Chapter 32
Salgo di chetichella i gradini del palazzo prima di giungere nei pressi della porta d'ingresso di casa.
Sorrido al pensiero delle parole di Mathias, a quel "Ti Amo" sussurrato dopo aver fatto l'amore come se fosse l'atto conclusivo di una delle nottate più magiche della mia vita.
Sento i pensieri affievolirsi per far spazio a sogni che sino a poco tempo erano irrealizzabili.
È scattata una fiamma da quando quelle iridi grigioverdi si sono posate sul mio viso e in un secondo tutta la mia futura esistenza è stata rigenerata come se il mio passato fosse del tutto futile e privo di significato; ora con la certezza di avere lui al mio fianco, guardo il futuro con occhi colmi di speranza, ma nonostante ciò mi soffermo al presente nutrendomi del modo in cui Mathias mi rende felice.
Le chiavi tintinnano; le inserisco nella serratura socchiudendo leggermente le palpebre e cercando di risultare invisibile. Fa che la mamma sia a letto, e non sia in cucina a chiamare la polizia per una mia presunta scomparsa.
Ruoto la chiave e quando la porta cigola lentamente, il viso afflitto della mamma si affaccia dalla porta scorrevole attigua al soggiorno.
Appena la sua mente collega che la figlia le è comparsa davanti, si lancia incontro stringendomi a sé.
Ha un respiro ansimante e in una mano brandisce il cordless.
Cado nel baratro dell'ansia mentre comincio ad escogitare una bugia bell'e buona da appiopparle; lei mi prende di contro tempo abolendo così la fiducia che avevo riposto nella parte creativa del mio cervello.
«Dove diavolo sei stata tutta la notte?» Mi domanda e il suo sguardo guizza d'ira repressa.
Mi prende il viso tra le sue mani fredde e mi abbraccia, ancora.
Cosa devo dirle? Non si berrà la bugia che ho dormito da Chiara; la scorsa volta ho usato lo stesso pretesto.
«Mamma, sto bene.» Le dico cercando di essere quanto più indifferente alla situazione, anche se temo delle conseguenze.
Tua mamma ti punirà così la prossima imparerai a comprendere che Mathias ti porta su un sentiero pieno di ostacoli e di delusioni. Pronuncia la coscienza.
Cara mia, la vita è effimera quanto quella di una farfalla. Occorre un battito di ciglia e ci si accorge che l'adolescenza scompare, proprio come l'effluvio di una rosa rossa appassita. Osa e spingiti sempre oltre e non voltarti mai, per nessun motivo. Sorpassa quella falsa linea coscienziosa che ti vincola dal provare le vere emozioni della vita. Filosofa la voce della tentazione rifilando una sconfitta a quella della razionalità.
«Ma non è da te non avvisarmi. Sofia neanche un messaggio.» Fa lei arcuando le sue sopracciglia. Ha un'aria infuriata.
Gli omini nel quartier generale della mia mente revisionano la bugia avvisandomi che è pronta per essere sfornata. «Mamma, mi sono addormentata. Ero a casa di Serena.»
Strabuzzo gli occhi calandomi nei panni di uno sketch di una sceneggiatura creata in seduta stante.
Ma la mamma, a quanto contrariamente avevo pronosticato, si adira sino ad avvampare in volto. «Non me l'aspettavo da te.» Dice isterica e profondamente offesa.
Sventola il dito in segno di negazione e i sensi di colpa si affacciano dalla finestra della mia mente. Ho tradito la sua fiducia e questa credo sia stata l'azione più meschina e vile che abbia mai commesso in tutta la mia vita.
Sento la pressione del rimorso soffocare la mia anima.
«Ho chiamato Bianca poche ore fa e tu non eri da lei.» Urla la mamma sgranando gli occhi. Ma al mio interno scatta un meccanismo di auto difesa di cui io ne ero all'oscuro.
«Se mi dai la possibilità di entrare in casa, forse ti spiego.» Rispondo e le sua espressione diventa maggiormente annerita come una notte priva di luna.
Mi prendo la briga di chiudere la porta e lei mi fulmina con un cipiglio delineato dalla linee della sua piccola fronte.
«Posso sapere dove hai passato la notte? Sofia ero sul punto di chiamare la polizia. Non rispondevi più al cellulare e stavo per uscire fuori di testa.» La voce della mamma diventa biascicata e la sofferenza che ha patito durante la mia assenza, l'avverto quadruplicata nel profondo del mio cuore.
Mi strugge vederla soffrire, quanto più essere conscia l'artefice delle sue sofferenze sono io.
Non riesco a nascondere i miei sensi di colpa e calo lo sguardo sul pavimento di parquet.
D'improvviso il volto arcigno di mio padre compare dal bagno e io sobbalzo dallo spavento.
Si avvicina con indosso una linda camicia di un azzurrino chiaro; i suoi occhi verdi mi scrutano insindacabili e dell'aria gli fuoriesce dal naso adunco.
Un piccolo tagliuzzo si è formato al di sopra della mascella destra; forse si sarà tagliato con la lametta poiché papà ama avere la barba curata.
«Ora ti sei ritirata?» Domando irritato.
La sua domanda mi provoca una rabbia repressa che rimugino da un bel paio di mesi. «Ti sembra questo il modo di comportarti? Ritirarti a che ora vuoi e fare tutto-» Ma lo interrompo bruscamente.
«Tu...» E lo indico infuriata come una toro seviziato.
Non mi sono mai permessa di indicare mio padre con tono minaccioso, ma in questo momento il mio rancore ha trovato la valvola di sfogo. «Tu che non ti sei ritirato per mesi interi, vorresti farmi la predica?»
Mio padre sembra essere preso alla sprovvista; lancia uno sguardo d'intesa ma al contempo colpevole verso mio madre.
«Questa è la prima maledettissima volta che mi sono dimenticata nella mia vita di avvisare la mamma e ci può anche stare considerando che neanche due settimane fa ho perso mia nonna. Sono un'adolescente e non un robot. Ma tu papà, che mi vieni a dire con una faccia ipocrita che voglio fare i porci comodi miei, a me non sta affatto bene. Sono mesi che non sei più presente nella mia vita. Sono mesi che io e te non parliamo più, oppure andiamo... non so, in biblioteca come facevamo un tempo.» Deglutisco e un groppo prende vita nella mia gola.
«La nonna mi ha lasciata e non hai la più pallida idea di quanto io abbia sofferto. Tu, nonostante sapessi quanto ero legata a lei, non eri con me.» La vista comincia ad essere meno nitida poiché grosse pozzanghere di lacrime si preparano a sfociare. «Ah sì... Dimenticavo! Prima il lavoro, giusto? Mi sembra la scelta giusta. Cos'è una figlia paragonata a un lavoro da dirigente di una banca.»
Rifiato mentre lo sguardo della mamma è addolorato; starà provando la stessa frustrazione che provo io in questo preciso istante.
«Ma io sono una stupida, perché nonostante la tua assenza, cercavo di nutrirmi dei ricordi che hai lasciato impressi nella mia mente.» La mia bocca trema e le guance vengono rigate da lacrime nere.
«Non credevo che una volta cresciuta mi avresti abbandonata alla mia sorte. Ero sicura che mi avresti accompagnata per il resto della mia vita. Ma sai bene come sono fatta: immagino, ripongo la fiducia nelle persone e come lo scoccare preciso di un pendolo vengo delusa.» Lui mi guarda senza tentare di ribattere.
La sua intelligenza è tale da consentirgli di restarsene in silenzio. «Forse a te non interessa, ma e me sì. Sono delusa perché credevo che la fiducia nei tuoi confronti non potesse mai vacillare e invece è successo.» Le lacrime scorrono sul mio viso come quando un alluvione allaga le strada della città.
«Io...» Lui balbetta svigorito in volto. «Ho già chiesto scusa a tua madre.» Dice cercando una via d'uscita in un tunnel privo di sbocchi.
«L'hai chiesto alla mamma, ma non a me.» Rispondo e lui, imbarazzato, calo lo sguardo come se oscuri peccati gli gravassero sulle spalle.
«Forse è meglio che rimandiamo la discussione.» Soggiunge la mamma pacifica ma l'anima è in panne; le rivolgo un'occhiata sorpresa e avverto che lei legge ogni mia singola avversione nei confronti di papà.
«Posso rimediare.» Fa papà rinsavendosi dal momento di riflessione.
Io lo scruto con la stessa espressione che lui poco fa ha sfoggiato nei miei confronti.
«Ormai il vuoto c'è. Non puoi rattoppare i buchi del passato, poiché l'unico genitore che mi ha rincuorata durante il periodo in cui la nonna è morta è stata la mamma. Devo soltanto delle profonde scuse a lei, che nonostante la perdita di sua madre è divenuta una corazza solo per me, mentre tu eri a compilare scartoffie.»
Il volto di mia madre ha un effimero momento di orgoglio, ma che lei non lascia trasparire nel rispetto di mio padre.
Ora la guardo, i miei occhi sono gonfi di rimorso; la mamma compie il medesimo gesto, con quello sguardo che lei vorrebbe fosse rude ma che inevitabilmente diventa premuroso e materno.
«M-mi dispiace. N-non volevo t-tradire la tua fiducia.» Confesso roca e non c'è alcun bisogno che lei parli, poiché deduco dalla sua espressione dolce che mi ha già perdonata.
Dopodiché mi spingo verso la mia camera, ma il timbro di voce di mio padre mi costringe a bloccarmi controvoglia. «Sofia... Mi dispiace.» Dice flebile, ma io, logorata dentro, apro la porta tuffandomi nella stanza.
Richiudo la porta alle mie spalle con un tonfo sordo e riprendo a piangere a dirotto.
Affondo la mia testa nel cuscino e la lacrime cominciano a bagnare il tessuto tinteggiato di lillà.
Mai nella mia vita è capitato che io e mio padre litigassimo e questa è stata la prima volta in assoluto che ho alzato il tono nei suoi confronti.
Soffro per il nostro recente diverbio poco cordiale, ma al contempo una parte di me gioisce per essersi liberata dai massi che tormentavano il mio inconscio.
Mi sento tradita dal suo meschino comportamento e credo che mio padre avrebbe dovuto aspettarsi un mio sfogo.
Agguanto il telefono e cerco di chiamare Mathias, ma il suo cellulare è occupato.
Con chi starà parlando? Ma ignoro la mia domanda paranoica soffermandomi su quanto mi sbagliassi sulla perfezione del mio nucleo familiare.
Eppure si guarda i genitori come imponenti montagne incrollabili, ma alla fine sono anche loro essere umani ed essendo tali hanno il consenso di commettere alcuni errori, solo quelli perdonabili.
[SPAZIO AUTRICE]
Salve ragazze dopo il breve caos, ho postato un nuovo capitolo.
Mi sembrava giusto approfondire il rapporto tra Sofia e il padre, considerando che lei ha sofferto molto la sua assenza.
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pesante di questo capitolo. Voi andate d'accordo con entrambe i vostri genitori?
Vi aspetto più calorose e in tante per il prossimo aggiornamento. ❤❤ Vi avviso che ci sarà lui ad aspettarvi:
-LaVoceNarrante 💙💙
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