CAPITOLO 26
Dopo quella domenica disarmante si annunciò un inizio settimana completamente nuovo rispetto al periodo precedente. La mattina, Alessio e suo padre uscirono insieme. Sara si dedicò a preparare alcuni bagagli e nel pomeriggio partì con la sua amica. Laura, che l'aveva accompagnata a casa di Sofia, le chiese:
"Tu lo sapevi già di Alessio, vero?"
"Me ne aveva parlato da tempo. Lo so che ti dispiace, ma lo sai che quando lui si mette in testa un'idea non gliela togli". Laura rimase in silenzio. Le dispiaceva come madre, perché non riusciva a immaginare suo figlio così lontano, ma come donna e professionista lo ammirava per il suo coraggio e la sua intraprendenza.
Solitamente, il lunedì mattina, Laura non prendeva mai impegni di lavoro e utilizzava quel tempo per occuparsi della casa, ma quel giorno si dedicò ai suoi figli. Dopo aver salutato Sara, passò a prendere Alessio e insieme tornarono a casa. Durante il tragitto in auto Alessio era teso e silenzioso.
"Non sono arrabbiata, anzi ti ammiro" gli disse Laura, che con la coda dell'occhio notò che Alessio si era voltato con espressione compiaciuta. "Sono triste come madre perché mi mancherai" continuò sentendo salire le lacrime. Quando giunsero davanti al cancello di entrata di casa, Laura, trattenendo il pianto pressante, aggiunse:
"Perché non ce ne hai parlato prima? Avremmo potuto condividere insieme il tuo progetto".
"Volevo fare tutto da solo. Dimostrarvi le mie capacità" rispose Alessio. Si abbracciarono. Laura crollò in preda ai singhiozzi. In quel pianto c'era tutto: la sua famiglia che si frammentava, la preoccupazione per un figlio che se ne andava lontano, la sua esistenza infelice con Marco, la sua storia travolgente con Stefano.
"Dai, mamma! Devi essere felice per me."
"Sì, lo sono" disse lei asciugandosi le lacrime. "Ora però, cerca di restare di più a casa... dopo, non ti vedrò per un lungo tempo" lo pregò Laura. Lui annuì abbracciandola di nuovo.
***
La mattina, Alessio si recava all'Università. Se Laura non aveva bisogno della sua auto, la usava lui, altrimenti, lo accompagnava suo padre e Laura tornava a prenderlo, oppure si faceva accompagnare da un amico. Nella loro zona, a qualche chilometro dal centro abitato, non transitavano molti mezzi pubblici.
Non aveva più sentito Stefano, così, il mercoledì mattina, dopo essere rimasta da sola, lo chiamò. Chissà se è già partito o se si sta recando alla stazione.
"Pronto... Laura" rispose lui con voce carezzevole.
"Ciao" disse esitante lei "Sei partito?"
"Sto andando. Tu che fai? Come stai?"
"Sara si è trasferita dalla sua amica. Giovedì inizierà a frequentare e per un primo tempo si fermerà lì".
"Ah... ho capito... Ti manca?" Laura apprezzò tanto la sua sensibilità.
"Sì, un po'... Alessio anche ha iniziato le lezioni, ma nel pomeriggio è qui..." Seguì un lungo silenzio. "Ci ha un po' sconvolti con un annuncio" continuò poi.
"Ah sì? Cosa?" chiese incuriosito lui.
"Dopo Natale si trasferirà in Giappone a studiare".
Stefano non sapeva cosa dire. Prese tempo.
"Mi sento improvvisamente sola. La mattina, loro dormivano fino a tardi, ma sapevo che erano in casa. Ora la casa è vuota".
"Sarà una bella esperienza studiare in Giappone. Dovresti essere fiera di lui".
"Ne sono convinta e provo una grande ammirazione per lui... ma mi mancherà... e mi manchi tu" aggiunse poi e, prima che Stefano potesse replicare, disse "Lo so, lo so. Non dirmi nulla".
"Non ti dico nulla, stai tranquilla. Mi manchi anche tu". Si sentiva un frastuono di fondo, forse si trovava alla stazione ferroviaria. "Sto per salire sul treno" la informò lui. Laura pensò che l'orario era lo stesso di quando erano partiti insieme.
"Quando tornerai?"
"Non lo so ancora. Lo deciderò mentre starò lì".
"Buon viaggio e buona permanenza" gli augurò Laura.
"Buona giornata a te. Ci sentiamo in questi giorni, va bene?"
"Sì, va bene. Ciao". Chiuse la telefonata e senza sapere bene perché, ebbe la sensazione che quel saluto fosse per sempre. Si sentiva spaventata. Chiamò Caterina.
"Laura, ciao!" rispose affettuosamente l'amica.
"Caterina, ciao. Ti devo aggiornare su un sacco di cose".
Si intrattennero a lungo al telefono. Laura informò l'amica di tutte le ultime novità: la partenza di Stefano, il progetto di Alessio e il trasferimento, seppur provvisorio, di Sara.
" Sono tante cose nuove..." constatò l'amica "tu come stai?"
"Non lo so... Mi sento triste" rispose lei "stamattina, dopo aver parlato con Stefano, ho avuto l'impulso di raggiungerlo e restare per sempre con lui... per sempre, non so..."
"Ma...?" incalzò Caterina.
"Ma ho paura. La vita con lui sarebbe l'ideale per me, adesso, ma poi? Che ne sarebbe della mia vita futura? Mi sento troppo responsabile moralmente nei confronti di Marco e dei miei figli. Non voglio essere io quella che sfascia la famiglia".
"Lo capisco Laura, lo capisco, ma ti rendi conto che stai ingannando te stessa? Allora dedicati al rapporto con Marco per rinnovarlo, rinfrescarlo e mantenere salda questa famiglia. Diversamente, se senti che ormai è tutto finito, fai un'altra scelta. Stefano o altro che sia, e non pentirtene!"
"Lo so, Caterina. Hai ragione, ma adesso non ce la faccio". Laura pensò che l'analisi di Caterina era spietatamente lucida.
"Non rattristarti per Alessio. Ė una bella cosa. Gli farà bene" aggiunse l'amica.
"Sì, lo so che è una bella cosa, ma mi mancherà" mormorò Laura. Si salutarono e Laura fece fatica a concentrarsi per il resto della giornata. Stavano succedendo troppe cose insieme.
***
Stefano arrivò a destinazione pressappoco all'orario della scorsa volta. Ad attenderlo in stazione c'era Giovanni. Si abbracciarono amichevolmente.
"Allora, sei pronto a lavorare sodo?" chiese Giovanni, divertito.
"Certo, sempre pronto".
"Bene. Andiamo subito a fare un giro. Ho bisogno che tu scatti diverse foto così poi predisponiamo i pezzi da scrivere per la pubblicazione del prossimo mese. Voglio partire alla grande, con foto shock" continuò l'amico.
"Va bene" rispose tranquillamente Stefano. Giovanni lo condusse in luoghi dimenticati perfino sulle mappe geografiche. Sembrava essere tornati in Bangladesh. Ora capiva perché i suoi due amici si mostravano abituati a vedere quelle realtà, perché le vivevano anche nella loro terra. Giovani e meno giovani, provenienti da paesi africani, sud est asiatico, ma anche dell'est Europa, buttati in edifici fatiscenti, stipati come carne al macello. Molti di essi si recavano al "mercato delle braccia", così denominato dai locali, dove veniva acquistata la loro merce, le braccia, per i lavori più pesanti, più umilianti. Senza servizi igienici, senza un minimo di assistenza medica. Chi li ingaggiava erano imprese edili o imprese agricole. Poi, c'era tutto il giro della tratta delle schiave, ragazze poco più che maggiorenni, ma a volte anche minorenni, che venivano utilizzate per il giro della prostituzione. Ma in quel campo bisognava stare più attenti, gli aveva detto Giovanni, lì entrava in ballo la delinquenza organizzata, ed era molto più pericoloso.
Rientrarono che era già buio. Loredana li aspettava a casa, intenta a preparare la cena.
"Ciao Stefano! " lo accolse calorosamente "questo sfruttatore non ti ha dato tregua oggi" lo schernì.
"Ma no... ha fatto bene, c'è così tanto da fare" rispose lui, con diplomazia.
"Ti abbiamo preparato la stanza. Se vuoi fare una doccia, metterti comodo, insomma, fai come a casa tua. Tra dieci minuti si mangia" gli disse ancora Loredana.
Più tardi, a tavola, mentre Stefano affamato consumava la gustosa cena preparata da Loredana e Giovanni gli illustrava il programma per l'indomani, Loredana a un tratto chiese:
"E Laura? Come sta?" Seguirono diversi secondi di silenzio. Giovanni si oscurò in volto voltandosi verso Loredana. Stefano aveva lo sguardo abbassato verso il piatto.
"Sta passando un periodo delicato" rispose, dopo un po'.
"Ci siamo scritte poco tempo fa" disse poi Loredana, suscitando la curiosità di Giovanni e di Stefano, che alzò lo sguardo verso di lei.
"Sì, mi ha fatto sapere che quella coppia che stava seguendo, il musicista che aspettava un figlio da quella ragazza indecisa... Beh, hanno deciso di sposarsi" spiegò Loredana "Mi ha fatto piacere".
"Ah... non lo sapevo... a me non ha detto nulla... ma... sono successe tante cose".
"Avete litigato?" continuò Loredana curiosa.
"Litigato? No , no... è che Laura è molto sensibile e..." fece una pausa.
"Lori, perché non ti fai i fatti tuoi?" intervenne Giovanni.
"Ma che c'è di male? Siamo amici..." rispose lei.
"Ma sì, infatti... nessun problema" disse Stefano. "Quando siamo tornati, purtroppo ha appreso la notizia che una delle sue cagnoline è morta investita sulla strada. Laura le era molto affezionata. Ė andata giù di umore e si è arrabbiata con i suoi... Inoltre, si è sentita in colpa perché mentre accadeva, lei era quì... con me". Seguì un lungo momento di silenzio.
"Certo, povera Laura, la capisco. Non è facile" rifletté Loredana.
"Cosa c'è da capire?" intervenne a un certo punto Giovanni "Nella vita bisogna fare delle scelte. Non si può restare con un piede in due staffe".
"A volte sei così insensibile..." gli disse Loredana "Credi sia facile nella sua posizione? Mollare tutto alla sua età?"
"E allora non doveva proprio iniziare" affermò Giovanni.
"Ma và..." lo rimproverò Loredana. "A me invece ha fatto piacere che mi abbia scritto. Si fida di me. Mi considera un'amica".
"La nostra storia l'abbiamo voluta entrambi" intervenne Stefano "e a dire il vero, io sono stato anche un po' insistente. Non ho pensato al dopo, ma mi sono concentrato solo sul presente. Laura è stata onesta con me, informandomi fin da subito che aveva una famiglia". Seguì un lungo silenzio.
"Sta attraversando un periodo complicato" riprese a dire Loredana "c'è in ballo un'età che avanza, un matrimonio deludente, i figli grandi, ormai".
"Deludente, perché?" chiese Giovanni.
"Non te l'ho detto... ma Laura mi ha raccontato che suo marito è stato con un'altra donna... e lei l'ha scoperto per caso" disse Loredana.
"Sì, è così. Laura è ancora molto ferita per questa cosa" spiegò Stefano. Nessuno di loro parlò per qualche secondo.
"Sì ma, se tra loro è finita, perché non decide di lasciarlo? Se rimani con un uomo, rimani e basta, se non ci stai bene te ne vai" sentenziò duramente Giovanni.
"Tu fai sempre facile tutto! Ti ricordi quanto ho impiegato io per lasciare mio marito? E ne avevo di buoni motivi! Ed ero più giovane..." disse calorosamente Loredana.
"Loredana ha capito subito il conflitto di Laura perché è una donna come lei. Noi facciamo tutto facile, perché siamo uomini e poi siamo giovani e liberi e non possiamo capire cosa si porta dietro una donna che ha costruito per anni una famiglia, un matrimonio. Inizialmente non mi sono proprio posto il problema. Laura era così bella, intelligente, piena di energia. Anche io ho fatto l'errore di farle pressioni" intervenne Stefano.
Rimasero in silenzio per un po'. Quando Giovanni parlò, diede l'impressione di aver pensato molto a quelle parole:
"Scusa Stefano... ma ti sei chiesto che futuro vi aspetterebbe? Ci sono venti anni di differenza di età. Non puoi non tenerne conto". Stefano non parlò.
"Scusa eh... non sono fatti miei, scusa ancora" continuò l'amico.
"Però, la vostra è una storia bella!" irruppe Loredana "Vi ho visti. Siete belli insieme. Vivetevi il presente come potete senza pensare al futuro".
"A me non basta più..." mormorò Stefano, dopo una lunga pausa.
***
L' indomani mattina, quando Loredana scese giù in cucina, trovò un biglietto sul tavolo. Era di Stefano: Sono uscito a fare un giro
Quella mattina, si era svegliato presto, forse per l'ambiente nuovo, forse per i discorsi della sera prima, aveva dormito poco. Era una bella giornata soleggiata. Aveva scritto il biglietto ed era uscito.
Ripensò ai giorni trascorsi lì con Laura. Erano stati bene. Cosa sarebbe successo ora? Si sarebbero incontrati ancora una volta, dopo che lui sarebbe rientrato? Doveva terminare la tesi. Ormai gli restava un mese scarso.
Erano le otto e trenta quando ripercorreva la strada per tornare a casa di Giovanni e Loredana. che a un tratto, squillò il suo telefono. Era Laura.
"Laura... ciao! rispose lui, felice di sentirla.
"Ciao, come stai? Come va lì? Sei con Giovanni e Loredana?"
"Stavo rientrando a casa. Sono uscito presto a fare un giro."
"Ah..." esclamò Laura, stupita.
"Sì, lo so, non è da me" sorrise Stefano e sorrise anche Laura.
"Tu che fai?" chiese poi lui.
"Oggi ho una giornata di lavoro... Ti ricordi di Rita e Ronnie? Quella coppia che ho seguito?" gli chiese lei, dopo qualche secondo di pausa.
"Sì, sì, mi ricordo".
"Si sposano".
"Ah..." disse Stefano, fingendosi sorpreso.
"Rita mi ha invitata al suo matrimonio che sarà questa domenica. Andrò con mio figlio Alessio" lo informò lei.
Stefano pensò assurdamente che gli dispiaceva, che avrebbe voluto essere lì con lei a quel matrimonio. "Fai bene. Mi sembra un'ottima scelta" disse invece.
"Potevo andare anche da sola, ma sento di voler trascorrere con Alessio più tempo possibile. Chissà per quanto tempo non lo rivedrò..."
"Giusto..." commentò Stefano. Laura percepì disagio nella sua voce.
Avrei desiderato essere a quel matrimonio con te. Sfoggiarti come mio compagno, ma tu non ci sei, e poi c'è mio figlio... devo dedicarmi a lui prima che parta per un lungo periodo. La sfiorò questo pensiero, ma non gli disse nulla. "Oggi che farai?"
"Giovanni organizza tutto. Andiamo in giro a scattare foto e scrivere pezzi di cronaca" rispose lui.
"Stai attento" gli raccomandò lei "ciao" lo salutò poi.
"Ciao" sussurrò lui. Rientrò in casa. Loredana era a tavola a fare colazione.
"Buongiorno!" lo salutò affettuosamente.
"Buongiorno. Giovanni?"
"Si è appena svegliato. Lui, la mattina è un pigrone".
"Anche io sono un po' così" sorrise Stefano. Poi, guardò Loredana e le disse: "Poco fa mi ha chiamato Laura".
Loredana gli sorrise con espressione tenera: "Ti manca?"
"Sì" rispose, mentre spostava una sedia per mettersi a tavola.
Stefano si fermò in Basilicata per tutta la settimana. La domenica mattina Giovanni gli disse:
"Dai, oggi ti portiamo al mare. Ci prendiamo una giornata di riposo".
Si recarono sulla costa ionica. Acquistarono panini imbottiti e poi andarono a mangiare sulla spiaggia. Era una bella giornata soleggiata. La spiaggia era estesa, morbida, accogliente. Il mare brillava sotto il sole.
Loredana si spogliò dei pantaloni e immerse le gambe in acqua. "Non è così fredda!" gridò agli amici "Se avessimo portato i costumi avremmo potuto immergerci".
Stefano pensò a come lui e Laura avessero ormai ritenuto i costumi un accessorio superficiale. Le ultime loro immersioni in mare erano sempre state a corpo nudo. Osservava Loredana e Giovanni rincorrersi e giocare sulla spiaggia. Giovanni che prendeva sulle spalle Loredana. Scattò loro diverse foto. Sono felici, pensò.
"Ehi, non sei qui per lavorare oggi" gli gridò scherzosamente Giovanni.
Stefano gli sorrise. "Lo so, ma fotografo sempre quando vedo qualcosa di bello. Poi ve le mando" rispose all'amico. Erano quasi le tredici, Stefano pensò che a quell'ora Laura doveva essere al matrimonio di Rita e Ronnie. Decise di chiamarla.
Dopo alcuni squilli Laura rispose: "Pronto?"
"Laura...puoi parlare?" chiese Stefano, timidamente.
"Sì, sì. Sono qui alla festa. Tra poco si inizierà a pranzare, ma credo che andrà per le lunghe.
"Poi ti sei organizzata come avevi pensato? Hai portato con te tuo figlio?"
"Sì, Alessio è qui. Ha già fatto amicizia. Qui è un ambiente molto giovanile, c'è un po' di tutto". disse ridendo. Sembrava felice. "Tu sei ancora giù, da Loredana e Giovanni?"
"Sì, sono qui. Oggi ci riposiamo. Siamo venuti a fare un giro al mare".
"Ah, che bello!"
Non abbastanza senza te, pensò lui, ma invece le chiese "Ti stai divertendo?"
"Sì, abbastanza. Ė una situazione di allegria. Qui sono tutti artisti matti. E tu, come stai?"
Non le disse come si sentiva, come gli mancava. Non le disse quello che provava in quel momento. "Io sto bene" rispose.
"Quando torni?" chiese Laura.
"La prossima settimana". Poi Laura gli comunicò che stavano annunciando le portate per il pranzo e che andava a cercare suo figlio per sedersi a tavola. Gli chiese di salutare per lei Loredana e Giovanni. Stefano le rispose che lo avrebbe fatto sicuramente. Si salutarono.
***
Laura trovò Alessio che stava parlando con due giovani ragazze. Chiese a suo figlio se si sarebbe seduto al tavolo con lei o altro, ma fu contenta quando Alessio le rispose che era venuto lì con lei ed era giusto sedersi a tavola con lei. Il loro tavolo era un po' misto. Vi erano cantanti, musicisti e altri generi di artisti. Ronnie l'aveva presentata con enfasi a diversi amici definendola la sua "bella strizzacervelli". Alessio sembrava fiero e divertito.
Quando aveva chiesto ad Alessio se gli avesse fatto piacere accompagnarla al matrimonio e lui le aveva risposto di sì, aveva poi comunicato la cosa a Marco che non aveva fatto salti di gioia, ma aveva mostrato approvazione. Laura constatò di sentirsi a suo agio in quella festa molto più con suo figlio, che se fosse andata con suo marito. Mentre a tavola assaggiava le pietanze, con la mente andò alla telefonata con Stefano. Aveva percepito malinconia nella sua voce. Lo immaginava lì da solo, pensieroso, mentre guardava Rita e Ronnie felici e innamorati.
Rita era trasformata. Più bella, più seducente, piena di vita. L'amore, quello giusto, faceva miracoli, pensò.
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