•°Paragrafo 6°•
Mi ghiaccio immediatamente.
Quegli occhi per un momento sembrano trapassati da una sfilza di fulmini rossi in un celo ghiacciato.
- È lui! È lui! - dice la vocina dentro di me tutta euforica.
-Lui chi? -
- Lui è il nostro Faith! -
- Il nostro che? E poi vorrei farti notare che ci ha appena fatto rovesciare il drink addosso! -
- Hai ragione! Fai la stronza acida! -
- Con piacere! -
- No! Stavo scherz...-
Non le faccio finire la frase che inizio a parlare al tipo fighissimo qui davanti a me.
- Ancora tu? Ma la pianti di venirmi addosso? È la seconda volta! Per poco non mi rovinavi il vestito della mia amica! Stupido ragazzino viziato!- gli dico infuriata. Sento uno strano formicolio agli occhi e alla punta delle dita ma non ci faccio caso.
XXXPOV:
Sto andando al bancone per prendermi una bibita alcolica che mi faccia sballare un po', anche se è impossibile dato quello che sono.
Incontro parecchi ragazzi umani che sono mezzi fatti e certe volte li invidio. Anzi, non certe. Solo queste. Sono esseri inferio...-
- Ti devo ricordare che probabilmente la nostra Faith è un'umana? -
- Non è ancora detto..., credo -
- Certo certo. -
- Ma sta zi...-
Non riesco a finire la frase che mi sento qualcosa di freddo e liquido colarmi sul petto...e poi...un odore inconfondibile!
- È lei! -
- Si, bhe, l'ho notato - gli dico sarcasticamente.
Poi sento la sua voce, è confusa. Sono incantato da quegli occhi marroni.
Ad un certo punto mi arrivano alcune parole: - ...Stupido ragazzino viziato! -
- Come scusa? - gli dico perplesso.
- Ho detto che la devi smettere di venirmi addosso e che mi hai bagnato il vestito! Ma sei sordo per caso? - mi dice l'ultima frase facendosi beffe di me. È incazzata nera ma io mantengo lo sguardo impassibile anche se qualcosa mi spinge a scusarmi e farmi perdonare, cosa che non farò mai. MAI!
Noto i suoi occhi. Sono diventati più splendenti e per un attimo mi sembra di scorgere una sfumatura di rosso che però svanisce quando scuote la testa chiudendo gli occhi.
Quando li riapre inizio a parlarle con tono duro... - Senti, come prima cosa sei tu qui la ragazzina viziata. E per seconda non sono io che vengo adosso a te ma sei tu.
E poi non sei l'unica con i vestiti bagnati! -... Cerco di mantenere lo sguardo fisso al suo volto ma dopo un po non posso fare a meno di abbassarlo e sorridere maliziosamente.
SOPHIA POV:
- Calma Sophy, calma. Non ti scaldare troppo che dopo perdo il controllo. -
- Ma l'hai sentito quello? Mi ha dato della ragazzina quando è lui che mi viene sempre addosso! -
- Fa lo stesso. Non perdere la calma. Non è ancora il momento! -
Lui intanto guarda in basso e si apre in un ghigno malizioso che mi avrebbe fatto piacere se non fosse la situazione. Mi guardo in basso e noto che il vestito è attaccato alla pelle e non c'è molto da immaginare.
Le mie guance diventano ancora più rosse, e non più per la rabbia ma per l'imbarazzo. Poi mi dico: vuole fare questo gioco? E allora giochiamo!
Alzo lo sguardo facendo un sorriso molto sensuale. Di quelli in cui mi sono allenata una sacco per far rimanere incredula la gente. Guardo in basso la sua camicia mezza sbottona e il mio sorriso si allarga ancora di più quando la vedo attaccata ai suoi addominali perfetti.
Quindi con il mio sorriso tutt'altro che sano riaggancio i miei occhi ai suoi e mi avvicino lentamente con fare misterioso.
Ne suoi occhi si passa una scintilla di incredulità e poi ritorna con lo sguardo impassibile e magnificamente sexy.
Sento il suo cuore battere sempre più veloce, come il mio del resto, e aumenta ad ogni passetto che faccio verso di lui.
Mi alzo in punta di piedi, dato che è alto minimo 10 centimetri più di me e arrivo con le labbra al suo orecchio e gli sussurro sensualmente: - senti micetto, la prossima volta che mi vieni addosso, non farai una buona fine e cerca di rallentare il tuo cuore. Sembra che stia per uscire... - mi allontano da lui e mi giro dall'altro lato ( per andare ai divanetti) mordendomi il labbro.
Lo vedo fremere e stringere i pugni.
Poi si rilassa, chiude gli occhi e fa un sorriso penetrante e sussurrare: - ci riincontreremo tigrotta - e io mi siedo.
Ancora confusa.
Di come ho fatto a sentire il suo sussurro tra la musica altissima, di come ho fatto a sentire i battiti del suo cuore, ma soprattutto da dove cazzo mi è uscita tutta questa sicurezza e malizia.
Non sono mai stata una ragazza che si apriva in quel senso coi ragazzi. Ma sentivo un senso di orgoglio sempre più forte crescere dentro di me.
Feci un gran sorriso e guardai l'ora sul cellulare.
Era da poco apssata l'una.
Mandai un messaggio a Livia in cui le dissi di aver mal di testa e quindi me ne sarei andata via prima e uscii dal locale.
Ero piena di emozioni:
Incredulità;
Taaanto orgloglio;
Adrenalina al massimo;
Ma soprattutto mi sentivo potente, come invincibile. Una nuova me, vedendo quegli occhi, fin dall'inizio è come se mi si stesse sbloccando qualcosa dentro di me.
Era un'emozione pazzesca.
Sentivo ancora il pizzicore agli occhi, anche se meno insistente.
Arrivai a casa dopo 20 minuti di taxy in un silenzio religioso. Pagai e scesi.
Andai ad aprire alla porta e mi tolsi le scarpe.
Il vestito era appiccicoso a causa della bibita che qualcuno a caso mi aveva fatto cadere addosso.
Andai in camera mia, presi il mio solito pigiama composto da pantaloncini corti, maglietta bianca molto lunga di mio zio e la mia felpa preferita. Quella di mio padre. Era una delle uniche cose che mi erano rimaste di loro. Ma mi dava un senso di pace e tranquillità e senza di essa vicina o addosso non dormivo.
Vado in bagno e mi faccio una breve doccia cercando di non svegliare qualcuno.
I miei zii non stavano molto a casa, avevano dei lavori piuttosto impegnativi e la mia cuginetta stava praticamente sempre dai nonni.
Esco dalla doccia, mi asciugò leggermente i capelli con alsciugameano e me lo rimetto a mo' di turbante.
Mi stendo nel letto e mi addormento con un sorriso rilassato sul volto.
Ma mi scappa un'ultima risata per la serata appena passata.
*Sogno*
Sono in un bosco, c'è la neve ed è molto simile al mio vicino a casa. Sto scappando. Ci sono delle ombre che mi stanno inseguendo.
Sono allo stremo delle forze, non ce la faccio più.
Ad un certo punto incimapo su un ramo che era coperto dal bianco manto che mi circonda e cado.
Sprofondo di qualche centimetro nella neve. Mi rialzo e arranco andando in dietro alla ricerca di qualcosa che mi tenga su.
Vado a sbattere con le braccia contro un albero dal tronco grosso e robusto.
Intanto le ombre si stanno avvicinando. Sono quasi vicine e iniziano ad andare più lente per assaporarsi il momento e annusano l'aria in cerca della mia paura. Hanno un ghigno orribile in volto. Occhi vuoti e incavati, un corpo mezzo solido e mezzo ombra.
E si vede una specie di cuore dal corpo sfocato; rosso acceso.
Si stanno avvicinando quando una figura con i contorni sfuocati e luminosi mi si parò davanti urlandomi: "trasformati! Usa la tua forza, risveglia ciò che hai perduto dopo la nostra scomparsa ".
Finalmente fui in grado di vedere la figura e lì la riconobbi: mia madre. Sempre bellissima; da lontano si stava avvicinando un'altra figura che, al contrario di mia madre, aveva una luce nera intorno a se a parte dove c'era il cuore; lì era di un bianco intenso.
Mio padre.
Mi continuavano ad urlare di trasformarsi ma non ne stavo capendo il significato.
Ad un certo punto una forza e un dolore acuto si propagarono dentro di me, le mie gambe cedettero e con le braccia faticavo a tenermi su. Chiusi gli occhi cercando di trattenere il dolore e le urla, fallendo.
Urlai un nome. "Alexa!" apro gli occhi. "Aiutami, ti prego!"
Appena detto ciò fui circondata da un'aura con le sfumature dal bianco al rosso e nero.
Dietro alla schiena sento un gran bruciore, come se mi stessero impressando a fuoco qualcosa, cerco di vedere cos'è ma fa un gran male, sembra un tatuaggio di due ali aperte. Sento ancora più male e non ce la feci più.
Urlai, ma quello che ne venne fuori non era un urlo bensì un ruggito....
*fine sogno*
Mi risvegliati urlando e sudata fradicia.
La porta si aprì di scatto e da lì entrarono i miei zii.
- Cosa è successo? - disse Peter.
-Stai bene?- mi disse Stefania venendomi in contro abbracciandomi.
Io ricambiai furiosamente mia zia per paura del sogno che avevo appena fatto. Stringevo forte tra le dita la sua vestaglia cercando di ricacciare in dietro le lacrime che non avevano mai accennato a farsi vedere dopo la morte dei miei genitori.
Feci una gran fatica, inspiravo ed espiravo velocemente...
Dopo aver recuperato la parola mi decisi a parlare per rassicurarli.
- Era solo un incubo. Molto strano, ma un incubo- dissi. - Sembrava reale...- sussurrai.
Dopo essermi calmata mia zia mi dice: - E oggi, cara la mia Sophy, dormiremo assieme!- mi dice con un gran sorriso.
- Ma come? E io?- dice mio zio facendo la faccia da cucciolo bastonato.
- Tu puoi dormire o in salotto o qui, dove preferisci!- e gli prende le guance per poi scoccargli un sonoro bacio sulle labbra.
- Dai su, andiamo che ho sonno- mi dice lei.
-Ma io non ho fonfo- dico a mia zia facendo un enorme sbadiglio che mi impedisce di concludere in modo corretto la frase. Mi metto a ridere come gli altri.
Poi la porta della mia camera viene aperta e ne entra una Beatrice con una mano impegnata a tenere il suo lupetto di peluche mentre con l'altra si strofina teneramente gli occhi.
Ho sempre adorato i bambini, e quando sarò pronta vorrei mettere su famiglia e averne uno o due....
Prendo la mia cuginetta in braccio che aveva appena sbiascicato un "che succede?".
La porto con me in camera dei miei zii e la adagio delicatamente dato che ha già ripreso a dormire.
Vado per il corridoio e mi fermo davanti alla porta della mia camera sentendo le voci dei miei zii un po' preoccupate.
Sbircio e cerco di sentire più parti possibile di quello che si stanno dicendo, ho sempre amato origliare o nascondermi e fare scherzi e ho sviluppato una gran abilità nel non fare alcun rumore.
Riesci soltanto a sentire: " ..ormai è grande..., dovremmo dirglielo" da parte di mio zio e in risposta quasi con il singhiozzo mia zia: "no, non ancora...ricordi cosa hanno detto Cesare e Giovanna, lo deve scoprire da sola, noi non possiamo intervenire se no le faremo del male."
E poi si scambiano un lungo e intenso bacio, lì mi giro per lasciargli la loro privacy...
Sono sempre stati una gran coppia i miei zii, come lo erano i meii genitori del resto. Si amano come se fosse il primo giorno; per questo credo nel vero amore e lo sto aspettando con pazienza...
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