Traumi

Quella frase mi spiazzò ma cercai con indifferenza di non farlo notare e risposi con un sarcastico "Bene" Al che Fabio -o Lorenzo, non so come preferisse farsi chiamare- si dileguò dicendomi che doveva tornare a casa, lo salutai e tornai anch'io a casa.

Completate le solite domande di routine da parte di mio zio mi feci un panino, ordinai online quello stramaledetto ed introvabile libro e mi chiusi nella stanza dove mio zio era solito fare le sue ricerche che mi affascinavano tanto da piccolo ed iniziai a leggere qualche libro di testo appena acquistato.

* * * * *

"Ma perché cazzo apro quella bocca" pensai in preda all'imbarazzo e all'odio nei miei confronti, purtroppo l'autostima non è mai stata dalla mia parte.

Camminai spedito verso il mio piccolo mondo, l'unico che riusciva a farmi sentire bene: casa mia; forse chiamarla "casa" è un po' esagerato ma mi accontento facilmente e una stanza con divano-letto, un bagno ed una piccola cucina sono ciò che mi serve per nascondermi da un mondo che disprezzo ogni giorno di più e che non si preoccupa a ricambiare il sentimento.

Ora arriva la parte bella: il mio piccolo appartamento si trovava al quarto piano (e anche l'ultimo) di un modesto palazzo a 300 metri dall'università, il che mi da la possibilità di avere un piccolo solaio raggiungibile tramite una scala in legno, nascosta nel pavimento sottostante l'apposito locale utilizzato come magazzino e mio amato studio.

Che studiavo? Ci arriviamo dopo, adesso arriva la parte noiosa in cui vi racconto un po' di cazzi miei: in pratica ho vissuto quasi la stessa esperienza che quel tipo della libreria mi ha raccontato, i miei si sono separati 3 anni fa, non ho mai accettato questa cosa e fui costretto a vivere con mia madre in quanto mio padre non aveva più la forza di farsi vedere; avete presente la nonna super cristiana da 6 rosari al giorno? a meno che non siate Veneti penso di sì, stereotipi a parte, mia madre è il perfetto esempio di cristiana sfegatata il che non è assolutamente un problema, o almeno, non lo è stato fino a 3 anni fa (mio padre era già sparito) quando tornai a casa con un libro sull'astronomia che mi buttò di nascosto qualche giorno dopo; errore più grande non fu mai fatto, a 16 anni un minimo gesto che vada contro la passione del proprio figlio significa guerra, fu così che non mi trattenni, le bestemmie le sentì Gesù Cristo in persona e ovviamente quella stronza di mia madre; da quel giorno il nostro rapporto consistette nel mangiare lo stesso pasto fino ai 18 anni, non partecipai a nessun compleanno, uscivo solo qualche volta ed ero l'unico fra i miei amici a non mangiare al Mc Donald's o altrove poiché non avevo voglia di rivolgere la parola a mia madre per chiederle soldi o qualsiasi altra cosa.

Forse pensate che fu un atteggiamento esagerato, vi smentisco subito: vivere in una menzogna per la fine dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza è un trauma difficile da affrontare, i miei genitori si sono amati per un paio d'anni dalla mia nascita -forse- poi finì il sentimento, ne iniziarono di nuovi con altri uomini e altre donne che, per evitare un trauma troppo grande da affrontare per un neonato, mi furono nascosti, ma goccia dopo goccia il vaso trabocca così come ho fatto io, ed eccomi qui, nella pace dei sensi, su una poltrona, canna in mano e figure di merda alle spalle.


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