Cap. 4 - Pensieri Vaganti

-Alex Zabel.- Un'altra voce li fece voltare tutti e per un secondo ad Alexandra non le prese un colpo.

Era lui, Axel. Il suo adorato Axel ma... era diverso.

A parte la carnagione che era abbronzata più del solito, non portava più i capelli biondi fissi all'insù ma bensì sciolti con alcune ciocche azzurre mentre gli occhi erano gli stessi, neri e profondi a mandorla. Con quei pochi metri di distanza riusciva a intravedere un luccichio, guardando bene quel punto erano due orecchini, uno verde e l'altro viola nell'orecchio sinistro. Portava un mantello nero addosso e con il buio della sera e la luce della luna contribuì a renderlo particolarmente... attraente.

-Axel... sei proprio tu?- chiese sorpresa Alexandra che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

-Non sono più Axel, il mio nome è Alex.- disse con tono calmo e allo stesso tempo freddo. Alexandra era certa di aver sentito un brivido dietro la schiena udendo quelle parole

-Insomma perché ti ostini a voler credere alle parole del Quinto Settore!? Il calcio non deve essere controllato!- urlò Mark determinato.

-Non cambierò le mie decisioni, il calcio deve essere controllato e regolamentato!- rispose l'altro. Quelle parole suonarono come un ordine impossibile da cambiare.

Quello non era il suo Axel e se era un sogno voleva svegliarsi all'istante! Per la prima volta sentì la paura scorrerle nelle vene e il cuore non la finiva di martellarle in petto. Stava tremando davanti a colui che una volto era il suo migliore amico, il suo ragazzo e ora... il suo nemico.

-Il calcio è uno sport libero e indomabile, non si può comandarla! Specialmente se viene giocato col cuore!...- Alexandra non sapeva che fosse il Quinto Settore ne tanto meno da quanto tempo il calcio li in Giappone era sotto il suo comando, ma non era affatto d'accordo con quella regola.

Alex le si avvicinó per prenderle la mano ma lei si ritrasse come se fosse un edera velenosa. Guardandolo, per un'attimo fu sicura di vedere un sorrisetto divertito e uno sguardo freddo e penetrante.

-Spero per voi che la Raimon sappia contrastare il Quinto Settore, avrà bisogno...- guardò per un ultima volta Alexandra -...di molta fortuna.- e se ne andò.

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Quel giorno andò a scuola regolarmente e nonostante si era ripromesso di non passare davanti al campo di allenamento, ci passò comunque, esattamente come il giorno prima, tanto per controllare se fosse li la nuova arrivata, Vivian. Quella ragazza lo aveva incuriosito e intendeva scoprire di più su di lei. Già lo aveva lasciato a bocca aperta per la sua bellezza ma ragazzi, aveva un talento naturale per il calcio e il suo stile di gioco riprendeva molto il suo idolo, Axel Blaze, però c'era qualcosa di strano...

Per quanto volesse sfidarla in una partita e passare del tempo con lei, preferì restarsene in disparte e mangiarsela con gli occhi finché la Raimon non sarebbe stata annientata, così suo fratello sarebbe stato sottoposto a quella costosa operazione e sarebbe potuto tornare a camminare e giocare a calcio.

Andò al campo ma non c'era nessuno.

"Saranno già partiti per andare dalla Royal Academy..." pensò. Allora decise di andare in tutta calma da Vladimir, suo fratello.

Non ci mise più di 10 minuti ad arrivare, e una volta salito al piano andò nella stanza.

-Ciao Vlad!- salutò lui chiudendo la porta alle sue spalle.

-Victor! Ma come... non sei alla partita?- gli chiese il maggiore.

-Sapranno cavarsela anche senza di me, tranquillo!- rspose Victor rilassato. Conosceva bene Vladimir e l'espressione che ebbe a quella risposta era al quanto preoccupata.

Leggermente incuriosito guardo la semifinale alla televisione, la squadra stava tentando disperatamente di far funzionare l'Assalto tuonante, prima con Riccardo, poi Michael e infine toccò a Vivian. La ragazza corse nella parte opposta mentre gli altri calciavano la palla per dargli energia e una volta che tocco il suo turno...

-Che disdetta! Nemmeno la promettente Vivian è riuscita ad effettuare l'Assalto tuonante!- non poteva essere.

Proprio il giorno prima l'aveva vista sfoderare una potenza tale da poter tener testa ad un imperiale e ora, sembrava una ragazzina qualunque che sapeva fare qualche tiro.

Passarono alcuni minuti e Victor poteva quasi sentire ciò che provava suo fratello in quel momento.

-Victor, sei sicuro di non voler giocare con loro? Se parti adesso puoi ancora giocare il secondo tempo...- gli disse Vladimir.

-Ce la faranno...- gli rispose cercando di tranquillizzarlo. -Vado a prendermi una bottiglia d'acqua, qui dentro fa molto caldo!- comunicò lui e uscì andando ai distributori.

Era distratto. Si distratto ed era molto strano per un tipo come lui. Mentre fece tutte le solite operazioni al distributore si mise a pensare.

Com'era possibile che ieri quella nuova, sembrava tutto tranne che una debole come l'aveva vista poco fa durante la partita?

"-Se credi che ti farò sconti solo perché sei una ragazza ti sbagli di grosso!-".
"-Oh dai, è una contro 10, perché non le diamo un po' di vantaggio? Dopo tutto è una ragazza no?-"

"Le offese! Doveva essere quella la chiave, non c'è dubbio! Ma allora... perché ha reagito così?" Si chiese dubbioso.

A ridestarlo dai suoi pensieri fu la presenza di uno dei collaboratori dell'imperatore, Saber Sabel.

Fuori, sulla balconata del piano, si misero a parlare.

-Perché non ti sei presentato alla partita? Non vorrai disubbidire agli ordini del Grande Imperatore.-

-La Raimon verrà annientata anche senza la mia presenza in campo, dopotutto la Royal, oltre alla sua difessa impenetrabile, ha anche 4 imperiali nella squadra.-

-Però ricorda, se ciò non accadrà, i soldi per l'operazione di tuo fratello puoi scordarteli.- fece per andarsene ma si ricordò di un'altra comunicazione -Dimenticavo... Per ordine del Grande Imperatore, dovrai osservare quella nuova ragazzina, fartela amica e ricavarne qualsiasi informazione.-

Questo incuriosi il giovane e non poco -E dopo?- chiese in attesa di risposta.

-Dovrai attendere nuovi ordini.- e se ne andò.

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Da poco ci fu la fine del primo tempo. Durante quel attesa, ricominciò a pensare alla donna che vide in compagnia di Mark e Celia, Alexandra. Quanto tempo che non la vedeva.

Prima era una piccola rosa, piccola, tenera e apparentemente indifesa. Ora quella piccola rosa, era sbocciata meravigliosamente, mostrandosi graziosa e allo stesso tempo pungente come le sue spine. Quanto tempo avrebbe impiegato a toglierle quelle fastidiose spine e a rendere quella rosa ancora più dolce e profumata di quanto non lo fosse già?

10 anni fa meno di un mese, e adesso?

Prima di tutto avrebbe dovuto spiegarle il perché di questa sua scelta, e poi, l'avrebbe sedotta come il vecchio Axel Blaze ma nello stile di Alex Zabel.

Accennò a un lieve sorriso a quell'idea.

-Come mai così contento?- una voce alle sue spalle lo fece tornare serio, sapeva di chi era.

-Vecchi ricordi, tutto qui.- disse Alex mentre apriva un file digitale su Vivian -La nuova giocatrice mi ricorda tanto un'amica di vecchia data.- mentì.

L'altro, alle spalle dell'Imperatore, lesse le poche informazioni sulla giovane. Per come fosse andata nel primo tempo lo fece pensare molto, da sue fonti sapeva che era un'ottima giocatrice se non la ciliegina sulla torta contesa da molti Istituti.

Doveva avere qualche segreto nascosto.

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Nel frattempo, mancavano pochi minuti all'inizio del secondo tempo e la Raimon cominciava a risentirne.

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