Capitolo Ventisettesimo: Il quaderno del Bendini
Era pieno zeppo di frasi sconnesse, appunti di scuola, disegnini, cuori e tutto ciò che può contenere un classico quaderno dei "pasticci". Ne avevo uno anch'io. Tecnicamente e in via ufficiale serviva per gli appunti, in realtà lo usavo per scarabocchiare mentre ascoltavo i prof spiegare le lezioni. In mezzo, qua e là, qualche nota utile. Quello che avevo in mano aveva esattamente lo stesso fine. Iniziai a sfogliarlo dalla prima pagina cercando qualche nota che potesse essere utile a capire chi o cosa era il Lupo. In qualche modo stavo violando l'intimità di Bendini e mi sentivo in colpa, ma ero certo che lì da qualche parte ci fosse la soluzione.
Dopo un primo sguardo veloce mi resi conto che la confusione era davvero molta. Decisi allora di concentrarmi sulle note che potevano avere un senso compiuto.
"Love, love, love chi?"
"Baby you can drive my car...eeeeessìcchepuoi!!!"
"Marò cheppalleee!"
"Non vedo l'ora di uscire!. "
"G.S. quanto ti odio."
"Oggi Graziosi non lo sopporto..."
"Enrico 5a F. Troppoffigo!!!"
Oddio non è che ci fosse molta roba che avesse senso lì dentro. Verso la decima pagina però...
"Ma che sorpresa. Un vero signore. Anche se di una certa età :-)"
"Accetto o non accetto? Accetto o non accetto? Accetto o non accetto?"
"Mi intrigaaaa!!! :-)"
"G. E chi l'avrebbe mai detto?"
"Non so se accettare. Accetto. Non accetto. Accetto. Non accetto. ACCETTO!"
Due pagine così. Secondo me era il momento in cui era stato sedotto da Graziosi. Non c'erano date, nulla. Alcune pagine erano incollate insieme. Aumentava la rigidezza. Sulle pagine incollate insieme realizzava dei disegni più complessi con una tecnica strana. Una quantità enorme di colore, pennarello credo, tale da inzuppare le pagine. Strani, ingenui ma bei disegni. Se qualcuno non avesse deciso che doveva morire sarebbe diventato un'artista.
"Via. Andata. G. Ti amo!"
"Stupendoooo"
"G. Ti penso sempre."
E ancora cuoricini. Poi qualche appunto incomprensibile, ma comunque tutta roba di scuola. Calcoli. Una serie infinita di calcoli con riferimento a una serie di problemi di trigonometria che mi ricordavo anch'io. E poi di nuovo I love you.
Quindi una frase, all'improvviso. Pagina vuota, una sola scritta in mezzo.
"OGGI HO AVUTO PAURA!"
Nella pagina successiva.
"E se mi avesse mentito?"
"G. chi sei?"
"G. I love you :-("
"tutto a postooo. Capito tutto."
Un altro paio di pagine incollate tra di loro. Tre persone nude abbracciate tra loro. Due uomini e una donna. Credo li facesse a casa questi lavori. Un'altra serie di pagine e poi:
"Lupo?"
"Non so, non so, non so, non so..."
"Il Lupo della Terza Notte"
"Paura ma divertente"
"Il Lupo mi fa paura, troppa paura."
"G. mi sta mentendo? Perchè vuole fare questo stupido gioco?"
"G.S. perchè G.S.? Che c'entra G.S.?"
"GSRPACPG,GSRPACPG, P.G. I love you..."
E poi il disegno che avevo visto in quel fatidico giorno. Anche questo su pagine incollate ed irrigidite.
Era come lo ricordavo. Un disegno che occupava tutta l'ultima pagina compilata. Le tre lune da sinistra a destra, la luna nuova riempita di nero, la mezzaluna e la luna piena con la faccia di un lupo all'interno. E sotto di essa: "sabato 26 ore 23, lui mi aspetta".
Onestamente ero sconcertato. Non riuscivo a capire come potesse essere importante quell'agglomerato di appunti, disegni, frasi sconnesse. Indubbiamente G era Graziosi, PG Piero Graziosi e con tutta probabilità G.S. poteva essere Gloria Sensi. GSRPACPG boh. Ma, a parte l'ultimo disegno, come si poteva collegare il tutto al lupo?
- Che fai? -
- Ciao Ari. Buongiorno. Leggo il quaderno. O almeno ci provo. -
- Lo leggiamo insieme dopo? Io ho fame. In cucina ho visto dei biscotti, magari sono buoni. -
- Sì ho fame anch'io. -
Mangiammo un pacchetto intero di Macine. Macine ed acqua. C'erano altri due pacchi di biscotti ma decidemmo di tenerli per il pranzo e la cena.
- Ari, c'è anche un pacco di pasta qui. -
- Bene. Ho aperto un po' le persiane. Entra un po' di luce così possiamo spegnere le torce. -
- Sì, però facciamo attenzione. -
Si sedette sul divano nella penombra e si portò le ginocchia al petto.
- Jacopo, che stiamo facendo? E'tutto così surreale. Forse stiamo sbagliando. -
Mi sedetti anch'io.
- Sto cominciando a pensare che fuggire non sia stata esattamente la scelta corretta. Però ho paura per i miei e per gli altri. Finora il Lupo ha fatto tutto quello che voleva. Esattamente tutto ciò che voleva. Ammazza, rapisce, arruola gente della polizia. Ma tu ti fidi ancora di loro? Della polizia, dico... -
Mi guardò e fece cenno di no con la testa.
- Io... Se la polizia fosse solo Clara direi andiamo subito. Ma il commissario? E i due squilibrati di ieri, Parenti e quell'altro che ho... che ho... -
- Ucciso come un cane. E' stato terribile. Tremendo. Ho avuto gli incubi tutta la notte. Ma se l'è meritato Jacopo. Era un assassino e ci avrebbe ucciso. -
-L'ho ammazzato io però...-
- Ti sei difeso e mi hai difeso. Sei un eroe. -
Mi fermai a pensare.
- Sì. Un po' sì. -
Arianna rimuginava qualcosa tra sé e sé.
- Io Jacopo... Non ti ho mai detto una cosa. -
- Dimmi. -
- La situazione a casa mia. Non è del tutto rosea. -
- Beh, tua sorella. E' un po' gelosa forse. Non di me ma del fatto che hai anche tu una vita. Almeno credo. -
-Non è lei. Per lo meno, non solo lei. Mia madre e mio padre. E mio zio. Insomma mia madre sta con mio zio. Solo che per non mandare in malora l'azienda fanno finta di nulla. Mio padre dorme fuori, non c'è mai. Mio zio cerca di farmi da padre ma io non voglio. Mia madre... lei semplicemente se ne frega. -
Era rannicchiata sul divano. Una bimba indifesa. Soffriva. Aveva sempre sofferto in quei mesi e io non avevo mai capito quanto.
- Mi spiace Ari. Io... Non so che dire. Non ho saputo starti vicino. -
- Non dire scemenze Jacopo. Con tutto quello che hai passato. E poi neanche io non è che sia stata proprio cristallina. -
- Anche mio padre.. Mio padre se ne è andato, ecco. -
Mi carezzò la guancia e sorrise malinconica.
- Sì lo so Jacopo. Però forse è meglio andare via. E' meglio come ha fatto tuo padre alla fine. -
L'abbracciai forte. L'abbracciai e poi ci baciammo. Poi ci baciammo ancora. Poi le mie mani scesero verso le sue gambe, sul suo seno. E poi facemmo l'amore. Io per la prima volta nella mia vita e fu bellissimo. Non c'è nient'altro da dire.
Molto più tardi tornammo ad occuparci del quaderno. Ci ragionammo sopra a pranzo; pasta in bianco; dopo pranzo ci ragionammo ancora sopra, poi facemmo l'amore; prima di cena facemmo di nuovo l'amore, cenammo, pasta in bianco e biscotti e guardammo la TV facendo attenzione ad evitare i telegiornali; poi ragionammo di nuovo sul quaderno, rifacemmo l'amore e tornammo a parlare del quaderno in camera da letto. Sembravamo quasi una coppia.
- Non ci capisco niente, Ari, qui non c'è nulla. Niente di niente. -
Arianna lo stava sfogliando a sua volta ma anche lei era piuttosto perplessa.
- Non vedo nulla di così compromettente. Ma e se i calcoli fossero un codice? -
- Ma dai... Non me lo vedo proprio Bendini che codifica... e poi cosa? No, dai. -
- Effettivamente... Però è tutto un casino. Pagine piene di scarabocchi, incollate, pasticci. Odio il disordine. Almeno non ci sono parolacce. Odio le frasi scurrili. -
- Ma se mi hai mandato affanculo qualche giorno fa. -
- Mi avevi fatto davvero arrabbiare. Se sono davvero arrabbiata le dico. Ma poi mi pento. -
- Quello della luna però è davvero bello. Il disegno dico. -
Passò la mano sopra il foglio.
-C'è qualcosa qui. -
- Dove?-
- Tra un foglio e l'altro. -
- Fammi vedere? -
Un piccolo oggetto quadrato un centimetro per uno sembrava infilato tra i fogli incollati delle pagine con la luna. Proprio sotto la luna con la faccia.
- Ari, sei un genio. -
Andai in cucina e presi un coltello. Tagliai il foglio in corrispondenza dell'oggetto finchè non lo estraemmo.
- Eccolo. Ecco qui quello che tutti cercavano. -
Era una scheda microSD.
- Come facciamo a vedere cosa c'è sopra? -
- Il telefono. -
-Jacopo, se lo accendiamo ci trovano. L'hai detto tu, no? La batteria e tutto il resto. Poliziotti o Lupo, cosa ne sai a questo punto? Metti che arriva un poliziotto che è un uomo del Lupo? -
- Proviamo. Se è la nostra assicurazione sulla vita dobbiamo provare. -
Presi il cellulare e sostituii la mia scheda con quella del quaderno. Accesi il cellulare. Cominciarono ad arrivare messaggi ed io rimasi interdetto. Cazzo, non avevo levato la SIM. Arianna mi diede una sberla sul collo. Spensi il cellulare, levai la SIM e lo riaccesi. Quindi andai a vedere il contenuto. C'era un unico file di piccole dimensioni con estensione pdf. Europe_Packs.pdf. Lo aprii. Apparvero una serie di nomi per lo più stranieri. In fondo al file una lunga serie di indirizzi di posta elettronica
Leggemmo l'elenco dei nomi:
Wolf Pack Lyon
- Louis Bertrand (Wolf)
- Jacques Renoir
- Christian Hergè
Wolf Pack Canterbury:
- John Armstrong (Wolf)
- Peter Creston
- Joseph Corman
- David Foster Williams
... e così via con diverse città e località di mezza Europa.
Finche non vedemmo:
Wolf Pack Ivrea:
- xxx xxx (Wolf)
- Pietro Graziosi
- Riccardo Parenti
- Antonio Squillante
- Ma che cosa sono? -
- Sono i nomi dei lupi, Arianna. Wolf Pack significa branco di lupi. Sono tutti i nomi dei lupi e di chi collabora con i lupi. Vedi ad Ivrea? Graziosi, Parenti, Squillante -
- Ma cosa significa? Perchè ci sono tutte queste città?-
Strabuzzavo gli occhi. Una ipotesi si fece strada nella mia mente. Non poteva essere vero. Non poteva essere così grande. Il mondo non poteva essere così cattivo.
- Significa che ci sono molti branchi. E questi branchi sono in tutta Europa. -
- E cosa fanno? -
- Quello di Ivrea ammazza la gente. Ho il sospetto che anche gli altri facciano lo stesso. -
Arianna rimase senza parole. Guardava l'elenco dei nomi sul cellulare.
- Ci sono delle x sul nome del lupo di Ivrea. -
- Lo ha levato lui. -
- Chi? -
- Il Lupo. Ha lasciato gli altri ma ha levato il suo. Però ci sono quelli di tutti gli altri. Mica scemo. Secondo me questa SD l'hanno rubata al Lupo. O Graziosi o Bendini. Secondo me Graziosi. E poi Bendini l'ha rubata e nascosta. Sono in tutta Europa. E' una bomba Ari. La cosa è enorme. E' un'organizzazione internazionale. Guarda i nomi. Ecco perchè il Lupo voleva questo quaderno a tutti i costi. Non è per il suo nome. E' per il nome di tutti gli altri. -
- Ma cosa vogliono? Cosa vogliono fare oltre ad ammazzare? Nessuno ammazza per divertimento, a meno che non sia un pazzo. Ma questi sembrano organizzati. -
- Ne sei sicura Ari? Sei sicura che non siano pazzi? Io non lo so. Non ne ho idea. Però qui sotto ci sono indirizzi mail. Non lo so davvero. Non so che pensare. -
Avevamo superato la mezzanotte ma l'adrenalina ormai non ci permetteva più di dormire.
- Cosa facciamo, Jacopo? -
- Non lo so Ari, forse a questo punto sarebbe meglio... Hai sentito? -
- No. Cosa? -
- Fuori. Mi sembra fuori di qui. -
- Jacopo, no stai qui per cortesia. -
Mi alzai circospetto e andai verso la porta della camera.
- Non preoccuparti, vado solo in sal... -
Un colpo alla tempia mi fece crollare a terra.
-Eccoli qui gli stronzetti. Ve l'ho detto ragazzi che erano qui.-
- Ora ci divertiamo. -
Riconobbi immediatamente la voce del Parini e del gruppetto dei Crucchi.
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