Chapter 62
Un alito di vento sibila davanti alla villetta logora di polvere innalzando un vortice di foglie secche.
Alle spalle di un imponente tronco, una figura incappucciata controlla sul display dello smartphone l'esatta posizione in cui si trova; si guarda intorno e il suo sguardo si posa oltre la villetta, dove una vasta e indefinita prateria si estende sino all'orizzonte.
La sagoma tasta la sua felpa e la sua mano entra in contatto con un asettico oggetto di metallo.
Controlla con circospezione la zona per poi lanciarsi lungo il viottolo di ghiaia, che conduce alla buia abitazione.
Il rumore dei passi viene soppiantato da quello del vento, che ora fruscia sempre più forte.
L'oggetto metallico, a poco a poco comincia a vedere la fioca luce della luna, finché la sagoma l'impugna.
Alla ringhiera, che attornia l'intera struttura, un grosso e mordace cane si affretta ad appoggiare le sue grosse zampe e ringhia sfoggiando i suoi acuminati canini, della bava gli esce dalla bocca, ma la sagoma alza lentamente la pistola puntandola dritta alla testa dell'animale.
Il cervello del ragazzo invia l'impulso alle dita di premere il grilletto, ma queste ultime, anchilosate dal gelo, recepiscono l'ordine in ritardo. Tra le lande pianeggianti, si espande l'echeggiare delle ruote di un mezzo che calpestano l'asfalto e la sagoma, sbigottita per la sorpresa, batte in ritirata rifugiandosi dietro un olmo non troppo distante dall'abitazione.
Il cane ruota su stesso ringhiando furiosamente e persa la preda, comincia a setacciare l'intero perimetro scomparendo per qualche minuto dalla vista di quelle iridi cangianti.
Nel frattempo un pick-up compare dalla strada e poco dopo si ferma nei pressi del cancelletto d'entrata.
Dall'abitacolo spiccano due ragazzi, ed uno apre la portiera compiendo metà giro del veicolo; infrange le sua nocche contro il finestrino e l'altra portiera si spalanca rivelando il viso di una graziosa ragazza.
I due si avviano verso l'ingresso valicando la soglia del giardino trascurato e pullulante di erbacce.
E di colpo il cane ricompare dirigendosi con lena verso il ragazzo, che nel frattempo si è chinato allargando le braccia.
La ragazza viene pietrificata dalle raffiche di vento e se ne resta immobile ad osservare la scena.
Dietro al tronco, la sagoma farfuglia imprecazioni mentre è intenta ad inviare un messaggio, avvisando la persona all'altro capo del cellulare che l'obiettivo potrebbe sfumare a causa di un arrivo inaspettato.
«Merda!» Bofonchia una volta pigiato il tasto invio. «La puttanella doveva perdonarlo proprio adesso.»
«Allungale la mano e falle annusare il tuo odore.» La voce del ragazzo giunge sino all'udito della persona incappucciata, che leva il capo osservando la scena nella quale la ragazza si lascia annusare dal cane.
Una vibrazione si propaga nella tasca dello sconosciuto, che raccatta goffamente il cellulare appurandosi che i due ragazzi non l'abbiano scoperto.
«Coglione! Non dovevi rispondere al messaggio.» Impreca a bassa voce senza però levare lo sguardo dalla villetta.
La ragazza segue il proprietario dell'appartamento e nel frattempo il cane guarda entrambi con uno sguardo risentito, ma un secondo dopo ruota il collo di scatto poiché avverte un rumore sospetto; si avvicina di nuovo alla ringhiera ruotando spasmodicamente il grosso capo in cerca della fonte del frastuono.
Un piccolo cane si è piazzato davanti all'incappucciato e nel buio della notte, sfoggia le sua fauci aguzze.
Si avvicina circospetto al suo bersaglio e lo avvinghia alla gamba.
Il rottweiler, allarmato, tenta di discernere la provenienza, ma disorientato dalla fruscio del vento, non riesce a individuare il pericolo; nel frattempo, il piccolo cane viene percosso ripetutamente alla nuca ed è costretto a lasciare la coscia del malcapitato.
Lo sconosciuto gli assesta un veemente calcio al ventre e l'animale ruzzola per qualche metro nell'erba schiantandosi contro un macigno.
«Cani bastardi!» Esclama lo sconosciuto con voce stracolma d'odio per poi tentare di arginare la ferita subita. Si piazza alcune foglie sul jeans sbrindellato, in modo tale da arginare la fuoriuscita di sangue.
Alcune gocce di sudore freddo gli imperlano il viso, ma ostinato a perseguire l'obiettivo, volta il suo sguardo verso la ringhiera, dove il rottweiler aspetta la parvenza di una visione per lanciarsi in abbai furiosi.
Scaltramente e claudicante, lo sconosciuto aggira la struttura camminando rasente al muro.
La pistola è salda fra le sue mani, mentre l'obiettivo si avvicina. Il sangue continua a gocciolare dalla ferita.
Il rottweiler viene distratto da un piccolo pipistrello, che svolazza nell'aria per poi scomparire nel buio degli alberi e lo sconosciuto non perde un solo attimo, piantandosi davanti al cane.
Con le due mani serrate intorno all'arma, osserva per un effimero secondo le profonde iridi marroni del cane, e mentre quest'ultimo si appresta ad abbaiare, il grilletto subisce una piccola pressione e uno vitreo scoppio esplode dalla canna provocando un abbagliante luce.
Il proiettile penetra nel petto dell'animale, che guaisce senza però accasciarsi al suolo.
Il cane ringhia furiosamente e i suoi occhi diventano rossi come magma, ma un altro corpo estraneo e plumbeo si infila nella sua carne, facendolo accasciare definitivamente al suolo, inerme.
Lo sconosciuto inneggia una corsa forsennata verso il bosco. Alcune fronde gli recano graffi sul viso e un grosso ramo gli preclude di continuare a fuggire incappucciato.
Sfreccia, andandosi a scontrare contro un grosso masso, ma nonostante il dilaniante dolore alla caviglia, continua a correre spedito verso lo spiraglio di luce.
Approda nei pressi di una strada poco illuminata, ma quando alza il capo, si trova davanti un grosso faccione preoccupato.
La ragazza lo osserva e la sua attenzione ricade sulla pistola; dopodiché le sue labbra si schiudono mormorando un nome fra i denti, ma il ragazzo agisce d'anticipo piantandole il manico della pistola sulla nuca.
Allarga le sue braccia attutendo la caduta della ragazza, mentre una lussuosa auto si accosta nei loro pressi.
«Cazzo! Cosa diamine hai combinato?» Domanda il ragazzo alla guida dell'auto.
«Mi ha visto in volto, non potevo lasciarla andare, coglione!» Sbotta l'altro aprendo la portiera posteriore e trainando il corpo della ragazza.
«Fanculo! Quella lì è nella classe di Sofia, è Giulia! Cristo, non la puoi mettere nella mia auto.»
«Se la lascerò qui ci impiegherà poche ore a risvegliarsi e a denunciarmi alla polizia. A quell'ora Mathias avrà già fatto una denuncia e gli sbirri non ci impiegheranno molto a collegare gli eventi. E sappi che se mi beccheranno, il tuo nome sarà il primo che uscirà dalla mia bocca, te lo posso assicurare. Quindi a te la scelta.» Si esprime lucido lo sconosciuto.
«Hai ucciso il cane?» Domando l'altro scuro in volto e tergiversando l'argomento.
«Sono un professionista. Hai recato un gran bel danno al tuo nemico!» Risponde lo sconosciuto sfoggiando un sorrisetto mentre è intento ad adagiare il capo di Giulia sul sedile.
Il conducente emana un soffio dalla sua bocca facendo volteggiare il suo ciuffo all'indietro. «Okay, caricala in auto. Poi vedremo cosa fare. Muoviti!» Ordina.
«Tutto questo solo perché la tua ex fidanzatina puttanella ti ha fatto crescere le corna come un alce.» Constata l'altro risoluto spingendo le gambe di Giulia dentro l'auto.
D'improvviso il conducente esce dal veicolo avvicinandosi minacciosamente al suo complice.
Lo afferra per il colletto della giacca cominciando a digrignare i denti. «Tu fa' solo quello che cazzo ti dico e la prossima volta che ti azzardi a chiamarla così, giuro che farai la fine di quella lì.» Addita il corpo della ragazza.
«Okay, calmati!» L'altro tenta di acquietarlo, ma non ci riesce.
«Ora andiamocene prima che qualcuno altro possa vederci.» Sentenzia Alberto, infilandosi nella sua Mercedes nera macchiata di sangue.
[SPAZIO AUTRICE]
Il capitolo è diverso dal solito, fatemi sapremo cosa ne pensate di questa rivelazione.😱😱😱
Vi garantisco che ci sarà ancora molto da scoprire. 😈😈😈😈
Vi aspetto più calorosi che mai la prossimo aggiornamento non mancate. Vi voglio bene. ❤️❤️❤️
-LaVoceNarrante💙
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