Prologo
Ciao, sono Biagio, credo di avere 29 anni, mio padre è un alcolizzato ed assassino, mia madre non c'è più -colpa di mio padre- e condivido un piccolo appartamento con Fabio, amico sin dal primo giorno all'università.
Finita questa presentazione da circolo di recupero per cocainomani vi spiego che ci faccio qui: la mia vita non è stata per niente facile da quanto avete potuto capire ma nonostante ciò sono arrivato lontano e fidatevi di me, non immaginate quanto; non voglio perdermi in chiacchiere e perciò comincerò da otto anni fa circa, quando i due protagonisti della mia vita entrarono prepotentemente in gioco.
Il primo ottobre 2019 mi presentai alla facoltà di fisica di Palermo pieno di timori, speranze e paure, come un normale neo immatricolato dunque; quel giorno un altro centinaio di ragazzi come me era seduto in quell'enorme aula ad ascoltare un giovane professore che ci introduceva quel nuovo mondo che stavamo per affrontare.
Nonostante tutto, la paura non la faceva da padrona, perdere i propri genitori all'età di tre anni non è affatto semplice come potete immaginare, così come non lo è essere adottati da un pensionato ingegnere aerospaziale che, malgrado le giornate noiose trascorse a perdere la vista sui libri e in bagno, è il motivo della mia passione per l'universo e della piccola fortuna che mi attende(gli ingegneri aerospaziali guadagnano molto).
Insomma, iniziavo un nuovo viaggio con grandi aspettative e tanti sogni; è in questo momento che qualcuno dall'alto mi fece atterrare accanto la mia ennesima disgrazia: il suo nome è Fabio, capelli scuri lunghi e ben curati, alto quanto me, occhiali da professore di latino ottantenne e una sfrenata voglia di fare silenzio, tale che l'ora la seppi solo quando il professore finì il suo lungo discorso introduttivo e ci fece alzare per andare a visitare il primo laboratorio.
La mia indole vendicativa mi portò a stare vicino a quel ragazzo per tutto il tempo della gitarella in giro per la facoltà, ed i miei esuberanti colpi di tosse durante le varie spiegazioni lo infastidirono parecchio.
Arrivato mezzogiorno il simpatico professore che ci introdusse l'università ci licenziò, lasciando scritti su un'enorme lavagna il titolo dei libri che avremmo dovuto comprare per quell'anno accademico; li segnai su di un taccuino e andai immediatamente in centro città a cercarli in qualche libreria per libri di testo di seconda mano e ovviamente il simpatico professore silenzioso ebbe la mia stessa idea e lo ritrovai nella stessa libreria a cercare il mio stesso libro.
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