Chapter 72






Avverto a tutte le persone cui il muscolo cardiaco è sensibile di non leggere questo capitolo. 😁😁😁

«Infila questo!» Lucas porge ad Alberto un passamontagna, ma quest'ultimo lo rifiuta scaraventandolo sul prato umido. 

«Se vuoi che la tua ex fidanzatina odi Mathias, dovrai venire con me in quella casa.» Lucas addita la solitaria villetta di Raoul, dove neanche una luce illumina l'abitazione. «Oppure non si farà nulla!» Continua il ragazzo in tono grave. 

Alberto lo guarda digrignando i denti; poi riluttante si precipita a raccogliere il passamontagna reso umido dall'erba. 

«Conosco bene l'appartamento e credo non ci sia nessuno.» Annuncia Lucas innalzando il collo per scrutare attentamente la dimora. 

«Credi? Non deve esserci nessuno. Perché se entrerò e ci sarà qualcuno, il tuo lurido conto in banca rimarrà arido come il deserto del Sahara.» Lo minaccia Alberto brandendolo per il nero e lungo cappotto. 

Lui annuisce, per poi impugnare una mazza da baseball e sgattaiolare rasente al gelido muro. Una brezza sibilante piega i rami e un qualcosa di materiale si infrange nell'occhio di Alberto.

«Ahia!» Esclama quest'ultimo cominciando a prudersi.

«Fa silenzio!» Lo redarguisce Lucas, ma l'altro burbero lo spintona. 

Giungono nei pressi della porta sul retro, e Lucas si appura per l'ennesima volta che non ci sia nessuno in casa; dopodiché si carica in spalla la mazza di baseball e con un colpo deciso frantuma il vetro. 

«Tu va' all'ingresso e se vedi arrivare una sola macchina, urla!» Ordina Lucas ad Alberto e lui annuisce teso in volto.

I due, furtivi, si intrufolano nella casa e Lucas circospetto comincia a salire la scalinata che conduce al piano superiore.

Alberto, nel frattempo, ha scostato la tendina a quadretti che copriva la finestra e spasmodicamente volta il capo a destro a manca.

Di soppiatto Lucas ruota la manopola d'ottone e la porta cigola meccanicamente.

Uno donna dalla capigliatura fulva e in intimo di pizzo, si volta nel preciso istante in cui Lucas supera la soglia d'ingresso.

Lo sguardo della ragazza quasi nuda, osserva sbigottita l'intruso e quest'ultimo, con il cuore che gli pulsa in gola, piazza un colpo diritto al viso della malcapitata; ma prima di essere colpita la ragazza lancia un urlo grottesco, che mette in allarme Alberto al piano sottostante.

Lucas, preso dal terrore, comincia a frugare in tutti i cassetti non riuscendo però a trovare nulla; spalanca le ante degli armadi scaraventando gli abiti sul pavimento e cercando il famigerato computer, ma ancora una volta il suo tentativo fallisce.

Si immerge le mani nei capelli dimenticandosi che il suo volto è munito di passamontagna.

Il corpo della ragazza inerme e sanguinante al suolo, ha creato una pozza di liquido carminio e quando Alberto si affaccia alla stanza, indietreggia inveendo contro il complice. «Gesù, Gesù! Cazzo. È morta? Merda!» Domanda infrangendosi con violenza entrambi i pugni sulla fronte.

«Non lo so!» Risponde l'altro avvolto dal panico, ma la sua attenzione viene catturata da uno scintillio, e subito dopo si posiziona a carponi scostando il corpo della ragazza.

Struscia come una pitone sotto al letto e ne esce vittorioso brandendo fra le mani il computer portatile. Dopodiché senza perdere un solo secondo inserisce la chiavetta nell'apposita entrata USB e accede alla cartella "Registrazioni".

11 ore dopo...

Osservo gli alberi susseguirsi e inevitabilmente il mio sguardo ricade sulle tetre nuvole che popolano il cielo.

Ieri, in tarda serata, Thomas mi ha ha voluto parlare in privato, e mi ha rivelato che Mathias sarebbe uscito di prigione di lì a poche ore. 

Il mio cellulare ha vibrato per l'intera nottata e sono stata costretta a spegnerlo; stamattina segnalava cinquantacinque chiamate perse e centoventi messaggi, tutti inviati da una singola persona: Mathias.

Ma, contro ordine della vocina malefica, ho deciso di declinare i suoi messaggi affrettandomi ad indossare gli abiti. 

«Tesoro, sei sicura di voler andare a scuola? Ho la giornata libera. Potremmo andare a farci un giretto insieme, come facevamo una volta. Ti va?» Mi domanda la mamma mentre è intenta a parcheggiare.

Distolgo lo sguardo dal finestrino e la osservo tentando di assumere un'espressione serena, ma so di essere una vera frana.

Non posso fingere, la mia anima non me lo consente e la mia collera è tale da riempire un fondale marino.

La mia coscienza aveva dedotto tutto sin dal principio, ma le attenzioni di Mathias mi hanno accecata.

Eppure, nonostante abbia scoperto le sue meschine bugie, non riesco a levarmi quello sguardo ferito e quel viso tumefatto.

Mi ha resa prigioniera di una trappola, il cui enigma finale spetta solo a me decifrarlo.

È un'ossessione per la mia mente: voglio dimenticare il sapore delle sue labbra, ma non ci riesco e nel profondo sono conscia di ricordarlo per il resto della mia vita.

È stato troppo per me, mi ha sconvolta, travolta, annichilita, emozionata e cambiata radicalmente.

Sento che il suo corpo mi completa e questa convinzione mi strugge ogni organo e mi risucchia ogni energia vitale.

Sono innamorata del suo sorriso e temo che questo sentimento non mi abbandonerà poi tanto presto.

«No mamma, devo andare a scuola; mi sta aspettando Serena.» Le rispondo scialba dopo lunghi minuti di riflessione.

«Sei sicura? Facciamo colazione: cappuccino e cornetto...» Mi stuzzica con il gomito.  

«Invitante, ma non mi corrompi.» Ribatto assumendo un'aria riflessiva. 

«Beh... Se non c'è niente che possa fare per convincerti, allora va' ad istruirti.» La mamma mi sorride e il suo calore accende un piccolo fiammifero all'interno del mio corpo ibernato dalla delusione.

Apro la maniglia della portiera, ma la mamma mi blocca. «Ti manca?» Chiede con un filo di voce e scrutando attentamente le mie iridi. 

Spalanco le orbite e il primo pensiero va a lui, e ai giorni in cui il mondo intero ci temeva.

Potrò privarmi di un'emozione così infinita? Mi sembra di immedesimarmi in Trilly, e nel tragico momento del film in cui nessuno più crede nella magia delle fate: ecco, io sono come lei, debole, sul punto di morire. 

«Non così tanto.» Mento e la mamma sornione annuisce. «Ci vediamo dopo.» La saluto e poco dopo esco dall'auto.

Lei si allontana e un buffo senso di solitudine mi prende alla sprovvista; l'idea di non andare a scuola mi stuzzicava e la mamma quando vuole si metta di impegno nel tentare di corrompermi.

Il cortile dell'istituto emana un'aria tesa poiché alcuni ragazzi parlottano fra di loro discreti.

Mi precipito verso l'entrata, ma avverto che il mio polso viene circondato da una presa calda, un fuoco ristoratore.

Occorre un istante: mi volto e il fiato si spezza, poiché il volto terreo di Mathias mi compare davanti.

Ma riesco a divincolarmi della presa e di sottecchi ad osservare che tutti gli sguardi sono puntati su di lui.

Un intero istituto, formato da mille studenti, guarda la persona che è a pochi metri da me. 

«Non abbiamo tempo! Devo dirti ciò che facevo, prima che tu lo vengo a scoprire da qualcun altro.» Fa lui febbrile e con gli occhi sgranati. Non avevo mai visto Mathias in questo stato di angoscia, ma nonostante ciò non mi lascio intenerire. 

«Io non voglio sapere più nulla da-» Ma interrompe la frase. 

«Non mi importa se tu mi odi, mi detesti...» Oppure ti amo? Va bene anche questa condizione? «... Sofia devo dirtelo, altrimenti ti dimenticherai per sempre di me.»

Dischiudo le labbra e davanti agli occhi lucidi di Mathias, il mio cuore si risveglia. Quale stupida bugia mi racconterà, adesso? Il mio viso si è stancato ad accogliere le lacrime. 

«Prima che ti conoscessi, io e Lucas-» Ma Serena interrompe il suo discorso. 

«Ascolta Mathias, ti sono debitrice per avermi salvato la vita, ma ti chiedo per favore di lasciare in pace la mia amica. Non sei stufo di vederla piangere? Dalle del tempo...» Serena si piazza al mio fianco a braccia conserte.

«Non ho più tempo!» Risponde lui distrutto.

So di essere vittima di un miraggio, e per questo motivo mi sgrano occhi, ma la lacrima sul volto di Mathias non scompare; una lacrima che spezza via ogni nodo che la mia mente si era creata; una lacrima occorre a far zittire Serena per permettere a Mathias di continuare la sua frase e una lacrima per farmi comprendere che per lui non sono una qualunque.

Ci tiene a me, nonostante il suo contorto modo di dimostrarlo. E forse, infondo, prova gli stessi sentimenti che nutro anch'io.

«Dicevo... Prima che ti conoscessi io e Lucas avevamo un'attività condivisa.» Il suo grigioverde diviene oscuro e il mio corpo tenta di fuggire da quello sguardo. «Avevo un urgente bisogno di soldi per pagare delle cure e in quello che facevo trovavo le risorse necessarie per tirare avanti.»

Deglutisce e sembra che qualcosa lo turbi profondamente. «L'attività consisteva...» Si interrompe e la lacrima lascia una scia sul suo viso liscio.

Pendo dalle sua labbra mentre il cuore traballa. «..Nel filmarci mentre facevamo sesso con le ragazze. Lucas individuava quelle più ricche e...»  Senza rendermi conto i miei arti tremano e involontariamente prendo le distanze da lui. «Sono un coglione! Dovevo dirti tutto questo prima. Dovevo tenerti stretta a me, nonostante lì fuori sia un luogo schifoso. E dovevo rapirti e costringerti a passare la tua intera vita con me, ma non l'ho fatto perché ho una malattia dentro, sono marcio e ho la straordinaria abilità di far fuggire le persone. La colpa è solo mia: avevo tutto il tempo a disposizione per cambiare il mio carattere di merda, ma ci è voluto il tuo intervento perché ciò avvenisse. Tu sei stata la mia rivoluzione, il mio nuovo punto di partenza. E anche se dopo ciò che accadrà tu mi odierai, sappi che io non potrò mai smetterti di amarti, Sofia.»

La sua voce è rauca. Intorno a noi ogni rumore ha cessato di esistere e il solo lieve e lento fruscio del vento stuzzica i miei capelli.

Le mie labbra si muovono e non riesco a fermarle.

Cosa sta succedendo? Cosa si sta per abbattere su di me? Il mio corpo è un vibrare indistinto.

L'espressione di Mathias è sconfitta, di chi sa già di aver perso la battaglia. 

Le suonerie di ogni smartphone risuonano nell'aria come uno sciame d'api.

Terrorizzata, mi volto lentamente e scorgo tutti i presenti intenti ad osservare i displays dei cellulari; dopodiché, come un ordine emanato dall'ape regine, le teste di alzano e cominciano a fissarmi. Cosa avranno visto dai cellulari?

Tum-tum-tum-tum-tum, boccheggio aspirando disperatamente ossigeno. Sento uno squillo al mio fianco e  Serena agguanta il suo cellulare per poi dilatare le orbite. «Cosa c'è?» Mi affretto a domandarle. 

Ma quando lei volta il cellulare un attacco di panico colpisce il mio torace: le gambe diventano un materiale molle; avverto le pupille salire su verso il cielo.

Ma ricordo cosa ho visto, lo ricordo: eravamo io e lui ripresi in quella magica prima volta, la stessa in cui mi sono innamorata di lui.

[SPAZIO AUTRICE]

Ragazze terzultimo capitolo, ci avviciniamo sempre di più alla conclusione.

Questo capitolo è pesante da digerire, ma in stato embrionale la trama era già destinata a divergere sino a questo punto. La mia mente malata aveva già premeditato tutto. 😔😔😔

Cosa ne pensate di questo gesto di Mathias? Poteva agire prima ed evitare questo disastro? E Sofia come la prenderà? 🙊🙊🙊🙊

Vi aspetto più calorose che mai al prossimo capitolo. Vi voglio bene. ❤️❤️❤️

-LaVoceNarrante 💙💙

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