Capitolo 11
Capitolo 11
Nei giorni seguenti c'era la partita Tassorosso - Grifondoro. Malfoy quel mattino si svegliò con un senso di vuoto dentro, che non aveva niente a che fare con il Quiddich.
Poi ricordò. Tutti i giorni aveva quella sensazione... da quando aveva litigato con la Granger, più di una settimana prima. Ancora non riusciva a capacitarsi di come fosse arrivato in quella situazione.
Si vestì, accigliato. La Mezzosangue gli mancava. Se ne era reso conto solo in quel momento.
Avere qualcuno da cui non dovesse nascondersi, con cui non dover fingere, da cui cercare consigli, e aiuto... erano state le cose più belle.
E il ricordo dell'ultima cosa che lei gli aveva detto gli faceva ancora rodere le viscere di pentimento, rimorso e anche dispiacere.
"Non te la perdonerò mai, Draco. Mai".
Era finito. Non le avrebbe più rivolto la parola, non avrebbe più potuto guardarla.
Si passò stancamente le mani sul viso, turbato e confuso.
Ma da quando era diventato così sentimentale? E da quando teneva a qualcuno che non fosse i suoi genitori?
Dio... gli piaceva la Granger? No, non ci poteva credere. Sarebbe stata una cosa passeggera, insomma, l'avrebbe dimenticata tra qualche giorno. Forse...
Però quando era con lei... si sentiva in pace. Si sentiva bene.
Si sentiva rilassato, estraneo a qualsiasi pericolo o sofferenza. Era una sensazione mai provata.
Incredulo, si toccò la parte sinistra del petto. Il cuore.
Gli stava battendo forte. Non... non era mai successo, mai per una donna.
Riabbassò la mano, sconvolto. Si... stava sentendo emozionato per il solo ricordo della Granger!
Una cosa da pazzi! Doveva essere proprio andato.
Non aveva tempo per le cotte. Non aveva tempo per la Granger.
Lui aveva una missione da portare a termine, non avrebbe dovuto dedicare i suoi pensieri a... quelle cose.
Scese nella Sala Comune, praticando Occlumanzia, e vide Tiger e Goyle.
<< Prendete la pozione- ordinò- non abbiamo molto tempo >>.
Due minuti dopo erano tutti e tre nel corridoio. Poi vide Potter, vestito da Quiddich.
Si bloccò. E se... l'avesse seguito?
No, doveva giocare a Quiddich, non si sarebbe perso la partita per pedinarlo.
Scoppiò a ridere per averlo pensato, e continuò a camminare.
<< Dove vai? >> gli chiese Potter.
Dio, che faccia tosta! Quanto avrebbe voluto dargli un bel pugno sul naso.
<< Già, e lo vengo a dire a te, perché sono affari tuoi, Potter. E' meglio che ti sbrighi, saranno tutti lì ad aspettare il Capitano Prescelto, il Ragazzo che Segnò, o come diavolo ti chiamano adesso >>.
Spinse da parte Potter e si avviò nella Stanza delle Necessità.
Ma le cose non andarono bene. Draco si rese conto di non riuscire ad aggiustare l'Armadio.
Batté il capo sul mobile, facendosi male, ma non gli importò.
Si sentiva depresso. Si sentiva debole, e incapace.
Voldemort gli aveva ordinato di terminare la missione entro la fine dell'anno scolastico... e mancavano quattro mesi.
Non aveva intenzione di uccidere Silente in qualche altro modo, sarebbe di sicuro finita male e la Mezzosangue si sarebbe arrabbiata ancora di più. Non poteva più permettersi di rischiare.
Sinister non faceva altro che mandargli lettere con le istruzioni, ma Draco non ci stava capendo proprio più niente con quel maledetto armadio.
Ma non poteva mollare tutto. Anche se non vedeva altra via.
I suoi genitori sarebbero morti, per colpa sua. Lo stesso Draco sarebbe morto...
Uscì dalla Stanza delle Necessità, correndo. Il corridoio era deserto, e lui si infilò nel primo bagno che vide.
Si appoggiò al lavandino e scrutò il riflesso nello specchio sporco e incrinato di fronte a lui. Si sentiva pervaso dall'angoscia e dall'ansia.
Suo padre era ad Azkaban. Sua madre sarebbe stata uccisa per prima se non avesse portato a termine la missione.
Doveva uccidere Silente. Come diavolo avrebbe fatto? Uccidere una persona... era davvero così facile come sembrava? Ce l'avrebbe fatta a non tirarsi indietro all'ultimo momento?
Chinò il capo: capì che stava per vomitare. Sentì gli occhi bruciare, e poi le guance bagnarsi.
Che situazione di merda... ma perché capitava tutto a lui?
<< Perché piangi? >>
Draco si voltò di scatto e gli venne un colpo.
Il fantasma di una ragazza all'incirca della sua età, con i capelli legati in due code e gli occhiali in stile "Harry Potter" veleggiava a pochi metri da lui, gli occhi sbarrati.
<< Chi diavolo sei, tu? >> fece Draco, accigliato, asciugandosi il viso.
<< Io sono Mirtilla- disse lo spettro con voce lagnosa- a dir la verità non vengo mai in questo bagno, ci sono finita per caso. Sono morta circa cinquant'anni fa, mi ha uccisa il Basilisco della Camera dei Segreti >>.
Draco le scoccò un'occhiataccia diffidente.
<< Bè, non stavo piangendo. Ora vorrei essere lasciato in pace >>.
Ma Mirtilla continuava a fissarlo.
<< Oooh... ma io ti conosco! Tu devi essere Draco Malfoy, vero? Ho sentito tanto parlare di te, nel bagno tre piani più in giù >>.
Draco si voltò verso di lei, incuriosito.
<< Chi ha parlato di me? >>
<< Quattro anni fa- fece Mirtilla ghignando- la Granger faceva la Pozione Polisucco nel bagno... parlava di chiederti informazioni, con Harry Potter e il suo amico rosso... >>
Draco non ci aveva capito niente, ma decise di lasciar perdere.
Prese mentalmente nota di chiedere alla Granger, poi si voltò al lavandino e represse un conato di vomito. Già... loro non si parlavano più.
<< Non dirò a nessuno che devi uccidere qualcuno >> disse Mirtilla all'improvviso.
Draco la fissò truce.
<< Che diavolo ne sai tu? >>
<< Oh, è un segreto >>.
Draco ne ebbe abbastanza e uscì dal bagno, senza però non sentire:
<< Tornerai a trovarmi? >>
Quella sera Hermione si trovava in sala comune con Harry e Ron a scrivere un tema sui Dissennatori.
Avevano appena finito, quando...
Crac.
Hermione avrebbe voluto ammazzare Harry. Aveva spedito Dobby e Kreacher a pedinare Draco!
Scoprirono così che entrava nella stanza delle Necessità, e che usava Tiger e Goyle come guardia.
Hermione alcune cose le sapeva già, ma di fronte all'entusiasmo di Harry si rese conto che il piano di Draco non era più tanto sicuro.
Andò a dormire, seccata e turbata, senza sapere se dover avvertire Draco o no.
Ma certo che no, concluse rigirandosi dall'altra parte. Erano affari suoi. Se poi Harry lo beccava, allora tanto meglio, così nessun altro avrebbe rischiato la vita per colpa dei piani di quel Serpeverde idiota. Però...
Sbuffò. Il pensiero di doverlo tenere all'oscuro di ciò che Harry stava per fare la faceva sentire, in un certo senso, in colpa. Se Harry l'avesse scoperto, Draco avrebbe passato i guai.
Sarebbe stato espulso, per non dire mandato ad Azkaban insieme a sua madre. No... lei non lo voleva!
Sarebbe rimasta a guardare, mentre Harry scopriva sempre più cose per incastrarlo? Non avrebbe fatto niente, quando Draco sarebbe stato a un passo dal dire addio alla sua vita di sempre?
Avrebbe mai più avuto il coraggio di guardarlo in faccia, pentendosi di non averlo difeso?
No, non l'avrebbe fatto.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top