•°Paragrafo 50°•
- Non nominare MAI quel nome qui! Dove ti credi di essere ragazzina? In Paradiso? - mi arriva la voce stridula di...una... Ragazzina?
Mi guardo un'attimo attorno ancora confusa dall'atterraggio imprevisto e noto che siamo finiti al centro della magnifica città che stavo vedendo dall'alto.
I palazzi sono a dir poco regali, ma con una nota di moderno.
I colori sono tutti tra le gamme del nero-viola-bordeaux, qualche abito tendente al blu e nessun'altro colore.
Ma del resto, siamo all'inferno. Cosa dovevo aspettarmi?
La cosa che mi lascia più a bocca aperta, è il fatto che: primo, le persone che ci passano vicine lanciano sguardi roventi a tutti noi per poi continuare indisturbatamente quello che stavano facendo come se noi non ci fossimo; secondo, tutti -e dico proprio tutti- sono vestiti con abiti eleganti. Le donne portano lunghi abiti sfarzosi e rigogliosamente decorati, mentre gli uomini, in giacca elegante e pantaloni larghi che fasciano solo la parte superiore delle gambe.
È piuttosto sconvolgente come modo di vivere.
Sono così immersa sull'osservazione del paesaggio e delle persone che mi circondano che non presto attenzione alla donna dai folti capelli neri che mi sta parlando.
- Mi sta ascoltando? - riesco a sentire.
Porto confusa lo sguardo sul suo viso e mi schiarisco la voce. - Come scusi? - chiedo impassibile.
Lei sbuffa e si porta una mano sul petto. Ma dove siamo finiti....
- Chi è lei e perché siete qui? - la sia voce gracchiante arriva alle mie orecchie facendomi accapponare la pelle.
- Mi chiamo Sophia, siamo stati invitati...ma poi, scusi, non poteva chiederlo a qualcun altro? Non sono l'unica dotata di parola -.
-Mi sa che questo posto non ci fa bene...
- Sono d'accordo...
- Sei stata la prima a varcare il portale e come tradizione il primo deve sempre fare da portavoce. - mi spiega alzando gli occhi al cielo come se mi stesse dicendo una cosa elementare.
Si, perché io conosco le tradizioni di un posto che fino a qualche giorno fa credevo fosse solo una leggenda metropolitana per spaventare i bambini. Logico.
Il suo sguardo sembra volermi incenerire.
-Mi sa che l'hai detto.
-Detto cosa?
-Quello che pensavi stupida!
-Cazz...
-Come ti permetti di mancare di rispetto ad un luogo importante come l'Inferno. Tutte le anime peccatrici dei vostri simili mondani si riuniscono qui per scontare le loro pene. E come vedi, è tutto reale. -
- La realtà non è mai quella che sembra - rispondo ovvia.
-Dove le trovi queste frasi da giorno di San Valentino?
-Internet...
- È con questo cosa vorrebbe dire? - mi chiede arrogante.
- Lasci stare, è una storia troppo lunga e non abbiamo tutto questo tempo - cerco di sviare. - Conunque, come le ho detto mi chiamo Sophia White. Sono qui con i miei amici per conto del vostro consiglio, se non sbaglio. Ma non sono io quella a cui deve chiedere informazioni ma bensì all'Alpha -.
Mi faccio da parte e sento che Black mette un braccio intorno alla vita, stringendomela leggermente, prima che possa fare qualche passo indietro.
Sbuffo e mi appoggio al suo corpo solido.
- Sebastian Black. Piacere di conoscerla signorina... - dice allungandosi per baciare la mano della ragazza che lo guarda ammaliata e lasciando in sospeso la frase.
Devo ammettere che da quando siamo entrati nella grotta, i capelli di Black è come se si fossero fatti ancora più neri e gli occhi sempre più bianchi. Il suo sguardo freddo sembra intimorire chiunque.
- Bernadette, Contessa della casata viola, onorata di conoscerla, il piacere, è tutto mio-. Dice sventolandosi una mano vicino al viso.
Ci sta provando spudoratamente con lui. Ma che tr...
Ammetto che è una donna niente male, capelli neri e occhi dello stesso colore con delle lentiggini a incorniciarle il viso che sembra porcellana -si, come un cesso- ma...no. C'è, proprio no. È ridicola. Ed è di 20 centimetri più bassa di me! Una nana...
-Sei solo gelosa...
-Io gelosa? Pff... mai.
-Certo certo...
-Oh, ma sta zitta!
- Allora, qual buon vento ti porta qua?- chiede sempre con quella vocina spacca timpani e avvicinandosi in modo esagerato al ragazzo di fianco a me.
Un ringhio mi esce spontaneo dalle labbra e lei mi guarda sgrana do gli occhi.
So che i miei sono diventati rossi.
La vedo balbettare. - M-ma... c-com'è possibile? - dice indicandomi.
Sorrido soddisfatta.
- Ha una parte demone anche lei dentro di sé, come me del resto. - risponde Sebastian con un sorriso soddisfatto.
- Ibridi? - chiede lei indietreggiando di qualche passo.
- Già e presumibilmente Alpha. - dico io stringendomi più a Black e avanzando di qualche centimetro.
Visto che sembra aver perso la parlantina, per non so quale motivo, decido di spezzare il silenzio pieno di sussurri che si era creato attorno a noi.
- Abbiamo fatto molta strada e fatto qualche incontro spiacevole. Siamo stanchi e credo che non tocchiamo cibo decente da un bel po', è così gentile da poterci accompagnare a corte? Così potremmo trattenere la conversazione con quelli che ci hanno chiesto di venire fin qui e andarcene il prima possibile? Grazie. - dico sfoggiando uno dei miei sorrisi meno rassicuranti.
Lei annuisce frettolosa e, senza farselo ripetere un'altra volta, gira sui suoi tacchi troppo alti per la sua tenera età e imbocca il viale principale.
Mi batto il cinque mentalmente e incominciamo a seguirla. Sguscio dalla stretta del ragazzo dagli occhi di ghiaccio e mi avvio come prima della fila assieme a Matthew che mi aveva raggiunto.
Sento lo sguardo ghiacciato seguirmi ma non ci do troppa attenzione.
Non so perché ma oggi mi sento proprio in forma. Come se ci fossero delle scariche di energia che mi percorrono cotantemente per tutto il corpo. È una sensazione estremamente appagante.
Come se potessi sconfiggere un esercito da sola, ma probabilmente è solo l'adrenalina dovuta al nuovo luogo che sto conoscendo.
Stiamo percorrendo queste strade, piuttosto lugubri, da un bel po'. Matthew è una buona compagnia; durante la camminata do qualche sguardo a ciò che mi circonda e ne rimangono sempre più incantata. Pensavo che, dato il fatto dei vestiti eleganti e le case d'epoca, le nuove tecnologie del cosidetto pianeta mondano -come lo ha chiamato la ragazzina- non esistessero, invece sono più che presenti, anzi, credo siano anche più avanti.
L'illuminazone è soltanto artificiale o magica, non c'è un sole nè una luna e non sono sicura sul fatto che sia giorno.
Ci stiamo avvicinando sempre di più ad un palazzo enorme e, se il mio intuito non mi inganna siamo diretti proprio lì.
-Non ci vuole un gran genio...
-Pff. Zitta tu...
Sento un ridacchiare dentro di me, alzo gli occhi al cielo.
Devo ammettere che me lo immaginavo meno imponente... Mi ricorda tanto la cattedrale di Strasburgo -e per chi non l'ha mai visto glielo comsiglio-; le guglie sono altissime e in un modo o nell'altro riescono a metterti in soggezione e lo stile gotico dell'architettura si impossessa del panorama. È meraviglioso e lascia veramente senza fiato nei polmoni.
Siamo giunti ormai ai piedi della costruzione e delle guardie alate sostano ai lati del portone d'ingresso. La via viene indicata da un lungo ed elegante tappeto rosso. I pavimenti sono di marmo e guardandolo meglio si può notare che mille gemme preziose ci sono incastonate dentro per risaltarne la bellezza. Dal soffitto scendono i cristalli di enormi lampadari dalla luce opaca e le pareti sono coperte da arazzi di ogni forma e dimensione raffiguranti scene confuse. In questa parte di palazzo, veniamo accolti da valletti che ci prendono dalle spalle le giacche e gli zaini riponendoli in uno degli immensi armadii posti rispettivamente a destra e a sinistra delle nostre figure.
Saliamo tre gradini e siamo immersi in un altra salone molto -ma veramente tanto- piu grande del primo. I miei occhi stanno luccicando come se avessi visto un barattolo di nitella alto quasi un palazzo.
Sembra di entrare in uno di quei romanzi vittoriani, negli enormi saloni in cui si svolgono feste e balli di galanteria. Quelli in cui ogni bambina desidererebbe andare per poter somigliare ad una principessa. I tavoli sono messi al lato del tappeto rosso e candelabri di cera bordeaux si estendono su di essi.
È supendo.
Giungiamo dinnanzi a due troni su cui sono sedute due figure.
Ls osservo attentamente mentre la ragazza che ci guidava si congeda con un inchino davanti a quelli che devono essere il re e la regina di questo posto tanto lussuoso.
Lucifero e Lilith...
Solo una cosa posso dire: non me li sarei mai aspettata così.
Ciao ragazzi!
Come sta andando l'inizio della scuola?
Spero bene!
Come spero anche che questo capitolo vi sia piaciuto.
So che ci sono errori ma prima o poi vi giuro che li correggerò! Lo giuro!
Commentate e ditemi cosa ne pensate, amo rispondere ai vostri commenti!
Un bacione
Sophia
🐼
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