•°Paragrafo 30°•

L'aria mi scorre tagliente sul viso facendomi chiudere gli occhi e beandomi di questa sensazione meravigliosa. La Libertà.
Vedo a rallentatore ogni singolo albero sfrecciarmi accanto, una coccinella sul petalo di una margherita, una goccia di rugiada colare da una foglia all'altra di una piantina, un uccellino portare dei rametti per costruire il proprio nido e delle formiche trasportare i semi dentro la loro piccola cunetta di terra che fa loro da casa.
È tutto così meraviglioso....

Ad un tratto sento una grossa spinta sbalzarmi di lato facendomi scricchiolare alcune costole.
Urlo di dolore e mi rialzo con fatica sulle ginocchia tenendo una mano sulla ferita che mi si è creata.
Guardo davanti a me ma non c'è nessuno, così mi guardo attorno con il respiro affannato.
Sento una presenza alla mia sinistra così scarto nella direzione opposta ritrovandomi nuovamente a terra dolorante... Nonostante abbia schivato quello che doveva essere un attacco, mi sono fatta comunque un gran male.
Sento distintamente che ho una costola rotta. Trattego un urlo.
Quando alzo lo sguardo incrocio degli occhi tenebrosi e rossi, che non hanno un briciolo di bianco e che sono messi su un corpo fatto di tenebre e fumo.
Sembra un ombra, con quel ghigno malefico stampato sulla 'faccia' che incute paura.
Dov'è che le ho già viste...
Mi chiedo, cercando di ricordare dove ho già visto questo mostro.
Poi ricordo: il sogno in cui c'erano anche i miei genitori!
Vedo che l'ombra si sta avvicinando.
Digrigno i denti e mi alzo in piedi nonostante il dolore. Mostro le zanne e gli occhi mi diventano arancioni/rossicci. Do' uno strattone forte nel punto in cui ci dovrebbe essere la costola rotta rirompendomela per aggiustarla. Ruggisco di dolore distogliendo un attimo lo sguardo. Mossa sbagliata.
Mi arriva un pugno molto potente sullo zigomo facendomi voltare la faccia.
- Oh, no. Questo non lo dovevi fare! Mai toccarmi senza il mio permesso!- gli ruggisco contro spiccando un salto verso l'Ombra e trasformandomi a mezz'aria atterrandoci sopra con tutto il mio peso.
Il ghigno che prima contornava la faccia dell'Ombra si è trasformato in un'espressione di paura. Non demorde e continua a graffiarmi le zampe con gli artigli che si ritrovano alla fine delle sue lunghe e affilate dita.
Mi stringe le dita attorno al collo.
Non ha un corpo perfettamente solido quindi le mie zampe sprofondano in una sostanza quasi viscida.
- Che cosa vuoi da me!- gli chiedo telepaticamente.
Quella ridacchia.
- Parla! O giuro sulla Dea Luna che ti torturerò finché non mi pregerai tu stessa di avere dono della morte!- sbottò arrabbiata.
- Il padrone aveva ragione- dice questa sibilando. Strascica le parole come se fosse un serpente.
- Chi è il tuo padron e su cosa dovrebbe aver ragione!-
- Sei una ragazza molto forte Sophia Alexis White. Saresti destinata a grandi cose... Se solo fossi capace di sopravvivere al mio re... Che spreco di potere- fa un sospiro teatrale.
- Chi è il tuo re!- gli chiedo nuovamente
- Non te lo dirò mai...- sibila socchiudendo gli occhi rendendoli due fessure.
- Parla!- le mie zampe affondano sempre di più nel suo corpo. È come se stesse perdendo massa via via che parla.
- Hai gli stessi occhi di tua madre, lo sai?- mi dice ad un tratto.
Io guardo il mostro sgranando gli occhi. Ormai non ci vedo più dalla rabbia.
- Che cosa sai tu di mia madre. Cazzo, rispondi ho detto!-
- Oh... Io so molte cose mia cara; ma... il mio tempo materiale qui è finito. Ci riincontreremo presto!- dice svanendo via via sempre di più.
- Fermo cordardo!- dico cercando di trattenerlo con il mio peso. Ma sembra che si stia dissolvendo in aria come polvere.
Prima che sparisca del tutto sussurra: - Le ombre sono vicine! E Notturno otterrà ciò che le è stato sottratto. Solo la prescelta sarà degna di combattere contro di lei. Ma ricorda..., tutto ha un prezzo.- Quando finisce la frase, dell'Ombra di prima non è rimasto che qualche granello di cenere sull'erba bruciacchiata dove l'avevo trattenuta.
Io mi guardo attorno per vedere se per caso si fosse soltanto spostata di qualche metro ma non vedo nulla di strano.
Faccio per avanzare ma sento le forze mancarmi e cadere a terra sulle zampe. Mi sono trasformata in forma umana senza volerlo, sono troppo debole.
La vista mi si appanna e i sensi stanno peggiorando ogni secondo sempre di più.
Cerco di alzalmi inutilmente, dato che ricado a terra come un corpo morto.
I pensieri mi si ofuscano, così come la vista.
Un forte dolore mi percorre per tutto il corpo, dalle braccia fino al busto. Rilascio un gemito di dolore e mi accuccio su ne stessa cercando di riscaldarmi, dato che la temperatura sembra essersi abbassata di botto.
L'ultima cosa che penso prima di cadere nel buio più totale è: - Aiuto Black-.

BLACK.POV:

Stavo seduto tranquillo a discutere con il mio Beta sugli attacchi ricevuti prima che andassi sulla terra dai comuni mortali, quando delle fitte molto dolorose all'altezza del cuore, mi fanno emettere un un gemito soffocato.
- Hey Black! Che ti succede?- chiede preoccupato Cristian alzandosi dalla sedia e venendomi in contro.
Faccio qualche respiro, ma l'unica cosa che riesco a connettere al dolore è una sola: Alex...
Mi alzo facendo cadere brutalmente la sedia a terra per poi fiondarmi subito fuori dal mio ufficio per andare nella camera della mia compagna.
Sto per aprirla quando noto un fogliettino attaccata su di essa. Lo stacco per leggerlo meglio e il mio cuore perde un battito.
È nel bosco...
Scendo velocemente le scale per poi imbocare subito la porta di uscita dalla casa branco.
Alzo la testa per cercare qualche traccia, ovvere il suo profumo ma non sento molto. Decido così di addentrarmi nella foresta.
Una puzza di carogna mi invade. Ombre...sono state qui!
Il mio cuore perde un battito quando capisco che anche lei era qui. Il suo dolce profumo è coperto da un odore pungente e metallico.
Solo il sangue ha questa puzza, e ciò non porta niente di buono!
Mi trasformo nella mia pantera affinando ogni senso compreso l'olfatto.
Giro per circa una quindicina di minuti orina di trovare una traccia sicura della sua presenza.
Più mi avvicino, più l'odore di marcio e sangue mi arrivano alle narici sovrastando il dolce profumo della mia compagna.
Corro freneticamente per paura che sia troppo tardi.
Appena la vedo mi blocco per un momento.
- Sbrigati coglione!- mi urla Andrew.
Scatto in avanti trasformandomi in forma umana e vado ad inginocchiarmi accanto al corpo inerme di Alexis.
Sto morendo di paura, ma, non appena sento il suo respiro, anche se molto debole, mi tranquillizzo.... Leggermente....
Vedo che ha dei profondi tagli su tutte le braccia e sul petto, dove la maglietta è stracciata completamente, ve ne è uno molto più grave degli altri. Sul collo ha una macchia rossa, segno che è stata colpita ed è piena di sangue.
Contatto telepaticamente Blu, la guaritrice del villaggio.
- Blu!- tuono nella sua testa. La risposta non tarda a venire.
- Si Alpha?- chiede con vice tremante.
- Prepara subito un lettino e le tue migliori formule di guarigione!-
- Cos'è successo?- chiede allarmata.
- Sophia è gravemente ferita! È probabile che sia stata un'Ombra!-
- Subito!-

Interrompono la connessione e riporto lo sguardo sulla mia tigre.
- Hey, cucciola.... Rimani qui con me, è tutto finito. Ci sono io qui con te- le dice prendendola a mo' di sposa cercando di fare il più cautamente possibile.
Le se spezza il respiro ed emette un verso dolorante tenendo comunque chiusi gli occhi.
- Shhh, scusa piccola. Adesso la tua amica ti curerà, devi stare tranquilla-.
Apro le mie possenti ali in uno scatto fulmineo e mi alzo in volo cercando di fare il prima possibile per arrivare nel villaggio dato che siamo abbastanza lontani.
Sbatto velocemente le ali.
Sulle mie braccia Sophia si sta agitando sofferente e sto facendo una gran fatica per non farla cadere, ha la fronte imperlata da piccole goccioline di sudore e le sue meravigliose labbra strette in una sottile linea contraendo la mascella.
Dalle sue braccia sgorga ancora del sangue e gli argini di ogni ferita si sta ricoprendo da uno strato di crosticine nere come la pece.
Deve essere sicuramente qualche veleno di quei mostri.
Giuro che appena ne vedo uno lo torturò finché non pagherà le pene dell'Inferno come lo sto patendo io in questo momento nel vedere la mia tigrotta soffrire in questo modo.
Porto le mie labbra sulla sua fronte per controllare la temperatura e... scotta.
Cazzo.
La cosa che mi preoccupa di più è la ferita sul torace, si sta riempiendo non solo di crosticine ma anche di schiumetta bianca, e, anziché uscire puss, scivola una sostanza nera viscida.
Vedo un osso sporgere dalla cassa toracica.
Ristracazzo!
Madonna.... Come l'hanno conciata.
Vorrà dire che appena si sarà ripresa, PERCHÉ LEI SI RIPRENDERÀ, incomincerò ad allenarla com'è giusto che sia.
Le ferite, grazie al nostro sangue, si dovrebbero rimarginare subit, o comunque, il procedimento di guarigione dovrebbe essere più veloce, ma.... Con lei non sta funzionando.
Maledette Ombre!

Finalmente giungo alla fine della foresta e atterro velocemente sullo spiazzo che la delimita. Lì c'è la Livia.
Appena vede com'è messa la ragazza che porto in braccio si copre la bocca e i suoi occhi si inumidiscono.
Poi, assume un'espressione seria e autoritaria.
- Portala nel mio studio!-
Annuisco e m'incammino altrettanto velocemente verso la piccola casetta dedicata ai feriti più gravi.
Odio ricevere ordini, ma siamo in una situazione abbastanza catastrofica.
Le piccole fitte al cuore non mi lasciano mai, non voglio pensare al dolore che sta soffrendo la mia cucciola in questo momento.
Mi sento in colpa per non aver fatto niente per salvarla da questa situazione...
Entro nell'abitazione seguito dalla strega e subito mi avvolge un tepore dolce e speziato solito di questo ambiente.
- Mi serve spazio Alpha, le giuro che appena starà meglio o darà segni importanti non esiterò a chiamarla-
- Ma...-
- Per favore, mi serve che nessuno stia nei dintorni, se sta qui è solo di intralcio, sarà una serata abbastanza faticosa. Vada a riposare che sembra distrutto...-
Mi dice allontanandomi dalla mia Faith e mandandomi verso la porta rimasta aperta.
Sospiro. So che ha ragione.
Vederla in quello stato mi ha distrutto e il dolore al petto non accenna ad andarsene.
- Ve bene, passerò ogni tanto, per dare un'occhiata!-
- Ve bene...-
Esco di casa e mi incammino verso la mia.





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