Chapter 52
Procediamo in direzione del litorale, dove il mare viene oscurato da fosche nubi che precludono alla luna di illuminare.
Mathias ha un mano poggiato sul volante e l'altra pronta a innescare la marcia.
È bastato che mi abbracciasse per far sì che l'ansia evaporasse.
Forse il ragazzo che ho pochi centimetri da me è davvero l'antidoto all'infelicità, è davvero il pezzo mancante che ha dato un senso alla mia vita.
«Potrebbe indicarmi la prossima svolta?» Mi domanda in tono reverenziale.
Ma la mia mente viene presa da un'improvvisa curiosità. «Perché stai facendo tutto questo? Voglio dire, tu e Serena non siete tanto amici.» Insinuo guardandolo e quando si volta, distolgo lo sguardo.
«Chi lo dice che lo sto facendo per Serena?» Fa lui sorridendo flebile. «Di recente ho conosciuto una ragazza niente male.» Continua a burlarsi di me.
«Invece, il ragazzo che ho conosciuto io di recente, è un tipo misterioso.» Sto al gioco guardandolo di sottecchi. «Devi voltare a sinistra, dopo l'incrocio.»
«Mi sorprendi! Sai anche dare indicazioni.» Mi stuzzica e io indignata lo guardo in tralice.
«Sono certa che prenderai un bel due all'interrogazione di matematica.» Sfoggio un sorrisetto soddisfatto e Mathias ride di rimando. «Ho una brutta sensazione...» Rivado con la mente alla chiamata di Serena e il mio viso si corruga.
«Forse la tua amica vorrà soltanto chiarire.» Mi rassicura Mathias serio.
«Devi girare qui, in questo viale.» Gli indico e lui svolta pochi istanti dopo.
Le mura sono imbrattate da graffiti e avverto un'aria sinistra che aleggia in questo posto.
Lo sguardo di Mathias diventa circospetto e la mia mente si barcamena nelle peggiori ipotesi.
«In fondo, mi segnala la mappa del cellulare.» Affermo con voce tremolante e Mathias senza scomporsi, procede lentamente fino al termine del viale.
«Cosa c'è?» Chiedo e il mio stomaco brontola.
Mi guardo intorno e gli unici esseri animati, oltre noi due, sono alcuni gatti che rovistano in grossi bidoni dell'immondizia mal odoranti.
«Dammi il cellulare, entro io in quella palazzina.» Pronuncia Mathias autoritario.
Lo guardo stralunata, prima di ritrarre il collo. «Cosa? Non se ne parla.» Ribatto contrariata e Mathias distorce la bocca per poi emettere un interminabile sbuffo.
«Non puoi entrare lì dentro.» Si ostina indicando un portone arrugginito e colorato da mille tonalità di bombolette spray.
«Perché?» Domando indignata, e un secondo dopo mi accingo ad aprire la portiera dell'auto. Ma Mathias blocca il mio gesto costringendomi a restare in auto. «Cosa fai?»
«Non è un posto per te.» Risponde vago, ma la rabbia comincia a defluire nelle mie vene.
«Perché? C'è qualche tuo oscuro segreto lì dentro?» Insinuo irosa e a braccia conserte. Ma Mathias è calmo e la mia domanda non lo scalfisce.
«Non nascondo nulla lì, perché quel posto è il ritrovo dei tossici!» Esclama asettico.
Rimango imbambolata con lo sguardo perso sulla porta dai mille colori. La mia mente va in sovraccarico di pensieri negativi ma privi di un reale fondamento.
Cosa ci fa Serena in un ritrovo per tossici?
Mi domando e nel frattempo Mathias scende dall'auto. «Vengo anch'io.» Esclamo con un voce squillante, ma lui si volta e nei suoi occhi traspare una severità che a tratti mi incute timore.
«Sofia, tu resterai qui, perché se entrerai lì dentro vedrai la parte più schifosa di questo mondo. Quel posto è l'INFERNO!»
Tententto e la mia bocca diventa un steppa arida.
Non riesco a spiccare parole e Mathias ne approfitta per chiudere la portiera dell'auto.
Si accinge ad aprire la porta arrugginita, che all'apparenza sembra essere l'ingresso per il Paradiso, ma da quanto ho potuto apprendere, è la via diretta per il binario INFERNO.
Perché Serena è in quel posto? Questo interrogativo mi tormenta mentre gioco convulsamente con le dita.
Mi mangiucchio le unghie. Controllo l'orario del cellulare: è passato un solo minuto, dannazione! Forse dovrei chiamare la polizia, oppure comporre le tre cifre del 118.
Ma ne resto a martellare il piede sul tappetino dell'auto.
Nessuno esce da quella maledettissima porta colorata.
Bonk... Un tonfo sconnesso mi fa sobbalzare e urtare la testa contro il tettuccio dell'auto.
Il mio cuore ora è all'interno della mia gola, ma quando mi accorgo che il rumore è stato causato da un sacco di spazzatura precipitato al suolo, scaccio via la paura espirando tutta l'aria accumulata.
Il mio muscolo cardiaco ritorna nella sua posizione, ma la mia mente è afflitta dalle preoccupazioni.
L'avrà trovata Mathias? Serena è davvero lì dentro? Fremo dalla voglia di scendere, ma Mathias mi ha avvertita che varcare quella parte significa vedere un lato del mondo crudele e spietato.
Cosa potrà mai esserci? Mi faccio coraggio convincendomi che Serena e Mathias hanno bisogno di me.
Spalanco la portiera dell'auto per poi avvicinarmi alla porta. I gatti, furtivi, sono fuggiti al mio passaggio abbandonando la ricerca del cibo.
Non farlo, Sofia. Forse Mathias ha ragione. So che strano che io la dica, ma in fondo è meglio che tu ascolti il suo suggerimento. Si fa viva la vocina della mia coscienza.
Sofia e se lì dentro sta succedendo qualcosa? Se loro hanno un disperato bisogno del tuo aiuto? Ribatte la vocina malefica.
Allungo una mano sulla maniglia arrugginita e sento al tocco che è ruvida; la ruoto leggermente, ma la porta si spalanca di sbotto ed entrambi compaiono davanti ai miei occhi: Serena attornia un braccio al collo di Mathias e la sua testa penzola a destra e manca come un flaccido straccio; blatera qualche verso, mentre Mathias ha un viso contratto e sudato.
Sbircio alle loro spalle e avvisto alcuni materassi con sopra poggiati uomini e donne inermi.
Una zaffata di fogne devasta il mio stomaco e un coniato di vomito arriva alla mia bocca.
«Apri la portiera, dobbiamo metterla dietro.» Mi ordina Mathias rinsavendomi dallo scenario raccapricciante di cui i miei occhi sono vittima.
Faccio quanto mi ha detto Mathias, e lui sdraia Serena, che in questo momento alza le mani come se stesse scacciando mosche immaginarie.
«Cosa l'è successo?» Domando avvilita.
«Sali in macchina!» Sbotta Mathias e ubbidisco. Ingrana la retromarcia per poi sterzare abilmente e allontanarsi da quel maledetto covo.
«Non sta bene. La dobbiamo portare in ospedale.» Mi volto verso Serena: il suo viso è madido di sudore e il suo corpo emana un fetore.
Gli abiti che indossa sono logori e i capelli le ostruiscono di respirare; le sposto una ciocca, ma d'improvviso Serena si alza cominciando a sbraitare come se fosse indemoniata.
Urlo più forte di lei per lo spavento e Mathias è costretto ad accostare.
«Merda, è nello stadio finale.» Esclama lui digrignando i denti.
Gli occhi di Serena sono vitrei e riesco a vedere la sua ugola che vibra.
Mathias le cinge le braccia intorno alla vita cominciando ad accarezzarle i capelli sudati e a sussurarle delle parolina.
A poco a poco Serena si placa accasciandosi sul sedile.
«Ehy, Serena... Ecstasy, vero?» Domando lui e Serena annuisce con le palpebre serrata e tremanti. «No... Ospedale.» Delira muovendo convulsamente la testa.
Reprimo le lacrime restando annichilata dalla visione della mia amica.
Ecstasy? Serena fa abuso di sostanze stupefacenti ed io, stupidamente, non l'ho mai notato.
Alla festa di Giulia, ho appreso che fumava sporadicamente della marijuana ma non ho avuto il minimo presentimento che si fosse spinta sino a questo punto.
Che razza di amica sono?
«Ha bisogno di aiuto.» Dico prima di esplodere in un fiume di lacrime. La visione di Serena nello stato deplorevole in cui versa annienta ogni mio pensiero.
«Ehy, devi essere forte in momenti come questi.» Mathias prende il mio viso fra le mani e mi ritrovo catapultata ad osservare il suo volto celestiale.
Stampa un bacio lasciando la fragranza inebriante delle sue labbra.
«Avrà avuto un momento di debolezza. Può capitare a chiunque. Tu non c'entri nulla.» Tenta di calmarmi ed io annuisco inumidendo la mie labbra; dopodiché pulisco febbrilmente il mio viso con la manica della felpa e Mathias si rimette alla guida.
«Non possiamo portarla a casa in queste condizioni.» Sparo la prima frase poiché voglio appurarmi di possedere ancora l'abilità del parlare.
«Conosco un posto dove potremmo portarla, ma è parecchio distante da qui. Tua madre dirà qualcosa?» Ruota il collo aspettando una mia risposta.
«Posso inventarmi qualche scusa.» Confermo prendendo il cellulare. «Dovrei anche avvisare i suoi genitori.» Indico Serena, che ora ha iniziato a delirare di nuovo. «Cosa ha assunto?» Domando pur già conoscendo la risposta.
Mathias si procura il tempo necessario per rispondere e nel contempo imbocca l'autostrada.
«Questa!» Protrae verso di me una pillolina rosa effigiata da una faccia sorridente.
La squadro con attenzione per poi prendere le distanze come se fosse un buco nero che conduce a una realtà tenebrosa.
«Era vicino a lei.» Fa un cenno verso Serena. «Quando sono entrato stava per ingerirne un'altra e se non fossi entrato in tempo, forse adesso non starebbe qui.» Dice in tono di voce basso.
Sprofondo nell'ipotesi che Mathias mi ha appena illustrato e avverto la mia pelle accapponarsi. Se avesse ingerito un'altra di quella stupida pillola, Serena sarebbe morta.
«Adesso dove la stiamo portando?» Domando timorosa.
«In un posto che conosco. Un centro disintossicazione.» Risponde lui disinvolto ma io rimango sbigottita.
«Ma lei... non è una tossica.» Sbotto difendendo la mia amica.
«Ha abusato di questa merda ed è difficile da accettare, lo so. Ma è meglio farla disintossicare subito, altrimenti dopo sarà impossibile.» Bramo dal desiderio di chiedergli come è a conoscenza di tutte queste nozioni, ma qualcosa dentro di me mi suggerisce che non è il momento adatto.
Serena ha delle vistose occhiaie violacee simili ad un corallo e un colorito di pelle bianco perla. Per meta del tragitto se ne resta a farneticare con le palpebre serrate.
Nel buio della notte, l'autostrada è un luogo confortante poiché ci si imbatte raramente in qualche altro veicolo.
Il fondo strada asfaltato e quindi nuovo, sembra prolungarsi per l'intero globo.
Viaggiamo per più di un'ora e Serena comincia a dare i primi sintomi di mal contento: mormora che è sul punto di vomitare ma Mathias mi avvisa che molto probabilmente starà sognando poiché è nella cosiddetta fase "discesa", quella in cui tutto l'effetto psichedelico della sostanza sparisce per far posto a tutti gli effetti negativi che la droga sortisce sul corpo.
Non riesco a trovare un valida spiegazione che mi porti al perché Serena abbia iniziato ad assumere queste sostanze. Dopotutto aveva instaurato una relazione con Max e Idro le ha colmato la mancanza del suo precedente cagnolino deceduto. Ma un motivo deve pur esserci.
Mathias si incammina in una corsia di decelerazione e mi avvisa che il Centro è nei pressi.
Serena parlotta di un qualcosa di intraducibile e nell'esatto momento in cui mi volto, le sue palpebre si spalancano e dalla bocca le fuoriesce una bava bianca.
«Oh Dio! Mathias cose le sta succedendo?» Chiedo urlando. Mathias si volta e il corpo di Serena comincia a traballare, poi a muoversi freneticamente.
«Cristo! Le sta venendo un attacco epilettico. Sai guidare?»
«NO!» Ribatto attonita.
«Allora ti imparerai. La devo mettere su un fianco. Salta alla guida!» Mi ordina Mathias e io, in balia della situazione, inverto la posizione.
Ora sono alla guida e non ho la più pallida idea di cosa debba fare.
«Tieni leggermente il piede sull'acceleratore. Il pedale a destra.» Mi indica lui mentre sposta Serena.
«Okay ci sono.»
«Ora va' sempre dritto. Il Centro è a pochi metri. Cazzo! Si è ingoiata la lingua. Sofia accelera, sta andando in arresto cardiaco!»
[SPAZIO AUTRICE]
Cosa ne pensate di questo capitolo? Riusciranno Mathias e Sofia e portare in tempo Serena al Centro?
Non partite con le minacce, vi prego 🙌🙌 😂😂
Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene ❤❤
-LaVoceNarrante 💙💙
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