6.

CAPITOLO 6

Jorge

Mi alzo stropicciandomi gli occhi. Stamattina mi sono svegliato più tardi degli altri giorni, ma ieri sera non sono riuscito ad addormentarmi presto.

Decido di dirigermi da mio padre, così mi vesto e, dopo pochi minuti, mi incammino da lui.

Percorro il lungo corridoio fino ad arrivare alla parte esterna della nave.

Vedo la sua figura in lontananza, mi avvicino e gli dico: "Buongiorno papà!"
Poi gli do un bacio sulla guancia.

Lui mi risponde, ma lo noto da come parla che fa molta attenzione a quello che dice e fa. Sembra che sta provando a trovare un modo per non tornare al discorso di ieri. Parla in continuazione per non farmi fare nessuna domanda.

Provo a prendere la parola e sperando in una risposta positiva gli domando: "Posso stare qui con te? Così posso aiutarti, che ne dici?".

Inizia a sorridermi, ma si vede che è forzato e, dopo un paio di secondi, prende la parola: "Mi dispiace molto che non possiamo stare insieme, ma devo lavorare. Però puoi andare da Alexander, mi ha detto di riferirti che ha bisogno di aiuto con una nuova torta. Vuole sapere un tuo parere sia sul gusto che sull'aspetto. Poi hai bisogno anche di divertirti e stare in compagnia dei tuoi amici. Prima ti stavano proprio cercando per poter giocare tutti insieme."
Risponde, dandomi un caloroso abbraccio.

Ricambio l'abbraccio e subito dopo inizio a parlare: "Va bene grazie papà. Passo prima dai miei amici e poi vado ad aiutare Alexander. A dopo."
Sussurro, entrando.

Martin

Stamattina sono molto teso e quando ho visto arrivare la figura di mio figlio, sono iniziato ad andare in confusione, in panico, non so come devo comportarmi.

Alla fine mi sono comportato nel modo peggiore che poteva esserci. Mi sono relazionato a lui in modo freddo e distaccato e Jorge sembra aver percepito qualcosa. Qualcuno potrebbe dire: "È un bambino, queste sono solo tue fissazioni." Ma, io so che non è così.

Sicuramente ha avuto l'impressione che non ho voluto farlo stare in mia compagnia e da una parte è così. Devo capire cosa è meglio fare.

Non mi è mai successo di mandarlo da qualche altra parte, cerco sempre di trascorrere tutto il tempo possibile con lui, naturalmente però, non l'ho mai privato di stare a contatto con i suoi amici.

Cerco di essere il più naturale possibile e di non far notare la mia tensione, così mentre parlo cerco qualcosa da fare in modo da non doverlo guardare troppo negli occhi, per fargli capire qualcosa.

Quando Jorge se ne va tiro un sospiro di sollievo.

Jorge

Ieri sulla nave sono saliti due nuovi bambini e ho fatto subito amicizia con loro; uno si chiama Erik e l'altro Nicolas.

Il primo ha otto anni come me e di statura siamo molto simili. Anzi, non solo, anche lui ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. Fisicamente ci assomigliamo molto, mentre caratterialmente un po' meno. A differenza mia lui ha un carattere più chiuso. Non parla molto, è abbastanza taciturno. Io, invece, sono molto chiacchierone, forse questo mio lato è dovuto anche al fatto che sto sempre a contatto con altre persone e quindi bisogna essere aperti e cordiali con tutti i passeggeri che alloggiano qui. Il più piccolo di noi due è Nicolas, infatti, ha solo cinque anni. Lui, invece, ha i capelli castani e gli occhi del medesimo colore. Inoltre, è molto estroverso e anche lui come me tende a fare subito amicizia.

La mattina vola via grazie alla loro compagnia. Abbiamo giocato in prua, all'aria aperta, divertendoci a nasconderci nei posti più improbabili. Vedono la nostra felicità si sono aggiunti a noi altri bambini. È stata una bella giornata di sole, ci siamo svagati molto e per un po' ho dimenticato il viso triste di mio padre.

Dopo un'ora abbondante di puro divertimento, saluto i miei amici e raggiungo Alexander in cucina.

Non vedo l'ora di mettermi a lavorare e soprattutto di scoprire e provare la sua nuova torta. Mi ha già detto gli ingredienti, sarà con la Nutella ed io la amo, quindi sarà sicuramente buonissima. Anche se, qualsiasi cosa prepara Alexander sono sempre sicurissimo che mi piaccia, è uno chef davvero molto bravo e spero che un giorno anche io potrò diventare come lui.

"Bisogna sempre fare dei propri sogni una realtà!
Solo chi è in grado di sognare saprà immaginare il proprio futuro!"

Alexander

In lontananza scorgo la figura di Jorge farsi sempre più vicina. Sul mio viso prende possesso un enorme sorriso. La sua compagnia mi fa davvero divertire e sentirmi più leggero.

Poi, vedendo la passione che ci mette nell'imparare il mestiere mi rende sempre più orgoglioso di lui.

Ormai oscilla tra voler fare il marinaio e lo chef anche se credo che è più incline a quest'ultimo. Non lo dico per vantarmene, ma si vede dal luccichio nei suoi occhi la voglia di mettersi in gioco e imparare.

Nemmeno il fatto che non arriva ancora completamente ai banconi riesce a fermarlo e io sono sempre più contento di avere un piccolo chef come aiutante.

Mentre stiamo lavorando mi ritornano in mente le parole del mio amico e mi domando: "Chissà se ha deciso di raccontargli tutta la verità?"

A distrarmi dai miei pensieri è la notifica di un messaggio sul mio cellulare. È proprio di quest'ultimo. Fisso lo schermo per un po' e ho la certezza che ho visto bene.

"Alexander, ho deciso cosa fare con Jorge!"

«Ma cosa avrà deciso? Vorrà dirgli tutta la verità oppure farà finta di niente?»

Provo a chiederglielo, ma niente, nessuna risposta!

Spazio autrice:
Ciao a tutti 🤗
Riuscirà Martin a dire tutta la verità a Jorge?
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Volevo cogliere l'occasione per ringraziare ancora tutti. "Il bambino della nave" ha superato le 400 visualizzazioni e per me è davvero un grandissimo traguardo visto che pensavo di non arrivare nemmeno a 50.
Devo anche ringraziare la mia amica Maria Cristina che mi ha incoraggiato nel pubblicare il libro, se non fosse stato per lei non l'avrei mai fatto.
Grazie a tutte le persone che mi stanno vicine e che mi aiutano per la crescita del libro.
Grazie ancora a tutti!

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