Capitolo 27
CAPITOLO 27
Stefano rientrò il mercoledì successivo. Con Laura non si erano più sentiti. La sera prima della sua partenza le aveva inviato un messaggio
Parto domani mattina e mi fermo dai miei.
Forse si aspettava una risposta da Laura del tipo, No, vieni qui ti prego, ma Laura aveva scritto semplicemente Va bene
Passarono i giorni delle settimane e intanto era giunto Novembre. Laura si intratteneva molto con Alessio. Insieme, avevano acquistato indumenti e accessori nuovi per quando sarebbe partito. Quel fine settimana ricorreva il giorno dei defunti. Anche Sara era tornata a casa, sarebbe ripartita il martedì successivo.
A Laura sembrò che vi fossero molte più incombenze da sbrigare. Non riusciva a stare dietro a tutto. Si sentiva irrequieta. Attaccava Marco per qualsiasi sciocchezza. Nel suo inconscio gli attribuiva la colpa per la sua incapacità di decidere per il suo futuro. Cosa pretendeva? Che Marco le dicesse, Vai, segui la tua seconda giovinezza e poi quando tutto sarà finito io sarò qui ad aspettarti ? Assurdo. Più volte fu tentata di chiamare Stefano ma non lo fece. Sapeva che stava lavorando alla tesi e non voleva disturbarlo, però un giorno chiamò Loredana.
"Ciao Loredana... sono Laura".
"Laura!...che piacere sentirti, come stai?"
"Sto bene, grazie".
"Va tutto bene? Mi devo preoccupare per qualcosa?"
"No no, non devi preoccuparti di nulla. Volevo solo sentirti, sapere come stai, come procede il progetto..."
"Non ti senti più con Stefano?..."
"Non lo sento da quando è stato da voi" rispose Laura. Vi fu qualche secondo di pausa.
"E' uscito il primo numero della nostra rivista. Un successone! E anche una bella grana" la informò l'amica.
"Perché?" chiese Laura.
"Abbiamo già ricevuto diverse querele a cui sto lavorando. Ci hanno anche denunciato per le foto scattate da Stefano... ma era quello che volevamo. Ce lo aspettavamo ed eravamo preparati. Il sasso nello stagno è stato gettato".
"Capisco..." commentò Laura, con tono leggermente preoccupato.
"Ma quindi... tu, Stefano, non lo hai proprio sentito più?" chiese ancora Loredana.
"No... poi, sapendolo occupato con la tesi, non voglio disturbarlo".
"Sì, ci ha detto che dovrebbe farcela per i primi di dicembre. Ma tu come stai? Volevi parlarmi di qualcosa in particolare?" chiese a un certo punto l'altra, intuendo che c'era qualcosa.
"Come stava Stefano quando era da voi?"
Loredana non rispose subito.
"Gli mancavi" le disse poi.
Laura rimase in silenzio. Loredana riprese. "Laura io ti capisco. Ne abbiamo anche parlato".
"Ne avete parlato? Chi?" chiese incuriosita.
"Una sera... noi tre. Stefano ci ha riferito come si sente e come non abbia mai considerato la vostra differenza di età, le vostre vite diverse" spiegò Loredana "ma forse, adesso comincia a tenerne conto" aggiunse.
"Lo ha detto lui?"
"No ma... ce lo ha fatto capire".
"Lui mi ha cercata al suo ritorno, ma sono io che non ho accolto la sua richiesta. Voglio lasciarlo in pace. Deve laurearsi... Tanto tra noi non può continuare" lo disse come se stesse elaborando una riflessione personale. Loredana rimase in silenzio per un po'.
"Mi dispiace" disse poi.
***
Quel pomeriggio Laura era da sola. Alessio sarebbe rientrato la sera. Fu assalita da profondo dolore. Proruppe in un violento pianto e non riuscì a fare altro per il resto della giornata.
Novembre si rivelò per quello che era: grigio e umido. La temperatura si era abbassata e Laura qualche volta aveva acceso il camino, ma ogni volta che lo faceva le veniva nostalgia di Stefano, ricordando la bellissima notte trascorsa insieme, nella casa di lui, davanti alle fiamme scoppiettanti. Faceva lunghe passeggiate con Lola, nei parchi adiacenti alla sua abitazione. Il rapporto con Marco era sempre più arido. Parlavano pochissimo e quando Marco tentava una gentilezza Laura reagiva scontrosa. Ogni giorno ripeteva a se stessa che non poteva andare avanti così. Incontrava sempre la sua amica Caterina e insieme passeggiavano per boschi o sulla spiaggia, ma anche lei era impotente di fronte allo stato emotivo di Laura. Agli incontri del gruppo di danza e canto popolare non andò più. Quando le amiche le chiesero il motivo addusse come scusa la imminente partenza di suo figlio Alessio. I giorni trascorrevano incessanti e Laura pensò che quell'anno, il Natale sarebbe stato pieno di ricordi tristi.
***
Un giorno, verso la fine di Novembre, ricevette un messaggio da Stefano che la metteva al corrente sulla data fissata per la discussione della sua tesi. Era per il venerdì successivo all'Immacolata. Il giorno dopo, era il 12 dicembre e Laura avrebbe compiuto quarantasei anni. Quel messaggio la agitò molto. Che doveva fare? Andare? Ignorare? Come poteva mostrare un tale distacco? Pensò che forse avrebbe potuto convincere Sara a tornare insieme a casa per il fine settimana, per poter festeggiare il suo compleanno. In quel modo lei l'avrebbe raggiunta all'Università con la sua auto e così avrebbe potuto fare un salto all'appuntamento di Stefano, dal momento che l'Università si trovava nelle vicinanze di quella frequentata da sua figlia. A Stefano scrisse
Sono contenta. Finalmente! senza aggiungere altro.
La sera stessa chiamò Sara e le fece la proposta. Sara accettò. Il ponte dell'Immacolata quell'anno durava ben quattro giorni perché cadeva di martedì, così dal sabato, sia Alessio che Sara, sarebbero stati a casa.
La domenica Marco propose: "Perché non festeggiamo il tuo compleanno in questi giorni che siamo tutti a casa?" ma Laura lo fulminò con lo sguardo.
"Il mio compleanno l'ho sempre festeggiato nello stesso giorno, mai prima né dopo" rispose.
"Lo sai papà, che mamma ha sempre fatto così" commentò Sara "tanto sabato sarò di nuovo qui, venerdì viene a prendermi mamma in Università". Anche in quelle piccole occasioni, apparentemente insignificanti, Laura provava disappunto nei confronti di suo marito che non mostrava la profonda conoscenza verso di lei, le sue abitudini, i rituali a cui teneva.
Laura intuiva che Marco fosse convinto che lo stato emotivo di lei dipendesse dalla morte di Lilly, la partenza di Alessio, la lontananza di Sara, ma non immaginava che c'era dell'altro, che Laura aveva chiuso con una stagione, quella insieme a lui.
Ultimamente, si era spesso ritrovata a pensare cosa sarebbe accaduto se lei non avesse scoperto nulla sul tradimento. Quanto sarebbe andata avanti? L'avrebbe lasciata per l'altra? Quanto era stato coinvolto nei sentimenti suo marito? Di certo non come lo era stata lei nei confronti di Stefano. E se non fosse accaduta la storia di Marco con l'altra donna, come sarebbe a quest'ora il loro rapporto? Lei si sarebbe comunque lasciata coinvolgere dalla storia con Stefano?
***
Giunse Venerdì. Laura non disse agli altri che sarebbe uscita la mattina presto e in effetti non vi sarebbe stato motivo di farlo, ma lei contava di arrivare in tempo all'appuntamento di Stefano così uscì pochi minuti dopo che Marco si era avviato a lavoro. Alessio si sarebbe fermato a casa di un amico e sarebbe rientrato a casa una volta che madre e sorella sarebbero tornate. Il venerdì era sempre una giornata molto trafficata sulle strade e nelle grandi città. Le persone si predisponevano per organizzare il fine settimana, inoltre, vi era già nell'aria l'atmosfera natalizia.
Giunse all'Università che erano già le dieci e trenta. Impiegò un po' di tempo a trovare un parcheggio per l'auto. Ne trovò uno a pagamento a qualche centinaio di metri dall'ingresso da cui doveva transitare lei. Occupò qualche minuto a trovare l'aula giusta. Si affacciò all'ingresso di un grande stanzone e sentì la voce di Stefano. Era già intento nella discussione, seduto di fronte alla commissione dava le spalle all'ingresso. Seduti tra il pubblico vi erano altri giovani, che probabilmente, attendevano il loro turno. Qualche adulto, forse parenti e poi, seduti nella prima fila di sedie, Laura scorse i genitori di Stefano. Riconobbe subito la sagoma di suo padre. Non si inoltrò nell'aula, ma rimase in piedi accanto al muro, appena poco più avanti del varco di accesso. Stefano parlava con fermezza, ma a Laura sembrò di avvertire stanchezza nella sua voce. Il professore che gli stava davanti lo interruppe chiedendogli dei chiarimenti e Stefano nel riflettere sulla risposta mosse il capo a voltarsi verso dietro, alla sua sinistra, ma non la vide, perché Laura si trovava vicino l'entrata più a destra rispetto alla posizione di Stefano. Riprese a parlare con vigore senza mostrare segni di incertezza, poi l'altra docente seduta accanto al collega intervenuto prima, sorridendogli e complimentandosi con lui, gli chiese di parlare del significato morale che il suo progetto esprimeva. Doveva essere una sociologa o una psicologa, pensò Laura. Stefano prese qualche secondo di tempo. Cambiò la sua postura e ancora una volta si voltò indietro, questa volta verso destra. E questa volta la vide. Dopo frazioni di secondi, la vide.
Dovevano aver notato la sua espressione anche i genitori di lui, perché si mossero per voltarsi nella stessa direzione, ma appena Laura si rese conto di quello che stava per accadere, come un lampo, uscì fuori dall'aula.
Restò lì, appena fuori dall'uscio. Le parole di Stefano le arrivavano confuse, ma dopo un po' riuscì a udire 110 e lode. Le salirono le lacrime, di gioia, di disperazione, di confusione. Si precipitò fuori dall'edificio e dopo qualche passo, si fermò con le spalle appoggiate al muro. Riprese a respirare. Passarono diversi minuti quando si sentì chiamare:
"Laura!" sentì la voce di Stefano e lo vide avvicinarsi. "Che fai qui? Perché sei scappata?"
"Ci sono i tuoi... Non voglio che mi vedano, ti prego, vai..." gli rispose lei. Stefano la guardò in silenzio per qualche secondo. I capelli biondi di lei spiccavano sul lungo cappotto nero. Sembrava più magra e più alta.
"Sei venuta..." le disse lui allungando una mano ad accarezzarle il volto. Laura gli sorrise.
"Ho capito bene? 110 e lode?" gli chiese.
"Sì... Hai capito bene" rispose lui sorridendo a sua volta. Restarono per qualche secondo così, a guardarsi negli occhi, poi Laura prese la mano di lui, delicatamente.
"Vai... ti staranno cercando". Stefano sfilò lentamente la sua mano da quella di lei e sempre lentamente si voltò per allontanarsi.
"Stefano... ma dov'eri? Siamo qui ad aspettarti..." A Laura giunse la voce di suo padre.
"Dovevo salutare una persona" rispose Stefano laconico. Il padre stava per ribattere, ma sua moglie lo strattonò per un braccio. Laura rimase ancora un po' appoggiata al muro dell'edificio. Da lì, stava fuori dalla vista dei genitori di Stefano. Si sentiva agitata dentro. Avrebbe voluto abbracciarlo, trascorrere la giornata con lui. Era felice di averlo visto. Aveva fatto la scelta giusta.
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