Ich bin Musik
Da una lettera in italiano dall'ancora incerta autenticità di Mozart a Lorenzo Da Ponte, librettista del Don Giovanni, delle Nozze di Figaro e di Così Fan Tutte:
"Aff.mo Signore
Vorrei seguire il vostro consiglio, ma come riuscirvi? Ho il capo frastornato, conto a forza, e non posso levarmi dagli occhi l'immagine di questo incognito. Lo vedo di continuo, esso mi prega, mi sollecita, ed impaziente mi chiede il lavoro. Continuo, perché il comporre mi stanca meno del riposo. Altronde non ho più da tremare. Lo sento a quel che provo, che l'ora suona; sono in procinto di spirare; ho finito prima di aver goduto del mio talento. La vita era pur sì bella, la carriera s'apriva sotto auspici tanto fortunati, ma non si può cangiar il proprio destino. Nessuno misura i propri giorni, bisogna rassegnarsi, sarà quel che piacerà alla provvidenza, termino, ecco il mio canto funebre, non devo lasciarlo imperfetto.
Vienna 7 ottobre 1791"
Si meravigliano i Mozart, nella monotona Salisburgo
Dove un musicista è visto alla stregua di un chirurgo
Questo bambino è divino, uno scherzo di natura, un Orfeo eccezionale
Se Adamo era di fango, Wolfie, di Dio, è la corda vocale
Costole intonate
Narici musicali
Maniere un po' sgarbate
Mica siamo tutti uguali
Il genio è sregolato
Rompe ranghi, schemi e righe
Se poi bambino non è stato
Diventa un po' attaccabrighe
Attacca? Che attacca? La cacca?
Oppure la fantasia alla penna?
Che altrimenti la musica scappa
E per scriverla non basterebbero le correnti della Senna.
Connette il suo cervello
Il suo genio è il suo gioiello
Scherzo! Non fugge da nessuna parte
È piantata fino in fondo nella testa
Ma a Wolfie diverte ribaltare le carte
E sbizzarrirsi con musica lieta, frenetica o mesta
Sta lì, come ghiacciata
Wolfie semplicemente la distilla
Nota dopo nota, un rondò, un minuetto e una cantata
Sullo spartito dall'inchiostro che brilla
Venite! Venite, gentaglia di tutto il mondo!
Lui è il cavalier... Culotondo.
No, meglio, meglio, ascoltate qua!
Wolfgang in Germania, Amedeo in Italia
Gnagflow Trazom, en France Chevalier de Mozàrt
O ancora Franz von Nasocolante, losca canaglia!
"Il mio culo non viene da Vienna", questo è fantastico
Se solo lo capissero quegli ipocriti di corte
Tra le etichette, le cerimonie, i rituali quasi di stampo monastico
Che noia, che merda, giocate a dadi, tirate a sorte!
Qui manca il divertimento, un bel bacio sulla chiappa
Ci si stufa a suonare e studiare, esibirsi e imparare
Fa più ridere se spernacchi e dici "caga nel letto finché non ti scappa"
E inventi regni all'incontrario durante il lungo, tortuoso viaggiare
Monaco, Vienna, Londra, Parigi
Roma, dal Papa, nella Cappella Sistina
A imbottigliare le arie di Haydn, i canti degli uccelli, le acque del Tamigi
Adulti in miniatura, automi meccanici, mai solo un bambino e una bambina.
Nannerl col suo violino, Amadè al clavicembalo
L'universo dei suoni fiammante nelle vene
Ma dimmi, padre, dimmi, se mi vuoi davvero bene
Abbiamo fatto tutto insieme
Mi decanti quale tuo miracolo
Con te ho condiviso gioie e pene
Sono più, però, di un diletto da spettacolo?
Hai forgiato per me giorni d'oro in regge d'argento
Eppur ci distanziamo, negli anni, nei viaggi e sai perché
Hai ascoltato così tanto la mia musica che hai tramutato il tuo cuore in cemento
E ti sei dimenticato di ascoltare me
Lasciami volare, fammi sognare
Io, i piedi, a nessuno li voglio leccare
Non sono più un bambino, non tenermi in invisibili catene
Ti prego, padre, dimmi: mi vuoi davvero bene?
Un bambino? L'infanzia? Cos'è?
Si mangia? Si beve? Si scoreggia?
Frinisce come un grillo o è una gallina che strilla coccodè?
Ehi, non sono irriguardoso, ma adoro chi sbeffeggia!
Mi piace giocare
E volare
Con le note sperimentare
Sugli accordi danzare
Adagio planare
Disorientare
Imbarazzare
Ammaliare
Qualunque cosa faccia un bambino io non l'ho potuta fare
Wolfie, musicando, ha imparato come amare
In un modo speciale
Diverso dal normale
E delle sue impertinenze
Non ne paga le conseguenze
Ma chi è mai questo fanciullo? Un angelo? Un prodigio?
È indemoniato? È posseduto? Dove dimora il trucco?
È un piccolo soldato alla disciplina ligio
E il pubblico, sbalordito, applaude, resta di stucco
Wolfie è un orologio che funziona all'incontrario
Esplora il mondo, rosso, bianco, vasto e vario
Wolfie ringiovanisce diventando un adulto bimbo
Buca il tramonto, ne soppesa il fuoco, ne valuta in timbro
Musicista della poesia e della musica poeta
Wolfie non è un artista, uno scienziato o un esteta
Wolfie non sa partorire rime profonde o gobbe o sante o lisce
Wolfie esprime nel suono cioè che il mondo di dire gli impedisce
Perché il mondo è strano, si indora di insensati allori
Il mondo ti applaude solo se approvi
Altrimenti ti ingurgita, ti sbrindella e ti divora
Il mondo lo governano i grandi, i bambini li manda a scuola
I geni li rinnega, li abbandona a putrefarsi
Nella calca a mescolarsi, a volatilizzarsi, soffocati nel loro talento
Li celebra solo da morti, una volta scomparsi
In vita non vige rispetto per il portento
Sono stufo, arcivescovo, di baciarvi sempre il piede
Sono stufo di servire, io sono maestro e padrone delle scene!
Sono sovrano dei miei sogni, ho una dignità e farò fiorire il mio seme
Me ne vado, padre, addio
Capirò, un giorno, se davvero mi vuoi bene
Eminenza, le mie dimissioni ve le potete ficcare nel culo, vi conviene!
Aloysia prima musa, lo scarica e la storia è chiusa
L'amore nasce con la sorella, sposa la sua dolce Costanze
Nel nido sei ovetti, ma solo due pulcini, il destino chiede scusa
Raimund, Carl, Johann, Theresia, Anna e Franz
Il denaro scivola via, è un vizio, un'ossessione
Opere e concerti, sinfonie e strofe compone
Ma non sa gestirlo o risparmiarlo, Wolfie, non ce n'è ragione
È più forte di lui, dilapida e dilapida, che spendaccione!
Bussa a mezzanotte, mentre annega fra i debiti
Un Requiem, una messa, il compenso è grosso
E nella sua testa si quietano gli strepiti
Ma s'insinua il verme del rimorso
Padre, padre sei tu?
Non è un'allucinazione, non mi è apparso Belzebù
Era un uomo in nero, non ho neanche bevuto tanto
Non mi sono ubriacato
Eppure ho vomitato
E mi sono spaventato
E catarro ho sputato
La febbre mi ha divorato
Ammalato
Papà è tornato a punire il figlio ingrato
Pentiti, pentiti scellerato!
Sono notti ormai che non chiudo occhio
Sarà la stanchezza, lo stress, la pressione addosso
Più veloce! Più veloce! Hai finito? Il tempo è poco
Allora bevo e scrivo, bevo e scrivo a più non posso
Belli i tempi in cui riuscivo a f-finire una messa in una settimana
Adesso... a-adesso mi sembra di avere l-la quartana...
Wolfie, Wolfie, sei stravolto, che è successo?
Proprio nulla, Stanzi, sto bene, devo lavorare adesso
Devo diventare adulto, devo piantarla di giocare
Sono il becchino di me stesso, con la piuma scavo la fossa
Con la melodia programmo il funerale
Ma la mia musica non muore
Tremo, ingollo, brucio, ma non riposo
Il mio Requiem sarà la mia resurrezione
Muori giovane e incompreso
Le tue forze su quella messa hai speso
Amadeus è stato amato e l'anima a Dio ha reso
Una grandezza umana inarrivabile, del dono ne ha sofferto il peso
Un musicista provoca il mondo
Scava, rivolta, ispeziona nel profondo
Non sapremo mai se il tuo genio ti ha ucciso
Se il genio ti ha distrutto, una candela ardente
Chiedevi solo un padre presente, non una lacrima sul viso
Una fanciullezza, una marachella divertente
Ricordo, sai, come fosse ieri
Il giorno in cui a palazzo ti imbattesti in Salieri
Sei appassito come appassisce a primavera un narciso
Una sola ipotesi azzardo e certamente ti strapperà un sorriso
Sei morto perché serviva un Maestro di Cappella in paradiso.
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