•°Paragrafo 13°•
Cerco di tirargli uno schiaffo ma lui lo schiva senza troppi problemi e mi dice:- Sei lenta tigrotta. Mi sa che dovremmo fare tanto esercizio. Mi dispiace, dovrai avere la mia meravigliosa compagnia per moooolto.-
Fa un sorrisetto furbo.
- E tu dovrai sopportare me, senza però avermi mai nel tuo letto-
Mi giro e sorrido soddisfatta perché sento un intenso ringhio, ciò vuol dire che gli dispiace. Quindi aggiungo:- Non sono come tutte le altre tue amichette caro il mio Black. Io non cadrò ai tuoi piedi solo per una scopata e via-
Eccola qui la vera Sophy. Ora sì che si ragiona. Nessuno mi mette i piedi in testa.
Io non cado più ai piedi nessuno!
Tantomeno di uno stupido ragazzino da quattro soldi.
- È il tuo Faith, e quando vi unirete capirai che cadrà lui ai tuoi piedi così come anche tu lo farai - mi rinfaccia Alexa.
- Finché non saprò cosa vuol dire mi dispiace per lui.-
Sorrido.
- Dai su su Black. Manca ancora un po' di strada per arrivare, quindi muovi quel culo flaccido che ti ritrovi e seguimi!- gli dico trattenendo una risata e camminando a testa alta.
_Il mio culo non è per niente flaccido!_ pensa lui.
-Non ho le prove, per cui per me rimane flaccido- faccio ancheggiare i fianchi nella tuta aderente della Livia e lo sento emettere un basso ringhio.
Sorrido soddisfatta.
_Hai un culo meraviglioso tigrotta_
- Lo so eccome Black. Ti vuoi muovere?- gli ripeto. E riprendo ad ancheggiare per stimolarlo. Non so perché sto facendo così ma mi viene naturale.
_Se non la smetti ti prendo direttamente nello spogliatoio dei bambini, sappilo- ghingna malizioso.
Appena lo dice aumento il passo ed entro velocemente nella palestra chiudendomi con gran forza la porta dietro.
Lo sento ridere di gusto per poi entrare anche lui.
Aspettiamo un paio di minuti guardando i bambini fare danza e devo ammettere che anche suo fratello non se la cava male.
Sembrano una gran coppia mia cugina e suo fratello. Sorrido malinconica a questo pensiero.
Quando escono vengono tutti e due dalla nostra parte, la Bea mi salta in braccio e così fa anche Isaac. Lei inizia a parlare.
- Sai Fifì, io e Zac faremo una recita insieme tra qualche mesetto. E ci dovremmo vedere qualche volta per provare....- mi fa gli occhioni da cucciolo. Questo vuol dire solo una cosa. Mi sta per chiedre qualcosa.-.....ogni tanto mi porti a casa loro?- e indica i due davanti a noi.
Sguardo da cucciolo: ON.
Sospiro.
- Bea... Non mi puoi fare gli occhioni da cucciolo, sai che non posso resistere....- abbasso lo sguardo e lo rialzo sorridendo.
- Ti preeeego - mi dice di nuovo.
- Va bene, va bene; ma l'hai chiesto a Isaac, e Isaac l'ha chiesto a Black?- le chiedo.
Mi sguscia fuori dalla presa correndo verso Zac e avvicinandosi al suo orecchio per sussurragli qualcosa. Immagino gli sti chiedendo se può.
Il bambino sorride felice e si attacca alla gamba di Black. Che gli chiede in tutti modi il permesso. Alla fine cede e fa una faccia strana così scoppio a ridere.
I due bambini si prendono per mano ed escono dalla palestra con i loro zainetti in spalla.
Li guardo uscire...sospiro.
Com'era semplice da piccoli. Bastava un sorriso e si era già amici, un piccolo bacio sulla guancia e sono fidanzatini.
Volgo il mio sguardo a Sebastian che mi sta guardando a sua volta.
- Allora Black. Cos'hai deciso? Mi rivedrai anche qualche volta in più per portare mia cugina?- gli chiedo ridendo.
Lui si porta la mano al cuore come se lo avessero trafitto e fa un sospiro di scena.
- Come farò a sopravvivere?- dice lui con fare teatrale.
Gli do' una pacca affettuosa sulla spalla dicendogli :- Condoglianze- e ridendo.
_Che culo meraviglioso _
Rido ancora di più e mi avvio facendogli la linguccia e il dito medio scherzosamente.
I due bambini erano fuori a giocare sull'altalena vicino all'ingresso del bosco.
- Black ha deciso! - dico sorridente.
- Ogni tanto vi verremmo a trovare. Mi darà l'indirizzo poi.-
I due bambini si abbracciano felici e i loro occhi risplendono di rosa, ma non quello pelle, no, un rosa carico che si avvicina al rosso/fucsia.
Sussulto quando un profumo di muschio mi arriva al naso e una voce calda e sensuale mi sussurra: - Sono innamorati e corrisposti- facendo sì che un gran calore nel basso ventre mi si sparga per tutto il corpo irradiandomi di piacere.
Trattengo un piccolo gemito di piacere e sospiro sussurrando :- stupido micetto.... cosa mi stai facendo?- Lo sento sorridere dietro di me. - Niente di più di quello che mi fai tu tigrotta-.
Così dicendo dopo qualche minuto di gioco con i bambini ce ne andiamo a casa.
Durante il tragitto ero assente e rispondevo solo a monosillabi alla Bea che continuava a parlare felice di quanto fosse simpatico e carino Zac, o di quanto ballasse bene.
Arrivati a casa, saluto distrattamente i miei zii facendogli un gran sorriso per rassicurarli anche se so, che domani, ci dovrò parlare per la questione delle trasformazioni (se mi ricordo).
Appena arrivo in camera mia chiudo la porta e mi faccio scivolare su di essa finendo seduta sul pavimento con la testa tra le gambe.
- Perché mi fa questo effetto?-
- Perché è il tuo Faith, e finché non lo scoprirai da per te il suo significato e non imparerai a crederci starai sempre così-
- Che merda- dico.
- No, al contrario. È una cosa bellissima-
- Se lo dici tu-
Mia zia mi porta un panino che mangio tranquillamente mentre leggo e prima di spegnere la luce guardo dalla finestra e nel buio più oscuro della foresta noto due occhioni rossi luccicanti.
Sorrido e appoggio una mano al vetro come per avvicininarmi e la apro.
Sussurro un 'buonanotte micetto' . E so che mi ha sentito perché fa una specie di sorriso e un piccolo ringhio e si volta trotterellando felice all'interno del bosco.
Con un gran sorriso sulle labbra mi addormento cullata dalla voce di Lui.
°•^La mattina dopo:^•°
Mi risveglio la mattina di buon umore.
Mi arriva subito un messaggio da un numero sconosciuto.
Xxx:
Dove ti sei cacciata scricciola?
Io:
Chi sei?
La risposta non tarda ad arrivare.
Xxx:
Come, non mi riconosci tigrotta?
Io:
Come fai ad avere il mio numero?
Black:
La tua amica è molto gentile.
Io:
La uccido.
Black:
Non farlo, l'ho obbligata praticamente.
Comunque posso chiamarti?
Io:
Va bene?
Dopo qualche secondo mi arriva una chiamata, rispondo esitante.
Io: pronto?
Black: buongiorno scricciola.
Io: giorno micio.
Black:*sbuffo* è da gattini quel nome, non da un Alpha. Non è pauroso.
Io: ma tu non mi fai paura.
Black: dettagli. Comunque... Perché non se a scuola?
Io: come perché non sono a scuola. Mi sono appena alzata, saranno le 6:50 come mass-... Guardo l'orologio e strabuzzo gli occhi quando guardo l'ora.
Io: Oh cazzo!! Ma sono le 10:30. Perché cazzo non è suonata la sveglia!
Urlo e mentre mi butto fuori dal letto inciampo e cado a causa della coperta e impreco ad alta voce cin ancora il cellulare attaccato all'orecchio e sento una gran risata.
Io: cazzo ridi Black. La sveglia non è suonata. E tu dove caspita sei che mi stai parlando al cellulare?
Tra le risate mi risponde: dovrei essere in bagno, mi sa che la prof di italiano che ha un debole per me. Mi concede molte cose.
Io: che schifo. Bleah.
E mentre mi sto vestendo e andando velocemente in bagno a lavarmi rido e faccio smorfie buffe.
Mi sono vestita con solo l'intimo nero ed esco dal bagno, passando distrattamente davanti alla finestra e dicendo: Black? Ci sei?-gli chiedo distrattamente mentre mi legò vper prendere la maglietta caduta a terra.
Sento un basso ringhio. Di quelli profondi, non ne ho mai sentito uno del genere. Mi vengono i brividi....di piacere.
_Copriti subito e alza quel bel culetto dalla finestra se non vuoi che non salga in camera tua_ è un suo pensiero?
Oh merda. Allora.... È qui vicino.
Mi giro lentamente lasciando cadere il cellulare sul letto e lo vedo.
I suoi occhi sono diventati completamente rossi, gli artigli allungati quasi al massimo.
Mi tolgo dalla finestra e prendo il fellone del pigiama che mi copre come un vestito e delle leggins.
Scendo incazzata di sotto.
Esco e gli vado in contro.
- Che cazzo ti passa per quella fottutissima testa da gatto quale sei?- gli urlo incazzata.
- E te perché te ne stai col culo attaccata alla finestra... in mutande per di più.- mi si avvicina ancora di più. So' di essermi trasformata in parte.
- Tu sei Mia! Lo capisci? Nessuno può vederti così oltre a me! Nessuno!- ruggisce l'ultima parola.
- Che cosa significa questo? Io non sono di nessuno!-
Sento delle urla chiamare i nostri nomi ma non ce ne curiamo.
Continuo a fissarlo come se lo volessi ammazzare.
- SEBASTIAN! SOPHIA! Smettetela subito di litigare!- ci giriamo di scatto insieme e ringhiamo allo stesso momento: -CHE C'È?-.
Livia si pietrifica spaventata poi riacquista un po di colorito e sussurra fra se e se:- Uguali. Sono fatti proprio l'uno per l'altra. - e fa un sorriso scuotendo la testa. Poi ritorna immediatamente seria.
- Sebastian! Damora ha ricevuto un attacco da parte delle ombre. Per ora sono riusciti a respingerle ma non dureranno per altri attacchi del genere. Si stanno rinforzando e a noi serve la prescelta, che non troviamo, vorrei far notare...-
- Cos'è Damora?- chiedo io perplessa.
- È la dimora delle creature come noi. Dove ognuno di noi nasce.- mi dice seccato Sebastian.
- Scusa se ho appena scoperto di non essere umana!- gli rispondo di rimando.
- State zitti!- tuona Livia e noto che i suoi occhi sono diventati viola. È una strega ricorda.
- Dobbiamo partire subito. Servono più rinforzi possibili. Questo pomeriggio alle 17:00 in punto dobbiamo essere al porto; lì ci aspettano Jhòn e Timòn: il mio compagno e quello di William.
Non voglio discussioni. Quindi ora ognuno va a casina propria e si fa una minima valigia con un cambio di maglietta e pantaloni, un costume, pochi oggetti personali e tu - mi indica.- Devi dire a Peter e Stefania di prepararsi anche loro con la Bea che si ritorna a casa-.
Io sono ancora scombussolata ma ritorno dentro casa e inizio a fare la valigia. Metto tre magliette di cui una a mezze maniche. Una felpa. Una liggins, un jeans e una tuta. Una gonna più un vestito rosso 'per le occasioni' mi ha detto la livia di portarlo.
Metto una foto dei miei genitori, due libri, il mio peluche preferito e il mio blocco da disegni con un astuccio.
Il costume azzurro acqua che sfuma al nero con il pezzo sotto e dei pantaloncini corti.
Il mio pigiama e il carica batterie del cellulare.
Chiamo mia zia:
- Pronto zia!-
-Ciao tesoro, che succede?-
- Li livia ha parlato di ritorno a casa, a Damora se non sbaglio, ma non ci ho capito molto-.
- Oh.-
- Questo pomeriggio alle 17 ha detto che dobbiamo partire e mancano circa 3 ore -.
- Sophy, devi dire alla Lilly che noi arriveremo con degli amici tra tre giorni, anche perché la barca non avrebbe sopportato il viaggio con tante persone sopra-.
- Si, bhe, io non ci sto capendo ancora niente ma dettagli no?-
- Ti spiegheremo tutto il prima possibile. Te lo giuro. Intanto prenditi cura della Bea mi raccomando.-
- Certo zia! Ci sentiamo!-
- Ciao polpetta!-
E terminò al chiamata. Mando un messaggio alla livia con su scritto: -I miei zii non vengono. Hanno detto che arriveranno tra qualche giorno con degli amici. Viene solo la Bea-.
La risposta non tarda ad arrivare.
-Per fortuna. Non avrei saputo dire se la barca che ci deve portare avrebbe sopportato il vuaggio-.
- Ci sentimao dopo così mi spieghi tutto.-
- Certo, a dopo!-
E chiudo la conversazione anche con lei. Preparo uno zainetto con un cambio di maglietta e una merenda.
Esco e mi inoltro nel bosco.
Ho voglia di provare le mie nuove capacità.
Utilizzo la rabbia che avevo contro Sebastian per trasformarmi e ci riesco particamente subito. Gli artigli e i denti si allungano, le orecchie e la coda crescono, i miei occhi diventano dorati con delle pagliuzze rosse. Sono molto belli, devo ammetterlo.
Chiudo gli occhi e mi concentro sulla natura e ciò che mi circonda e penso: voglio andare veloce, voglio andare veloce, voglio andare veloce.
Con un leggero ringhio apro di scatto gli occhi e inizio a correre, inizialmente non succede un gran che, ma dopo qualche momento gli alberi diventano sfuocati anche se vedo tutto a rallentatore.
È una sensazione magnifica: senti IP vento passare tra i capelli e i piedi che galleggiano quasi sulla superficie del terreno, riesco a schivare ogni tronco e ogni masso.
Spicco un salto per superare una parete rocciosa alta quasi 3 metri e arrivo dall'altra parte sana e salva.
Che figata!
Sorrido e mi metto a ridere mentre mi inoltro nel più profondo della foresta, dove non sono mai andata. Cerco uno spazio abbastanza aperto e finalmente lo trovo. Freno e questa volta lo faccio come quando scio. Sollevo un gran polverone ma mi fermo all'istante.
Sono orgogliosa di me stessa.
Vediamo se riesco ad usare anche le ali...
Mi tolgo la giacca e rimango con la maglietta aperta dietro che mi ero portata.
Immagino che le mie ali si aprano e sento un senso di leggerezza nella gabbia toracica. Tiro un sospiro.
È strabiliante quanto per me possano essere leggere, mentre per qualcun altro pesanti quasi una tonnellata.
Me le ammiro chiudendomi in esse. Sono molto belle e le piume nere come la pece sono molto morbide. Hanno delle sfumature dorate e la punta di ogni piuma è ricoperta di uno strato d'oro più resistente.
Le accarezzo ancora un po e poi provo a utilizzarle come delle mani; utilizzando le poche lezioni di judo che ho preso, eseguo delle mosse semplici, giro su me stessa e mi ritrovo molto in sintonia.
Provo a sbatterle un po e mi sollevo leggermente da terra. Ci siamo!
Spicco un balzo e in contemporanea sbatto energicamente le ali.
Urlo. Essì. Perché non avrei dovuto sbatterle così energicamente dato che sono già oltre l'altezza degli alberi della foresta.
Continuo sempre di più fino ad arrivare quasi sulle nuvole.
Ho sempre sognato saper volare e toccare le nuvole.
Aumento la potenza e entro in una di esse. Sono soffici e vaporose. Starnutisco più volte dato che me ne è andato un po nel naso e mi guardo intorno.
Una distesa di bianco latte soffice e brillante. Le mie ali sono nettamente in contrasto con il panorama. Guardo in basso e riesco ad intercettare la mia casa col giardinetto. Poi guardo il bosco e noto un puntino nero correre come un razzo. Lo seguo con lo sguardo e intanto scendo un po' di quota, arriva di fronte ad una casetta, si trasforma in salto e con una grazia da felino quale è atterra leggero nel giardinetto di quella che penso sia la sua casa.
Non è malaccio, è un po' piccola ma lui vive solo con suo fratello quindi va bene.
Sta arrivando qualcuno e io nel frattempo ero atterrata lì vicino dietro un gruppo di alberi. Ritraggo le ali e mi faccio crescere le orecchie per riuscire a sentire meglio. Mi avvicino.
Dal davanti della casa sbuca...una... ragazza.
Che ne dite? Va bene?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top