Chapter 49


Lasciamo una tempesta di sabbia alle nostre spalle, mentre due uomini ci intimano, triviali, di fermarci; noi corriamo, uniti, con il vento che sferza i nostri visi e con i nostri sguardi che a tratti si incrociano.

È questa l'adrenalina che offre alla mia esistenza un scopo, è questo il fremito spossante che sento quando lui è al mio fianco ed è questa l'essenza di cui io mi nutro.

Mano nella mano, sfrecciamo più veloci di qualunque altro corpo seminando gli uomini alle calcagna.

La festa è nel momento cruciale della scaletta di programmazione e una buona percentuale di ragazzi sono fuori intenti a vomitare i più strani coloriti che il corpo umano è in grado di immagazzinare.

La maglietta di Mathias è un tutt'uno con i suoi maestosi addominali e i suoi capelli bagnati gli permettono di sedersi sul trono degli dei dell'Olimpo.

Un ragazzo, sbronzo e traballante, si avvicina a Mathias squadrandolo dalla testa i piedi.

«Tu da... cosa sei... Hic... » Singhiozza emanando una zaffata di alito intrinseco di vivido alcol. «Sei Acquaman, amico. Mi fai un autografo?»

Ma Mathias gli intima di allontanarsi bruscamente e lui, come un ratto spaventato, fugge senza voltarsi alle spalle.

«Cosa facciamo?» Gli chiedo affannata.

Mathias dà un'occhiata alla spiaggia per poi osservare l'interno del locale pieno zeppo di mani che vengono trasportate a ritmo di musica.

«Dobbiamo entrare. La guardia costiera non ci troverà, perderebbero troppo tempo a trovarci.» Constata formulando un piano in meno di cinque secondi.

«C'è anche un'uscita secondaria da quella parte.» Indico la zona in cui a inizio serata Serena ha accolto una fetta di persone.

Mathias annuisce e insieme ci fiondiamo nel locale, dove la musica è a un volume pericoloso per un udito umano.

Percorriamo l'androne principale per poi farci spazio fra la ressa di persona che, instancabilmente, si dimenano in contorte danze.

«Sofia.» Avverto una vocina flebile che riesce a giungere al mio timpano.

Mi volto e intravedo Serena scendere la scalinata con un'espressione sconvolta.

Inarca le sopracciglia, e prima che possa chiedermi il motivo per il quale mi trovo in compagnia di Mathias, la precedo: «Sere non posso spiegarti nulla. Ci siamo cacciati in un gran bel casino e dovremo uscire dall'entrata secondaria.»

Il viso di Serena diventa interrogativo e i miei periodi sparati a raffica la confondono ancora di più.

«Scommetto che sei nei guai perché Lord Mathias ti ha trascinata.» Afferma lei sagace urlando per poi riservare a Mathias uno sguardo di sussiego che riesce alla perfezione grazie al suo make-up da vampira.

«In un certo senso, ma adesso ti ho già detto che non posso spiegarti tutto.» Snocciolo, mentre Mathias è impegnato ad allungare il collo per scorgere le eventuali guardie costiere che si sono spinte nel locale.

«Gesù! Sei fradicia d'acqua.» Esclama Serena disgustata.

«Sere, ho bisogno che tu ci faccia uscire, adesso!» Le ripeto la mia richiesta per l'ennesima volta, ma lei ritarda a rispondere.

Alle sue spalle, Max, si appoggia al parapetto del piano superiore scambiandosi con Mathias un'occhiata di profondo rispetto reciproco.

Le spocchiose luci delle discoteca ostruiscono il contatto visivo tra me e Serena.

«Sofy, mi dispiace, ma non posso. Lo faccio per il tuo bene.» Un afflusso d'ira scorre nelle mie vene e non si attarda a giungere nei pressi della mia gola.

«Cosa?» Ribatto sconvolta.

«Sofy, non posso aiutarti, non questa volta. Lui ti trascina fuori binario. Non te ne rendi conto.» Continua lei rigettando la mia cortese proposta.

«Tu non agisci per il mio ipotetico bene, perché se lo facessi, avresti acconsentito alla mia richiesta. Lo fai solo perché a te piace comandare la vita delle altre persone, solo per questo cazzo di motivo!» Esplodo berciando e la carotide si ingrossa.

«Una guardia costiera è nella discoteca. Dobbiamo andarcene!» Mi sussurra Mathias carpendomi il braccio, ma io mi impianto e ostinata continuo l'accesa discussione con Serena.

«Sofy, io e il tuo fidanzatino eravamo in contatto e gli avevo messo in chiaro che se ti avesse fatto soffrire di nuovo, io non l'avrei mai più degnato di un saluto, e così è stato.» Confessa lei .

«Ti sto chiedendo soltanto di aprirci l'uscita secondaria.» Mi ostino.

«Sofy, ti ha tradita. L'hai colto in flagrante, cazzo!» Serena mi riporta alla memoria quelle scene, ma queste ultime sono destinate ad albergare per un breve lasso di tempo nella mia testa, poiché in questo momento il numero di stanze aperte al pubblico è pari ad uno, ovvero la sua suite occupata dalla rabbia.

«Tu dovresti capirlo poiché poco fa ti ho beccata in bagno a fare un pompino ad un ragazzo che avevi scambiato per Max.»

L'espressione di Serena diventa terrea.

Max non deve aver sentito le mie parole: ora discute con Davide.

Mi avvicino furibonda all'orecchio di Serena, e con un tale tenacia di cui neanche io sapevo possedessi sussurro: «Sei la mia migliore amica, ma questo non ti dà il diritto di prendere decisione al posto mio. Ora, mi dispiace dirti questo, ma lo devo fare. Se non apri subito quell'uscita, giuro che salgo sopra e racconto ogni minimo particolare al ragazzo che ti sta osservando.»

Seguo con gli occhi Max, e avverto il fiato pesante di Serena stagliarsi sul mio collo.

È pietrificata, mentre la determinazione di fuggire dalla guardia costiera traspare dai miei occhi.

«Lui ti hai cambiata!» Mi risponde lei fredda cingendosi a scendere gli ultimi gradini.

«Non volevo arrivare a questo, mi dispiace.» Le chiedo scusa, ma lei mi schiva, e smorta in viso si reca verso il punto d'uscita.

Mathias mi osserva interrogativo, ma io fingo che vada tutto bene. Insieme seguiamo Serena sino all'uscita.

Lei raccomanda al buttafuori di aprire l'uscita, e il possente uomo ubbidisce ai suoi ordini.

Tento di incrociare lo sguardo di Serena, ma non ci riesco poiché è già scomparsa.

Ho avuto un comportamento da persona infima e sleale, ma dovevo farlo, altrimenti ci avrebbero beccati.

«Forza, andiamo!» Mi incoraggia Mathias facendomi allontanare dagli ottenebranti pensieri che fluttuano nella mia testa.

«Come ce ne andremo?» Chiedo atterrita.

«Ho chiamato Raoul, mentre tu eri impegnata a parlare con la tua amica.» Mi aggiorna e un barlume di speranza scaccia via i pensieri sibillini.

La mia temperatura corporea è bassa è un freddo secco colpisce nel profondo della mia pelle.

«Entusiasmante la vostra fuga dalla barca...» Una vocina gracida e viscida sbuca dalla penombra e distinguo i tratti somatici di Alberto.

«Sei stato tu!» Un filo conduttore collega il tutto, mentre la mente di Mathias è più veloce della mia nel collegare e agire. Occorre la voce di Raoul per blocca la sua furia.

Il suo amico corre frapponendosi fra Alberto e Mathias.

«Ora devi solo andartene e anche tu Sofia; non abbiamo mai l'occasione di salutarci in modo educato io e te.» Mi tira il ballo e io sfoggio un cenno di intesa.

«Sofia, so che tra di noi è finita, ma quel fottuto coglione che hai di fianco è una canaglia. Purtroppo adesso non posso dimostrartelo, ma giuro che impegnerò tempo e denaro per dimostrarti che non ti ama quanto ti ami io.»

Il suo odio profondo nei confronti di Mathias è palpabile nell'aria. Sorpasso Raoul e Mathias spingendomi faccia a faccia con Alberto; lui è confuso dal mio atteggiamento tanto che indietreggia.

«L'invidia e l'odio che provochi nei confronti di Mathias sono schifosi e per quanto tu possa odiarlo, sappi che tutto il tempo che sono stata con te è stato cancellato dal mese che ho passato con lui. I giorni in cui siamo stati insieme per me sono spariti e qualunque cosa tu scopra, sarà troppo tardi perché la polizia ti avrà già preso in custodia, psicopatico.»

Spiattello la mia versione per poi voltarmi e raggiungere la posizione di Raoul; ma a metà strada rammento di essermi dimenticata di esprimere un pensiero: «Sei ricco di denaro, ma mendicante di sentimenti.» E mi rigiro perdendomi in quel grigioverde che accende la fiamma del cuore.

Sofia, cosa diavolo stai combinando? Hai mandato a quel paese l'amicizia che legava te e Serena per Mathias? Sei sicura di voler compiere questo passo? Dopo non potrai più tornare indietro. Compare la vocina della coscienza.

Ognuno sceglie quale strumento usare: ci sono le persone che usano la testa e sono coloro che vivranno per sempre di rimpianti; invece, esistono degli esemplari di persone che permettono al cuore di scegliere e sono coloro vivranno la vita. Risponde la vocina malefica.

Ho lasciato libero arbitro al mio cuore ponendo un divieto di transito alla mia mente. Forse me ne pentirò di questa scelta, ma al momento voglio vivere le emozioni che elettrizzano ogni mio atomo.

«Seguitemi!» Ci ordina Raoul e noi fuggiamo insieme, lasciandoci tutto il resto alle spalle.

[SPAZIO AUTRICE]

Sofy ha deciso di afferrare il suo braccio nonostante conosca poco o nulla di Mathias 😊😊. Voi cosa avreste fatto?

Vi aspetto più numerose e in tante che mai al prossimo aggiornamento. Non mancate! Vi voglio bene.  ❤❤

-LaVoceNarrante💙💙

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top