda fuori dal finestrino, con la sola differenza che non c'era alcun tipo di attrazione, almeno da parte mia.

Nonostante l'atteggiamento distaccato che mostrava nei miei confronti e del mondo che lo circondava lo vidi avvicinarsi, quasi controvoglia:

<< Scusa, non riesco a trovare "fisica di base", non è che ho scritto male il titolo o quant'altro?>>

<< A dire la verità nemmeno io lo trovo, probabilmente è un'edizione vecchia che non hanno in questa libreria.>> risposi.

<<Cercherò altrove allora, grazie>>

E si diresse fulmineamente alla cassa, quasi come se stesse gareggiando con qualcuno; pensai allora che il libro fosse solo una scusa per non stare in coda dietro di me aspettando di pagare, ma la mia continua propensione ad osservare il comportamento altrui a  volte mi porta a pensare cose che non rispecchiano la realtà, magari se la stava solo facendo sotto, chissà.

Uscito dalla libreria con due tonnellate di libri nello zaino andai a cercare l'ultimo e ovviamente capitai nello stesso negozio in cui era andato anche quel ragazzo, a quanto pare il destino voleva che lo perseguitassi e perciò chiesi:

<< Trovato?>>

<< Non ancora, mi sa che lo dovremo prendere online.>> Rispose rassegnato.

<< Do un'occhiata anch'io, non ho voglia di spendere 80 euro per un libro.>>

<< Non me ne parlare.>>

Da questa risposta capii che non viveva in condizioni economiche agiate e decisi quindi di cambiare discorso:

<< Come mai fisica?>>

<< Il mio animo da ragazzina in crisi ormonale risponderebbe "colpa delle stelle".>>

Sorrisi e risposi:<<siamo in due allora.>>

Era accovacciato alla ricerca di quel libro quando gli diedi questa risposta e la sua "indagine" venne sospesa per qualche secondo, si voltò verso di me come se gli avessi detto che avevo 30 copie di "fisica di base" a casa e che potevo regalargliene una

<< Non immaginavo ci fosse qualcuno col mio stesso interesse qui a Palermo.>> replicò dopo qualche secondo di silenzio.

<< E invece.>> ribadii.

Si disinteressò del libro, si rimise in piedi e cominciò a parlarmi della sua passione, dei suoi sogni ma notai che non aveva un tono molto convinto, come se questa passione fosse stata infusa forzatamente al che posi una domanda un po' bastarda, una di quelle domande che speri non ti pongano durante una chiacchierata:

<< E da dove nasce questo sentimento per l'universo?>>

Uscendo dalla libreria rinunciando alla ricerca di quell'introvabile libro rispose:

<< Mi chiamo Fabio, il mio secondo nome è Lorenzo, da piccolo chiesi a mia madre perché avesse deciso di darmi due nomi e soprattutto perché proprio questi, come fanno tutti i bambini nell'età dei "perché"; mia madre prese un libro intitolato "il grande libro dei nomi"  me lo mise in mano e mi raccontò che lei e mio padre iniziarono a sfogliare velocemente le pagine senza guardare e misero il dito in due punti a caso, mia madre indico Fabio e mio padre Lorenzo. Una volta finito il racconto aprii il libro e lessi le descrizioni di entrambi i nomi, mi affascinò particolarmente quella di Lorenzo, "il cui destino è inciso nelle stelle", lessi, ed eccomi qui, circa un decennio dopo ad annoiare qualcuno con questa storia.>>

Mi sentii chiamato in causa, il mio solito sguardo assente aveva fatto effetto:

<< Tutt'altro, sembra una storia tratta da un romanzo.>>

Però la sua risposta non mi convinceva, sembrava davvero dubbioso di questa sua decisione ma presi per buono il racconto che mi aveva esposto.

Ovviamente la domanda mi venne riproposta e fui quindi costretto a raccontargli dei miei genitori e di mio zio, la cosa sorprendente fu la sua quasi indifferenza sentendo la mia tutt'altro che normale storia ma niente mi sorprese più della risposta che mi riservò a fine discorso:

<< Abbiamo più cose in comune di quanto avessi mai potuto immaginare.>>

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