Strane congruenze (Parte V)
[Mi ha fissato in modo strano! Deve aver capito che sono entrata in contatto con le fate! Che ti ha detto si può sapere?!]
Le serpi Erano tutte sedute al loro tavolo, stavano mangiando mentre criticavano il professore.
-Comunque non esiste che ci faccia fare lezioni con queste temperature assurde senza nemmeno preparare l'area per renderla sopportabile!- si lamentava Diego, irritato e ancora un po' infreddolito, mentre tirava su col naso.
[Stavamo parlando del mio periodo di conoscenza del Sirenide, qualche estate fa, in Norvegia. Le Maridi di qui odiano le Maridi degli altri territori e...]
[La vuoi smettere di dirmi stronzate?! Come faccio a fidarmi di te se non vuoi nemmeno dirmi la verità su una cosa simile?!]
Tom alzò vagamente lo sguardo su Tanya che, offesa, pungeva ripetutamente lo stesso pezzo di carne, senza eccessivo interesse.
[Mangia. Ti fiderai di me perché sai che puoi farlo. Ti aiuterò a bloccare quella tipa che vuole ucciderti, quando mi dirai tutto ciò che sai su di lei, ovvero stanotte in camera nostra] sottolineò, mentre Evil dava corda a Diego –Sono d'accordo! Una fortuna che ci fosse Giuliet! Non pensavo fosse così calorosa- buttò lì, lanciando un'occhiata a Riven, che parve irrigidirsi ma tornò immediato a mangiare.
Evil, scontenta di non aver provocato alcuna reazione, guardò Tanya e le mise una mano sul polso, vedendola scattare verso di lei atterrita –Ehi, tesoro, stai bene?-
Tanya guardò la compagna un secondo di troppo e poi la vide storcere la propria espressione e commentare –Stamattina, comunque, non è stato molto normale quello che è successo.-
Tom scattò verso la mora e replicò –Si è presa i Nargilli-
Lì, tutti si volsero perplessi, compresa Tanya [Che?]
-E che sarebbero?- domandò Riven, sconcertato e Tom fece spallucce, rilassato –Degli affarini che ti entrano nel cervello e ti sconquassano un po', stasera le darò una pozione così le passeranno.- disse, rilassato, riprendendo a leggere il suo libro e non vedendo le facce sorprese dei compagni che quindi guardarono Tanya, straniti.
-Spero non sia contagiosa...- asserì, un po' schifato Andrew e Tanya lo guardò storto –Ovviamente no-
-No, tranquillo- le fece eco Tom e solo allora Andrew annuì e pensoso domandò –E come se li è presa?-
Tom alzò lo sguardo sulla compagna e le fece un cenno –D'inverno le persone normali si vestono pesante e mangiano cibi più calorici e vitaminici. Ma lei non è molto normale e si è beccata i Nargilli- e le sorrise perfidamente, vedendola arrossire e fare per replicare ma lui l'anticipò –...E no, le torte di melassa non sono esattamente il tipico cibo che rinforza il tuo sistema immunitario. Spiacente, Potter.- sottolineò vedendola mettere un tenero broncio che lo divertì, riportandolo quindi al suo libro
[Immagino sarai soddisfatto! Se non ho fame non è colpa mia! Non sei nessuno per dirmi come devo comportarmi, Malfoy]
[Sono soddisfatto perché farai come ti dico. Mangia, Potter. Se hai freddo è anche perché non ti nutri correttamente, non puoi trovarti debilitata, soprattutto ora che arriva il freddo e che c'è questa stronza che vuole ucciderti.]
Lei era davvero sconcertata dal suo fare autoritario, era assurdo che le dicesse sempre quello che voleva che lei facesse, come se sapesse sempre cosa fosse la cosa migliore...
Sbuffò scocciata ed Evil intervenne –Allora la controllo io, d'ora in avanti!- disse positiva Evil, accarezzandole la spalla mentre Tanya la fulminava –Farò come ho sempre fatto, nessuno mi ordina cosa devo o non devo mangiare o come devo andare in giro vestita-
-Ma... e i Nargilli?- le domandò preoccupato, Riven –Che poi che è successo stamattina?-
Evil fece per parlare ma Tanya lo anticipò –Ho fatto uno stupido incubo e non riuscivo a svegliarmi, quindi è lampante che è colpa delle calze troppo leggere o dell'insalata a cena! Un vero genio questo Malfoy!- si lamentò apertamente, ricevendo l'occhiata rapida del biondo –Evidentemente sei un po' limitata per capire le dinamiche dell'infezione dovuta ai Nargilli ma non potevo sperare chissà quale mente acuta da una che muore di freddo e va in giro in gonnellina e calzettoni-
-Beh, questo non è vero... non possiamo andare in giro senza la divisa!- si lamentò Evil e Tanya intervenne –Oltre al fatto che ho tre paia di collant addosso! Malfoy perché non chiudi un po' quella bocca? Scommetto che questi Nargilli te li sei inventato di sana pianta!-
E Tom fece spallucce –Vorrà dire che non avrai alcuna pozione, visto che ti piace tanto soffocare-
-Soffocare?!- domandarono Diego e Riven allarmati, vedendo Evil annuire e Tanya arrossire –Non è stato nulla, andiamo! Sicuramente avevo solo il naso tappato!- e Tom fece spallucce –Libera di crederlo... non è affar mio. Ti ho semplicemente detto come evitarli e mi hai aggredito, come tuo solito.-
E Tanya schiuse la labbra sconcertata e delusa dal suo comportamento –Non starai piagnucolando, Tommy?-
Il biondo alzò lo sguardo su di lei, di nuovo, gelidamente. Lei incrociò i suoi occhi e vide che la stava solo fissando, cosa che presto la mise un po' in imbarazzo e arrossì. Vedendolo quindi tornare al suo libro.
[Lo stai di nuovo facendo, Potter? Sei capace a chiedere aiuto solo quando non sei lucida?]
Lei tornò a mangiare mentre le serpi li osservavano silenziosi e curiosi e replicò [Ti sembra così strano?]
[No, ma è patetico e infantile. Una delle tante motivazioni per cui stamattina non ti ho detto quello che volevi dicessi]
Tanya arrossì e si morse un labbro, sentendo solo voglia di riposarsi un po', iniziava a farle male la testa. Non sentirlo per più di una settimana l'aveva un po' disabituata alle sue intrusioni mentali.
[Io vorrei solo che quella stronza la smettesse di minacciarmi, ma ti è troppo difficile capire che, per varie motivazioni non posso fidarmi di te. Sia a causa di ciò che ho sognato che di quello che è successo con la Sirena. Mi ha fissata in modo strano, come se avesse capito qualcosa di me e che ne fosse schifata. Dall'alto della tua intelligenza dovresti cercare almeno di capirmi ma, come ti avevo già detto, la tua presunzione non ti fa vedere dov'è che sbagli con le persone e questo non cambierà mai, fin quando non ti farai un esame di coscienza, Tom]
E, detto questo, si mise in piedi con aria provata ed Evil la osservò perplessa –E ora che succede?-
La rossa le sorrise rilassata –Vado a dormire un po', il freddo mi fa venire un po' di sonnolenza...- e, detto questo, lasciò la carne a metà e se ne andò, seguita dallo sguardo di Tom che l'aveva ascoltata con attenzione, capendo che, da un certo punto di vista, poteva anche aver ragione.
-Non conviene che le dai la pozione contro i Nargilli?- gli domandò preoccupata Evil e lui le lanciò un'occhiata, sentendola continuare –Se dovesse rifare gli incubi...-
E Tom le sorrise placidamente, replicando –Hai ragione- e si levò in piedi, abbandonando il gruppo e salendo presto al piano dei dormitori, dove vide la porta verde dei prefetti chiudersi in quel momento.
Non impiegò troppo a raggiungerla e ad aprirla, vedendo lei cacciare un gridolino e voltarsi di scatto con la parte superiore del pigiama che le copriva il petto scoperto, si doveva essere appena tolta la camicia –MALFOY!! ESCI SUBITO!-
Il biondo roteò gli occhi divertito e replicò –E rilassati, non c'è bisogno di urlare... vado in bagno.-
-NO!!- lo anticipò lei, con la maglia che la copriva davanti e sorpassandolo, spingendolo però a guardare dentro e a vedere l'intimo superiore che si era tolta, abbandonato sul pavimento. L'istante più tardi gli venne chiusa la porta in faccia.
Sempre più divertito, andò a sedersi sulla scrivania e si accese una Magh dorata, lasciando che il fumo impreziosisse l'aria di sbrilluccicanti brandelli d'oro. Tanya uscì poco dopo e lo guardò storto, entrando immediata nel letto e afferrando la bacchetta sul comodino, scandendo –Nox!-
E il buio calò nella camera, spingendo Tom a sospirare pesantemente e fare –Non posso dirti perché puoi fidarti di me, mi piacerebbe che lo facessi a prescindere.-
-...E allora caschi male.- stabilì lei, sentendolo aprire l'anta dell'armadio mentre probabilmente si cambiava proprio lì. Fortuna che era buio e lei gli dava le spalle.
Tom finì di indossare la casacca e replicò –Ti aiuterò comunque allora, anche se non vuoi dirmi nulla...-
E la rossa spalancò gli occhi, allibita. "Perché...?"
Si volse appena, ormai abituata al buio della camera e lo vide infilarsi la casacca di spalle, per poi voltarsi e fare l'ultimo tiro facendo quindi sparire la Magh.
-Perché?- gli domandò sorpresa, scuotendo il capo allibita –Non ha senso che tu lo faccia senza un tornaconto...-
Tom si mosse dunque verso il letto e si mise anche lui dentro le coperte, voltandosi verso di lei e vedendola fare lo stesso mentre il cielo stellato iniziava ad illuminarsi sul soffitto –Lo sai già il perché. E' sempre lo stesso, Potter- le disse, allungando una mano verso il suo viso e accarezzandola –Non voglio che ti distrai, niente lo farà.- sottolineò, non vedendola arrossire ma sentendola rabbrividire e mormorare –Sai già come aiutarmi, quindi?-
E Tom, col pollice andò a sfiorarle la bocca, attraversandola –Tu che pensi? Abbiamo visto cos'è successo stamattina. La mia vicinanza... la tiene lontana-
E lì, la rossa chiuse gli occhi, esasperata da quelle informazioni assolutamente senza senso –Perché? Perché sono così... terrorizzate da te?-
Tom intuì che nel suo sogno dovevano aver fatto riferimento a lui, anche se non approfonditamente, altrimenti beh...
-Non te lo dirò, Tanya-
Sottolineò, vedendola quindi tornare a voltarsi su di lui e mormorò –Non lo direi a nessuno...- e lui lì alzò ambedue le sopracciglia, sorridendo appena, anche se lei non poté vederlo –È meglio così, davvero-
La rossa tornò a voltarsi e storse la bocca, sentendo la mano bollente di lui scivolare giù dal suo viso e affondarsi fra i ricci sul cuscino, dei quali saggiò la morbida consistenza con attenzione.
-Mi fa di nuovo male la testa, dovresti evitare la telepatia così spesso...- mormorò e lui tornò a guardarla –Vuoi che ti curi?-
E la vide annuire appena, irrigidendosi nel sentirlo accostarsi a lei e dirigere il capo in sua direzione, intimandola a concedergli la sua fronte per baciarla –So che vorresti poterti fidare di me per liberarti di quella donna ma... la allontaneremo comunque. Questo basterà...- e abbassò il viso, sfiorando il naso con il suo sentendola balbettare –N-no...- ma lui le stampò un bacio a fior di labbra, più simbolico che altro, immediato. Lui continuò a fissarla e proferì –Basterà un bacio serio, almeno una volta alla settimana... così sarai schermata-
E Tanya spostò rapida il viso, pensosa "E se poi non dovesse più bastare? Cosa dovrei fare?"
-Spero sia sufficiente, almeno fino a quando non ci capirò qualcosa di più.-
Tom vide la sua fredda impassibilità e decise di rimettersi al suo posto, senza turbarla oltre –Andrà bene, ora dormi.-
E lei si lasciò trascinare dal sonno, chiudendo presto gli occhi.
Verso le cinque del pomeriggio, Riven decise di prendere una vera pausa dallo studio fittizio che aveva intrapreso con i suoi compagni di casata.
Evil, vedendolo levarsi in piedi, alzò un sopracciglio poco convinta –E ora dove vai?-
Il ragazzo dieci minuti prima era tornato dal bagno.
-Mi annoio, vado a mangiare qualcosa...- fece, scocciato e la mora indicò il proprio pacchetto di crackers cosa che fece assumere al biondo un'espressione schifata –Grazie al cielo non devo sgonfiare niente...-
E lì, la mora spalancò la bocca oltraggiata, il ragazzo l'aveva sostanzialmente accusata di essere grassa... e lei riteneva di essere ben lungi dall'esserlo –Che vai blaterando, inutile Malfoy??- e gli lanciò una palla di pergamena, vedendolo ridersela perfido –Oh, andiamo! Parlavo delle tette, piccola!! Lo so che vorresti non fossero così ingombranti!- si scusò lui vedendola storcere la bocca infastidita –È davvero meglio se ti fai un giro!!- e quello le schioccò un bacio per poi andarsene ridente.
Diego, capotavola, accarezzò il capo della compagna e le disse –Stanno benissimo anche così.- fece dolce e lei lo guardò storto –Voi maschi non fate testo per me.- e riprese a studiare, quando però, dietro Andrew, che sedeva davanti a lei, si presentò Hemma.
La biondina osservava con impazienza il Conte, non sapendo bene come chiamarlo.
-Ah, ci mancava "petto di polla"- l'additò Evil, con noia.
Andrew e Diego si voltarono, notando Hemma che divenne purpurea al commento della mezzodemone –Preferisco avere un cervello!-
-Sì, non sarebbe male se ci fosse almeno quello...- replicò immediata la mora, mentre continuava a studiare, senza nemmeno guardarla.
Hemma strinse i pugni con irritazione mentre Diego celava un sorrisino. A quel punto Andrew si decise a interrompere la faida –Ti è arrivata la canzone? Voglio cantare quella...-
Hemma tornò sul ragazzo e divenne purpurea –Io... oh! Sì! Sì! L'ho ricevuta! Ecco...-
-Quando iniziamo le prove?- le domandò quindi lui, a bruciapelo, inclinando il capo di lato e osservandola con non velata malizia, cosa che lei percepì istintivamente tanto che rimase boccheggiante –I-io... qua... quando vuoi...-
Quello annuì e tornò a guardare il telefono –Ho un po' da fare in questi giorni, quindi... facciamo che ti avviso io, eh?-
Domandò, rialzando lo sguardo, dopo aver controllato la propria agenda nel telefono, doveva dare alcune interrogazioni, quella settimana. Vide la ragazza annuire rapidamente e indietreggiare –Va benissimo ehm, fammi sapere... okay?- gli domandò, sorridendogli e lui le strizzò l'occhio –Ciao...- E le diede le spalle, tornando improvvisamente serio mentre guardava infastidito il telefono, sembrava pensare a qualcosa ma in modo infruttuoso.
Sospirò un momento e alzò lo sguardo verso il soffitto, cosa che attirò le occhiate dei compagni.
-Stellina, tutto okay?- gli domandò ironica Evil, vedendolo scattare con gli occhi verso di lei, forse un attimo interdetto davanti allo sciocco soprannome –Fattela passare mezzosangue o dovrò inventarmi anch'io un soprannome-
Evil, impassibile, lo vide stirarle un sorrisino perfido e poi spostare lo sguardo su Diego, di nuovo perplesso –Come si chiama?-
Il moro sgranò gli occhi sconcertato e gli si avvicinò –Chi?-
-La tipa di poco fa- fece il moro, con aria pensosa mentre Diego sollevava ambedue le sopracciglia allibito –Hemma?- gli domandò, con notevole ironia.
E, Andrew lo indicò, schioccando le dita –Bravo!- e così poté segnare il numero della ragazza con il nome.
Evil era allibita ma allo stesso tempo divertita, così, senza intromettersi stavolta, tornò al suo studio.
"È allucinante..."
Quando Riven fu fuori dall'edificio sbuffò sonoramente nel suo caldo mantello e si mosse verso una delle panchine che preferiva... e non a caso.
"Dovrei proprio parlarci, dovrei farlo... però che diamine, non mi ha nemmeno guardato in faccia da quando siamo tornati"
E, nell'avvicinarsi sentì delle risatine familiari, che gli diedero i brividi. Si fermò dietro il pilastro dove, anche se lui non lo sapeva, si erano nascosti i suoi amici per spiarlo insieme alla Delacour... quando c'erano ancora loro su quella panchina e non...
-Dai Fra'! Avevi detto che avresti ripetuto!-
-Ma io amo sentirti parlare! La tua voce è così melodiosa, Giuliet... sei un toccasana in qualunque frangente- Diceva il francese mentre accarezzava il volto della ragazza e la guardava con una rinnovata serietà. Avevano iniziato a darle del tu, visto che il loro rapporto iniziava ad approfondirsi.
Giuliet sentì pure la mano del compagno raggiungerle un polpaccio e risalire verso il ginocchio, cosa che le diede i brividi nell'immediato. Anche se non capì bene di che natura essi fossero.
Riven invece percepì una scossa di rabbia pura percorrergli la schiena e scaldargli tanto la mano da fargliela prudere. Avrebbe preso volentieri a pugni quel maledetto francese.
-Sono così felice che vi siate finalmente allontanata da quello zotico di Riven, era così stupido, diamine!-
E rise forte il biondo, vedendola sorridergli dolente mentre spostava lo sguardo, un po' in imbarazzo –Dai, ripetiamo... non... non siamo qui per chiacchierare, Fra'- gli ricordò lei, più severa, cercando di cambiare argomento mentre i piedini iniziavano a tremare. Era seduta sopra le cosce ossute del compagno.
-Ogni volta però vedo che non ti va di parlarne e ho paura che ci stai ancora pensando. Io vorrei solo vederti sorridere Giuliet, ci tengo molto...- sottolineò il francese, cercando gli occhi chiari di lei mentre la mano, dal ginocchio risaliva leggermente, cosa che provocò nuovi brividi nella ragazza, la quale strinse un labbro, pensosa –Beh, sicuramente sei l'unico a cui interessa...- e singhiozzò –Ma hai ragione.- annuì poi, convinta subito dopo, passandosi in fretta una mano sul visino mentre Francois le accarezzava i capelli e un ginocchio, con aria apprensiva –Non merita nemmeno di essere guardato da me! È solo un grandissimo idiota che... che è talmente stupido da non rendersi conto di niente... e di nessuno oltre che di se stesso! – e singhiozzò un'ultima volta, rimanendo poi paralizzata quando, da dietro un pilastro, a una decina di metri da loro, vide Riven sfilare lì davanti, dopo averle concesso un'occhiata piena di disgusto e delusione, per poi sparire nel corridoio porticato.
Rimase paralizzata e fece per alzarsi ma Francois la fermò –No! Non capisci! È proprio quello che vuole! Vuole farti sentire in colpa, quando hai tutte le ragioni per odiarlo!!-
E la ragazza assunse un'aria quasi allibita, mormorando –Io non...- ma il compagno annuì –Forza, torna qui, non... Giuliet!-
La chiamò lui, tentando di fermarla ma lei era già corsa lontano.
"Non può guardarmi in quel modo! Non può permettersi!"
Pensò, non voleva passare come la cattiva, era stato lui a sbagliare senza nemmeno venire a chiederle scusa!
Era lui l'immaturo e lo sciocco!
-Riven!-
Lo chiamò, dopo essere riuscita a trovarlo, vedendolo addentrarsi nei giardini, mentre osservava il cielo, pensoso.
Al suo richiamo però, lo vide fermarsi e lo raggiunse facendosi alle spalle, domandando irritata –Cos'era quello sguardo, eh!?-
-Era quello che ti meritavi e se non lo accetti, vuol dire che sei ancora quella ragazzetta altezzosa che nessuno pensa tu sia-
Giuliet spalancò gli occhi lupini e arrossì. Già, Riven, era capace di ferire molto bene qualcuno, se lo desiderava...
-Queste sono le tue parole dopo una settimana intera?! Quella mattina mi son dovuta inventare che mi sto allenando con la smaterializzazione per giustificarmi!-
-Pfff- replicò lui con noia –Chi se ne importa, Giuliet. Cazzo, anche se l'avesse scoperto che male ci sarebbe stato? Era Capodanno e hai l'età per fare cazzate ma se non ne farai mai una, i tuoi non te le faranno passare mai...- le disse lui gelidamente, voltandosi appena e rivelando uno sguardo... stanco? Sembrava un po' arrossato anche se quello di lei lo era di più.
-Sei uno stupido! E un insensibile! Ti ho detto mille volte che non sono quel genere di ragazza...-
-Sì, lo vedo.- e la indicò, sorridendole debolmente –È un bene che tu abbia trovato qualcun altro che ti fa i lavoretti adesso. Sono certo che mano lesta sarà felice di approfondirsi oltre il ginocchio...- e lì, la vide guardarlo scioccata mentre faceva furente dei passi verso di lui –Sei un grandissimo stronzo! Come ti permetti a dirmi queste cose!? Tu! Tu che sai tutto, maledizione!- e scosse il capo, singhiozzando mentre lo guardava –Non mi sono mai pentita tanto di qualcosa come... come il giorno in cui ho accettato quella tua assurda proposta! Ora si capiscono bene i tuoi reali intenti!- e annuì, stringendo le labbra, vedendolo diventare molto serio –Sì, puoi pure raccontarti questa storia per sentirti meno in colpa. Ma sappiamo entrambi qual è la verità. Io non mi vergogno di niente, Giuliet.- replicò lui, mentre anche i suoi occhi iniziavano a farsi più rossi, davanti alla consapevolezza che fra loro stava finendo tutto... qualunque cosa fosse.
Giuliet scosse il capo, furente –Sei... sei crudele! Mi stai dicendo tutte queste cose perché non vedevi l'ora di liberarti di me! Stiamo litigando per... per...-
-Per una sveglia, sì- confermò lui, annuendo mesto –Non merito nemmeno di essere calcolato dopo un gesto del genere, non merito più la tua fiducia e il tuo rispetto... tutto per una sveglia, Giuliet. Pensa quanto sei infantile e stronza tu, non io- e, ribadendo l'occhiata di repulsione, fece per andarsene ma lei gli urlò dietro –Non è vero! Avresti potuto dirmi qualunque cosa! E invece hai preferito farmi arrabbiare ancora di più, per poterti liberare di me! Sei tu il primo che ha voluto tutto questo! Sapevi quanto ero preoccupata quella mattina! Ma hai preferito offendermi piuttosto che tranquillizzarmi!-
E lì lo vide fermarsi e voltarsi serio –Questo l'avrebbe fatto un fidanzato, Giuliet. Ti sei confusa, penso.-
E quella fu la stoccata finale. Riven, vedendo che la ragazza nemmeno all'ultimo aveva ammesso le sue colpe, si era stancato di sentirsi trattare in quel modo. Avrebbe dovuto chiedergli scusa per come l'aveva trattato, non trovare un modo per gettargli addosso colpe discutibili. La vide fuggire via, in lacrime e capì che quella, probabilmente, sarebbe stata la loro ultima discussione.
Spazio Autore:
Eccomi qui trottoline!! Questo è il primo capitolo della giornata, con il quale ultimiamo "strane Congruenze", il prossimo sarà la prima parte di un nuovo capitolo e in quello ringrazierò chi ha commentato nell'ultimo. Quindi, se non avete voglia di commentare in entrambi, fatelo anche solo in quello che verrà a seguire XDXD
Ne approfitto per ringraziarvi tutte e tutti, anche coloro che hanno risposto in bacheca, la laurea è andata benissimo ed è stato un giorno splendido che ho condiviso con tutte le persone che amo e che contano nella mia vita e questo, senz'altro, era ciò che più desiderato e l'ho ottenuto, quindi sì, sono davvero felice (anche perché ora sono in vacanza e, prima di trasferirmi a Siena, mi faccio un bel viaggio ;D). Appena finisco di rispondere ai vostri commenti, posterò l'altro! A presto! ;D
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