Drammatica Fine (Parte I)
Il sole stava ormai tramontando e, Draco Malfoy, piuttosto stanco, decise di finire il suo lavoro. Hermione stava tornado a Maughrest.
Quel giorno era rimasta via per tutta la giornata, per sistemare ogni disguido con i genitori dei ragazzi che non avevano fatto altro che mandare Gufo di protesta per aver lasciato i loro figli sprotetti durante l'orario di lezione. Molti avevano chiesto dei provvedimenti contro il professore, soprattutto la signora Scineton, molto scontenta di come stava procedendo l'anno per le figlie, soprattutto per Kim, sebbene le gemelline stessero recuperando.
Beh, a lui interessava molto poco delle lamentele dei suoi parenti, figurarsi quelle di completi sconosciuti!
Chiuse il passaggio alle sue spalle e si mosse verso la propria camera.
Gli adulti erano gli unici a possedere dei camini, perché questi avevano il permesso di fruire da passaggi per uscire rapidamente dalla scuola, non fungevano al contrario, quindi Hermione sarebbe tornata tramite il treno, in tutta sicurezza.
Quando fu nel corridoio del quarto piano però, si sorprese di vedere Pansy muoversi verso di lui, gli sorrideva.
-Ciao!- fece la donna, agitando la mano libera. Sopra quella occupata aleggiava una candela a forma sferica, schiacciata alla base e del tutto nera.
Draco venne raggiunto dalla donna, gli sorrideva con fare ammiccante, come al solito.
–Ciao Pansy, che ci fai qui su?- le domandò quindi, con un sorriso stirato.
E lei fece spallucce, assumendo un'aria un po' turbata –Volevo farmi una passeggiata, per rinfrescare un po' le idee...-
Gli disse, mentre il fumo grigio scuro della candela iniziava ad invadere l'aria.
-Ah sì?- domandò l'uomo, poco convinto –Beh, allora... ti lascio alla tua passeggiata- e fece per superarla, sentendo una strana inquietudine in quel momento e la donna lo fermò, prendendogli la mano, vedendolo sgranare gli occhi e incrociare quelli verdi di lei.
Erano molto grandi e intensi, avevano avuto sempre una curva molto sensuale.
-Tu come stai? Tom è stato così coraggioso, devi esserne molto fiero... mi ricorda molto te- e gli sorrise affettuosa, vedendolo ammorbidire la propria occhiata e lasciare che la donna gli accarezzasse la mano –Sì, ne sono molto orgoglioso ma dubito mi assomigli, se non forse... quando ho deciso di prendere la mia vita in mano e unirmi a Potter-
Lì, la vide storcere la bocca, poco convinta –Io ti ho sempre trovato perfetto, Draco. Non ho mai avuto la necessità di alcun tipo di dimostrazione da parte tua, mi bastavi semplicemente tu-
Draco lì, storse la bocca e assunse un'aria perplessa –Il me che hai conosciuto tu... era un vigliacco, senza spina dorsale... un parassita della propria famiglia. Quindi, se ti piacciono gli uomini così, Pansy, ti consiglio di cercarli altrove.-
La vide arrossire, presa in contropiede e lui si liberò dalla sua presa, vedendo la fiammella della candela nera spegnersi un secondo, facendo calare il buio nel corridoio, per poi riaccendersi improvvisamente. La cosa lo dissestò visibilmente e Pansy inclinò il capo, curiosa –Stai bene, tesoro?- domandò, avvicinandosi a lui e vedendolo portarsi la mano alla fronte –Che... che cosa...?-
La mora gli si avvicinò, abbandonando la candela che fluttuò sopra di lei, muovendosi verso Draco che osservava con orrore il pavimento. Gli stava succedendo qualcosa, il panico lo aveva del tutto catturato e si sentiva debole fisicamente, qualcosa di molto caldo poi, gocciolò sulla sua testa, che sollevò di scatto, sentendo la cera nera piombargli sulla fronte –Che diavolo stai...?!- ma non ultimò la frase, perché la donna aveva la bacchetta puntata contro di lui –Incarcero-
Draco rimase completamente scioccato mentre mani e piedi venivano bloccati da delle catene e poi... la bocca di Pansy sulla sua.
-Che diavolo fai!?- cercò di dimenarsi, di muovere il capo ma... quando purtroppo le labbra della donna combaciarono con le sue. Venne trascinato in un vortice. Rivisse al contrario tutti i momenti della sua storia con Hermione, li vide allontanarsi, spegnersi e... polverizzarsi, mentre quelli con Pansy si facevano più forti, si tingevano di emozioni che aveva facilmente dimenticato e che invece, in lei, erano ancora molto vivide e intrise di sentimenti che in lui non erano mai esistiti. Condivise con lei il desiderio, ma anche la tenerezza che gli cedeva, la tenerezza che avrebbe sempre desiderato da lui... ma non gli entrò dentro.
C'era qualcosa che l'aveva fermata. Si sentiva come... schermato dai sentimenti di lei ma non dalla sua bramosia.
Fu strano... immensamente strano.
Quando la donna si separò dalle sue labbra, gli sorrideva –Ciao...- miagolò e lui le sorrise appena –Ciao-
-Sai... cosa devi fare, vero? Lei... non deve saperlo o cercherà di dividerci-
-Quello che so, attualmente, è solo che voglio fotterti, Pansy- dichiarò lui, immediato e quelle parole bastarono per liberarlo dalle catene e afferrare la donna, attaccarla al muro e affondare di nuovo sulla sua bocca, premendo, immediato, il bacino su quello di lei. Pansy sentendolo presto scendere a tastare la sua intimità, lo fermò –Non oggi, la Granger sta tornando... solo quando lei è impegnata, dimmi tu quando-
Draco assottigliò lo sguardo metallico e domandò –Non capisco perché vuoi che tenga su questa stronzata, non mi voglio far insudiciare da quella sangue sporco!-
E Pansy arrossì appena, sorridendogli maliziosa –Lo so, tesoro, credimi, ma dovrai avere pazienza... se le dicessi tutto adesso, potrebbe trovarlo strano e...-
-E allora?!- domandò lui, poco convinto, sentendola poi catturare le sue labbra e tornare a baciarlo, venendo presto ricambiata.
-A me piacerebbe vederla un po'... soffrire, come facevamo una volta. Se la lasci... ci rovinerai tutto il divertimento-
Il biondo continuò a fissarla serio e poi scandì –In che senso? Non me ne sbatte un accidenti della mezzosangue, né mi diverto a vederla soffrire, visto che sono comunque superiore a lei... non è una mia nemica, è solo feccia- ultimò, con aria disgustata, e Pansy abbassò lo sguardo tristemente –Non puoi farlo nemmeno per me?-
E lo vide alzare un sopracciglio, poco convinto –Per te?- e gli venne da ridere, accarezzandole il caschetto nero –Quante volte ho accontentato le tue richieste, quando ci... frequentavamo?-
La donna schiuse le labbra, cercando di portare alla mente qualche episodio e lui l'anticipò –Nessuna. Farò quello che mi gira, come sempre, cara- e detto questo le fece un cenno col mento scandendo –Tienimela calda e bagnata - e lei lo vide voltarle le spalle, agitando la mano. Lei strinse i pugni, furente e fece sparire la candela mentre la luce riappariva magicamente nel corridoio "Che cosa diavolo è andato storto?! Questo incantesimo dovrebbe essere infallibile!!"
Quando Draco tornò in camera, vide immediatamente Hermione con l'intimo addosso mentre sbuffava sonoramente. Quando lo vide tornare, gli lanciò un'occhiata rapida e gli disse –Ciao...- lui la osservò con attenzione, ritenendo che, effettivamente, era messa proprio bene per essere una quarantenne che aveva avuto tre figli.
Davanti agli occhi gli piombarono in mente i suoi ragazzi, i loro visi, i loro sorrisi e assunse un'aria perplessa, passandosi una mano fra i capelli "Che cavolo...?"
Hermione, che appariva un po' stanca, non perse l'atteggiamento stranito dell'uomo e lo raggiunse –Stai bene, amore?- gli domandò, raggiungendolo e poggiandogli la mano sul viso, vedendolo scattare verso di lei e afferrarle il polso.
Incontrò i suoi occhioni dorati e rabbrividì, vedendo sfilargli davanti una nuova scena. Del fumo verdastro, labbra non dissimili da quelle che lo fronteggiavano muoversi, sorridergli.
-Dra...- ma non poté fare altro che sentirlo trascinarla sulla porta e attaccarla ad essa, guardandola negli occhi, allucinato –Granger...-
Lei arrossì appena e lo sentì presto avventarsi sulle sue labbra, scendere immediato ai glutei e affondarvi le dita con forza mentre lei mugugnava, un po' dolorante, cercò di separarsi dalle sue labbra biascicando il suo nome ma lui le morse la lingua e strinse i glutei con più forza. Quando Hermione lo percepì affondare fra le sue cosce, si aggrappò alle sue spalle e vi affondò le unghie, lamentandosi sonoramente, stavolta e sgridandolo –Ahia! Mi fai male, piantala!-
Lo sgridò, vedendolo quindi spalancare gli occhi argentei e abbandonarla immediato, si guardò le mani e indietreggiò ansante. Lei si massaggiò i glutei dolorante e lo guardò storto –Si può sapere che ti è preso?! Sei impazzito!?- gli domandò.
-Voglio... stare con Pansy- scandì lui, lapidario, cosa che allibì lei mente il marito proseguiva –Voglio... voglio stare con lei. Tu... tu sei solo una sangue sporco- e detto questo, tirò fuori la bacchetta e l'agitò, raccogliendo in un istante le sue cose.
Hermione sentiva le mani tremare –Draco, di che diavolo parli, si può sapere? Che storia è questa?!-
Lui finì di fare la valigia, mentre era visibilmente colpito dalla questione e, quando la donna gli si avvicinò, istintivamente, qualcosa lo portò a scansarla rudemente –Non toccarmi, sudicia mezzosangue!- scandì, voltandosi verso di lei, inviperito mentre Hermione, per terra e con aria ora davvero disperata lo osservava, senza parole.
Draco, vedendo cosa le aveva fatto, sentì gli occhi arrossarsi improvvisamente... avrebbe pianto da un momento all'altro e non avrebbe dato la soddisfazione a nessuno di vederlo in quello stato. Non capendo davvero che cosa diavolo gli stesse succedendo, decise di afferrare la propria valigia e di uscire, prendendo una delle camere libere adibite ai ragazzi. Ci scrisse sopra il proprio nome e la varcò, chiudendosela alle spalle e muovendosi, con lentezza e preoccupazione verso il letto singolo.
Le ginocchia e le mani gli tremavano, gli occhi lasciarono scivolare lacrime che non sentiva sue, che sentiva immotivate e sciocche.
"Che cosa diavolo mi sta succedendo!?"
Hermione, più scioccata che mai, rimase per qualche istante sul pavimento, pensante.
Non aveva idea di cosa fosse accaduto ma... se era successo qualcosa a suo marito, Pansy sarebbe stata la prima a cui avrebbe "chiesto".
Si portò in piedi, capendo che Draco non poteva aver subito quel radicale cambiamento in una sola giornata. Era assolutamente impossibile. Si vestì di nuovo e decise di uscire e raggiungere la camera di Pansy, bussandovi immediata.
Ma nessuno aprì.
Chiuse gli occhi, cercando di trattenere l'irritazione e si maledisse per non avere il numero dell'odiata collega, per poterla contattare.
Era più rabbiosa che mai, furibonda in effetti, ma non si sarebbe mai data per vinta. Avrebbe capito cos'era successo a suo marito, in un modo o nell'altro.
"Probabilmente, se la minacciassi a viso aperto, come avrei fatto tempo fa, da ragazza, negherebbe ogni cosa, tirando fuori fasulle storie segrete fra lei e mio marito... cosa che dubito enormemente, anche se..."
Bloccò il pensiero, con i brividi a fior di pelle, pensando che, effettivamente, in quell'ultimo periodo, Draco si stava comportando in maniera strana. "Certe volte sparisce nel nulla e non so... che stia facendo"
Abbassò gli occhioni dorati e strinse le labbra, muovendosi verso la propria camera, rimuginando sulla questione.
"Non posso però voltare le spalle al nostro rapporto per una cosa simile e così... strana. Fino a prova contraria io e lui..."
Si portò le mani fra i ricci, iniziando a singhiozzare. Era ormai calato il sole e con esso, i ricordi di lei e lui, soprattutto lo sbocciare del loro amore, stavano svanendo dalla mente di Draco.
Strizzò gli occhi la professoressa e li riaprì, furente. No, non si sarebbe arresa, non lei, non dopo tutto quello che avevano affrontato. "Dovrò fare quello che non si aspetta. Lei crede di conoscermi, crede che io sia ancora quell'impulsiva e orgogliosa Grifondoro di un tempo ma... non sa quanto Draco abbia influenzato il mio carattere, le mie scelte, le mie idee. Sono cresciuta con lui e lui con me. Siamo diversi entrambi da ciò che lei continua a pensare tutt'ora."
Avrebbe salvato il suo matrimonio perché, insieme ai suoi figli, era la cosa a cui più teneva, senza alcun dubbio.
Quando fu quasi il tempo per i ragazzi di andare a dormire, Tanya fu la prima ad alzarsi, attirando l'attenzione delle serpi al tavolo.
Evil, appoggiata alla spalla di Andrew, osservava la sua Regina da alcuni giorni. Percepiva qualcosa di strano in lei: una strana mestizia mentre guardava il loro gruppo. Non sapeva che le stava girando per la mente ed era palese che non aveva intenzione di rivelarglielo, per il momento. Sapeva che, in una Serpe, tenersi per sé determinati segreti, soprattutto per non attirare la compassione o intristire i compagni, era d'obbligo, anche lei a suo tempo si era comportata nello stesso modo ma... la cosa la infastidiva, ovviamente. Anche se non ne aveva il diritto.
-Buonanotte, ragazzi- e li guardò tutti, sorridendo loro appena, Riven intervenne, guardandola. Giuliet era seduta affianco a lui –Tesoro, vai di già?-
La rossa annuì, con aria rilassata e poi guardò di nuovo Evil e quindi Andrew. Poi decise definitivamente di andarsene –Ciao...-
Tom la guardò per tutto il tempo, ma lei non incrociò più i suoi occhi, non sapeva se era il caso di dirle qualcosa o meno. Quella notte comunque, sentiva che sarebbe successo. Avrebbe capito a cosa li aveva portati la Promessa.
"È sempre stato un gioco in cui sapevo di poter vincere, sapevo che ci sarei riuscito ma, in questo momento..."
Vide la mano che teneva la posata, tremare appena e trattenne un sorriso "Sono decisamente ansioso. Fra di noi si sono interposti tantissimi ostacoli, tantissimi imprevisti, variabili che non avrei mai pensato di dover inserire fra i miei calcoli. Variabili in grado di mandare completamente a monte il mio Piano. Senza alcuna via di scampo."
Ma non poteva certamente ritirarsi a un passo dalla fine. Voleva sapere chi avrebbe vinto e... era quasi certo che, nel frangente in cui avrebbero vinto entrambi, tutto sarebbe andato secondo i suoi piani. Perché l'idea, in realtà, era proprio questa.
Il loro Amore avrebbe permesso a entrambi di vincere, dopo aver attraversato le più impensabili delle difficoltà, quello che non sapeva era che, a competere in quella gara... non erano affatto soli e questo, certamente, non poteva prevederlo.
Si levò in piedi dopo la rossa e guardò i compagni, sorridendo loro –Beh ragazzi, vado anche io... mi raccomando- e li guardò uno ad uno, cosa che lasciò sorpresi tutti.
-Tom... stai bene?- osò chiedere Diego, con perplessità e Tom guardò l'amico, sorridendogli a sua volta –No, ma non preoccupatevi. Tutto va come deve andare.- e, lasciati i compagni con quell'enigmatica frase, se ne andò in camera dei Prefetti. Sapendo bene di avere il turno con la sua "trottolina".
-Sta succedendo qualcosa.- scandì Andrew, guardando serio i compagni e Giuliet domandò, preoccupata –Che intenzioni avranno? In quest'ultima settimana erano molto strani e distanti... fra loro intendo-
Ed Evil annuì –Sì è vero, si sono scambiati meno battute del solito. Inizialmente pensavo che Tanya ce l'avesse con Tom, come al solito, ma poi... non so, è stata strana, come anche lui ovviamente-
-Oggi penso che parleranno di ciò che sta succedendo fra loro... sono arrivati ad un punto morto, è evidente- fece Riven –Nessuno dei due può battere l'altro!-
-Nessuno dei due vuole battere l'altro. Questa Promessa ha smesso di avere senso nell'esatto istante in cui è iniziata...- fece invece Andrew, pensoso –Non credo che siano pronti a vedere l'altro soccombere, quindi non gli resta che farsi una bella scopata e smetterla di fracassarci i coglioni!- e sorrise positivo verso i compagni, sentendo la sua fidanzata abbracciarlo –Mi piaci quando fai il romanticone!!- e gli stampò un bacio sulla guancia, sentendolo ridersela perfidamente, mentre i compagni seguivano le sue risate –Già, andiamo anche noi piuttosto, che non abbiamo un bel niente di cui discutere!- e la coppia si levò in piedi lasciando Riven, Diego e Giuliet al tavolo.
La biondina si accoccolò sotto il mento del fidanzato che osservava Diego –Sei preoccupato?- gli domandarono i due e il moro storse la bocca –Sì, se Tom non sta bene, significa che ha dei dubbi sulla risoluzione del suo Piano, per cui... vuol dire che non ha calcolato qualcosa e lui non è solito non coinvolgere tutti i termini di un'equazione. Non so, Riven, succederà qualcosa ma... non credo sia ciò che lui si aspetta e...- si portò una mano al capo, stanco –Ah, non lo so davvero, cerco di capire cos'ha in mente da mesi ma... non mi ha mai rivelato nulla- e, con quel triste pensiero si levò in piedi –Per cui, succeda quel che succeda. Se non ha voluto parlare, non ha voluto nemmeno consigli... quindi, se ha sbagliato, sarà solo per colpa sua- dichiarò, con una velata rabbia nella voce. Sembrava sinceramente offeso.
-Non ha detto niente a nessuno Zab', non devi off...-
-No, infatti. Ma chi è causa del suo male, pianga se stesso.- e se ne andò stavolta, venendo seguito dagli sguardi di Riven e Giuliet, quest'ultima mormorò –Credo che lui si sentisse speciale per Tom. Probabilmente avrebbe voluto più considerazione da parte sua-
Riven inspirò sonoramente e poi espirò –Lo so, Giu', ma Tom è fatto così. Lo è sempre stato...- e le baciò il capo –Non ha senso prendersela con lui per questo. Andiamo...- e la coppietta, si mosse verso la propria stanza.
Spazio Autore:
Salve a tutte! Eccomi con l'altro capitolooo!! Il prossimo sarà Venerdì! Spero di sentirvi numerose! Il titolo purtroppo è quello che è e non possiamo farci niente XDXD
Voglio ringraziare tutte coloro che ancora, dopo 140 capitoli interminabili! XDXD Non so se riuscirò a mantenere tutta la storia qui in questo unico libro, probabilmente no XDXD Ora vi saluto tutte, in particolare coloro che continuano instancabili a commentare ogni capitolo! Finché voi ci sarete, ci sarò anche io: HermioneEvil_Malfoy, book_lovers92, pensandotilanotte, tommytommytommya, GiuliaBernasca, AlissaNyx, EleEle_04, Ecila2000, FlaviaCele, potterhead-hunters, amoidalovee, MRT_01, damilove19, RoniFasciani, taniaconlai, xcrybabiesx, Carietta91, Giuliettapersempre10, Rebbi01, isanego26, Rene_217
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