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L'INCORONAZIONE
La piazza di lucido marmo bianco sull'alta collina di Visenya era stata eretta interamente, così come l'imponente scalinata e la statua dire re Baelor. Mancava l'entrata e, non solo quella, del grande tempio costruito da Baeleor I Targaryen, insignito con appellativo di "benedetto" per la sua "spropositata" fede e ridotto in maceria dall'esplosione di alto fuoco ordito dalla regina Cersei per sottrarsi al suo processo e liberarsi dei passeri e dell'Alto Septon.
Le sette torri troneggiavano nel vuoto, in cerchio, sul lastricato di marmo oro e marrone ricoperto dai simboli della stella a sette punte: un primo passo verso la ricostruzione e, per i fedeli, le grandi statue dei Sette erano state nuovamente edificate, cosicché potessero trovare ricovero nella preghiera.
In tale concerto di maestosa bellezza e cielo sereno si sarebbe svolta l'incoronazione dei due nuovi sovrani di Westeros, il giorno finalmente era giunto.
Ad officiare la cerimonia sarebbe stato l'Alto Septon Bariath di Vecchia Città, come trecento anni orsono l'allora illustre membro del credo, risiedente stabilmente presso il Tempio Stellato, aveva fatto con il Conquistatore e le sue sorelle. Il matrimonio reale, celebrato dall'Alto Septon di Approdo del Re, e l'incoronazione dall'Alto Septon di Vecchia Città, le due più alte onorificenze del credo, in attesa che tornasse ad essercene solo uno con la ricostruzione completata del Tempio di Baelor, volevano essere un monito per il popolo e i lord di tutti i Sette Regni di Westeros: i nuovi monarchi godevano dell'appoggio del clero e presto la dottrina della santa eccezione sarebbe stata diffusa presso ogni septon e septa esistente. Daenerys e Jon volevano lasciarsi alle spalle guerre di qualunque natura. I Sette regni dovevano tornare a splendere in prosperità e pace.
Sin dall'alba gli abitanti della capitale avevano iniziato la lunga processione su per la collina per poter vedere da vicino la regina e il re. Gli Immacolati erano, invece, già posizionati dalla sera precedente intorno la piazza e sulla scalinata del tempio. Tutto era stato orchestrato nei minimi dettegli da Verme Grigio. C'era ancora incertezza nel popolo e nulla doveva essere lasciato al caso.
La luce proveniente dalla finestra ridestò uno Jon Snow particolarmente tranquillo. Si stropicciò gli occhi con gli indici delle mani per scoprire invero una Daenerys tutt'altro che calma. Camminava innanzi e indietro per la camera, le dita delle mani intrecciate e rigide, mentre ripeteva minuziosamente il discorso da tenere dopo l'incoronazione al popolo.
Era la prima volta che Jon vedeva Dany così nervosa; anche nei momenti più difficili era sempre stata lei quella in grado di mantenere la calma e la giusta prospettiva, ma in fondo la capiva: la paura di essere ancora ricordata per il suo scellerato atto, la voglia di tutta una vita di avere una casa e di essere amata avevano avuto il sopravvento su ogni buona ragionevolezza.
Jon inforcò una veste da camera, lei che lo guardò appena mentre pareva continuasse una specie di litania che non poteva interrompere. Le pose le mani sulle spalle e l'attirò a sè.
'Buongiorno mia regina, siamo nervose a quanto vedo. Stai tranquilla, andrà tutto bene...' le sorrise dolcemente e le scoccò un tenero bacio sulla guancia.
Lei lo guardò di sbieco, pareva intoccabile quella mattina, così fece l'unica cosa possibile: le lasciò gli alloggi affinchè potesse fare un caldo e ristoratore bagno e si trasferì nella camera gemella.
Gli aromi di vaniglia e lavanda, con un pizzicante sentore di limone, si spansero per tutta la camera, mentre Daenerys faceva il suo ingresso nella vasca di bollente acqua, sua prediletta, per il bagno. Samira provvide a lavarle la pelle con una spugna di mare, massaggiando profumati olii sui lunghi capelli, districando con un pettine di onice ogni piccolo nodo potesse esserci.
'Ebbene, infine, ce l'hai fatta..' abbozzò la regina.
Samira arrossì vistosamente. 'Si io e il capit...' Si interruppe, le risultava ancora difficile chiamarlo per nome. 'Volevo dire io e Daario... si!', si strinse nelle spalle, non riuscì ad aggiungere niente più, tanto era felice ed imbarazzata al medesimo tempo. Aveva sempre amato quell'uomo rude, da quando l'aveva salvata dalla schiavitù, ed ora pareva che Daario ricambiasse i suoi sentimenti.
E finalmente, dopo una tetra mattinata, la regina sembrò rilassarsi.
La giovane ancella le pettinò i capelli fino a quando non furono asciutti e lucidi: due trecce si unirono ad altre due per fluire infine in una cascata di argento e oro minuziosamente impreziosita in boccoli perfetti che ricadevano sino alla base delle spalle.
La carrozza reale, scortata dai sette della Guardia Reale e un drappello di Immacolati giunse poco dopo l'arrivo dell'Alto Septon presso il nuovo tempio in costruzione.
Ser Brienne aprì lo sportello della regina. Era splendida di rosso vestita, in un abito di seta lavata e drappeggiata ad arte. Pizzi di Myr dello stesso colore le coprivano leggermente la spalle sino a giungere all'incavo dei seni. Perle rosse e rubini abbellivano l'intera creazione. Anche il re era vestito dello stesso colore, un farsetto di seta cruda e spessa, chiusa da un monile composto da due rubini uniti da una catena di oro. Sulla spalla sinistra un drappo di broccato in due varianti di rosso scendeva sino all'anca, tenuto fermo da una spilla di oro a foggia di drago. Le brache unica nota nera e i capelli fissati in un elegante codino.
Jon fu vicino a Daenerys e le porse il braccio. Insieme salirono la scalinata dove ad attenderli c'era l'Alto Septon Bariath, ma anche Arya e Gendry, Samira, con in braccio il piccolo Daeron, Daario, che teneva saldamente la mano di Rhaeanne, Tormund, che faceva da guardia a Rhaenys e Rhaegar, Sam Tarly e sua moglie Gilly e Ser Davos. Dal lato opposto vi erano i maggiori lord di tutta Westeros. Jon ne riconobbe alcuni: Tyrion Lannister per cominciare, Arianne Martell in compagnia di Gerold Dayne, Lady Allyria ed Edric Dayne, Edmure Tully e Robyn Arryn, Yara Greyjoy e Lord Hightower; ma ce ne erano tanti di cui lui non conosceva nemmeno i nomi.
Sino a quel momento il popolo, che si era raccolto in massa, aveva solamente mormorato e questo aveva decisamente e nuovamente portato ansia a Daenerys.
L'Alto Septon Bariath, d'oro vestito, con in capo la corona di cristallo e oro, rilucente in una fantasmagoria di colori ad ogni movimento, era in piedi tra la Madre e il Padre.
Dany ammirò la magnificenza di quelle torri e il cielo sereno, sgombro di nuvole, un sole tondo e giallo che da un po' di tempo era divenuto quasi immancabile, segno che la primavera tanto sognata era finalmente giunta.
Jon e Daenerys si inginocchiarono dinanzi all'alto dignitario della fede; un valletto con una tunica di bianca seta giunse portando un vassoio con le sette ampolle.
'Siamo qui tutti per incoronare Daenerys e Aegon della casa Targaryen al cospetto dei Sette Dei'. esordì Bariath.
La prima ampolla fu aperta e l'Alto Septon unse entrambi con l'olio benedetto.
'Possa il Padre infondere saggezza e forza alla continua ricerca della giustizia'.
La seconda ampolla seguì e l'unzione ripetuta.
'Possa la Madre infondere la misericordia necessaria per proteggere gli uomini'.
Fu la volta della terza ampolla.
'Possa il Guerriero infondere coraggio e vegliare su di loro nei momenti più bui'.
E, ancora dopo, venne la quarta ampolla e il quarto olio.
'Possa il Fabbro infondere forza, affinchè siano in grado di portare il pesante fardello della corona'.
Furono unti per la quinta volta.
'Possa la fanciulla preservare immacolate le loro anime e quella della loro progenie'.
Fu la volta della sesta ampolla.
'Possa la Vecchia illuminare il loro cammino e guidarli sempre sulla retta via'.
E infine venne l'ultima ampolla.
'Possa lo Sconosciuto giungere nel giusto momento e portarli con sè nei Sette Cieli.
Quando l'ultima ampolla tornò al suo posto il valletto indietreggiò per lasciare il posto ad un altro che recava un cuscino di velluto rosso sul quale vi erano due corone.
L'una era quella del Conquistatore, l'altra era era quella di Jaehaerys I, doni incommensurabili di Illyrio Mopatis.
L'alto Septon prese tra le mani la corona di Aegon, un cerchio di acciaio di Valyria circondato da rubini di foggia quadrata, e la resse sopra il capo di Daenerys.
'Nella luce dei Sette io proclamo Daenerys di casa Targaryen, prima del suo nome, Regina degli andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signora dei Sette Regni e Protettrice del Reame'.
Dany cercò di trattenere l'emozione: finalmente, dopo tanto penare, soffrire, dopo peripezie e dolori inenarrabili, la sua testa era cinta della corona del Conquistare e accanto a sè aveva l'uomo che più di tutti aveva amato nella sua giovane vita e che per tutto il resto della sua vita avrebbe continuato ad amare.
La corona di Jaehaerys I, un cerchio di oro con sette pietre di differente colore ognuna, fu posta sul capo di Jon.
'Nella luce dei Sette io proclamo Aegon della casa Targaryen, sesto del suo nome, Re degli Andali dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signore dei Sette Regni e Protettore del Reame'.
Per tradizione, la regina era sempre stata incoronata subito dopo il re, ma Jon volle che fosse Daenerys a ricevere per prima la corona, sentiva che era giusto così. Era lei la vera regina di quello che un tempo era chiamato il trono di spade, era lei che aveva davvero conquistato i Sette Regni e, per quanto fosse da entrambi stata voluta la parità dei due sovrani, lui sapeva che la verità era quella.
Infine Jon e Dany poterono finalmente rialzarsi.
'Che possano regnare a lungo' dichiarò l'Alto Septon, seguito da un coro tonante di voci che ripeté la medesima frase.
Si voltarono verso il popolo, Daenerys si arricciò una parte della voluminosa veste nella mano a permettere un voluttuoso giro di sete dello strascico.
Di fronte tutta quella gente ebbe un attimo di smarrimento, cercò subito gli occhi di Jon: li aveva socchiusi e le sorrideva e con un cenno del capo le diceva di si... Si! Sarebbe andato tutto bene! Questo voleva farle intendere e Dany comprese perfettamente.
La regina guardò i suoi figli, i maggiori lord di tutta Westeros lì riuniti e infine il suo popolo: era gente umile, magra nell'aspetto quasi tutta, che si assiepava al bordo della scalinata o cercava un appiglio lungo la collina. Erano tantissimi, alcuni di chiara provenienza straniera, Essos o forse chissà !
'Popolo di Westeros, miei Lord. In questi anni la guerra ha seminato distruzione e morte... sangue ed orrori! Nessuno!... Nessuno... è innocente in questa storia! Siamo tutti capaci di fare cose terribili ma... siamo anche capaci di perdonare! Ed e' questo che io oggi vi chiedo: perdoniamoci a vicenda, affinchè Westeros possa vivere in pace e risplendere nuovamente!'.
Una vocina soffusa richiamò la propria mamma, mentre lacrime imperlavano i suoi occhi. Rhaeanne lasciò la mano di Daario e si fiondò tra le braccia di sua madre, piangente.
Daenerys dimenticò tutto: discorso, popolo, lord; si chinò all'altezza della sua bambina per poterla calmare, sussurrandole all'orecchio e stringendola tra le braccia.
Solo quando la piccola Rhaeanne si fu ripresa tornò al suo discorso. Si sistemò una ciocca di capelli e levigò invisibili pieghe sull'abito.
Guardò ancora tutta quella gente in rigoroso silenzio, per un attimo perse il filo del suo discorso.
'Perdonatemi, per molto tempo non ho potuto sapere se in questa vita avrei mai più rivisto i miei figli e ciò, per un momento, mi ha tolto il senso del dovere' socchiuse gli occhi sorridendo, lieta di tale grande privilegio.
Un attimo di silenzio sembrò fermare il mondo per un battito di ciglia.
'Evviva la madre' gridò un uomo. Aveva una bimbetta appollaiata sulla spalla e, anche lei, con la sua vocetta, gridò la medesima frase 'evviva la madre!'.
La mano le tremò nel sollevarla. Forse sorrise, doveva averlo fatto perchè quell'uomo rise di rimando e gridò di nuovo. Altre voci si unirono alla sua.
'Evviva la madre' invocavano, 'evviva la madre, evviva la madre' e, tra tante voci, Daenerys udì 'mhysa mhisa mhisa' gridato sicuramente da qualcuno straniero e ciò le riportò alla mente quella prima volta a Yunkay, quando con quel nome fu appellata. Allora pensava che mai avrebbe più generato un figlio vivo e che i draghi e il suo popolo sarebbero stati i suoi figli, ma il destino aveva invero diversamente voluto. Jon era suo fianco e quattro figli tutti sani e in salute aveva partorito. Nulla di più poteva desiderare.
Le sorridevano, cercavano di sfiorarla, s'inginocchiavano. Quel canto crebbe, si dilatò, salì di intensità. Divenne un urlo così tonante da scuotere le torri del tempio. La gente correva verso lei e Jon spingendo, inciampando, cercando di toccarli. Loro sorrisero al popolo di Approdo del Re che ormai aveva formato un cerchio intorno ad entrambi.
'Evviva i sovrani' gridarono centinaia, migliaia, decine di migliaia di gole. 'Evviva la madre' invocavano al passaggio di Dany, 'evviva la madre!'.
E finalmente Daenerys capì di essere amata, come aveva sempre desiderato da quando era una bambina sperduta e sola.
Il banchetto seguì e fu memorabile, impreziosito da fuochi d'artificio che rischiararono il cielo in una fantasmagoria di colori.
Jon afferrò la mano di Dany, mentre lei era ancora intenta a guardare quelle meravigliose pennellate di colore nel buio del cielo. Lo seguì senza fare domande.
'Chiudi gli occhi' le disse quando finalmente si furono fermati in uno dei cortili della Fortezza Rossa. 'Chiudi gli occhi' e lei lo fece senza chiedere perchè, senza volere spiegazioni.
Camminarono e salirono scale e camminarono ancora e passarono sotto architravi, cupole torri, ponti e contrafforti e camminarono ancora sino a giungere al chiuso.
Daenerys aprì gli occhi, guardò incantata, gli occhi sgranati per la meraviglia.
'La nostra famiglia cresce...' sorrise Jon. Dunque il fortino di Maegor non avrebbe a lungo potuto ospitarli.
'E' l'ala est della fortezza, quella che da sul mare...'.
Dany continuava a restare zitta, guardava quella porta d'entrata: era... era rossa!
Jon aprì quella porta, mentre Daenerys pareva ancora sperduta in una sorta di incantesimo. Tutte le porte dopo quella erano dipinte di rosso!
' Te lo avevo promesso amore mio...'
Jon cince le spalle di Dany, mentre lei guardava ognuna di quelle porte rosse estasiata, sino a giungere alla loro camera privata.
Rossa anche quella aveva le porte e dentro un grande letto a baldacchino, decorato e istoriato con draghi dorati e tappeti di Myr e un grande solarium che dava una vista spettacolare sul mare, sul tavolo un piccolo sacco di juta chiuso da un nastro di seta rosso.
'E' l'ultima promessa che ti avevo fatto mia regina...'
Dany guardò Jon, si avvicinò a passi lenti verso quel tavolo finemente intarsiato di oro e slacciò il nastro. Un pungente sentore invase la camera, un odore che Daenerys conosceva benissimo.
'E'... quello che... che penso'
'La principessa Arianne mi ha detto che è una delle sementi più resistenti di Dorne'.
Lì, su quel prezioso tavolo, con un panno di juta che ne costituiva a cornice il quadro più bello era una piccola piantina di albero di limoni.
'Crescerà, Dany... crescerà forte come la nostra famiglia... e si moltiplicherà... Ora ho mantenuto tutte le promesse fatte mia dolce regina...'.
Daenerys corse verso di lui cingendogli in collo, lo baciò, un bacio lungo, appassionato, bagnato da lacrime per la prima volta di felicità.
'Nessuno ha mai amato una persona quanto io amo te Jon Snow ! Infinite volte l'infinito!'.
Lui le sorrise felice, le lacrime che bagnavano anche i suoi occhi. 'Infinite volte l'infinito, amore mio'.
E infine Jon Snow e Daenerys Targaryen ebbero tutto quello che avevano sempre desiderato. Lui, la vita tanto voluta da quando era solo un ragazzino, che non aveva mai osato neppure sognare per tanti anni, avvinto dalla sua condizione, una vita con una moglie e dei figli, e lei quello che anelava da quando era solo una bambina di tredici anni: una casa con la porta rossa, forse un po' più grande di quella dei suoi sogni... con un albero di limoni, che presto sarebbe divenuto grande, forte e rigoglioso, fuori dalla finestra.
La primavera, per i draghi, era finalmente tornata.
NOTA: E con questo capitolo la storia di Jon e Daenerys giunge al termine, con il finale che mi sarebbe piaciuto vedere. Ma non vi lascio ancora soli! Vi sarà l'Epilogo, in cui vi racconterò di cosa successe dopo la loro incoronazione. Dunque buona lettura e vi aspetto per l'ultimo capitolo di questa storia. Grazie di cuore a tutti ❤❤❤
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