33.
CAPITOLO 33
Martin
Siamo seduti nel posto di Hope.
È molto tranquillo, trasmette serenità e devo dire che aveva proprio ragione, è la parte più bella del parco.
Tra noi c'è un po' di tensione, si sente, proprio per questo decido che per questa volta devo essere io il primo a parlare: "Sai, io non sono un tipo che sta sulla terra ferma, sono sempre a bordo della mia amata nave, per me il mare è la mia casa. Però tutto cambiò quando un giorno, trovandomi sulla terra ferma, camminavo fra i veicoli e udii un suono. Mi avvicinai sempre di più a questo e poco alla volta capii che era un pianto e che proveniva da uno scatolone. Lo aprii e vidi dentro un piccolo neonato. Inizialmente avevo davvero molta paura perché pensavo di non riuscire a badare a un bambino e non volevo togliere niente alla sua vita, sapendo che doveva viverla con me a bordo della nave. Però, capii che non potevo lasciarlo lì da solo visto che quando lo presi in braccio smise di piangere."
Mi fermo perché vedo Hope piangere e poco dopo continuo di nuovo: "Sai, per me è stata un'esperienza del tutto nuova, ma se dovessi tornare indietro la rifarei un milione di volte. Devo ammetterlo, alcuni momenti sono stati molto difficili per me e per fortuna ci sono stati gli altri ad aiutarmi. Vuoi sapere qual è stato il momento più brutto di tutti?"
Lei, sempre con le lacrime agli occhi, acconsente.
"Il momento più brutto e il più difficile è stato quando ha scoperto che io non ero il padre biologico, e non è successo molto tempo fa."
Hope mi interrompe subito chiedendo: "Come ha fatto a scoprirlo?".
"Io ogni sera, quando Jorge va a dormire, vado a rimboccargli le coperte e gli racconto ogni volta una storia. Quella sera era il turno della storia, intitolata: "La famiglia Matterelli". Da lì iniziarono le domande del tipo: "Perché io non ho una mamma, dei fratelli o delle sorelle?". Iniziò persino a dubitare di me, credendo avessi fatto qualcosa alla sua mamma, infatti, per molti giorni non ci siamo parlati. Poi per fortuna ha capito quanto lui sia importante per me e tutto è tornato come prima."
Rispondo anche io con le lacrime agli occhi; ormai non potrei più vivere senza il mio piccolo, e pensare che ero sul punto di perderlo mi rende davvero molto triste.
"Martin, ora tocca a me parlare, per favore ascoltami e non giudicarmi" afferma piangendo.
"Certo, dimmi pure" rispondo in modo sicuro ma allo stesso tempo preoccupato.
"Innanzitutto ti chiedo scusa per come è venuto a saperlo Jorge, sono una cretina, dovevo pensarci prima che poteva essere lì."
La interrompo subito dicendo: "Hope, di questo ne abbiamo già parlato, tranquilla. Jorge sembra aver capito. Dimmi, cosa volevi dirmi?".
"Sì, scusami. Io non volevo, te lo giuro, non volevo. Io sono la madre biologica di Jorge e Josh. Ora tu ti chiederai quale persona orribile abbandona un figlio e l'altro lo tiene. So che non ci sono spiegazioni per quello che ho fatto, però credo che tu debba sapere tutta la verità."
Si ferma un attimo per asciugarsi le lacrime, poi continua: "Sai, io sono stata violentata, sono stata vittima di violenze sessuali e Josh e Jorge sono frutto di questa violenza. Io ho deciso di portare avanti la gravidanza perché non riuscivo a spezzare la vita di due piccole anime innocenti. Però, nel momento in cui sono nati, nonostante la loro bellezza, non riuscivo a vederli come una mamma deve vedere i propri figli."
Si ferma di nuovo scoppiando a piangere, allora io mi avvicino a lei, abbracciandola, facendole capire che le sono vicino e che non potrò mai giudicarla per un gesto di un uomo così schifoso. Sì schifoso, ed è pure poco.
Sentendomi vicino continua a parlare: "Io credevo di amarlo e me ne sono andata di casa molto giovane. Pensavo mi amasse anche lui, ma invece mi sbagliavo di grosso. Ogni giorno la situazione peggiorava sempre di più. Mi proibiva di fare tutto, ogni cosa. Non potevo più truccarmi, mettermi abiti, vestiti aderenti, niente, l'unica cosa concessa a suo detto erano: "I vestiti a sacco". Quei vestiti larghissimi che non fanno intravedere niente del tuo fisico. All'inizio ho pensato fosse gelosia ed ero felice che un uomo fosse geloso di me, però poi ho capito che non lo era."
Si blocca di nuovo, io non so cosa dire, così la stringo sempre più forte a me, accarezzandole i capelli e asciugandole le lacrime. Lei sembra sentirsi protetta, così ricomincia a parlare: "La situazione è peggiorata moltissimo sai quando?".
Faccio cenno di no con la testa in modo molto dispiaciuto.
"È peggiorata quando ho scoperto di essere incinta."
Spazio autrice:
Ciao a tutti 🤗
La verità è venuta fuori!
Siete curiosi di sapere altro?
Vi è piaciuto questo capitolo?
Vi ha emozionato?
Cosa ne pensate della situazione di Hope?
Sono molto curiosa di sapere ciò che pensate!
Grazie ancora a tutti!
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