Chapter 27 Pt.1




La mamma si è preoccupata di raccattare la mia sim in ospedale; non ci impiego molto ad accendere lo smartphone, che emano un odore di nuovo, e a comporre il numero di Serena.

Lei in un batti baleno viene a prendermi con la sua Golf dal motore rombante. Mi precipito ad aprire la portiera e constato che sul volto di Serena sono presenti i segni del cuscino.

«Stavi dormendo, vero?» Domando travolta dai sensi di colpa. 

«Entra.» Risponde lei decisa. «Piuttosto dimmi cosa ti è successo.» 

Durante il tragitto che ci conduce a casa sua, le racconto l'intera discussione dei miei genitori e la mia decisione di abbandonarli a loro litigi, anche se in cuor mio so che la mamma ha avuto le sue buone ragioni per scagliarsi contro papà.

«Ah! Non lo dire a me... Gli adulti sono così noiosi. A volte rifletto e penso che anch'io un giorno dovrei diventare come loro e mi sale la nausea. La loro vita è così piatta.» Serena mi offre il suo conforto al termine della discussione. «Sono state delle settimane intense per te, cara amica mia. Che ne dici se andiamo a casa mia e ci vediamo un bel film insieme? Senza che nessuno ci disturbi. Tra parentesi, i miei hanno sloggiato. "Weekend di svago".» Fa lei virgolettando l'attività dei suoi genitori con una smorfia. 

«È un'ottima offerta. Accetto!» Le sorrido e fa anche lei lo stesso. 

Ho sempre pensato che la casa di Serena è vasta quanto vuota.

Spesso i suoi genitori partano per viaggetti di piacere e weekend vari e lei rimane sola. Un tempo aveva la compagnia di Molly, il suo cane e ora, nonostante abbia tentato di togliersi la vita, i suoi hanno ugualmente deciso di lasciarla sola. Forse confidano in lei un po' troppo.

Serena mi presta un pigiama con una grossa stella brillantata al centro. Io lo guardo riluttante poi lo indosso.

«Sei sexy lo stesso. Mathias andrà matto per il tuo look.» Fa lei altezzosa e avviandosi verso il piano inferiore. 

«Certo. Sono da lancio dei pomodori.» Le rispondo fiacca per poi accingermi a seguirla, prima lungo la scalinata in legno scuro poi nel soggiorno. 

«Sere... Non è che...» Tento di parlare mentre lei agguanta il telecomando e accende l'enorme schermo ricurvo d'ultima generazione.

«So già a cosa stai pensando...» Si accascia sull'invitante sofà ad angolo in pelle e di un carminio scuro.

Mi lancia un'occhiata in tralice mentre i colori accesi del televisore si riflettono sulle pareti opache. «Vuoi il numero di Mathias. Era prevedibile. Forza, amica siediti al mio fianco e cominciamo la ricerca del film perfetto nel catalogo di Netflix.»  Serena sprimaccia il divano intimandomi a prendere posto. 

«Da un po' di tempo ho adocchiato un film tratto dal romanzo di Nicholas Sparks: "La Scelta".» Propongo a Serena.

«Cercalo tu.» Mi porge il telecomando.«Sto cercando il numero di Mathias... Eccolo. Cara non adombrarti, c'è solo il suo messaggio.» Inalbera il tuo telefono e io ridacchio. 

«Anche se lo vedessi non ci crederei. Mathias non è il tuo tipo.» Rispondo cercando il film da me detto nella barra di ricerca di Netflix. 

«Sei gelosa, vero? Che pulcina amorosa. Nessuno te lo tocca il tuo cavaliere oscuro.» Serena mi dà di gomito per poi alzare le mani e fingere una falsa innocenza. 

«Gne, gne. Divertente. Un po' lo sono.» Confesso in soggezione. 

«Gelosa?» Mi domanda lei reprimendo una risatina. 

«Sì.» Mi volto verso di lei facendo il mogio, ma Serena scoppia in una risatina che finisce in lacrime.

Azioniamo il film e proprio come la risata di Serena, finiamo entrambe in lacrime.

Per tutta la visione abbiamo sgranocchiato M&M's e popcorn; il film è stato troppo intenso per poter badare alla quantità di schifezze che ingurgitavamo.

Abbiamo pianto insieme, come due cretine quando Gabbi, la protagonista, subisce un incidente; il finale ci ha riservato il lieto fine tanto sperato, ma abbiamo ugualmente pianto a dirotto stringendo inconsciamente i cuscini. 

«Non vedrò mai più un film romantico. Mai!» Dice Serena contrariata quando compaiono i titoli di coda. Io nel frattempo mi asciugo le lacrime che hanno reso il mio viso appiccicoso. 

«Mi sento sconquassata dentro.» 

«È un turbine di emozioni questo film.» Dico e nell'esatto momento in cui termino la frase, la mia mente elabora un tortuoso interrogativo che affligge l'umanità da decenni: esistono solo nei film i finali a lieto fine?

Da quando Mathias ha fatto il suo primo passo, è come se la mia mente si fosse soprelevata dalle altre e vedesse in qualche modo una dimensione che prima ignoravo.

Mi ha resa felice in uno di momenti più brutti della mia vita, anche se io non aspettavo altro da tempo.

Stiamo provando a stare insieme! Non avrei mai creduto che un giorno il mio desiderio assopito si avverasse. Mi ha spiazzata con quel suo sguardo intrinseco di verità nascosta, e lo stesso che riuscirei a distinguere da chilometri di distanza.

Vorrei gongolare, ma Serena mi prenderebbe per pazza. 

«Sere, forse è meglio che andiamo a dormire di sopra.» Annuncio, mentre lei cerca a tastoni altri fazzoletti. «Ti sei emozionata molto più di me.» La stuzzico prendendola in giro. 

«Dopo aver visto questo film ho dedotto che sono povera d'amore. Voglio anch'io un Travis. Dov'è?» Si domanda. 

«Beh... Tu hai Max.» Insinuo e Serena assume un'espressione seria. «Posso chiedertelo? È dalla festa di Giulia che non parliamo.»

Lei annuisce pescando il suo cellulare, ma il suo sguardo ora è colposo. 

«Cos'è successo con Lucas?» Domando curiosa.

Serena sospira per poi cominciare a parlare: «Ho bevuto troppo e mi sono ritrovata a ballare al fianco di Lucas. Allora mi son detta: "Questo qui è proprio un gran bel figo, ora ci provo". Lui è come se mi avesse letto nel pensiero e mi ha indicato con la testa la porta del bagno. Io, ubriaca fradicia, non ci ho pensato due volte e l'ho seguito. Max ci avrà visti allontanarci entrambi e avrà dedotto. Sono stata una stupida. Ma sentirmi legata a una persona mi affligge, non mi sento libera. Avrò un carattere schifoso, ma non posso farci nulla. Io questo momento sono io la disperata di turno. Tu hai trovato il tuo belloccio.» Mi lancia un'occhiata maldestra. 

«Smettila.» Le intimo. 

«Ti sottovalutavo. Mi sa che stai facendo molto più sano sesso di me in questo periodo.» Continua ridanciana.

La guardo indignata poi la sua risata mi contagia e ridiamo insieme fin quando non ci addormentiamo sul comodo e accogliente divano. 

***

La squillante sveglia di Serena suona alla buon'ora ed entrambe sobbalziamo di scatto con i visi gonfi di sonno e i capelli come percossi dall'elettricità.

«Somigli tanto a Medusa.» Mi incalza Serena strofinandosi un occhio e con una voce rauca. 

«Tu somigli a Marge dei Simpson appena sveglia.» Ribatto sbadigliando. Ho ricevuto un numero sconsiderato di chiamate dalla mamma, ma ero nel mondo dei sogni. «Mamma mi ha chiamato dieci volte.» Pronuncio. 

«Sì. Ha chiamato anche me. Le ho mandato un messaggio con scritto: "Margaret tua figlia e in mani sicure"» Anche appena sveglia Serena non perde il vizio di ironizzare ogni vicenda. 

«Mi ha ordinato di scendere. Non capisco perché mi abbia chiamata in continuazione.» Aggrotto le sopracciglia. 

«Almeno a te si interessa. La mia ha soltanto recitato quando volevo suicidarmi.  Non le sarebbe dispiaciuta se mi fossi buttata.» Dice Serena credule avviandosi verso la cucina. 

***

Facciamo colazione (fette biscottate e marmellate, con l'aggiunta di un bicchiere di latte), dopodiché Serena mi accompagna a casa.

Raccatto lo zaino, mi lavo in denti di chetichella e mi vesto. La mamma mi sente ugualmente e si presenta in vestaglia di fianco allo stipite della porta. 

«Tesoro...» Esordisce con un filo di voce. Non voglio voltarmi, ma lo faccio.

I suoi capelli sono sempre ordinati come il suo viso. Mi guarda addolorata affondando le mani nelle tasche profonde delle vesta blu cobalto in lino. 

«Mi sta aspettando Serena giù.» Prendo gli ultimi libri e li infilo nello zaino.

La mamma si avvicina come lo strascichio delle sue ciabatte dello stesso colore delle vestaglia. 

La timorosa luce del sole bagna la stanza resa fredda dal mio atteggiamento di sussiego.

«Ho perso le staffe, ma tu sapevi che prima o poi sarebbe dovuto succedere. Mi dispiace solo averti coinvolta e essermi rivolta a te in modo poco garbato.» Ho la schiena arcuata e avverto lo sguardo di mia madre su di me.

Fino a poco fa ero imbronciata nei suoi confronti, ma adesso non lo sono più. Mi sollevo e le cingo le braccia al collo senza avvisarla. «Ti voglio bene.» mormora.

«Anch'io.» Rispondo. 

«Ora avrei una cosa da dirti...» La mamma si discosta appoggiando le mani sulle mie spalle. 

«Dimmi.» Ha tutta la mia attenzione. Di cosa si tratterà?

«Ho scaricato da un po' di tempo Instagram. Mi offriresti qualche lezione di insegnamento?» Io la guardo e lei mi osserva speranzosa di una risposta positiva. 

«Me l'hai fatta. Pensavo fosse una questione importante.» Scuoto la testa poggiando una mano sulla fronte. 

«Beh... Imparare ad usare un social è una cosa importante oggi giorno.» Dice lei sobria. 

«So che non reggerò molto a lungo. Lo psicologo mi attende con ansia.»

«È un sì?» Si ostina lei, ma la pianto in asso sorpassando la soglia della stanza. 

«Sofia.» La voce della mamma arriva ai miei neuroni come un monito pronto per essere esposto.

Ha cambiato il timbro della voce in un secondo. Mi volto e capisco che quello di prima è stato un tentativo per fuorviare l'argomento scabroso. 

«Verrai oggi al suo funerale?» Mi domanda asettica.

Il suo sguardo traspira dolore e le sue labbra sono contratte.

Ricordo un discorso che io e la mamma abbiamo avuto tempo addietro; le avevo detto che ero contraria ai funerali e che vedere una bara non mi avrebbe aiutata a superare l'ipotetico lutto.

A distanza di poco tempo il lutto si è manifestato in tutta la sua crudeltà. Credo che la mamma sappia il mio pensiero a riguardo, ovvero che preferisco ricordare la nonna com'era e non immaginare il suo corpo sigillato in un sarcofago a causa di uno stupido rito pagano.

Non lo so.» Le rispondo combattuta dentro. Lei annuisce pensierosa per poi sventolare la sua mano.

***

Serena parcheggia la sua auto e insieme ci incamminiamo verso l'ingresso. Un profumo conosciuto si affianca sussurrandomi un buongiorno sensuale.

Io sobbalzo e quando mi volto i miei sensi si appacificano; Mathias mi sorride con lo zaino in spalla.

È maledettamente attraente e i miei nervi facciali si auto comandano decidendo di sorridere. 

«Sofy, io mi avvio in classe.» Noto che Serena non ha nemmeno salutato Mathias. È come se ci fosse dell'astio tra di loro, ma non mi soffermo ulteriormente. Lui mi sta osservando e nel quartier generale della mia mente è scattato il bottone AUTODIFESA ARROSSAMENTO. 

«Anche a prima mattina ti mordi le labbra?» Fa lui mentre la fiumana di ragazzi si dirada nelle rispettive classi. 

«È un meccanismo automatico.» Protesto irritandomi e il chiacchiericcio comincia a scemare. 

«Non si arrabbi principessa Sissy.» Mi prende in giro e mi irrito ancora di più.

Confessa che adori quando ti prende in giro. Serpeggia la vocina malefica. 

«Questo soprannome non mi piace.» Mi esprimo contraria. 

«Deve piacere a me, non a te.» D'improvviso si avvicina al mio orecchio.

Perché compie questi gesti improvvisi? Dovrebbe avvisarmi in modo tale che i miei sensi possano organizzarsi meglio. «Ieri non hai protestato.» Quella voce suadente mi manda in blackout in un secondo.

Mathias bacia la parte inferiore del mio collo e un fremito mi scuote. Questo sarebbe il bacio del buongiorno? È diverso da tutti gli altri ed è MERAVIGLIOSO.

«Andiamo in classe, altrimenti la prof. potrebbe metterci il ritardo.» Lui si incammina con il sorriso spiccato in volto e quella maliziosità che gli tinge le iridi.

Cerco di darmi una sistemata aggiustando una ciocca di capelli, poi lo seguo. Mi sofferma a guardare il suo sedere sodo e inevitabilmente mi ritorna alla mente il suo corpo nudo. 

«Non guardarmi il lato b.» Mi ammonisce. Da quanto possiede degli occhi dietro la nuca? 

«Stavo guardando avanti.» Rispondo disinteressata, ma lui poco prima della soglia d'ingresso, fa dietrofront e mi carpisce nella sua morsa. In un secondo mi ritrovo incatenata fra le sue braccia. 

«Sei perdonata per ieri. Ho troppo voglia di baciarti e non posso resistere.» Le sue labbra turgide sono ad un millimetro dalle mie e il suo fiato fresco si posa sulla mia fronte. 

«Anche se devi sempre esaudire quella famosa richiesta.» Il grigioverde oscuro mi scruta risucchiandomi ancora una volta tutti i pensieri. 

«E se non esaudirò la richiesta?» Mormoro stuzzicandolo. 

Brava Sofia! I miei insegnamenti sono stati proficui.

«Scatterà la penale.» Rintuzza lui inumidendosi le labbra.  Oh cielo, sta facendo sul serio? Cosa significa?

«Ragazzi, volete passare l'ora di matematica fuori. A me non dispiace.» La professoressa Valente interrompe il nostro momento intimo scorgendosi dalla classe.

Io imbarazzata entro a testa bassa in classe, mentre Mathias tronfio saluta la professoressa come se con fosse successo nulla. 

***

Max non si siede di fianco a Mathias e Giulia ci riserva a me e a Serena, uno sguardo carico d'odio; le abbiamo rovinato la festa del suo diciottesimo compleanno e credo che nell'ora seguente io le debba delle scuse.

La prof. comincia a spiegare un nuovo argomento: le derivate; Serena ci rinuncia dopo la prima chilometrica formula. 

«Giulia ci odia.» Sussurra mentre la professoressa Valente si inforca gli occhiali antiquati. Il suo pantalone è diventato bianco a causa del gesso, ma lei non sembra farci caso.

Mathias mi rivolge un'occhiata e d'improvviso sento il telefono squillare. 

È un numero sconosciuto. Principessa Sissy si è dimenticata di indossare la corona.

Butto lo sguardo verso di Mathias e lui sogghigna. Mi accingo a rispondere con le emoij del gesto medio e la sua risposta non tarda ad arrivare. 

Per essere una principessa è davvero scurrile. Mi manda in escandescenza. 

«Montanari vuoi passare l'intera lezione con il telefono? Perché se cosi fosse, puoi anche restare a casa la prossima volta.» La professoressa mi becca in flagrante di reato e in un attimo poso lo smarthpone scusandomi.

«Non connetti più quando lui ti manda i messaggini.» Mormora Serena senza distogliere l'attenzione dalla lavagna popolata da formule. 

«È la prima volta.» Ribatto burbera. 

La prof., con i suoi occhi porcini, avverte il vociferare e ci scruta senza però distinguere la sorgente.

Le due interminabili ore di matematica finiscono e d'improvviso Serena e Max escano fuori per parlare. Colgo l'occasione per avvicinarmi a Giulia. 

«Ciao.» La saluto timorosa. Lei risponde a stento squadrandomi dalla testa ai piedi. 

«Volevo dirti che... Mi d-dispiace per la tua festa.» 

Lo sguardo di Giulie è colmo di rancore. «Ormai la mia festa è andata, perché tu dovevi fare la puttanella con Mathias. Menomale non era il tuo tipo. Sei proprio un'ipocrita.» Stralunata dalla sue parole mi prendo un paio di minuti per assimilare le accuse ed elaborare una risposta valida. 

«Come ti permetti?» Le domando sdegnata. 

«Che faccia tosta!» Ride poi si rivolge alle classe intera. «Ragazze è stata lei che mi ha rovinato la festa. Era nel bagno a scoparsi Mathias.» Giulia indica Mathias.

La mia rabbia cresce e quando sto sul punto di rispondere lui prende le mie difese. «Non stavamo facendo sesso.» Ribatte stentoreo e pacato.

Tutti i ragazzi osservano il proseguire della discussione come quando succede un'incidente e i passanti si incantano a guardare senza intervenire.

Mathias ha preso le mie difese? Credo di essere sul pianeta sbagliato. 

«Comunque lei e l'amica puttanella-» Ma Giulia viene interrotta dall'uragano Serena. 

«Puttanella a chi? Razza di Polifemo a due occhi.» Giulia si ritrae colta di sorpresa, ma un attimo dopo incalza la dose.

Max compare alle spalle di Serena e osserva la situazione infastidito; Mathias invece è calmo e non si scompone.

Come fa? La verità è che la nomea ricade sempre sulle ragazze e ora tutti sapranno che alla festa di Giulia mi sono imboscata con Mathias.

Sento la forza dell'ira che scalpita per poter uscire; le do il libero arbitrio. 

«Voi avete rovinato la mia festa-» Ma interrompo veemente Giulia.

«Io sarei ipocrita e puttanella? Ti rispolvero la memoria. Alla festa organizzata a casa di Serena ti stavi baciando con un ragazzo e ti si vedeva tutto il perizoma che equivaleva ad un mutandone di tua nonna. Mi ha fatto voltare lo stomaco, ma io non ho mai pensato che tu fossi una puttana, perché solo le donne possono capire cosa significhi portarsi sulle spalle questo nome. E guardo caso chi mi ha chiamata puttana? Tu! La stessa persone che si faceva toccare le parti intime davanti a tutti. Credo l'ipocrita sia tu e non io.» Mi spolmono sbalordendomi della mia tenacia a tenere testa in un dibattito, ma Giulia mi prenda alla sprovvista, e come un cinghiale in fuga, si lancia contro di me.

Serro gli occhi incapace di reagire, ma quando li riapro, Giulia si dimena come un pesce catturato.

Mathias le impedisce di muoversi e con la testa mi intima di uscire dall'aula.

Serena rimane sbigottita dalla trivialità di Giulia, mentre Max aiuta Mathias a placare l'ira di Giulia. Mi reco fuori dalla classe.

«Credo che aveva intenzione di mangiarti.» Dice Serena alle mia spalle ridendo, ma io non sono affatto divertita. «Sofy, non puoi prendertela. Sai quanto volte mi hanno chiamata puttana?» 

«Io non sono abituata.» Sbotto isterica con la giugulare che si gonfia. Mi passo una mano nei capelli mentre le urla di Giulia echeggiano dall'aula. 

«Hai risposto a dovere. Credevo che ti saresti astenuta e invece l'hai fatta imbestialire come un rinoceronte.» Si congratula Serena.

Mi affaccio alla finestra de corridoio dove intravedo la bandiera tricolore oscillare. Una brezza di vento sferza il mio viso e Serena mi si affianca. 

«Sofy, non devi darle retta. È gelosa. Perché tu hai un Mathias e lei no.» Mi consola Serena. «Non oso immaginare se riusciva a colpirti.  Ti avrebbe investita e fatta diventare come un panino del McDonald's.» Ride e strozzo anch'io una risata. 

Mathias mi ha difesa, evitando il peggio.

Ho avvertito un senso di protezione avvilupparmi e uno scudo impenetrabile che non consentiva a nessuno di farmi del male. Forse ho capito come  dimostra i suoi sentimenti: agendo e giorno dopo giorno lo sto imparando a conoscere, perché è questo che voglio fare: sapere tutto di lui.

[SPAZIO AUTRICE]

Ragazze credo che queste sarà la prima parte del capitolo 27. La seconda arriverà domani. 😘😘

Mi farebbe piacere sapere il vostro giudizio a caldo sul capitolo.

Inoltre volevo abbracciarvi virtualmente tutti poiché la storia ha superato le 50 000 visualizzazioni. Io davvero non ho idea di come ringraziarvi. Grazie, siete davvero speciali. Tutti. Vi voglio bene. ❤❤❤❤❤

-LaVoceNarrante 💙

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