57. BUSAN

Con un pancake in bocca scalcio le lenzuola e scappo in bagno, chiudo la porta a chiave e mi accascio sul pavimento con la schiena appoggiata alla porta, il povero Jimin è rimasto pietrificato sul bordo del letto con la scatolina aperta e una faccia ebete. Possibile che lo abbia fatto? Così, dopo mesi che non ci parliamo, io in condizioni pietose post sbornia e lui mi caccia un anello di Tiffany, grande quanto una casa...Ma è impazzito? Poi non ci vediamo da tanto tempo, perché me lo ha chiesto? Sento il suo tocco oltre la porta <Amore...Tutto bene?> Scuoto la testa per negare, ma lui non può vedermi <Amore, è tutto a posto?> <No....Non è niente a posto! Ti...Ti sembra il momento o il modo di chiedermelo?> sento che il cuore sta per uscirmi dal petto per l'ansia e l'emozione <Hai ragione piccola, però volevo che accettassi prima di passare da Busan a conoscere i miei...> <CHEEEEEEE>

Due giorni prima a Busan

Finalmente sono a Busan. È tanto che non riuscivo a tornare a casa, senza trucco e così conciato, cappello calato fino agli occhi, mascherina e cappuccio, non dovrebbe riconoscermi nessuno. Arrivo alla hall dello sbarco e dietro una transenna vedo un cartello con scritto

Mr Jagiya (signor mio caro)

Non posso crederci! Mia madre ha mandato Jihyun a prendermi! Ma che diavolo hanno in testa? Velocemente mi avvicino <Leva quel cartello, ti prego!> <Mr Jagiya, sono felice di poterla accompagnare all'auto> <Jihyun ti prego smettila!> mio fratello divertito nel vedermi in difficoltà continua la sua recita <Prego Mr Jagiya mi dia il suo bagaglio...> mi prende la valigia e si avvia verso l'uscita, non posso far altro che seguirlo e cercare di dare il meno nell'occhio, a poca distanza dall'uscita c'è l'auto con la mamma che ci aspetta. <Prego Mr Jagiya!> mi apre lo sportello e vedo la mamma con un gran sorriso, è lei che ha architettato tutta la sceneggiata. <Non cambi mai Jiminie, sempre permaloso!> <Non sono permaloso! È Jihyun che non ha rispetto per il suo hyung!> <Dai Hyung è tanto che non ci vediamo! La prossima volta sul cartello ci scrivo

PARK JIMIN

a caratteri cubitali, forse fa più effetto!> <Va bene, ho capito, ho capito.> nostra madre ci guarda divertita <Non cambierete mai! Ma mi piacete così! Ora buoni che devo guidare, ho prenotato una saletta privata in un nuovo ristorante, ci raggiunge anche vostro padre>

Qualche ora più tardi siamo tutti riuniti nella saletta del ristorante, sono felice di passare del tempo con la mia famiglia.

<Cosa devi dirci di tanto importante...> mio padre esordisce così dal nulla <Infatti figliolo, non tenerci sulle spine.> anche mia madre ci si mette a farmi pressione <Fratello i giornali li leggiamo tutti, lo sai che seguiamo tutto quello che ti accade e se torni a casa nel bel mezzo della pausa pre concerti a Seoul, hai da dire cose importanti...> Li guardo esterrefatto, è più un'inquisizione che una riunione di famiglia <Prima sputi il rospo, Hyung, prima potremo mangiare!> <Ok, va bene. Avete ragione. Devo parlarvi di alcune cose...> <Forse di quelle foto a LA con "quella ragazza"?> <Ecco...in effetti si...- tiro un gran respiro, il tono con cui mia madre ha detto "quella ragazza" non mi è proprio piaciuto <Mettiamo in chiaro una cosa: "quella ragazza", come l'hai chiamata tu, ha un nome, Choi Aura ed è la mia ragazza!> i tre mi guardano ad occhi sgranati <Hyung, grazie!> esordisce Jihyun <Una volta tanto mi sei stato più che utile...> ora sono io ad essere confuso <Avevo scommesso con mamma e papà che fosse la tua fidanzata, loro però avevano dei dubbi. Quindi, grazie! Ora chiarito ciò, raccontaci tutto> passo il pranzo a raccontare tutto o quasi del mio incontro, di quanto è meravigliosa Aura e del motivo del suo allontanamento <Questo è più o meno tutto. Sto andando a Jeju per riportarla a Seoul e alla HYBE, manca a tutti. Però se a voi va bene, vorrei passare qui due giorni con lei, così la conoscerete anche voi.> <Perché vuoi portarla a casa? Non hai mai portato nessuna ragazza a casa...> mia madre ha ancora il tono da inquisitore, mi gratto la nuca in imbarazzo, tiro i capelli in dietro ed inizio a dondolarmi sulla sedia, sono così nervoso che perdo il controllo della sedia e crollo come un cretino sul pavimento, [dannate sedie] <Le voglio chiedere di sposarmi!> dico dal pavimento. Un gran silenzio è calato nella saletta, mia madre si china sotto al tavolo <Scusa non credo di aver capito da là sotto!> mi alzo, metto a posto la sedia <Ho intenzione di chiederle di diventare la signora Park!>

Jihyun fa un sorrisetto furbo e mio padre sembra abbastanza compiaciuto di questa mia serietà, l'unica che mi preoccupa è mia madre <Allora avevo capito bene! - il suo tono non è promettente - quanti anni ha?> <A già compiuto 30 anni...> <È troppo vecchia per te!> <No! È solo più matura [ho come un déjà-vu], poi due anni non sono molti, io ne farò 27 ad ottobre, 28 se contiamo con il metodo coreano!> <È una in cerca di fama!> <Credimi, mamma. Ho dovuto sudare per convincerla e per come l'ho trattata è l'unica che può stare con me!> <Certo che ha sopportato, tu sei Park Jimin, un membro dei BTS, il pollo da spennare! Io non mi fido!> <Mamma...mammina...> <Non usare quel tono da ammaliatore e non ti azzardare ad usare i tuoi trucchetti da Idol! Io sono tua madre, ti ho messo al mondo e una così non la accetto!> <Così come?> <Non sappiamo nulla della famiglia, è sbucata così, dal nulla...> <Cosa ti è sfuggito del mio racconto? Cosa ti fa pensare che voglia i soldi e non me? Si è fatta da sola, è sola e noi, ed intendo tutti noi Bangtan siamo la sua famiglia, lavora sodo e per colpa mia è stata anche in pericolo di vita...- sbatto i pugni sul tavolo - Con o senza il tuo permesso la sposerò, se mi vorrà ancora! Ci tenevo a farvela conoscere ma tornerò direttamente a Seoul.> vedo il viso di mia madre cambiare espressione <Yeobo (termine affettuoso per chiamare il marito) sono stata abbastanza convincente come madre possessiva e futura suocera impossibile?> Vedo mio padre ridere di gusto e mio fratello per poco non si strozza per quanto ride, batto le palpebre per cercare di riscuotermi <Adeul (termine per chiamare il proprio figlio) saremo più che lieti di accogliere la donna che ti ha fatto crescere così tanto in così poco tempo. Fino allo scorso anno non saresti andato contro la tua famiglia per una donna qualsiasi, quindi vuol dire che questa è quella giusta, quella del tuo destino. Finalmente hai trovato il tuo filo rosso.> Sentire queste parole da mia madre mi ha commosso talmente che ho iniziato a piangere e a ringraziarli per essere i miei genitori.

Due giorni dopo Resort a Jeju

<Tesoro, ti prego, esci...> <No, no! Io non esco di qui...tu sei pazzo! Appari qui, dopo quasi due mesi, mi racconti tutta una storia di saesang e minacce...potevate avere la grazia e la decenza di spiegarmi tutto, avrei deciso di testa mia sul da farsi...> <Tesoro, mi è preso il panico, avevo paura che mi lasciassi...> <Certo! Perché secondo te e le altre 6 teste di legno è stato meglio prima rinchiudermi alla HYBE e poi mandarmi in esilio qui con il gorilla! Poi di punto in bianco mi chiedi anche di sposarti, che non ci sarebbe stato nulla di male...> <Allora mi sposi...> <FAMMI FINIRE LA FRASE...> <Si, scusa...> <Ma io dopo tutto questo tempo sono confusa, non so più qual è il mio posto...> <Il tuo posto è con me, amore, con noi alla HYBE> <Jimin...> <Dimmi...> <Lo sai che non cambierà nulla, ci saranno sempre minacce, ci saranno sempre saesang...> ha ragione, ma io non voglio rinunciare a lei <Lo so ma io voglio che tu stia con me, staremo più attenti, oscureremo il viso, useremo accorgimenti e...> <Ed io non avrò più una vita...> parole che mi feriscono direttamente al cuore ma per come la sto mettendo, è così, sarebbe chiusa in una gabbia dorata ma sempre di gabbia si tratta <Aura, io ti amo e non vivo senza te...> <Perché non ci hai provato!> provato? ho passato due mesi di agonia senza di lei, ora sono stufo di parlare con una porta, se non mi vuole deve dirmelo guardandomi negli occhi, mi allontano un po' dalla porta e cambio il tono della voce, spero che funzioni <Donna! Ora smetti di dire sciocchezze ed esci da quel dannato bagno!>

La voce di Jimin è bassa, roca sporcata dal satoori, ha sempre avuto uno strano effetto su di me, come un automa mi alzo dal mio rifugio sicuro, dietro la porta del bagno e faccio scattare la serratura, apro piano ma un turbine biondo mi afferra per la vita spingendomi fino a farmi sbattere la schiena contro le piastrelle del bagno, è così vicino, riesco a sentirne il profumo è qualcosa che mi fa impazzire, passa il naso sul mio collo respirando forte il mio odore <Mi sei mancata donna!> dice in una specie di rantolo con accento satoori che mi fa aggrovigliare lo stomaco <Ora, guardami negli occhi e dimmi che non mi vuoi...>

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