1• La famiglia Mondini
Budrio, 15 giugno 1984
L'inizio dell'estate quando si hanno solo quindici anni e si ha la possibilità di trascorrere un mese nella casa al mare della propria migliore amica, ha tutto un altro sapore.
Ha il sapore del gelato al cioccolato, ha il suono della nuova canzone dei Queen, insomma è quello che più vicino si possa immaginare alla felicità.
Giulia Mondini aveva fatto un patto con la sua rigidissima madre: se avesse avuto l'ammissione per il primo anno di liceo* senza debiti, avrebbe potuto invitare la sua migliore amica, Elsa Martini, per un mese nella loro casa vacanza di Rimini.
A Giulia non era mai piaciuto studiare, aveva scelto il liceo classico solo perché il fratello maggiore, Dante, per dispetto le aveva detto che non era abbastanza intelligente per quella scuola. Eppure con uno sprono del genere riuscì a raggiungere risultati che la signora Mondini non si era neanche sognata di sperare.
Dopo aver visto gli scrutini, insieme a tutti gli altri ragazzi del liceo, Giulia Mondini ed Elsa Martini si strinsero in un abbraccio e saltellarono felici, facendo così muovere le loro gonne dal tessuto leggero. Avevano lavorato duro per riuscire a ottenere quel risultato.
Elsa aveva trascorso pomeriggi interi a studiare con l'amica, anche se frequentava una sezione diversa e quindi avevano compiti diversi. Giulia, dal suo canto, aveva diminuito la frequenza dei suoi allenamenti di scherma. Fortunatamente le energie che le ragazze avevano impiegato avevano dato i loro frutti: avrebbero trascorso un mese insieme in villeggiatura.
Felici, spensierate e saltellanti le due ragazze non si accorsero di avere addosso gli occhi, coperti da spesse lenti, di un ragazzo bruno, alto e dinoccolato, dotato di un naso importante messo ancora più in evidenza dalla montatura in tartaruga pesante dei suoi occhiali da vista, tale Ferdinando Bachini.
Il ragazzo non riusciva a staccare lo sguardo dai lunghi capelli neri e ondulati di Giulia. Erano due anni ormai che non vedeva altre ragazze oltre alla sua compagna di classe, nessuna aveva i suoi capelli, i suoi espressivi occhi color nocciola, nessuna sorrideva come lei, nessuna aveva la voce così squillante, né si arrabbiava con tanta veemenza come lei. Nessuna era come Giulia Mondini. Grazie a Dio, sarebbe d'uopo aggiungere.
L'intera famiglia Mondini fu invitata a pranzo dalla signora Martini per ringraziarli del generoso invito rivolto alla loro unica figlia.
Il signor Martini era all'estero da un paio di mesi per affari, mentre il padre di Giulia e Dante, il maggiore dei Mondini, pranzava sempre fuori durante la settimana poiché la sua pausa pranzo non si prolungava mai oltre i venticinque minuti.
Le due donne erano amiche di vecchia data, non era strano che si conoscessero considerando che non si erano mai spostate dal loro paese di origine, finendo entrambe per sposare un uomo benestante del luogo. Il pranzo si rivelò per lo più una stesura di un giornale di gossip di Budrio.
Dante Mondini, che si ritrovò ad essere l'unico uomo presente, cercò di accoltellarsi più volte le mani con il coltello da pesce per ottenere la tanto agognata fuga in autoambulanza che lo avrebbe salvato, secondo lui, da quell'incubo. I suoi movimenti suscitavano grande ilarità in Elsa e Giulia, che lo osservavano mentre sceglieva con cura a quale dito della mano potesse rinunciare un cestista come lui.
Dante Mondini non era neanche un po' dispiaciuto della presenza dell'amica di Giulia durante la loro vacanza. Questo significava che le due quindicenni si sarebbero fatte compagnia fra di loro e che quindi lui e il suo compagno estivo di conquiste, nonché migliore amico, Andrea Aldobrandini, avrebbero potuto correre dietro le minigonne di tutte le più belle ragazze di Rimini senza dover fare da baby-sitter a loro.
Dante e Giulia avevano solo due anni di differenza e il loro rapporto era sempre stato molto controverso. Quando erano bambini non era possibile staccare la sorella piccola da lui neanche per un secondo. Era il suo idolo. Se lui non mangiava una determinata verdura non lo faceva neanche lei, se lui si vestiva di blu anche lei pretendeva di indossare qualcosa di blu. La cosa era durata anche abbastanza, finché quei due anni di differenza, quando il ragazzo iniziò a frequentare il quarto ginnasio, divennero all'improvviso troppi. Non tanto per colpa di Dante, quanto di Giulia. La ragazza aveva percorso tutte le fasi tragicomiche dell'adolescenza amplificandole. Nessuno la capiva, tutto il mondo era contro di lei, nessun vestito le andava più bene, l'unica cosa importante dell'universo erano i suoi capelli, porte sbattute così forte da rischiare di uscire dai cardini, telefono di casa monopolizzato per tutte le ore del giorno e della notte, urla e litigi con la madre erano diventati all'ordine del giorno. In quel periodo anche l'amato fratello, preso come esempio per dodici lunghi anni diventò il peggiore dei suoi nemici. Dante ci mise ben poco a reagire alla nuova situazione, che gli era stata imposta contro la sua volontà, iniziando a rispondere per le rime alla sorellina viziata.
Alla fine del pranzo la data di partenza fu fissata per il 15 luglio, i preparativi per le valigie delle ragazze iniziarono quella sera stessa più o meno contemporaneamente alle preghiere della signora Martini per la sopravvivenza della signora Mondini.
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Budrio, 10 luglio 1984
La signora Mondini fermò all'ingresso il figlio maggiore, nonché preferito a detta di Giulia, appena rientrato dopo gli allenamenti di basket, per discutere delle imminenti vacanze.
«Mammina» la salutò con un bacio sulla fronte trovandola seduta accoccolata sulla poltrona del salotto, con il quotidiano in mano e con ancora il tailleur da lavoro ma le babbucce ai piedi. «Cosa si dice nel mondo?» chiese interessato sbirciando i titoli in prima pagina.
«60mila richieste di sfratto nei primi tre mesi dell'anno e Craxi alla frontiera dell'est.*1 Credo di poter dire con certezza che in Italia le cose vadano meglio di come vanno in casa nostra» rispose la donna con un sorriso amaro riferendosi all'ultimo litigio con il signor Mondini che si stava protraendo da più di due giorni senza trovare soluzioni, poiché entrambi erano troppi orgogliosi per ritrattare le loro ultime accuse.
«Oh, mamma non ti preoccupare, sono quasi sicuro che stasera ti porterà a cena fuori, quantomeno per festeggiare Craxi*2 confermato per acclamazione al PSI!» la consolò ironico Dante.
«A volte mi chiedo cosa farei senza di te» ripose la donna guardandolo.
«Mamma, dai, non hai bisogno di me che ti assicuri su queste cose! Più che altro sei pronta per la partenza?» chiese per avvicinarsi al fulcro dei pensieri della donna degli ultimi giorni.
«Sì, ho davvero bisogno di questa vacanza. E per la prima volta sarà una vera vacanza, con Giulia in compagnia di Elsa. Quella ragazza è una manna dal cielo!» sorrise con aria sognante.
Effettivamente Elsa Martini era l'amica del cuore che ogni madre avrebbe desiderato per la propria figlia: studiosa, poco interessata ai ragazzi, calma e pacata abbastanza da saper interagire con la propria bambina. Sopratutto se la figlia in questione era Giulia Mondini.
«Hai ragione, ci salverà la vacanza» rise forte Dante asserendo.
«È una cosa cattiva da pensare, vero?» domandò la donna sinceramente preoccupata.
«No, è una cosa lecita con Giulia. E poi abbiamo invitato Elsa perché vogliamo bene a Giulia, non solo per liberarcene» sorrise sornione il ragazzo.
Madre e figlio continuarono a sghignazzare complici.
Proprio in quel momento rientrò in casa il signor Mondini in tutto il suo splendore anche dopo una lunga giornata di lavoro, con un bel mazzo di fiori coloratissimo in mano e un sorriso timido rivolto alla moglie.
Dante si allontanò sorridendo dalla romantica scena per andare a farsi finalmente una doccia.
Intanto nella stessa casa, a due stanze di distanza dal bagno, che era occupato da Dante Mondini che cantava sotto la doccia Like a Virgin in falsetto, e solo una dai signori Mondini, che si abbracciavano e baciavano con tenerezza senza però ritrattatare mai del tutto le ultime parole dette, Giulia Mondini continuava il suo clima di terrore nei confronti del telefono. Suo ostaggio da quando se ne ha memoria.
«Elsa, ripetimi perché non vuoi uscire con me, Alessandro e quel suo amico tanto carino. E non accetterò che tu mi dica che non ti interessa uscire con i ragazzi ! È davvero troppo carino per non interessarti» insistette la ragazza mentre si smaltava l'unghia del primo dito del piede.
«Ok, lo ammetto è carino...» Si arrese all'evidenza Elsa per quanto in realtà quel tale non fosse esattamente il suo tipo. Che poi mica lo sapeva quale era il suo tipo!
«E quindi dove sarebbe il problema?» chiese esasperata Giulia assumendo una posizione assurda per soffiare sul dito appena smaltato prima di passare al successivo.
«Non fare la finta tonta, Giulia!» inveì l'altra alzando il tono di due ottave e arrossendo «È proprio quello il problema, è carino, popolare e quindi con buone probabilità stupido, oltre al fatto che non saprà neanche della mia esistenza e passeremo il tempo a guardarci in faccia senza parlare perché non abbiamo nulla in comune, mentre tu e Alessandro flirterete. Che poi, io manco lo so come si fa a flirtare, forse neanche mi accorgerò se lo farete!» concluse la frase con voce rotta e coprendosi il viso accaldato con le mani, benché nessuno potesse vederla.
«Santa pace, Elsa! Ma cosa c'è di male nel confrontarsi con gente bella e popolare? Come se poi ci fosse solo quello nella vita, tu sei venti volte più intelligente di lui e dieci volte più intelligente di tutte le persone che conosco! Non devi sentirti mai inferiore agli altri. Sai reggere benissimo una conversazione anche con la più temuta delle professoresse di filosofia, come puoi avere paura o addirittura vergognarti di parlare con un bellimbusto solo perché ancora non ti conosce!» anche Giulia alzò il tono della voce, già di per sè squillante, quando capì qual era il vero problema dell'amica.
Elsa non era la ragazza più bella della scuola, e su questo c'era poco da fare. Probabilmente non lo sarebbe mai stata, ma era intelligente, spigliata, sincera come poche, simpatica e con una lingua che, se voleva, sapeva fare male. Di ragazze belle ce ne erano milioni in giro, e per ognuna di loro se ne poteva trovare un'altra ancora più bella, di ragazze come Elsa Martini trovarne un'altra sarebbe stata un'impresa faticosa quanto quelle di Ercole!
«Sì, beh, se si tratta solo di una Coca-Cola al bar e di chiacchierare, effettivamente, non vedo nessun problema» disse con una voce che sembrava contraddire tutte le parole appena pronunciate.
«Vedrai che ci divertiremo come non mai! E poi conoscono mio fratello e non gli va per nulla a genio, abbiamo già in comune un argomento su cui sono ferratissima!» concluse Giulia ridendo.
«A me in realtà tuo fratello è simpatico!» rispose subito Elsa.
«Solo perché in terzo ginnasio ti sei presa una sbandata per lui quando ti aiutò dopo che eri caduta dai pattini!» Risero insieme ricordando l'avvenimento.
Dante quando aveva visto la scena aveva allegramente ignorato Giulia stesa per terra, la quale era caduta rovinosamente al centro della pista tirandosi dietro Elsa, ed era andato ad aiutare quest'ultima e con un'espressione dolcissima e piena di apprensione. Si era chinato su di lei e i capelli d'onice, che portava all'epoca un po' più lunghi, gli erano cascati sugli occhi, celando quel bell'azzurro limpido che li caratterizzava.
Poi con dolcezza le aveva chiesto come stesse e si era assicurato più volte che non zoppicasse. La ragazza ancora sognava, di tanto in tanto, il volto simmetrico del ragazzo che si avvicinava a lei per aiutarla ad alzarsi.
A Elsa era sempre rimasto il dubbio che Dante avesse aiutato lei unicamente per fare un dispetto alla sorella minore, senza mai considerare che in realtà il ragazzo fosse molto più maturo di come lo descriveva Giulia, e che in fondo Elsa gli andasse più a genio di quello che dimostrava e non solo perché era amica della tremenda sorella minore.
Dante non aveva una cotta per Elsa, non era esattamente il suo tipo, troppo saccente, troppo poco appariscente e sopratutto troppo amica della sorella. Né tanto meno Elsa aveva una cotta per lui, lo vedeva più come un bel ragazzo gentile e protettivo che avrebbe tanto voluto come fratello maggiore invece di essere figlia unica.
«Ma che dici?!» rispose Elsa con fare esasperato ma più goliardico che altro. Continuarono a ridere e a scegliere cosa indossare monopolizzando il telefono per un'altra ora e mezza. Finché non furono pronte per uscire con Alessandro e il suo amico.
*È una classificazione in disuso, ma classicisti amavano definire gli anni delle medie: il primo, il secondo e il terzo ginnasio. I biennio del liceo classico invece corrispondevano al quarto e quinto ginnasio. Mentre il triennio vieniva distinto in Primo, secondo e terzo liceo.
*1 Sono i veri titoli riportati dal giornale "La Repubblica" il giorno 10 luglio 1984. Li ho presi dall'archivio storico.
*2 Benedetto Craxi, detto Bettino (Milano, 24 febbraio 1934 – Hammamet, 19 gennaio 2000), è stato un politico italiano, Presidente del Consiglio dei ministri dal 4 agosto 1983 al 17 aprile 1987 e Segretario del Partito Socialista Italiano (PSI) dal 16 luglio 1976 all'11 febbraio 1993.
Angolino di M!
Non sono solita aggiungere commenti alla fine dei capitoli, ma mi piacerebbe raccontare come è nata questa storia.
Chiacchierando con mia nonna sulle ultime vicende di una signora amica di famiglia, mi è scappato in giudizio ben poco simpatico nei suoi confronti. Così mia nonna mi ha raccontato la storia di questa donna.
Una volta concluso mi ha chiesto: «Ti senti ancora in diritto di giudicarla?». Non ho risposto, ma mi sono sentita in colpa per la mia superficialità.
Quindi ho deciso di condividere con voi questa storia, aggiungendo un po' di particolari inventati di sana pianta. Un po' in onore di questa donna, un po' per chiedere scusa, un po' perché ogni tanto è giusto ricordare che giudicare la gente senza conoscere i fatti è scorretto.
Ispirato ad una storia vera, alcuni eventi narrati
in queste pagine sono realmente accaduti.
I nomi dei personaggi e luoghi sono stati opportunamente sostituiti per motivi legati alla protezione e alla tutela della privacy degli stessi.
Bacini 😘
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