Capitolo 11

Rosaria non faceva altro che pensare al suo piano per sabotare la relazione di suo marito e Azzurra, e quella tra Ambra e Gennaro.
Certo, non era facile: tutto doveva procedere liscio come l'olio, lei e Marta non dovevano sbagliare niente altrimenti sarebbe andato tutto in fumo.
Ma intanto Calogero e Azzurra avevano abboccato alle sue presunte intenzioni di pace, e Marta e Gennaro sembrava si piacessero veramente.
Forse Marisa avrebbe fatto loro la paternale, ma che ne sapeva lei di cosa volesse dire mantenere la famiglia unita, visto che una tutta sua non l'aveva mai avuta?
Quel mattino si stava ammirando allo specchio del salone: nonostante non fosse più una ragazzina, era ancora capace di stracciare la svergognata ad occhi chiusi.
《Se vi state preoccupando che la vostra bellezza se ne stia scappando, non vi preoccupate, donna Rosà: non se ne scapperà mai!》fece Umberto, passando proprio in quel momento.
《Le pensi veramente queste cose o ti pagano per dirle?》lo prese in giro lei.
《Ma che dite, sono tutta farina del mio sacco!》esclamò convinto l'idraulico.
《Quindi secondo te ancora bedda sono?》chiese la donna specchiandosi e guardando nello specchio lo sguardo estasiato di Capuano.
《Sono convinto che se smettete di guardare al passato, troverete una fila di pretendenti pronti a fare a cazzotti per voi!》rispose quest'ultimo.
《I pretendenti sono roba da carusi... Ma non mi dispiace l'idea, sai quante risse si fecero per me i giovani di Aci Trezza, quand'ero ragazza?》rimpianse la Salina con nostalgia.
《Potete far volare ancora un sacco di pugni, donna Rosà!》commentò incantato il dipendente, mentre lei si beava della sua immagine soddisfatta allo specchio.

                                 ***

《Sta combinando qualcosa!》esclamò Marisa in giardino, facendo sobbalzare il povero Renato al lavoro.
《U maronn donna Marì, mi avete fatto prendere un colpo! Chi sta combinando qualcosa?》fece il giovane trasalendo.
《Mia sorella. È tornata da casa di Azzurra Filangieri troppo tranquilla, fino a qualche giorno fa la odiava, al ricevimento della contessa Scapece ha picchiato sia lei che Calogero davanti a tutti...》spiegò la donna.
《Avranno fatto la pace》ipotizzò il giardiniere.
《Chi, Rosaria? Non la conosci... Quando ad Aci litigava con qualcuno, lo distruggeva psicologicamente finché non gli chiedeva scusa!》ricordò la stilista.
《La dipingete come un mostro!》esclamò stupito Capuano.
《Quella ha in mente qualcosa... Hai visto come incoraggia gli appuntamenti tra Marta e Gennaro Esposito? In un altro contesto le avrebbe detto di non correre appresso agli uomini delle altre, e invece adesso sembra quasi che vuole che se lo pigli!》affermò la Ferrante.
《Voi che cosa pensate?》domandò lui.
《Ancora non ne sono sicura, ma non è nulla di buono》rispose lei.
《Prevedete guai, donna Marì?》insistette il primo.
《Assai》concluse la seconda.

                                  ***

Nel frattempo Marta e Alfonso erano usciti a fare una passeggiata a Piazza Plebiscito, o meglio, era stata lei a ordinare al giovane, nel vero senso della parola, di uscire, perché sperava di incontrare Gennaro.
Infatti lo incontrarono, ma non da solo; era in compagnia di Ambra, e questo particolare non fece impazzire Marta, che cominciò subito a fare i paragoni: lei era bella e ricca, la Filangieri invece aveva un aspetto mediterraneo comune e banale, cosa mai ci trovava il giovane Esposito in lei?
《Donna Marta! Alfonso!》li salutò l'artista.
《Gennaro!》rispose la Salina. 《Ah, e Ambra...》aggiunse poi guardando la ragazza con aria di sufficienza.
《Donna Marta》salutò rispettosamente la giovane Filangieri.
《Stavate facendo una passeggiata?》chiese Alfonso.
《Sì, ci godiamo questo bel sole!》affermò Gennaro.
《Certo che fa caldo, per essere quasi ottobre!》commentò il factotum.
《Eh, ma Napoli ha sempre un clima meraviglioso...》intervenne Ambra.
《Avrà anche un clima meraviglioso, ma quello della Sicilia mille volte meglio è, non si possono proprio fare paragoni!》fece Marta, enfatizzando sulla sua terra d'origine e sperando che Ambra si sentisse in imbarazzo per tutto quello che aveva fatto sua madre alla loro famiglia.
《Sì sta facendo tardi, donna Marta, che ne dite di tornare a casa?》si affrettò a dire Alfonso, percependo che non tirava aria buona.
《Hai ragione, torniamo a casa!》comandò lei. 《È stato un piacere, Gennaro》aggiunse poi allungando la sua mano verso Esposito, che gliela baciò, quasi inconsapevole che accanto a lui ci fosse Ambra.
《Arrivederci, donna Marta!》rispose dopo il baciamano.

                                  ***

Intanto all'Istituto del Sacro Cuore, Teresa raccontava ad Arturo la poca fiducia che sua madre nutriva nei suoi confronti.
《Ha detto proprio così?》domandò il ragazzo.
《Parola per parola. Per lei è come se non ci fossimo mai spostate da Aci Trezza. Ma noi qui siamo a Napoli, e io sento che questa città mi calza a pennello, che il continente è il posto giusto per me, molto più della Sicilia》raccontò la giovane.
《Mi dispiace che non creda in te...》commentò Di Castro.
《Anche a me, ma tanto per lei è inammissibile una femmina che riesce a studiare...》sospirò la Salina.
《E allora è per questo che devi vincere, Teresa! Devi dimostrare a tua madre quanto vali!》esclamò convinto lui.
《Secondo te ce la faccio?》chiese lei.
《Ne sono sicuro!》la incoraggiò il giovane.
Teresa sorrise: Arturo era l'unico che riusciva a capirla, comprenderla e consigliarla.
Consapevole che lei fosse una donna, la trattava alla pari e non come un oggetto di conquista, per questo lei ci si trovava così bene. Molto. Anche troppo per pensare che fosse vero.
Prima di conoscerlo non si era mai innamorata, forse invaghita, ma non si era mai trattato d'amore; con Arturo invece si sentiva come il mare in tempesta, ma una tempesta piacevole, che la faceva sentire viva.

                                 ***

Quel pomeriggio dopo pranzo, mentre tutti tornavano alle loro occupazioni, arrivò il maggiordomo Vito arrivò con un biglietto per Marta.
《Un biglietto per me?》fece la ragazza.
《E chi te lo mandò?》chiese la madre.
《Gennaro Esposito》rispose la ragazza sorridendo.
《Ah si?》fece sua madre sorridendo a sua volta. Il suo piano stava andando avanti a gran velocità.
《Sì. Mi ha invitato stasera al Mandolino Rock》lesse la giovane.
《Tu e lui da soli?》domandò Rosaria.
《Soli, si fa per dire... Lo sai quanta gente ci sta dentro al Mandolino Rock?》commentò Marta.
《Mi raccomando, ricorda che lui è un uomo con del talento, e tu una donna con i piccioli. Non dimenticarlo mai e sfrutta il potere che hai su di lui》le ricordò la donna.
Marta si congedò tutta contenta: presto Gennaro sarebbe stato suo, indipendentemente dai disegni di sua madre.

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