ERIKA
Sentii il campanello suonare e scattai a sedere sul letto.
- Vado io! - urlai dal piano di sopra spalancando la porta della mia camera.
Stavo aspettando Carolina da mezz'ora, perché dovevamo fare una cosa importante e di vitale importanza.
Mi misi a correre per le scale prima che la nostra badante aprisse al posto mio.
Non volevo che qualcuno scoprisse che cosa mi aveva portato la mia amica.
Sfrecciai davanti alla donna delle pulizie
- Vado io! - esclamai - È per me! -
Spalancai la porta e l'aprii senza chiedere chi era, convinta di sapere chi c'era dietro.
Rimasi pietrificata davanti al profilo dell'uomo che si stagliò contro la porta: il signor Krov', con il suo sguardo pacato e il volto senza età.
Quando mi vide sorrise.
- Erika, giusto? - mi chiese.
Annuii.
- Emh...salve! - salutai ricordando le buone maniere.
- Non aspettavi me, dietro la porta, immagino - mi disse
- No, infatti...ma, entri pure, è il benvenuto -
Mi spostai e lo feci entrare.
L'uomo si guardò intorno per un po', osservando l'entrata di casa e la scalinata.
Avevo avuto modo di parlare e conoscere la moglie, ma lui...sembrava tutta un'altra cosa.
Se la signora Krov' mi aveva dato la sensazione di non essere umana, suo marito sembrava un uomo di altri tempi e gli anni non sembravano nemmeno sfiorarlo.
- Tuo padre è in casa? - mi chiese.
Grazie la cielo non usava il voi, con me.
Forse perché ero coetanea di suo figlio e gli dava una strana sensazione rivolgersi a me in maniera formale.
- Si, dovrebbe essere nel suo studio, vi accompagno - dissi incamminandomi.
- Grazie - mi rispose.
I suoi passi, dietro di me, non facevano alcun rumore e la cosa mi metteva i brividi.
Chissà chi era realmente quell'uomo.
Bussai alla porta dello studio di mio padre.
- Chi è? - chiese dopo una manciata di minuti.
Aprii poco la porta e feci capolino con la testa.
Mio padre era seduto sulla sua poltrona di pelle reclinabile e stava studiando dei fogli.
- Papà, c'è il signor Krov' che vuole vederti - dissi.
Sollevò la testa di scatto e sgranò gli occhi.
- Zachary Krov'? - mi chiese scioccato.
Annuii e mi spostai per aprire la porta e far entrare il nostro ospite.
- Signor Gilbert - lo salutò il signor Krov' entrando.
Mio padre si alzò rimanendo rigido, si avvicinò tremante.
Ancora non riuscivo a credere che esistesse qualcuno che terrorizzasse mio padre!
Il nostro ospite fece una smorfia e qualcosa mi disse che stava cercando di trattenere una risata.
A prima vista sembrava tutto rigido e incuteva timore, ma secondo me, sotto sotto era tutta un'altra persona.
Papà gli strinse la mano e deglutí.
- Si accomodi. A cosa devo questa visita? - chiese mio padre.
- Dobbiamo parlare di...affari... Senatore - disse gettandomi un'occhiata.
Papà annuì.
- Bene, Erika grazie per aver accompagnato il signor Krov', va pure -
- D'accordo - risposi e uscii.
Mi poggiai con l'orecchio alla porta per sentire la conversazione.
Avevo avuto l'impressione che, qualunque cosa stessero dicendo, mi riguardava ma non volessero coinvolgermi.
Stavo cercando di capire quando il suono del campanello mi distrasse.
Rimasi incollata alla porta, comunque.
Non capivo granché, solo pezzi della conversazione. Sentii qualcosa riguardante Zayn e...famiglia?
- Erika che stai facendo? - mi chiese una voce alle mie spalle.
Saltai su di scatto e mi voltai: Carolina mi guardava confusa.
La presi per le spalle e la trascinai lontano dallo studio di mio padre, casomai ci avessero sentito da dentro e la portai via; corsi su per le scale a perdifiato e mi fermai solo quando fummo dentro la mia camera con la porta sigillata.
- Che stai facendo? Si può sapere? - mi chiese la mia amica cercando di riprendere fiato.
- C'è il signor Krov' - dissi poggiando le mani sulle ginocchia - Deve parlare di "affari" con mio padre -
Misi le virgolette nella parola affari di proposito.
- Be', tuo padre è un Senatore e... -
- Anche il tuo - risposi interrompendola - E non è venuto da te -
Carolina sollevò le spalle e si sedette sul mio letto.
Mi guardava come se fossi impazzita, ma come dargli torto?
Però...mio padre mi aveva chiesto gentilmente di uscire e aveva notato la mia presenza. Quindi, per me, c'era qualcosa di strano.
- E com'è da vicino? Bello come il figlio? - mi chiese la mia amica.
- Cosa? L'hai detto sul serio? -
Lei sollevò le spalle con aria innocente e io alzai gli occhi al cielo.
Forse era vero, ero solo paranoica!
***
- Il Signor Krov' ci ha inviato a cena a casa sua, sabato - comunicò mio padre mentre stavamo cenando.
- Zachary Krov'? - chiese mia madre con troppo entusiasmo.
Volevo fargli notare che il signor Krov' era troppo giovane per lei.
Mio padre annuì.
Al contrario di mamma non era così eccitato, chissà di cosa avevano parlato nel suo studio, quel pomeriggio.
- Ed è venuto fino a qui per invitarci a casa sua? - chiesi scettica.
Papà evitò il mio sguardo e si concentrò sul suo piatto.
- Più o meno... è venuto a farmi una proposta - disse vago.
Col cavolo!
Lui temeva Zachary Krov', non avrebbe accettato così facilmente!
O forse sì?
I miei genitori mettevano denaro e potere prima di tutto.
- Che proposta caro? - chiese mia madre.
- Avrò il suo completo appoggio per le prossime elezioni - rivelò.
- Ma è una cosa fantastica! -
- Si, certo - borbottò lui lanciandomi un'occhiata di sfuggita.
Gli aveva chiesto qualcosa in cambio, ne ero sicura.
Non avrebbe dovuto essere così giù di corda per un'opportunità simile.
- Be', che c'è? - chiese mamma vendendolo in quello stato.
- Ecco...Erika puoi lasciarci soli? - mi chiese mio padre.
Lo guardai stranita, mi stava nascondendo qualcosa, qualcosa che riguardava me!
- Per favore -
Mi alzai dal tavolo di scatto.
Mio padre non mi aveva mai chiesto per favore.
Feci per farglielo notare ma dopo un'occhiata ad entrambi decisi di andarmene in camera mia senza cenare.
***
Mi rigiravo nel letto con gli occhi chiusi, ma senza riuscire a prendere sonno.
Volevo sapere!
La curiosità era sempre stato un problema per me.
Dovevo sapere e non avevo intenzione di aspettare fino a sabato.
Non avrei trovato pace fino ad allora.
Dovevo trovare un modo per far parlare mio padre.
Mi girai per l'ennesima volta, provando ad addormentarmi e fu allora che qualcuno mi mise una mano sulla bocca.
Spalancai gli occhi spaventata e provai a muovermi, a difendermi...
Ma il mio aggressore non si spostò di un millimetro.
- Fa silenzio, Erika - disse una voce profonda e maschile - Non voglio che qualcuno ci scopra -
Angolo me:
Eccoci con un nuovo capitolo!
Secondo voi che cosa gli ha chiesto Zachary al padre di Erika?
E, soprattutto, chi sarà il misterioso aggressore?
Via con le vostre teorie!
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