Capitolo 31
ERIKA
Mi svegliai in un letto comodo e dalle lenzuola fresche.
Sotto l'orecchio sentivo un battito regolare e aprii gli occhi.
Alzai lo sguardo puntando sul viso addormentato e rilassato di Zayn.
Un leggero sorriso gli increspava le labbra.
Mi strofinai sul suo petto nudo e sospirai.
Non riuscivo ancora a credere a quello che avevamo fatto. Altro che quello che era successo sull'aereo!
Quello che avevamo fatto in camera era tutta un'altra cosa accidenti!
Non riuscivo ancora a credere che ero riuscita a convincerlo a venire al letto con me.
E, diavolo! Il ragazzo ci sapeva fare.
Mi morsi il labbro ripensando a cosa aveva fatto lui quando stava per arrivare al limite: mi aveva morso la spalla e il collo mentre il suo corpo era scosso dai tremori dell'orgasmo.
Mi portai una mano al collo dove sapevo che aveva affondato i denti. E toccai i due buchi che mi aveva lasciato.
Era stato strano ma incredibilmente piacevole.
Sussultai quando sentii una mano fare su e giù lungo la mia schiena.
- Hai intenzione di fissarmi ancora per molto? - chiese Zayn con voce roca.
- Scusa - feci mettendo le mani sul suo petto e poggiando il mento sopra.
- Non mi dispiace -
Sorrisi e mi accomodai meglio sul suo corpo scultoreo.
Zayn intrecciò le gambe alle mie e trattenni una risata.
- Davvero? - chiesi guardandolo di sottecchi.
Lui annuì.
- È colpa tua che ti stringi così a me - mi accusò.
Risi ancora e lui mi guardò male. Poi allungò la mano libera e si avvicinò pericolosamente al mio seno.
***
- Stai bene? - mi chiese Alexa quando ci ritrovammo da sole nelle terme.
La sua pancia cominciava ad arrotondarsi ma lei sembrava non farci troppo caso.
Annuii senza incrociare il suo sguardo. Non me la sentivo proprio di farle sapere che cosa avevamo fatto io e suo figlio il giorno prima e durante tutta la notte precedente.
Sarebbe stato imbarazzante.
Peccato però che Zayn si era divertito a lasciarmi morsi e succhiotti ovunque ed ero piuttosto sicura che Alexa li aveva visti e aveva fatto finta di nulla.
- Allora...avete parlato del matrimonio o di quando volete farlo? - mi chiese.
- No ancora no - dissi.
Era impossibile parlarne con Zayn visto che aveva voglia di fare tutt'altro con quella bocca.
- Ti sta bene? - mi chiese ad un certo punto.
La guardai confusa.
- Cosa? -
- Si insomma...ti fai mordere e lasciare segni viola ovunque - disse - Non per dire nulla, anche Zachary ha questo problema ma io lo tengo al guinzaglio ma tu...non sei me quindi chiedevo -
- Non mi costringe - esclamai subito.
Il mio primo pensiero era che se pensavano questo di Zayn lui si sarebbe beccato qualche bella punizione.
Era da tanto che non accadeva ma ricordavo bene come funzionava all'inizio.
- Mai detto questo - mi rispose Alexa - Ma so che mio figlio sa essere persuasivo -
- Credo di esserlo più io - ammisi - Mi basta aprire la bocca per farlo obbedire -
Alexa ridacchiò e si sistemò meglio l'asciugamano sul corpo.
- Non ne dubito -
Non parlammo più e ci rilassammo semplicemente. Ne avevo bisogno ma anche e soprattutto Alexa.
Non sembrava stanca ma chi lo sa?
La gravidanza per i vampiri era diversa o come gli umani?
Non era incinta da molto eppure c'era già una bella protuberanza sulla pancia.
- Quanto dura? - chiesi a quel punto.
- Cosa? -
- La gravidanza per i vampiri? -
- Sei mesi. Per una donna umana è rischioso, potrebbe essergli fatale - spiegò - Io ho rischiato molto quando ho partorito Zayn ed ero una mezza vampira. Per farmi sopravvivere Zachary ha dovuto trasformarmi -
Oh, be' questa non me l' aspettavo proprio!
Quindi io un giorno avrei dovuto dare degli eredi a Zayn e in quel caso?
Però Zachary mi aveva detto che mi avrebbe trasformata perché i vampiri non potevano sposarsi con gli umani ne prenderne il sangue.
Alexa ridacchiò.
- Sta tranquilla, non devi dare nessun erede a mio figlio non immediatamente almeno - mi disse.
- S...si lo so - dissi.
Lei mi sorrise.
- Comunque credo che sia femmina - disse.
- Mh...cosa? - chiesi confusa.
Si toccò la pancia e chiuse gli occhi.
- Credo che sarà una bellissima bambina -
***
ZAYN
Sbadigliai e mio padre mi guardò accigliato.
- Che c'è? - chiesi - Non eravamo venuti per rilassarci? Sei più teso di prima -
Papà si portò le dita alla radice del naso.
Era buttato su una poltrona in salotto, un caffè davanti e se ne stava in pantaloncini e cannottiera. Mi aveva chiesto di raggiungerlo perché doveva parlarmi e di solito, quando faceva così, non era mai buon segno.
- Devo dirti una cosa - esordì.
- Non l'avevo capito guarda - dissi ironico.
Lui mi fulminò.
- Riguarda Erika -
A quel punto mi misi sull'attenti.
Tutto ciò che riguardava la mia fidanzata era di vitale importanza per me.
Mio padre sorrise quando si accorse che aveva ottenuto la mia completa attenzione.
Il problema con il re dei vampiri però era solo uno: lui non girava intorno alle cose, lui non ti preparava a quello che stava per dirti, era diretto e basta, senza mezzi termini.
- Erika discende dai vampiri, da parte di suo padre - disse - Ora pensaci tu a dirglielo insomma -
Rimasi pietrificato.
Cosa?
Io avevo passato le peggio cose per tenerla lontana dal mio mondo. Per cercare di rispettare quello che mi veniva imposto, per non bere il suo sangue perché era umana ed era vietato, per non prendermi la sua verginità perché pensavo di farla del male, per non parlare che non dovevo farlo!
Non che qualcosa mi aveva impedito di fare tutto quello sopra elencato però...che cavolo!
Avevo patito le peggio cose per l'imprinting!
E ora mio padre se ne usciva così?
- Da quando lo sai? - chiesi a quel punto.
Non volevo essere scortese e impaziente ma se mi avesse detto che lo sapeva da sempre me ne infischiavo altamente che era mio padre e il re dei vampiri, gli avrei tirato un bel pugno in faccia.
- Dalla festa di fidanzamento - disse.
Mi rilassai leggermente.
- E adesso? - chiesi allora.
Era normale che le cose sarebbero cambiate da adesso in poi.
- Adesso voglio solo godermi la vacanza e basta. Erika deve saperlo ma decideremo come muoverci solo una volta tornati a casa - mi rispose.
- E ad Erika devo dirlo io? - chiesi conoscendo già la risposta.
Lui annuì.
- Quella ragazza è una tua responsabilità - rimarcò.
Se ne lavava le mani lui!
- Guarda il lato positivo - disse - Almeno sappiamo perché hai avuto l'imprinting con lei -
Be', su questo non potevo dargli torto.
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