Nalu

Lucy sospirò guardando ancora una volta Juvia, la sua coinquilina, provarsi l'ennesimo vestito.

Lucy aveva 20 anni, frequentava il secondo anno di Lettere Moderne e si era trasferita a Magnolia l'anno precedente.

Per fortuna anche Juvia, la sua inseparabile compagna dai tempi delle elementari, si era iscritta nella sua stessa città, anche se in facoltà diverse: la turchina aveva scelto psicologia.

Così, due anni fa, armate di valigie e scatoloni avevano intrapreso un nuovo capitolo della loro vita.

Era andato tutto liscio, i voti di Lucy erano alti, aveva la sua migliore amica al suo fianco e delle colleghe stupende.

«Ti prego Juvia, la festa è alle 20:10 e le ragazze arriveranno verso le 19:30 per cambiarci insieme. Sono le 19;00, non puoi restare davanti lo specchio all'infinito! Devi ancora farti la doccia, ti scelgo qualcosa io» urlò sconsolata.

Juvia era tutto l'opposto di lei, teneva particolarmente al suo aspetto ed era sempre indecisa su cosa indossare e come presentarsi.

Lucy pensava che questo suo comportamento strambo fosse alimentato dalla cotta che la sua migliore amica si era presa per un tipetto di scienze motorie, appena tornato dall'erasmus.

Lei lo conosceva bene.

Trovava Gray carino ma niente di speciale.

Per lei era come un fratello.

La turchina le sorrise raggiante, annuendo con la testa e pettinandosi, nervosa, i capelli turchini.

Lucy pensava che Juvia avesse un colore di capelli...molto particolare.

Eppure su di lei sembravano quasi naturali.

Aveva dei lunghi capelli lisci e morbidi, come se non avesse continuamente decolorato la sua testa per avere quel turchino acceso.

Che fortuna.

Lucy, controvoglia, si alzò dal suo amato lettino e si diresse verso l'armadio della sua migliore amica.

Aprendo l'anta dell'armadio rimase sconvolta dalla quantità immensa di vestiti all'interno.

Si girò verso Juvia, sbuffando sonoramente «sai che ti amo Ju ma quanti vestiti hai? Mi confondo solo a guardarli» la ragazza di fronte a lei, rise di gusto, scrollandosi i capelli sulle piccole spalle e facendole un occhiolino.

Le aveva sempre spiegato che la sua confusione fosse dovuta alla quantità madornale di vestiti all'interno del suo armadio, forse Lucy non le aveva creduto.

D'altro canto, la biondina continuava a spostare pile e pile di jeans e gonne, cercando qualcosa che urlasse Juvia.

«Vuoi qualcosa di elegante, tipo che so, un vestito o una gonna oppure qualcosa di casual?» Le chiese, continuando a frugare nel suo armadio.

La base di partenza avrebbe aiutato Lucy, eliminando i capi con lo stile da Juvia scartato.

Ahimè, nonostante le previsioni, Juvia complicò la situazione «per Juvia è indifferente» le sorrise l'amica, facendo saltare i nervi all'altra.

Santi numi, non era difficile decidere un cazzo di outfit, un cazzo di stile e farsi una cazzo di doccia.

La bionda respirò profondamente, contando mentalmente fino a dieci.

Infondo non poteva farci nulla, sapeva che Juvia era fatta così «ok» si arrese poi, prendendo dall'armadio dei pantaloni a vita alta e un top a corsetto.

Era corto, scollato e di un bellissimo blu notte, sarebbe stato perfetto su Juvia.

Si girò verso di lei e le lanciò i vestiti in faccia «abbinali con degli orecchini pendenti e un trucco marcato sugli occhi e sei pronta, ti voglio qui tra dieci minuti» le disse poi, sorridendole sornione e guardando la ragazza prendere gli indumenti.

Juvia girò su se stessa, prendendo i vestiti e, ringraziando Lucy, si diresse in bagno per farsi una doccia.

Era fatta così Juvia, l'aveva conosciuta alle elementari ed erano subito diventate amiche.

Da quel momento erano diventate inseparabili, nonostante Juvia fosse una ragazza con un passato difficile.

Lucy deglutì a vuoto, ricordando certe ferite nel passato dell'amica.

Eppure, nonostante tutto, Juvia restava la ragazza più forte che conoscesse. Era sempre stata la più solare tra tutte le sue compagne, sempre sorridente.

La turchina lavorava da quando aveva nove anni e tutt'ora faceva due lavori per potersi mantenere la casa e l'università.

Lucy aveva cercato più volte di aiutarla: "se vuoi posso aiutarti economicamente" le diceva sempre.

Ma Juvia era testarda. Aveva sempre rifiutato, facendo sempre cadere l'argomento.

A volte Lucy le nascondeva dei soldi in più nel portafoglio ma non ci è dato sapere se Juvia ne fosse a conoscenza.

Insomma, Lucy era parecchio benestante, che senso aveva avere tutti quei soldi se poi non si riusciva ad aiutare un'amica in difficoltà?

La ragazza in questione uscì esattamente dieci minuti dopo con solo un asciugamano a coprirle il corpo ben formoso che la ragazza possedeva.

Lucy la guardò attraverso lo specchio mentre la ragazza apriva velocemente il top, si girò divertita verso di lei e socchiuse gli occhi «Lucy è un top da troia» disse solo, facendo scoppiare a ridere l'amica.

La bionda continuò a ridere di gusto «cosa c'è così tanto da ridere, sono seria!» Urlò la turchina, rossa dall'imbarazzo.

Lucy tossì per le forti risate e poi smise, guardando Juvia negli occhi «Juvia, amore, è una festa, mettere in mostra certe qualità non ti rende troia» Juvia le lanciò l'asciugamano in faccia, facendo ridere Lucy.

***

Alle 19:30 spaccate tutte le ragazze fecero irruzione a casa di Lucy e Juvia.

Fu una tragedia.

Levy, la compagna di corso di Lucy, si lamentava di quanto fosse bassa e piatta rispetto a tutte le presenti.

Sfortunatamente per lei, aveva ragione.

Levy era molto minuta per la sua età, non presentava seno e aveva un viso da bimba.

Molte volte veniva presa in giro per questo, soprattutto per la sua inseparabile bandana arancione, regalatole dal suo ragazzo, che non voleva mai togliere.

D'altro canto, Levy presentava dei fianchi e un didietro da fare invidia a chiunque.

Ma questo, pensò Lucy, non erano cose che potevano dirsi pubblicamente.

«Dai Levy non farne una tragedia, guarda Wendy invece» le disse Erza, la "leader" del gruppo, indicando la ragazza minuta di fianco a Lucy.

Erza era al terzo anno di scienze politiche, decisa, coraggiosa e intraprendente, era una tra le ragazze più belle e spaventose che conoscesse.

Aveva lunghi capelli rossi, forme generose e uno strano fetish per le torte panna e fragole.

Wendy, di tre anni piu piccola, la guardò confusa e quasi in procinto di piangere. Era la più piccola del gruppo, neo maggiorenne e matricola in Medicina.

Non aveva un carattere particolarmente deciso come quello di Erza ma era la persona più buona e combattiva del mondo.

Anche lei, come Levy, non presentava forme.

Si coprì subito con le mani «Erza sei cattiva» borbottò, piagnucolando verso Mira che, a sua volta, aveva appena terminato il suo trucco.

Chiudendo il tubo di rossetto rosso, la ragazza si girò verso Wendy, scostandosi la frangia di lato e sorridendo gentile «ara ara, fino ai 21 anni si cresce, mie piccole grandi donne» affermò decisa, alzandosi in piedi sui suoi tacchi argentati.

Mira era la mamma del gruppo e la più grande.

Frequentava l'ultimo anno di economia e aveva lunghi capelli albini, degli occhi azzurri come il mare e, ahimè, anche lei abbondava di seno.

Erza scrollò le spalle, scoppiando a ridere e abbracciando Wendy «ma tu sei così carina!» Urlò, facendo rabbrividire la povera piccola.

Lucy scosse la testa ridendo.

Le piacevano, non si conoscevano da una vita ma ognuna di loro era diventata parte costante della sua routine.

Le guardò una ad una: Erza, elegante e minacciosa nel suo tubino rosso fuoco, Mira nel suo completo argento, Wendy innocente e pura nel suo vestitino color panna e Levy nella sua semplicità con una canotta, un paio di jeans e degli stivali.

Ognuna di loro rappresentava la propria personalità e Lucy sorrise intenerita.

Lucy indossava dei semplici Jeans e un top stile bikini, certo, non copriva le sue "gemelle" ma non le importava più di tanto.

Non raccolse i capelli, decidendo di tenerli morbidi e ribelli sulle spalle.

Al contrario, Juvia li raccolse in uno chignon un po' disordinato, alcune ciocche le ricaddero sul viso ma alla ragazza sembrò non importare.

Alzandosi in piedi fece un giro di 360 gradi, guardando Erza «pensi che a Gray piacerà?» Lucy rabbrividì.

Juvia si era presa una tremenda cotta per quel ragazzo, fortuna volle, che il gruppo degli scimmioni, così soprannominato da Lucy, stesse rispettivamente col suo gruppo.

Levy stava con Gajeel Redfox da una vita.

E lui era, insomma...era un ragazzo leggermente particolare.

Aveva piercing da tutte le parti, perfino nel viso, e suonava in una band.

Poi c'era Gerard Fernandez, il ragazzo di Erza, aveva i capelli quasi dello stesso colore di Juvia, un tatuaggio sull'occhio sinistro e un fisico atletico. Eppure, nonostante l'apparenza era il migliore del suo corso, criminologia, e stava per laurearsi col massimo dei voti.

Poi c'era Laxus Dreyar, il fidanzato di Mira e imprenditore presso Fairy Tail, l'azienda più potente del paese.

Pare che fossero tutti amici di famiglia perché Mira e Laxus stavano insieme da quando erano nati.

Gray Fullbaster era il tipetto di cui Juvia si era infatuata, in realtà Gray l'aveva notata per primo quando Lucy aveva iniziato a frequentare il suo migliore amico. Tuttavia, l'aveva notata in modo diverso rispetto alla turchina che, invece, se n'era innamorata.

Infine c'era Natsu Dragneel, Natsu il Re degli idioti, di quei ragazzi bellissimi quanto stupidi. Frequentava l'ultimo anno di scienze motorie ed era il migliore amico del Fullbaster.

Lui e Lucy si erano frequentati per un po', lei lo amava tantissimo, l'idiota pure.

Almeno, così diceva.

Nient'altro da aggiungere sul suo conto, non dopo quello che era successo.

Erza sorrise raggiante, appoggiando le mani nelle spalle della turchina «Juvia, Gray ti muore già dietro, non farti problemi» Erza aveva uno strano rapporto sia con Natsu che con Gray.

Erano amici fin da piccoli e lei sembrava la loro sorella maggiore: li picchiava quando serviva, li supportava, li richiamava, li aiutava a studiare, a volte li ospitava perfino nel piccolo appartamento che condivideva con Gerard.

Insomma, erano profondamente legati.

Erano una famiglia.

Juvia annuì raggiante, raggiungendo poi il telefono e notando le tre chiamate perse dal ragazzo in questione «oh mamma» si lamentò, leggendo subito dopo il messaggio.

Strabuzzò appena gli occhi e poi gli alzò, guardando la bionda immediatamente.

Lucy comprese quasi subito quello sguardo eloquente e socchiuse gli occhi, pronta ad attaccare.

Mosse il dito a destra e sinistra e la fissò in cagnesco «scordatelo, io in macchina con quello non ci vado» Mira sorrise leggermente, pensando a quanto fosse scioccante il fatto che quelle due si capissero con uno sguardo.

Juvia fece una faccia da cane bastonato e la guardò con gli occhi lucidi «insomma Lu, ho la possibilità di stare sola con Gray! Me l'ha chiesto lui! Ti amo, sei la mia vita ma aspetto questo momento da due mesi!» Lucy iniziò ad avere un tic nervoso all'occhio, girandosi verso Erza che alzò le mani in segno di resa.

Mira uscì dalla camera salutando velocemente e dirigendosi verso l'uscita, aveva una festa da preparare e poi non poteva mica rischiare che Lucy le chiedesse un passaggio.

Nessuno si accorse della sua assenza «ah non guardare me!» Iniziò la rossa «io e Gerard abbiamo già Wendy, Charle, Happy e Romeo, non saprei come aiutarti e la signorina qui» indicò Levy «va in moto con la sua ferraglia» Levy alzò gli occhi al cielo per il soprannome con cui Erza aveva chiamato Gajeel ma non disse nulla.

Lucy sbattè un piede a terra, frustata «oh ma insomma! Avevate promesso di portarmi con voi in macchina. Vi avevo pregati» piagnucolò la bionda «no, mi rifiuto, preferisco restare a casa» sputò poi, acida com'era sempre stata quando era arrabbiata.

Juvia diventò d'un tratto triste, guardando Lucy con uno sguardo da cane bastonato, peggio di prima «ho capito, allora lo dirò a Gray, sarà per un'altra volta» il tono sofferente fece sentire in colpa Lucy che, contando mentalmente fino a venti buttò le mani in aria «oh e va bene, andrò con Natsu» urlò, sconfitta.

Sarebbe stata la serata più lunga della sua vita.

***

Juvia scese le scale del pianerottolo velocemente e raggiante come una Pasqua.

Erza e Wendy erano già andate via qualche minuto prima.

Gerard era passato a prenderle poiché aveva un servizio scuolabus da portare al termine.

Dovevano ancora passare a prendere Charle, Happy e Romeo.

Levy invece, stava aspettando Gajeel davanti casa di Lucy, dileguando le ragazze con un semplice «non c'è bisogno di scendere se ancora quell'idiota non è arrivato, non mi va di vedere sbaciucchiamenti da parte tua e botte da parte di Lucy.»

La bionda non si sentì di aggiungere altro e, mentre scendeva le scale, sentiva il cuore diventare più pesante ad ogni scalino che percorreva.

Non si accorse nemmeno di essere arrivata se non fosse stato per le urla gioiose di Juvia «Gray, siamo qui!» urlò la turchina, alzando una mano in direzione del ragazzo in questione.

Gray stava parlando animatamente con Natsu, appoggiato, annoiato, contro la sua macchina.

Lucy sobbalzò alla vista del rosato, stringendosi nel suo giubbotto di pelle e maledicendosi mentalmente per aver accettato una cosa così stupida.

Natsu era bello come lo ricordava, indossava un paio di jeans neri, una camicia sbottonata del medesimo colore e la solita giacca di pelle.

I capelli rosa spiccavano in tutto quel buio, sbarazzini e ribelli come al solito.

In realtà non lo vedeva da un pò di settimane, forse tre.

Lei cercava categoricamente d'ignorarlo ogni qual volta che lui fosse col gruppo.

D'altro canto, lui l'aveva cercata per un po', l'aveva chiamata ma poi era scomparso.

La situazione era abbastanza imbarazzante.

Gray si scostò dalla macchina, girandosi verso la loro direzione e puntò i suoi occhi neri su Juvia.

La ragazza, alla vista, sorrise raggiante, andandogli incontro.

Gray non se lo fece ripetere due volte e la raggiunse «oh Juvia, eccovi» buttò fuori il corvino, prima di allungare un braccio verso la ragazza e rubandole una limonata davanti ai loro amici.

Ew.

Natsu rimase in disparte, anche lei lo fece.

Quando si staccarono Gray guardò Juvia innamorato, il che rese la bionda alquanto felice, e poi spostò il suo sguardo su Lucy.

Le fece l'occhiolino e si trascinò Juvia dietro.

La ragazza salutò l'amica energicamente mentre sia lei che Natsu guardavano i movimenti dei due ragazzi come se fossero la cosa più interessante di questo mondo.

Quando Gray mise a moto e poi scomparve, l'ansia di Lucy crebbe alle stelle.

Stette a debita distanza da Natsu, non si sarebbe avvicinata per nulla al mondo.

Se fosse stato necessario si sarebbe legata al tettuccio della macchina se fosse bastato a non vederlo.

Il ghigno che le riservò, fece sussultare il suo cuore, come se non fosse cambiato nulla dal loro ultimo incontro.

In realtà era cambiato tutto «yo Lucy» la salutò lui, andandole incontro e facendola indietreggiare di un passo.

Cristo, non si riconosceva più.

Strinse i pugni e si rimise dritta nella sua posizione, Natsu la guardò a lungo ma non disse nulla.

Lei lo fissò a sua volta, sentendo le lacrime sulla punta degli occhi.

Dannazione, non era ancora pronta ad affrontarlo.

Sfuggiva da lui da settimane, non voleva affrontarlo e ora che lo aveva davanti, l'unica cosa che avrebbe voluto fare era darsela a gambe «non ci si vede da tanto» cercò di spezzare il ghiaccio lui.

Natsu si torturava i capelli quando era nervoso, lo faceva inconsciamente.

A Lucy erano sempre piaciuti i suoi capelli, così morbidi e lunghi.

La bionda deglutì rumorosamente, respirò e fissò il rosato dritto negli occhi «già» disse solo.

Se l'intenzione di Natsu era quella d'iniziare una conversazione normale, allora era totalmente fuori strada.

E lui comprese.

Lucy era ancora ferita, lo vedeva dal modo in cui manteneva le distanze, dagli occhi lucidi, dal modo in cui lo guardava.

E maledizione, non sapeva come rimediare.

Era successo tutto così in fretta che ancora anche lui cercava di mettere insieme i pezzi.

Lisanna che veniva a studiare a casa sua, Lisanna che lo baciava, Lucy che entrava in camera sua nell'esatto momento, Lucy in lacrime e il ghosting tremendo che aveva subito per settimane.

Non che non se lo aspettasse, conosceva Lucy meglio di chiunque altro.

Dannazione, era stata Lisanna a baciarlo, di certo non lui!

Non stava nemmeno ricambiando e aveva gli occhi aperti, Lucy aveva solo frainteso tutto.

Gli faceva più male la consapevolezza che la bionda si fosse chiusa in sé stessa, senza la voglia di ascoltarlo.

Lucy si arrese al suo sguardo, superandolo e avviandosi verso la macchina.

Non disse una parola, nemmeno quando Natsu sbuffò e le andò dietro.

Quando salirono in macchina il silenzio regnava sovrano.

Natsu accese la macchina e partì velocemente «hai intenzione di non parlarmi per tutta la serata?» spostò leggermente lo sguardo verso di lei, continuando a guidare.

Lucy sospirò, non sapeva davvero che fare, si sentiva una codarda e quasi non si riconosceva più.

Natsu era stato tutto per lei: il primo amore, la prima volta, il primo bacio.

Frequentare un liceo femminile non era il massimo ma era contenta di aver sperimentato queste cose con Natsu.

Tardino a diciotto anni ma, sotto questo punto di vista, non si pentiva di niente «anche tutta la vita se è necessario» rispose tra i denti.

Natsu rise, passandosi una mano tra i capelli e appoggiandosi, concentrato, al pugno chiuso della sua mano contro il finestrino «sapevo avresti risposto così, ti conosco fin troppo bene» lei sorrise sincera, guardando fuori dal finestrino.

Non c'erano parole più vere e dolorose di quelle e Lucy lo sapeva.

La verità era che si sarebbe dovuta fidare di più, sopratutto dopo quell'anno insieme.

All'improvviso Natsu le appoggiò una mano sulla coscia, com'erano soliti fare quando lui guidava.

Lucy sobbalzò, rabbrividendo, ma non si scostò.

Natsu continuò a guardare la strada, stringendole la coscia con la mano «senti Lucy, io lo so che non vuoi ascoltarmi, vedermi o sentirmi ma mi manchi da impazzire. Non sono niente senza di te, io non so come fare, porca troia mi taglierei il cazzo per te. Io non volevo baciare Lisanna, io non ho baciato Lisanna. È stata lei ad averlo fatto, io non stavo nemmeno ricambiando, avevo perfino gli occhi aperti dallo shock» Lucy girò la testa verso la sua direzione, gli occhi lucidi e la voce strozzata.

Lui non poteva dirle quelle cose, non quando finalmente poteva riprendersi «potevi spostarti Natsu» lui alzò gli occhi al cielo, stringendole di più la coscia «cazzo Lucy, cosa non capisci dello shock. Sono rimasto scioccato, non capita tutti i giorni che una ti piomba in casa e ti bacia. Tu hai ragione, dovresti prendermi a calci, ti giuro dovresti farlo ma per l'amor del cielo ritorna da me. Mi sto umiliando!» La presa si fece più salda, le nocche divennero bianche ma Lucy non cedette di un millimetro.

Bugia.

Il cuore le vacillò per un attimo, Natsu si stava umiliando per lei, lei lo sapeva.

L'avrebbe anche perdonato ma l'immagine delle labbra di Lisanna su quelle di Natsu non le lasciava pace.

Non riusciva a conviverci.

Sospirò forte, appoggiando la mano su quella di Natsu «io non voglio che ti umili per me, io vorrei che tu cercassi di trovare una soluzione con me. È diverso. Io lo so che tu non la ami, magari non ami nemmeno me ma quello che voglio farti capire è che non puoi chiedermi di convivere col ricordo di te che baci un'altra» Natsu si irrigidì, il respiro divenne irregolare e strinse il volante così forte da sentire quasi dolore «ti ho fatto un discorso sano in cui ti ho detto che senza te sono perso, che mi manchi e hai il coraggio di dirmi che non ti amo? Vaffanculo Lucy, ancora non hai capito che amo solo te? Come te lo devo spiegare? Non lo so, metto volantini per strada? Mi faccio pisciare addosso da te come i cani per convalidare lo status di appartenenza?» Lucy scosse la testa e strinse il dorso della mano di Natsu.

Lo guardò negli occhi mentre lui parcheggiava.

La mano ancora stretta nella sua coscia.
«Se mi ami dimostramelo» gli disse solo, facendolo ghignare «lo farò, stanne certa.»

***

Quando Lucy e Natsu arrivarono, si separarono di botto.

Lucy era alla ricerca di Juvia mentre Natsu di Gray.

Quando Lucy si rese conto che ormai erano tutti ubriachi, che fosse arrivata in ritardo e che era rimasta sola, era troppo tardi.

Juvia aveva letteralmente trascinato Gray a ballare, seguita da Erza, Gerard, Gajeel, Levy e Laxus, seguito, ovviamente, da Mira.

Romeo e Wendy si erano appartati con Charle ed Happy e parlavano dei prossimi esami che avrebbero dovuto dare.

Sbuffò pesantemente, cercando Natsu con lo sguardo.

Niente da fare, era troppo bassa.

Improvvisamente qualcuno la prese dalla vita, attirandola a se «ora ci divertiamo Heartfilia, ti va?» Le sussurò una voce roca che puzzava di alcol.

Lucy sbuffò arrabbiata.

Signore, non andava niente per il verso giusto in quella serata «lasciami stare Cobra, non è serata» gli urlò con una voce tra il terrorizzato e un po' disgustata.

Mamma mia, già non ne poteva più.

Voleva tornare a casa.

Perché si era divisa da Natsu.

Cobra sorrise sornione «che fa? Lo sanno tutti che tu e Dragneel non state più insieme e che adesso si scopa la Strauss perché non ti diverti un pò anche tu» il cuore di Lucy si spezzò in mille pezzi.

Ma perché tutti dovevano sottolineare l'accaduto «non si scopa la Strauss brutto pezzo di mer...» Cobra scoppiò a ridere, interrompendola.

La fissò e la prese di forza con un braccio mentre lei cercava di dimenarsi.

La trascinò per un po', nessuno fece niente, nessuno la aiutò.

Lucy tremò dalla paura, Cobra la portò in un luogo che Lucy non conosceva per niente all'interno di quella discoteca.

La mise contro il muro e cominciò ad avvicinarsi
Sempre più vicino
Ancora più vicino
Vicinissimo
Puzzava di alcol
I nasi si sfioravano
Che schifo
Lei non voleva Cobra e di certo non si sarebbe sentita meglio se l'avesse baciato.

Presa dall'euforia del momento lo spintonò fortissimo, lasciando smarrito il ragazzo.

Dopodiché gli tirò un calcio sui testicoli, correndo velocemente.

Stava per essere stuprata da un suo compagno di corso.

E per di più tutti sapevano che fosse cornuta.

Non poteva andare peggio.

***

«Dov'èUrlò Natsu saltando la postazione del Dj e urlando il nome di Lucy.

Il tipo lo scacciò malamente fuori dalla postazione e fece ripartire la musica, coprendo le urla del rosato del tipo «ditemi dove cazzo è Lucy o vi ammazzo tutti» e ste robe del genere.

Non doveva lasciarla sola, eppure gli sembrava un posto tranquillo, lui doveva solo escogitare un modo per riconquistarla, non rischiare che sparisse.

Era un completo idiota.

«Lucy è scappata prima» fu Cobra a parlare,  apparso da dietro Natsu, seguito da Rogue e dalla coppietta composta da Sting e Yukino.

Natsu si girò verso di lui, gli occhi rossi dalla rabbi «ero ubriaco io..io non sapevo cosa stessi facendo e la stavo per....» ma non finì mai la frase che un pugno gli arrivò in faccia.

A Natsu vibrarono le mani, Cobra, Lucy, soli, alcol...non ci vide più «io ti ammazzo bastardo, te lo giuro» scattò in avanti troppo tardi.

Gajeel lo prese nell'esatto momento in cui il pugno stava per spaccargli il setto nasale «Fiammella era ubriaco» lo riprese «anzi ha avuto le palle di venirtelo a dire di persona»  Natsu annuì, la rabbia che gli scorreva nelle vene.

Quando fu certo che si fosse calmato, Gajeel lo lasciò.

Natsu fissò Cobra ancora una volta poi, sotto gli occhi sconvolti di tutti, gli ruppe davvero il setto nasale «sparisci» sibilò prima di sparire anche lui.

***

Natsu stava correndo verso una metà a lui sconosciuta come un pazzo forsennato, Lucy non era in discoteca e non era nemmeno fuori dal locale.

Non ce la faceva più, doveva trovarla, farsi picchiare e chiederle scusa.

E alla svelta anche!

Insomma prima le dichiarava il suo grande amore e poi l'abbandonava in una discoteca da sola, lasciandola in balìa di ragazzi pronti a violentarla.

D'improvviso qualcuno gli sbattè sul petto, cadendo violentemente a terra «ahi..» si lamentò qualcuno.

Natsu la riconobbe subito.

Le si buttò letteralmente addosso, abbracciandola a terra e lasciandole baci sulla testa.

Se la strinse ancora più forte sotto lo sguardo confuso e imbarazzato della bionda «stai bene, tu stai bene» la scostò per guardarla in faccia.

Lucy non disse nulla, guardò soltanto la premura che Natsu le riservava nell'accarezzarle il viso, nell' abbracciarla e nel baciarle la testa.

Presa dal momento, scoppiò a piangere.

Natsu la strinse forte a sé, sollevando entrambi e circondandola con le braccia.

Le accarezzò la testa silenziosamente «tu non c'eri, dov'eri, perché nessuno voleva aiutarmi» qualcosa dentro Natsu si spezzò.

Lui non c'era, non era riuscito a proteggerla.

«Non ti abbandonerò mai più te lo prometto, io dovevo immaginarmelo, io, maria mi dispiace così tanto, per favore perdonami, io..»

Lucy mosse la testa contro il suo petto «sta zitto Natsu» lui obbedì.

Lei respirò pesantemente «anche tu mi sei mancato, anche tu mi manchi, mi manchi sempre, io non riesco a lasciarti andare perché ti amo alla follia. Sei tutto per me, per questo ho sofferto così tanto. Mi sono resa conto di dipendere da te quando oggi speravo con tutto il cuore che spuntassi tu a salvarmi. Invece mi sono resa conto che posso riuscirci anche da sola, che sono abbastanza forte da poter superare tutto ma che non lo sono abbastanza per lasciarti andare. Io sono forte da sola ma Lucy non può esistere senza Natsu» lui la spostò leggermente, prendendole il viso tra le mani e asciugandole le lacrime.

Appoggiò la fronte alla sua ed espirò profondamente «vale lo stesso per me, te l'ho detto, io non sono niente senza di te» Lucy si slanciò verso di lui e gli rubò un bacio.

Non c'era altro posto in cui lei non si sentisse protetta «ti proteggerò sempre, sempre» le sussurrò lui, disperato, continuando a divorarla di baci silenziosi.

E Lucy ricominciò a sentirsi completa.

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