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CAPITOLO 9
Martin
"Va bene papà. Di cosa dobbiamo parlare?" Dice Jorge, un po' preoccupato.
«Se solo sapesse quanto lo sono io in questo momento.»
Penso fra me e me.
"Dobbiamo parlare di te, ti devo raccontare della tua famiglia, ti risponderò alla domanda che mi hai posto l'altro giorno."
Replico, con molta tranquillità mentre lo guardo negli occhi. Ho paura, ma devo farmi coraggio.
"Non devi dirmelo per forza solo perché ci sono rimasto male."
Afferma mio figlio, alzando un po' il tono della voce.
Io lo guardo male e subito capisce, dopodiché inizio a parlare: "No tranquillo, anzi, è stato proprio da quel giorno che ho capito che è arrivata l'ora di rivelarti la verità."
Sussurro, passandomi una mano tra i capelli.
"Va bene."
Afferma in modo molto titubante. Sembra quasi che tutta la curiosità che aveva qualche giorno fa è scomparsa.
«Non so davvero come iniziare il discorso, non voglio che soffra.»
Penso, ponderando bene le parole nella mia mente.
"Jorge, come ben sai, non hai né una madre, né dei fratelli."
Comincio, prendendo un gran respiro. Non so come continuare, dirgli queste parole mi fa veramente male, ma devo essere forte per lui.
"Perché? Perché non sono come tutti gli altri bambini?"
Chiede, molto nervosamente e con le lacrime agli occhi.
«Vederlo in quelle condizioni mi fa stare male. Non vorrei mai far soffrire mio figlio, voglio essere la sua ancora, la sua forza.»
Penso convinto di me, mentre il mio cuore si spezza ad ogni lacrima che vedo scendere dal visino paffutello del mio piccolo.
"Quello che sto per dirti non so se cambierà le cose tra di noi o le migliorerà, però è arrivato il momento che tu sappia la verità. Voglio che tu sappia che nonostante tutto quello che sto per dirti, io ti voglio un gran bene e sarà così per sempre, niente mi farà mai cambiare idea su questo. Io... io... non sono il tuo padre biologico."
Affermo molto tristemente, mentre le lacrime rigano le sue guance.
Non risponde. Sussurra solo qualcosa di incomprensibile, mentre si asciuga in fretta le lacrime.
"Ehm... un giorno mentre tornavo a casa passai da un vicolo buio e lì sentii uno strano suono proveniente da uno scatolone."
Dico, rivivendo di nuovo quel momento nei miei pensieri.
"E cosa c'era in quello scatolone? Non riesco a capire cosa c'entro io in tutto questo."
Dice il bambino davanti a me, mentre noto il suo viso inondato dalle lacrime e il suo labbro tremare.
«Sta davvero tanto male, non ho il coraggio di dirgli che c'era lui dentro. Come posso fare ora? Avrà già capito? Non riesco a vederlo in questo stato, ma ormai sarebbe inutile tirarmi indietro.»
Penso fra me e me, mentre mi avvicino a lui prendo un fazzoletto dal pacchetto, situato sul suo comodino e gli asciugo il faccino.
"Sentendo quel rumore provenire dallo scatolone mi sono avvicinato per vedere cosa ci fosse dentro..."
Mi fermo cercando di trovare le parole adatte, ma Jorge subito dice in modo brusco e molto sicuro di sé: "Continua."
«Sono arrivato alla parte più difficile.»
Penso, ma Jorge mi guarda con gli occhi speranzosi aspettando me che continuo.
"Dentro c'era un bambino neonato che era stato abbandonato."
Affermo, nel modo più dolce possibile.
"E chi era questo bambino? Lo hai mai scoperto?"
Mi chiede, tirando sù col naso.
«Nei suoi occhi noto la paura, vedo la speranza, vedo le lacrime che continuano a rigargli il viso, è perso, non so proprio come potrà prendere tutto questo.»
Penso mentre anche i miei occhi diventano lucidi, ma devo nascondere le mie emozioni, non posso assolutamente farlo preoccupare ancora di più, devo mostrarmi sicuro e non fargli pensare a nient'altro di negativo.
Spazio autrice:
Ciao a tutti 🤗
Ecco che la verità sta venendo fuori!
Come andrà a finire la conversazione tra Jorge e Martin?
Come rimarrà il rapporto tra i due?
Siete curiosi di saperlo?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, sarei molto felice di sapere le vostre opinioni.
Grazie ancora a tutti!
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