•°Paragrafo 8°•

I personaggi me li sono immaginati praticamente così, sia livia, che sophia; solo che per William non ho trovato molto e alla fine non sapevo cosa mettere.
Comunque dovrebbe essere un po' più alto e con i capelli lisci di quel colore.
Buona lettura...

Coooosa?
Apro gli occhi di scatto...
Devo andare assolutamente a vedere.
Lascio li alcune mie cose e inizio a correre.
Vedo in lontananza il cerbiatto impaurito con davanti il lupo ( che tra l'altro è enorme); mi paro davanti ad esso e ringhio. Essì ragazzi, avete capito bene... Sto ringhiando ad un lupo. Mi sembra logico no?
Il lupo inizialmente cerca di avanzare verso di me, ma appena sente il mio ringhio si blocca e abbassa le orecchie.
Continuo a ringhiare e il lupo indietreggia strabuzzando gli occhi, si gira e inizia a trotterellare velocemente con la coda tra le gambe.
Non so perché io l'abbia fatto, ma è stato un istinto...
Proprio quando smetto di ringhiare, il lupo di prima gira la testa e mi fissa con insistenza. Alza il muso ed incomincia ad ululare...
È una cosa molto bella ma anche malinconica.
Finisce e se ne va per la sua strada.
Mi giro per vedere se c'è ancora il cerbiatto ma credo sia scappato dalla paura. Inizio ad avanzare verso il laghetto di prima e mi ristendo sul prato accarezzata dal venticello fresco dei primi giorni di Ottobre.
Mi addormento e sogno una tigre; una gran tigre dal manto bianco pezzati di nero e con una stella sulla fronte. La osservo e cerco di carpirne il massimo di ogni dettaglio.
È molto bella. Maestosa e elegante.
Le tigri sono sempre state il mio animale preferito, ma questo... Supera tutte le mie aspettative.
Ma del resto, in questi giorni me ne stanno capitando di cose fuori dal comune, una in più o una in meno ormai non cambia.
Mi addormento cullata dal rumore della cascatella.

Mi risveglio quando il cielo sta iniziando a diventare un pò di più sulle sfumature del rosso.
Mi incammino verso casa e ascolto la natura.
Appena entrata mi vado a scaldare la pasta al microonde e mi vado a cambiare in camera con il mio solito pigiama.
Devo ammettere che quel lupo era molto bello...

Mangio, guardo un po' di TV e mi lascio prendere tra le braccia di Morfeo accoccolata sul divano.

"Hello.... It's me...."
Mi sveglio dolcemente *forse troppo dolcemente dato che rischio di addormentarmi di nuivo* dalla vice melodiosa di Adele sul brano del suo nuovo brano.
- Oggi si lavora!-
- Non me lo ricordare Alex. Preferivo di gran lunga rimanere a casa a dormire e ingizzarmi di nutella -
- A chi lo dici...-
- Sarà una noia mortale.... Come sempre del resto-
- Bhe, forse meno noioso del normale dato che c'è educazione fisica e un nuovo ragazzo in classe -
- Cazzo! È vero! Non me lo ricordavo! Una persona in più da evitare non fa mai male -
- Ma fatti una vita!-
- Hey, io sto benissimo così come sto!-
- Si, ma quanti ragazzi hai avuto? -
- Due? - le dico in modo speranzoso.
- Quello del tipo che hai dovuto baciare se no la Livia non ti avrebbe più comprato clandestinamente la nutella non vale! -
- ufff... Dettagli... Comunque anche se i miei ormoni mi dicono di stuprare ogni figo della scuola non è detto che abbia veramente intenzione di farlo- ribatto stizzita.
- Certo! Mi sembra giusto, ma almeno un fottutissimi ragazzo ogni tanto non ti fa male-
- Non ne ho voglia, e non aggiungere altro che sto facendo ritardo e va a finire che perdo l'autobus-
- Si, giusto giusto. Ci sentiamoooo-
- Ciao Alex-

Con la testa completamente fra le nuvole prendo i primi vestiti che mi capitano sotto mano, che comprendono leggins nere, maglietta bordò lunga sul dietro mentre sul davanti corta, intimo e felpa e mi incammino direzione bagno, mi faccio una mini doccia e mi preparo mettendomi solo un po' di mascara.
Scendo le scale con lo zaino in spalla e vedo un panino alla nutella e uno incartato al prosciutto.
Il primo lo mangio subito assieme al succo di frutta alla pesca; il secondo me lo metto in borsa per la pausa della merenda.
Oggi sono completamente assente, faccio le cose come se fossi calamitata a qualcosa... I misteri della vita...*sospiro dell'autrice*
Mi siedo paziente alla fermata dell'autobus e lo aspetto mettendomi le cuffie e ascoltando Ariana Grande e Katy Perry.
6 minuti dopo arriva l'autobus a mi vado a sedere nei posti dietro, anche se non del tutto.
Dopo un po sento una strana sensazione. La mia schiena è come trafitta da mille stalattiti di ghiaccio, ho la sensazione di essere osservata da qualcuno.
Prendo fuori il cellulare e metto la telecamera per i selfie facendo finta di specchiarmi... Cerco di vedere chi è dietro di me: una vecchietta che sta leggendo un romanzo in rosa, un bambino che si sta smoccolando, due ragazze che stanno parlando sicuramente delle loro unghie laccate di rosso e viola, un ragazzo che mi sta fissando con degli occhi azzurro ghiaccio, un signore che sta parla-.... Ripercorro in dietro un po e riincrocio quegli splendidi occhi azzurri.
È lui!
Che ci fa su questo autobus?
Oddio... Mi sa che ha notato che lo sto fissando dal cellulare infatti la linea carnosa delle sue labbra si spiega leggermente verso l'alto in un sorrisetto compiaciuto, anche se non si bene di che cosa dovrebbe essere compiaciuto ma dettagli.
Mi accorgo che lo sto ancora fissando quindi abbasso leggermente lo schermo del cellulare con le guance che mi andavano a fuoco per l'imbarazzo di essere stata colta sul fatto di aver colto sul fatto .... Se, vabbe, non sono normale...
Comunque, sta di fatto che il tipo super stra figo è nel mio autobus e non la smetteva di fissarmi,... era inquietante.

Appena l'autobus si ferma davanti alla fermata della scuola, mi fiondo fuori per sfuggire agli occhi di quel ragazzo e per poco non inciampo sul gradino del marciapiede. Vado in classe in fretta e furia anche se non è ancora suonata la campanella e mi siedo al mio posto facendo sbattere 4 o 5 banchi con le rispettive sedie.
Non ho fatto neanche caso alle voci di livia e Willy che mi chiamavano.
Mi stravacco sulla sedia e riprendo fiato dato che ho il fiatone.
Metto i libri della prima ora sul banco e incomincio a sistemarmi.
Dopo qualche minuto suona la campanella e mi rilasso leggerermente.
Individuo tra tutta la massa dei miei compagni quelle stralunate dei miei migliori amici che con lo sguardo sembrano dirmi:
"Che cazzo ti sei fumata stamattina per avere così tante allucinazioni?" da parte di Willy.
"Dopo tu mi spieghi se no ti torturo" da parte della Lilly.
Io faccio tipo lo sguardo da angioletto che non ha combinato niente anche se ha tipo distrutto mezzo mondo e alzo i pollici all'insù per tranquillizzarli.

Entra la professoressa di grammatica ( una delle poche materie in cui sono veramente brava) che appoggia tranquillamente la sua valigetta sulla cattedra e si siede facendo anche a noi il segno con la mano per sederci.
- Sedetevi ragazzi!-ci dice. - Oggi, come vi è stato annunciato la settimana scorsa, avrete un nuovo compagno- si rialza e va vicino la porta aprendola.
Entra il ragazzo.
Mi irrigidisco e spezzo la penna che avevo tra le mani graffiandomi le dita, anche se in quel momento non mi accorgo neanche del dolore, perché sto fissando quegli occhi che tanto desidero e allo stesso tempo temo.
-Cazzo, è nella mia classe.-
-Vorrà dire che dovrai abituarti della sua presenza, cindoglianze- ed è come se mi facesse un sorrisetto sarcastico.
- Grazie Alex, sei di grande aiuto, giuro....-

Sbuffo e abbasso lo sguardo sulle mie mani per vederne la condizione. Ho delle schegge nel pollice ma per il resto sono tutti graffietti. Sospiro.
-Presentati alla classe - dice la prof al ragazzo cin un gran sorriso.
- Piacere, mi chiamo Sebastian Black, mi sono appena trasferito qui insieme a mio fratello minore, ho 17 anni e sono single.-
A questa ultima affermazione si vedono tutte le ragazze della classe guardarsi intorno mandando sguardi assassino come per dire "È mio, troie".

I miei occhi in questo momento sarebbero a cuoricino se potessero. Ha la voce più bella e sensuale che io abbia mai sentito. È rauca ma allo stesso tempo vivace...
Lui mi guarda e notando il mio sguardo mi fa un sorrisetto divertito e malefico, e io in quel momento mi rendo conto che lo sto fissando e magari sto anche sbavando, quindi distolgo lo sguardo e divento così rossa che farei invidia ad un pomodoro.
Per nascondere la faccia mi volto verso lo zaino e tiro fuori un pacchetto di fazzoletti per metterne uno sulla ferita.
- Bene ragazzi, fatelo sentire come una famiglia. Detto questo direi che posso assegnati l'unico posto rimasto in cui rimarrai per tutto il resto dell'anno se non di più.- dice la prof.
Solo qualche secondo dopo collego quello che ha detto... Ma è troppo tardi.
-Vada vicino alla signorina White che le farà anche da guida per la scuola e la informerà sui compiti che abbiamo svolto durante l'anno scorso e la prima settimana di quest'anno così si può mettere in pari. Qualche obiezione signorina?- mi rivolge lo sguardo la prof.
- Veramente sì...- cerco di dire ma mi interrompe.
-Era una domanda retorica per te. Invece lei? Signorino Black? Vuole cambiare guida o preferisce qualcun altro?- rivolge al tipo stronzo che si è accomodato intanto qui di fianco a me con un sorriso da gatta morta, a cui io rispondo con una smorfia di disgusto. *bleah*
- No, mi va benissimo così, grazie professoressa. - e le rivolge un sorriso da predatore. A cui io aggiungo un'altra smorfia di disgusto e mi giro dall'altra parte per non ridere come una matta.
- Bene, adesso incominciamo la lezione. Ah, signorina White, durante la ricreazione faccia fare un giro al signorino di fianco a lei e le spieghi un po le regole.- mi dice nuovamente.
- Certo... Ma quali regole?- le domando speranzosa che tolga a me l'incarico.
- Le regole dell'istituto, come gli orari, gli strumenti....-
- Va bene- sbuffo.
- Ah, prof! -
- Che vuole ora?-
- Per sbaglio, mi sono ferita con al penna prima. Posso andare in infermeria?- le chiedo con un grande sorriso. Farei di tutto per uscire da questa classe dato la presenza dello stronzo.
- Certo, vada pure...- io già tutta allegra mi stavo alzando con un gran sorriso vittorioso -...a patto che il signor Sebastian la accompagni così che una parte del giro dell'Istituto lo abbia già fatto.- conclude la prof con un sorriso soddisfatto, che cancella il mio.
Io credo che certe volte i prof mi odiano. Che cazzo.

Sbuffo e mi avvio verso la porta senza guardarmi dietro per vedere se il demente mi sta seguendo.
Dopo qualche secondo che sono uscita dalla porta sento una mano robusta fermarmi per la spalla e voltarmi verso al proprietario...
Mille scosse e mille brividi a quel piccolo tocco a cui mi ritraggo come bruciata. Non perché mi faceva male, ma perché era troppo bello.

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