Capitolo 9
Capitolo 9
Hermione passò le vacanze di Natale a casa dei suoi genitori. Il giorno di ritorno ad Hogwarts andò verso Harry e Ginny, ignorando Ron.
<< Ho un sacco di cose da dirti >> le disse Harry.
Raggiunsero un tavolo libero, mentre Ron era impegnato con Lavanda, e con orrore di Hermione, le raccontò di un dialogo che aveva appena udito da Piton e Draco.
Lei si morse il labbro, non appena lui tacque per vedere una qualsiasi sua reazione. Dannazione, ma non gli aveva detto di far attenzione a Harry?
<< Non credi...? >>
<< Che stesse fingendo di aiutarlo in modo da convincere Malfoy a dirgli cosa sta facendo? >> fece Harry precipitosamente.
<< Bè, sì >> rispose Hermione, decisa a non incoraggiare Harry sul fatto di vedere qualcosa di oscuro nella vicenda.
<< Ma questo dimostra senza dubbio che Malfoy sta tramando qualcosa, non puoi negarlo >> insistette Harry.
<< No, infatti >> convenne Hermione, decidendo che difendere troppo Malfoy sarebbe parso sospetto.
<< E agisce per ordine di Voldemort, come ho detto io! >>
<< Mmm... uno dei due ha fatto davvero il nome di Voldemort? >>
<< Non ne sono sicuro...- rispose Harry meditabondo- Piton ha detto certamente "il tuo signore", e chi altri potrebbe essere? >>
L' Oscuro Signore, naturalmente.
<< Non so... forse suo padre? >> tentò Hermione, in un ennesimo disperato tentativo di tenere Malfoy fuori dai guai.
Ma Harry non sembrava scoraggiato, anzi. Si sarebbe impegnato a fondo per risolvere il mistero, ne era sicura. C'era una certa urgenza di parlare con Draco.
Il giorno dopo erano a lezione di Pozioni con i Serpeverde. Hermione si sedette accanto a Ernie McMillan, ignorando Harry e Ron.
Era ancora arrabbiata con Ron per colpa di Lavanda Brown, e adesso anche con Harry perché quel mattino le aveva proposto di fare la pace con Ron. Certo, come se fosse stata colpa di Hermione! Non le avrebbe chiesto scusa neanche morta, se prima non si fosse scollato di dosso quella sgualdrina della Brown.
Però in quella posizione stava meglio... riusciva a vedere Malfoy con la coda dell'occhio, che era seduto vicino alla finestra, attorniato dai compagni Serpeverde. Scosse la testa ancora una volta, amareggiata.
Che cretina. Si era messa in quella posizione per Malfoy senza neanche rendersene conto. Oddio, stava proprio perdendo il cervello.
Draco tirò fuori l'attrezzatura per pozioni, incavolato come sempre. Il piano del veleno sarebbe entrato in atto solo tra qualche giorno, se tutto andava bene.
Oramai non si preoccupava più dell'Armadio Svanitore. Non sarebbe importato, se la fortuna fosse soffiata dalla sua parte.
Poi era anche incazzato con Potter, che non si faceva mai i cavoli suoi. Doveva dire due paroline alla Granger. Meditabondo, cominciò a pensare a come dirglielo, quando Pansy gli si attaccò al braccio guardandolo con apprensione.
<< Draco, cos'hai? Sei pallido... tutte le sere torni tardi, dopo la mezzanotte... non è che hai un'altra? >>
Lui la guardò male. Un'altra? Quando mai lui si era messo con Pansy?
Decise comunque di fare finta di nulla, sfogliando il suo libro di Pozioni Avanzate.
Poi entrò il professor Lumacorno, che ebbe la maledetta idea di far creare agli studenti un antidoto a un veleno.
<< Buona fortuna, e non dimenticate i guanti protettivi! >>
Hermione scattò in piedi prima di tutti per andare a prendere il veleno. Draco sbuffò, fissandola. Come diavolo avrebbe fatto a parlarle?
La guardò tornare a posto e scambiare due parole con Potter, mentre anche tutti gli altri tornavano ai loro tavoli, poi si rialzò di nuovo per prendere altri ingredienti.
Draco decise che era quella l'occasione.
Andò accanto alla Granger, e, fingendo di rovistare tra le erbette, sospirò a un angolo della bocca:
<< Alle due alla Guferia >>.
E se ne ritornò al posto, senza guardare la sua reazione, con in mano ingredienti di cui non sapeva neanche il nome.
Tre ore dopo Hermione stava salendo le scale della Guferia, furibonda con il mondo.
Harry era riuscito ad ottenere ancora una volta elogi e complimenti da Lumacorno, per aver solo tirato fuori dall'armadio una pietruzza, mentre lei si era affacchinata come una schiava due ore intere per preparare qualcosa di decente.
Poi ce l'aveva anche un po' con Malfoy.
Proprio la Guferia doveva scegliere? Ma certo, un posto lontano e isolato a tutti, in modo che non potessero vederlo in una simile compagnia...
Ma quando arrivò in cima al'edificio e lo vide appoggiato al muro di pietra, sentì svanire tutta la rabbia. Si bloccò, guardandolo. Com'era bello... sembrava un angelo.
Troppo perfetto. Troppo irraggiungibile.
Volse lo sguardo verso terra, imbarazzata per quelle strane nuove emozioni da cui era afflitta, sperando che lui non avesse notato nulla di diverso nel suo comportamento.
<< Granger >>.
Draco si fece avanti.
<< Il tuo amico Potter- sbottò- va a raccontare ai professori i suoi sospetti su di me. Questo mi complica le cose >>.
<< Lo so- fece Hermione, risoluta- io gli ho detto un sacco di volte di smetterla, ma non mi da retta. E poi, ecco... alla festa di Natale del Lumaclub, Harry ti ha seguito quando eri con Piton. Ha origliato tutta la vostra conversazione >>.
Draco aprì la bocca, senza emettere alcun suono.
<< Questa è la volta buona che lo ammazzo >> ringhiò, dirigendosi imbestialito verso le scale.
Hermione lo bloccò per le braccia.
<< No, Malfoy! Me l'hai promesso... ricordi? >>
Draco guardò i suoi occhi imploranti.
<< Adesso cosa pensa Potter? >> sussurrò, nel tentativo di calmarsi.
<< Pensa che tu stia tramando qualcosa, che sei un Mangiamorte, che agisci per ordine di Voldemort e che, naturalmente, ci sia tu dietro l'attacco della collana >>.
Draco sbuffò sonoramente. Reprimendo la voglia di sfogarsi, la guardò.
<< Posso chiederti un favore? >> domandò, con innaturale gentilezza.
<< Dipende >> rispose fredda Hermione.
<< Puoi tenere Potter il più possibile lontano dal settimo piano? >>
Hermione lo guardò stupita.
<< Non voglio che Potter mi veda lì intorno- spiegò Draco- non posso spiegarti perché. Allora, lo farai? >>
<< Sì- rispose Hermione, pensierosa- ma... lì non c'è la Stanza delle Necessità? >>
Draco cercò di non suscitare reazioni. La Mezzosangue era sveglia!
<< Non farmi domande- rispose lui, con un'alzata di spalle- adesso usciamo di qui, fa freddo >>.
Scesero le scale ghiacciate e camminarono fianco a fianco sull'erba gelata. Che situazione strana.
<< Guarda >> disse Hermione, guardando il cielo. Nevicava.
Lei adorava la neve. Lui anche, ma non lo dava a vedere.
Draco osservò immobile i fiocchi che si appoggiavano sulla Granger, che chissà perché sembrava felice.
Poi lei incrociò il suo sguardo. Lui assunse un'espressione scettica.
<< Non ti piace proprio nulla, eh? >> fece Hermione con un sorriso amareggiato.
Draco diede un'alzata di spalle.
<< No, non è vero >> replicò lui distrattamente.
Vide Hermione avvicinarsi. Lo stava fissando.
<< E cosa ti piace? >>
Anche Draco la guardò. Un brivido gli scorse lungo la schiena. Si guardarono per un istante, finché lui non distolse lo sguardo.
Riprese a camminare.
<< Dài, andiamo >>.
Sentì Hermione seguirlo, poco distante.
Camminarono in silenzio fino al portone di Hogwarts. Si fermarono.
<< Tu entra di qui- disse Draco- io... conosco un passaggio segreto >>.
Hermione annuì. Si sentì come svuotata.
A Draco non piacque per niente quell'espressione sconsolata.
<< E'... meglio non dare sospetti, no? >>
<< Sospetti su cosa? >> chiese Hermione alzando gli occhi su di lui.
Draco esitò. Non lo sapeva neanche lui. Ma non gli andava di essere visto con lei.
I suoi amici non avrebbero mancato di commentare. E aveva già fin troppi problemi senza che nessuno gli chiedesse se fosse fidanzato con la Granger.
Visto che lui non rispondeva, Hermione se ne andò con aria affranta. Aveva di nuovo gli occhi lucidi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top