Capitolo Secondo: Gli omicidi e le lezioni di algebra
Il liceo scientifico è un po' come il circo, solo che non si paga. Me lo ripetevo spesso allora e, a dire la verità, ne sono convinto ancora oggi. Quella mattina, per esempio, assistemmo a un andirivieni di bidelle da una classe all'altra, discussioni, ragazzi che si radunavano fuori dalle classi e capannelli di professori che confabulavano. A quanto avevamo capito l'intenzione del preside era quella di riunirci in palestra per parlare a tutti noi studenti. L'argomento era, ovviamente, l'omicidio di Gloria Sensi.
Gloria aveva diciassette anni, era bella, anzi bellissima, e frequentava l'istituto tecnico proprio davanti al nostro liceo. Era sparita quattro giorni prima di ritorno da scuola, nel tratto che andava dalla fermata del bus fino a casa. I genitori, non vedendola arrivare a casa, si rivolsero immediatamente alla polizia, anche perché il cellulare risultava inattivo e qualunque ricerca presso i suoi amici era risultata vana. Le ricerche non avevano dato alcun esito, insomma, fino al ritrovamento del suo corpo.
La nostra classe sembrava esente da ogni tipo di chiacchiericcio. Il professor Graziosi entrò puntualmente alle otto e dieci e iniziò la sua lezione di algebra imperterrito, fregandosene totalmente di ogni tragedia umana che non fosse il mancato rispetto del Teorema di Pitagora, Euclide o Talete.
- Dunque, allora, Talete e il suo teorema. Il teorema ci dice che se prendiamo tre parallele che vanno a tagliare due rette trasversali r nei punti A, B e C... B e C, dicevo zitti laggiù al fondo... ebbene il rapporto tra i segmenti omologhi dell'una e dell'altra è sempre costante. Questa è l'enunciazione ufficiale... ma che vuol dire? A cosa serve Talete? Piccoli, a che serve, così la smetti di chiacchierare, via, illuminaci... -
Sempre me beccava.
- Direi a trovare la lunghezza di uno qualunque dei segmenti creati dall'incrocio rette-parallele? -
- Anche... sì, anche... ma soprattutto se applichiamo la dimostrazione di Euclide? -
- Euclide? -
- Sì, Euclide. Dormiamo, Piccoli? Com'è che Euclide ha dimostrato Talete? -
- ... -
- Piccoli? Euclide? Talete? Pianeta Terra? -
Mi salvò la bidella che entrò in aula dicendo di dirigersi verso la palestra.
Quando arrivai, mi misi in un angolo con Andre e Beppe. Qualche metro più in là il gruppo dei Crucchi si stava rollando una canna di nascosto, e qualche metro ancora oltre Arianna si stava facendo abbracciare da Parini della Quinta C, leader dei Crucchi. Vita grama, cazzo. Il Preside entrò subito dopo di noi. Si era fatto preparare un microfono al centro della palestra.
- Prova, prova, prova. Ssssì, ssssì. Mi sentite? Sì? Ok partiamo. Non vi voglio portare via troppo tempo e immagino sappiate tutti quanti la ragione che mi ha spinto a radunarvi qui. Come saprete ieri sera tardi verso le ventitrè vicino al castello di Masino è stato ritrovato il corpo senza vita di Gloria Sensi, che frequentava l'Istituto Tecnico Berardi qui vicino a noi. Non so voi, ma la notizia mi ha sconvolto. Credo che l'efferatezza e, almeno a giudicare dalle notizie di queste ore, l'estrema crudeltà del delitto, abbiano fatto nascere in voi commozione, sgomento, paura ed anche tutta una serie di domande, per le quali non sappiamo fornire risposte -
Mi voltai a guardare Arianna. Parini la stava abbracciando ancora più forte e sorrideva come un ebete. Cazzo quanto detestavo quella montagna di muscoli.
- Abbiamo deciso, di comune accordo con l'Istituto Berardi, di farvi usufruire, qualora lo riteneste necessario e a titolo assolutamente gratuito, dell'appoggio di una squadra di psicologi che stanno aiutando i ragazzi a superare questo momento difficile. In segreteria la signora Cecchi consegnerà a richiesta un modulo da compilare con la firma dei vostri genitori. Mi raccomando: non ci sono scadenze, pensateci, non c'è fretta. Se ritenete il caso andate in segreteria, ritirate il modulo, lo compilate insieme ai vostri genitori, lo fate firmare da loro e lo riconsegnate qui sempre in segreteria. Al resto penseremo noi. D'accordo? Non vi trattengo oltre. Forza ragazzi, andiamo. -
Rompemmo le righe lentamente e ci dirigemmo verso le nostre classi. Io, Andre e Beppe chiacchierando e camminando lentamente.
- Dunque mi sono informato. Avevi ragione Beppe squartata in orizzontale. -
- Eh, Andre, cazzo dai! Ma c'ha ragione Arianna. -
Andrea rispose squittendo:
- Oh, ma certo caro Jacopo, io ho seeeempre ragione. Però non te la dò lo stesso, guarda un po'. -
- Quanto sei coglione. -
- Quanto sei imbambolato amore mio - sempre squittendo.
Beppe imbronciato aggiunse:
- Con lei fanno tre comunque, c'è da avere paura, ma paura vera. -
- Ma non lo so. Il primo era un ragazzo di ventun anni, la seconda una signora di quaranta e adesso lei. Trovarci un nesso è dura. -
- Ma dai, sono stati tutti squartati e tutti fatti ritrovare nei boschi.-
- Sì ma uno a Caluso, l'altro sul lago Sirio e Gloria su a Masino. Non si sa. -
- Ma cazzo, Jac, certo che si sa, in quindici anni hai mai sentito di qualcuno squartato in zona? Adesso qui nei dintorni ce ne sono stati tre. -
Era una verità inconfutabile.
- Io l'ho vista. -
Era la voce di Giorgio Bendini, il più timido della classe, della scuola, dell'Italia e forse del mondo intero.
- Ciao Bendini. Chi hai visto la Bellucci? Ah Ah Ah -
- Andre, falla finita. Di che parli? -
- Niente, nulla, niente. Ciao -
E se ne andò verso la sua classe che era anche la mia, seconda D. Andre e Beppe erano nella A.
- Vabbè raga. Ciao a dopo. -
Raggiunsi Bendini.
- Chi hai visto Bendini dimmi un po'. -
Si fermò e disse qualcosa con un alito di voce.
- Eh? - dissi
Mi guardò. Sembrava impaurito.
- La Sensi. Io l'ho vista. Venerdì. E' scesa dal bus ed è andata verso casa. Ha girato l'angolo. Era praticamente arrivata a casa. Io l'ho vista. -
Rimasi senza parole.
- E poi? L'hai detto alla polizia? -
- No... perchè no. Non l'ho detto. Perchè...Niente. -
- Cosa hai visto, Bendini? Chi hai visto? -
Mi guardò ancora più impaurito. Si avvicinò e sospirò:
- Non lo posso dire sennò il Lupo mi sbrana. -
E scappò via per tornare in classe, lasciandomi in mezzo al corridoio totalmente interdetto e senza parole.
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