Chapter 66
Prima di addormentarsi Mathias mi ha rassicurata dicendomi che "questo Zeno" non sarebbe mai arrivato a commettere un reato. La sua voce mi ha in parte spinto a credere che forse Zeno ha detto quelle parole soltanto per intimorirmi. E così , tra il suo lieve respiro, mi sono addormentata.
Il cinguettio degli uccellini mi fa spalancare debolmente una palpebra; tasto alla cieca il cuscino, ma la mia mano si imbatte nelle linde lenzuola cincischiate.
Mi volto di scatto cercando tra i raggi di luce che illuminano il pavimento, il grigioverde delle iridi di Mathias.
La porta d'ingresso è lievemente socchiusa e un refolo si infilza andandosi a schiantare sulla mia pelle accaldata.
Mi schermo, incrociando le braccia per poi raccattare gli abiti e indossarli alla bell'e meglio.
Poggio un piede in avanti e grazie ai raggi del sole, intravedo dei fitti granelli di polvere alzarsi per poi unirsi all'aria.
Il brusio che proviene dall'esterno, suscita in me uno strano interesse e così mi affaccio dallo spiraglio e avvisto Mathias impegnato in una fitta discussione al cellulare.
Stranamente il suo volto è sbiancato, ed è immobile con le gambe incrociate e la schiena poggiate su un vecchio tronco.
Risponde di rado, poiché è attento ad ogni parola che l'individuo dall'altro capo proferisce; riesco addirittura ad udire una fiumana di parole confuse che fuoriescono dal cellulare, ma distinguere la voce è impossibile.
D'improvviso Mathias si volta e fissando il tronco scaglia un pugno. Scuote febbrilmente la mano, e nel momento in cui gira il collo verso la baita, ritraggo la testa accorgendomi che il cuore ha preso a pompare più forte.
Trama qualcosa di losco, quello lì, cara Sofia. D'altro canto non c'è nulla da sorprendersi, è sempre stato così sin dall'inizio della vostra presunta relazione. Compare la vocina della coscienza aggiungendo ulteriori pensieri nella mia testa.
Sofia, non essere pessimista. Anche Mathias ha una famiglia, ricordi? Beh... Ogni famiglia ha qualche ingranaggio guasto e forse quella di Mathias non funziona tanto bene. Tenta di tranquillizzarmi la vocina malefica.
Ma non riesco a mettere a fuoco i pensieri poiché le sneakers di Mathias cominciano a calpestare il terreno.
Con uno scatto fulmineo ma goffo, mi fiondo a letto fingendo di dormire.
Sento che Mathias si impianta sulla soglia e un'intuizione illumina il mio cervello: ho dimenticato di socchiudere la porta, che stupida! E mi sono anche vestita.
La porta viene accompagnata dolcemente e il rumore dei passi scompare.
Concentro ogni mia energia nell'udito, ma non riesco a percepire nulla.
Fremo dalla voglia di aprire gli occhi, ma non posso altrimenti commetterei un errore banale e Mathias capirebbe che ho origliato la conversazione.
E così cambio posizione, ma delle braccia mi prendono di soprassalto.
Urlo dimenandomi, ma appena i miei occhi constatano il panorama che mi si prospetta davanti, mi acquieto.
Mathias mi tiene in trappola con le sue braccia e il suo sguardo mi costringe a fissarlo.
Non riesco a far scemare l'attenzione: ogni mio neurone è concentrato a perdersi nel profondo delle sue iridi e il suo sorrisetto malevolo snoda ogni groviglio nel mio stomaco.
«Ieri sei andata sulle montagna russe?» Domanda buttando uno sguardo sui miei capelli.
«Non sei affatto simpatico.» Rispondo tentando di apparirei acida, ma un sorrisetto si insedia tra le labbra.
«Ridi, perché? Significa che si sei andata.» Solleva una sopracciglia mettendo in mostra le dolci fossette. Spingo il mio corpo verso una via di fuga, ma lui mi blocca piantandosi davanti.
«Vuoi scappare? Non si può, mi dispiace.»
«Beh... Tu non comandi.» Ribatto, ma lui si fionda sulla mia labbra e le afferra con i denti.
Avverto come se milioni di pizzichi avessero preso di mira le mie labbra, ma Mathias ritrae il capo lasciandomi annichilita dal desiderio di sentire il suo fiato caldo.
«Siamo nel presente.» Schiocca le dita ridendo di gran gusto, ma la vocina della coscienza si insedia nella mia mente privandomi così di quel momento magico.
«Con chi parlavi prima?» Chiedo atona.
Il volto di Mathias diviene serio e le sue mascelle contratte. «Raoul, mi ha detto una cosa. La mia intuizione non era sbagliata, allora.» Dice e non riesco a distinguere se sia corrucciato per le mia azione o compiaciuto per la sua sagacia.
«Eri piuttosto sconvolto.» Insinuo rimirando le sue nocche arrossate. Mi rifila un'occhiata di sbieco, poi si addolcisce.
«Raoul, ha comm-» Ma si blocca poiché nella piccola baita si espande una vibrazione. Sul comodino e poggiato il mio smartphone e dallo schermo scorgo il nome di Serena.
«SOFY!» Esplode lei accaldata. «Dove dannazione sei? Tua madre mi ha chiamata, era fuori di sé.»
«Ehy, buongiorno. Sono con Mathias, tranquilla.» Ribatto e lei tira un sospiro di sollievo.
«Pensavo seriamente che un serial killer si aggirasse per la nostra cittadina.»
«Un serial killer?» Domando stranita.
«Sì. Perché non sai nulla?» Mi chiede Serena.
«No. Cosa dovrei sapere?» Mathias corruccia la fronte.
«La polizia ha trovato il cane di Giulia nei pressi di un'abitazione in collina. Il cane è stato seviziato, mentre lei invece, sembra essere sparita.»
«COSA? Sparita?» Dilato le orbite e ingoio nello stesso frangente.
«Sì. Sono passate più di 72h dalla sua scomparsa. Ora la polizia sta cercando di rintracciare il proprietario dell'abitazione, ma ancora non si sa nulla. La casa di Giulia è accerchiata dagli emittenti televisivi.»
Mi informa Serena e nonostante i miei burrascosi trascorsi passati con Giulia, uno strano senso di impotenza mi corrode lo stomaco.
È anche vero che Giulia con il carattere astioso che si ritrova si è procurata un bel po' di rivali, ma credo che nessuno possa arrivare a rapirla o addirittura ucciderla.
«La notizia ha fatto scalpore il giorno di Natale. Forse si è innamorata di qualche suo simile e sarà fuggita.»
«Dai Sere, non essere così perfida. È scomparsa, io ancora non posso crederci. Il luogo in cui hanno trovato il suo cane, dove si trova precisamente?» Le domando curiosa.
«Nei pressi delle Zone Verdi di Ertera.» L'inquietudine fa accelerare il defluire del sangue.
Mathias si tira su, e un istante dopo il suo cellulare comincia a vibrare.
Lo tira fuori dalla tasca e rimango cristallizzata a guardare il numero, mentre Serena mi domanda se sono ancora in linea.
«Sì.» Rispondo distrattamente, ma la mia testa è impegnata altrove, precisamente sta scovando lo scaffale ricordi collegato alla sera in cui Mitra è stata brutalmente sparata.
«Sere, ti richiamo fra poco, okay?»
Serena ha un attimo di esitazione, come se fosse sorpresa, poi conferma e riaggancia.
Mathias mi guarda ed io guardo lui. Timidamente, avvicina il dito al display e ancora più riluttante accetta la chiamata.
«Pronto...» Esclama solenne e con la tensione che gli logora il viso.
«Pronto, il signor Mathias Rey?» Aziona il viva voce e una voce inquisitoria ci raggela entrambi.
«Sì.» Conferma lui e le sue dita sussultano.
«Polizia di Stato. La stiamo chiamando poiché ha l'obbligo di venire a deporre un interrogatorio riguardante un caso. Se non si presenterà oggi stesso alle 12:00 scatterà il mandato di cattura.»
Il silenzio entra in scena nella baita spazzando la pregressa atmosfera creata dall'unione dei nostri corpi e aspirandoci a poco a poco energia vitale.
Il volto di Mathias è smorto, e ora uno gocciolina di sudore freddo gli imperla la fronte.
Il suo grigioverde si evolve in una forma oscura, priva di tonalità e il mio cuore viene contagiato da forme di insania.
«Verrò, non si preoccupi.» Conferma Mathias e le sue stesse parole sembrano trasformarsi in affilati coltelli.
«Per motivi di privacy non possiamo esporle il caso in cui è coinvolto, ma appena verrà in sede le saranno spiegate i motivi per cui è stata convocato. La aspetto oggi. Buona giornata.»
I continui tu...tu...tu...tu...tu... sovrastano l'insopportabile il silenzio e poco dopo anche la voce afflitta di Mathias. «Cosa ti ha detto Serena?»
«La polizia ha trovato il cane di Giulia nei pressi di un'abitazione, la tua.» Rispondo ingoiando nient'altro che aria.
«Cazzo!, quindi per adesso solo l'unico sospettato.» Si volta e comincia a camminare avanti e indietro strofinando le mani nei capelli spettinati.
Mi isso anch'io con l'intento di rassicurarlo, ma i miei pensieri sono magma incandescente.
«Merda, dovrò chiamare il padre di Raoul.»
«Il padre di Raoul?» Chiedo interrogativa.
«Sì, fa l'avvocato.»
«Ma tu sei innocente, quella notte c'ero anch'io...» Poi di colpo mi blocco. «Conosco un detective lì. Testimonierò!» Affermo braccando Mathias alle spalle e stringendogli le mani in vita.
Lui inclina di qualche centimetro il mento e i suoi occhi sembrano cercarmi.
«Tu non testimonierai. Non devi essere coinvolta nelle mie faccende.» Sbotta lui risentito.
«Invece lo farò, perché tu sei tutto, tranne che un criminale.» Gli stampo un tenero bacio sulla sua soffice pelle e ne assaporo l'inebriante fragranza che sprigiona.
Lui attornia le braccia alla mia schiena e mi stringe forte a sé, come se si stesse preparando a proteggermi da un'onda anomala.
[SPAZIO AUTRICE]
Cosa sta succedendo 😱😱😱😱?
Intanto Sofia confida in Mathias, anche voi l'avreste fatto?
Vi aspetto più in tanti e calorosi che mai al prossimo aggiornamento. Non mancate ❤️❤️😘. La mia storiella che si avvicina a 500 000 mila visualizzazioni? Io sto così:
Siete sicuri che sia la mia storia? 😱. Mezzo milione, ASSURDO! Non so che dirvi, intanto grazie e vi voglio bene ❤️❤️.
-LaVoceNarrante 💙
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top