Solo uno scherzo

Pov Yuuri

Successe tutto in un solo attimo, che non ebbi nemmeno il tempo di comprendere il fatto. La mano di Victor si allungò per palparmi una chiappa e io rimasi lí, totalmente pietrificato sul posto. I miei occhi sgranati che guardavano lui e nei suoi occhi nei miei, intrisi di una piccola luce maliziosa, in perfetta sintonia con la sua espressione sogghignante.

Non potevo completamente realizzarlo. Quel pervertito che altro non era, come aveva osato ?

L'unica fortuna al momento era che i piatti erano ancora in tatti nella mia mano. Tutti sembravano non aver fatto caso al piccolo problema, nonostante fossimo nel centro della sala. Come era possibile, quindi ?

« Però... Niente male ».
Mi sussurrò in un orecchio, avrei tanto voluto avere le mani libere solo per colpirlo, ma dovetti per forza contenermi, dacché mi era anche  impossibile in questa posizione.

« T- tu, pervertito che non sei altro ».
Riuscii a balbettare a mala pena a labbra serrate.

« Yuuri, che ci fai ancora lí ? Muoviti a portare i piatti in tavola » intervenne la voce di mio padre, che aveva fatto capolino dalla piccola finestrella della cucina.

Lasciai perdere la questione e spostai l'attenzione su mio padre, sospirando di frustrazione.
« Sí, papà » .
Dissi, prima di lanciare un sguardo  inceneritore al tipo che mi era davanti con quel suo sorriso strafottente che tanto avrei voluto prendere a schiaffi.

« Sbrigati a portarmi anche il mio cibo. Ho una fame che mangerei qualsiasi cosa » mi lanciò la frase maliziosa, per poi  leccarsi senza troppe cerimonie le labbra.

Oh no ! Quello era troppo, non sarei riuscito a sopportarlo per qualche minuto in più. Decisamente.

Fingendo che non mi avesse lanciato chissà quale offerte, gli voltai le spalle e mi diressi verso il tavolo delle ordinazioni, sotto lo sguardo di quel pallone gonfiato che mi bruciava sulla pelle.

Quanto avrei dato solo per finire quella giornata iniziata male e andarmi a sfogare con l'unica passione che riusciva a infondermi tranquilltá e armonia. Il pattinaggio. Lei riusciva ad attirarmi come un bolla, per poi rinchiudere in quella bolla personale in cui potevo e avevo l'onore di entrarci solo io. Una cosa solo mia.

Pov Victor

Gran bella mossa. Veramente una gran bella mossa quella di ignorarmi, mio caro Yuuri.

Ma quello che non sapeva, era che le cose più difficili da raggiungere e da afferrare, erano quelle che mi attiravano sempre di più.

Con un sospiro rassegnato mi voltai e mi diressi verso il bancone dove i miei compagni avevano preso posto. Ma se nessuno sembrava aver notato quella strana tensione che si era creata tra me e il moretto, in realtà feci bene a ricredermi. Sentivo come aghi appuntiti pungermi sulla pelle, lo sguardo impenetrabile di Yurio. Mi guardava, ma non mi lasciava intendere un bel nulla.

Finsi di ignoralo e presi posto vicino a lui, aspettando che le nostre ordinazioni arrivassero. Ogni tanto fingendo interesse per quella conversazione che per me non aveva ne coda e ne testa, lanciavo occhiate a Yuuri che si muoveva qui e la. I miei occhi non poterono che fermarsi al suo di dietro sodo e morbido che sino a pochi minuti prima avevo avuto il piacere di stringere tra le mani.

E non lo distolsi finché lui si voltò nella mia direzione e si diresse con un block notes e penna in mano al nostro posto.

« Allora cosa ordinate ? »
Chiese con tono brusco, cercando di non fare posare gli occhi sulla mia figura. Ma io mi accorsi perfettamente di questo fatto.

Possibile che fosse imbronciato per un sciocchezza simile ? Okay, dovevo ammettere che forse avevano esagerato un tantino, ma insomma, non era mica la fine del mondo. Più che altro lo chiamerei ' un piccolo scherzetto '.

« Ancora arrabbiato per lo scherzetto ? » gli chiese derisorio, riuscendo nell'intento di attirare la sua attenzione.

« Uno scherzetto ».
Ribadii lui con i suoi occhi bui puntati nei miei.

« Ma di che state parlando ragazzi ? »
Chiese un finto interessato Yurio, sotto lo sguardo curioso di tutti i presenti.

« Perché non glielo racconti, Victorino caro ».

Okay, questo piccolo soprannome mi aveva fatto storcere il naso. E così il nostro caro Yuri aveva dimostrato di essermi all'altezza eeeh. Sentii la gola asciugarsi del tutto.

Lo ignorai e presi il bicchiere d'acqua, portandomelo alla bocca, ma il tempo di ingoiare il liquido, una piccola sbadataggine chiamata Yuri con una manata me l'aveva fatta rovesciare addosso, non riuscendo per un pelo, però a non fare cadere il bicchiere a terra.

Solo ora mi accorsi di un piccolo contrattempo sotto gli sguardi divertiti dei miei compagni rimasti a bocca aperta. Adesso sembrava che mi fossi  pisciato addosso, dacché una grossa macchia di bagnato si era formata sul cavallo dei pantaloni.

Sapevo che me lo aveva fatta apposta. Più una ripicca per ciò che gli avevo fatto. Piccolo demonietto che non sei altro...

« Ops. Che sbadato scusami. Lascia che ti aiuti » mi disse con uno strano sguardo addosso, di chi stava per riavere la rivincita.

Già. Ora che ci pensavo al nostro caro Yuuri non  piaceva arrivare come secondo. Dovevo stare molto attento nel tenermelo bene in mente.

Non ebbi nemmeno il tempo di formulare una frase di senso compiuto, che Yuuri nel frattempo si era tolto un fazzoletto di stoffa dalla tasca e che si era inginocchiato, iniziando a strofinate sulla chiazza bagnata.

Santi nubi... Oddio .

« Cosa stai facendo ? »
Gli ringhiaii, afferrandolo dal polso. Lo guardai dritto negli occhi serio, sotto lo sguardo di tutti.

« Non lo vedi. Sei cieco ? Stavo solo tentando di aiutarti. Tsk ! Come siamo permalosi » rispose sicuro e con un sorriso da presa in giro.

Sospirai.
« Ho capito. Ti stai vendicando per prima, vero ? »

« Nah. Niente di più che un piccolo scherzetto » rivendicó, alzandosi.

A questo punto, totalmente preso in giro del tutto mi alzai per fronteggiarlo, sbattendo le mani sul tavolo.
« Tu piccolo angelo travestito... »

« Almeno adesso siamo alla pari. Ci si rivede Victor » mi interuppe, allontanandosi dal nostro bancone.

Questo era troppo, non potevo sopportarlo. Non potevo più sopportare una umiliazione del genere, mai più.

« Victor. Ti lasci davvero trattare così da quel mocciosetto ? » mi chiese con voce grave il biondino seduto affianco a me.

Non risposi. Mi limitai soltanto a crogiolarmi nel mio silenzio. Sentivo le mani prudere e il corpo tremare di vendetta. Se solo c'è lo avessi avuto ancora per un minuto sotto al mio sguardo, cosa non gli avrei fatto.

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