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L'ULTIMA BATTAGLIA - PARTE SECONDA

L'esercito Targaryen attaccò al suono dei corni nemici. I Dotraki erano l'avanguardia... Robert Glover guidò l'attaccò contro il centro avversario insieme ai mercenari e a Bronn, ruggendo e urlando, i vessilli garrenti al vento. Nonostante i corni e i tamburi nemici i Dothratki, seguiti dai Cavalieri dell'Ovest, caricarono attraverso una tempesta di frecce e piombarono sui nemici spazzando buona parte dei lancieri.

Avevano il viso rivolto verso il cielo coloro che maneggiavano scorpioni e catapulte, ma quel plumbeo manto continuava ad essere ameno di qualunque cosa.

Fu un attimo,  da oltre le nuvole Drogon piombò improvviso, una fiamma nera attraverso il grigiore del cielo. Gli scorpioni e le catapulte caricarono e lanciarono mentre Daenerys cercava di evitare le grandi lance e i massi..

'Dracarys...' urlò, mentre si destreggiava tra la pioggia di ferro nemico. Uomini,  scorpioni e catapulte presero fuoco l'uno dietro l'altro, ma un'ultima fatale freccia riuscì a colpire Drogon trapassandone una zampa, fino all'interno del corpo. Il drago ruggì ferocemente per il dolore... La sua caduta fu inesorabile, accompagnata da lamenti stridenti come metallo, mentre Dany cercava di restare aggrappata. Il grande drago nero si schiantò al suolo, ma Daenerys ebbe la prontezza di spostarsi sul lato che non urtò la terra, evitando di venire schiacciata dal peso di suo figlio, come era accaduto alla sua antenata Rhaenys.

Ripreso subito il controllo della situazione, si fiondò giù da Drogon; sguainò la spada, vedeva avvicinarsi i soldati nemici. Ne abbattè cinque, quando una pioggia di fuoco giunse dalle retrovie dell'esercito di Sansa, creando una grande barriera di fuoco tra i due schieramenti.

'Doveva esserci un solo fottuto drago! Da dove cazzo vengono questiiiii!!!...' urlò Bronn, cercando di tenere le redini e tentare di calmare il suo destriero, che scapitava dal terrore.

Quando i mercenari videro gli altri due draghi, molti gettarono le spade, diedero di speroni allontanandosi dal campo di battaglia.

'Bastardi dove andate!... ' gridò Bronn, ma a quel punto lo stesso ex maestro del conio capì che, forse, quella era la cosa più sensata da fare oramai: battere in ritirata e sparire per sempre da Westoros; dunque seguì quelli che, pochi istanti prima, aveva definito essere dei codardi.

Luxes planò velocemente, mentre un sorriso si stampò sul viso di Jon: Daenerys stava dando il colpo di grazia all'ultimo cavaliere contro di lei.

" E' diventata davvero brava..." pensò tra sè, mentre riviveva le lunghe lezioni a Meereen. Lasciò velocemente il drago bianco, che riprese rapidamente il cielo, e si precipitò a dare man forte a Daenerys.

Luxes e Veraxes, dall'alto, piombarono ripetutamente giù per riversare sui nemici una cascata di fuoco. Il lezzo di bruciato gettò nel panico i destrieri e, quando il fumo si infittì, cavalli e cavalieri furono parimenti accecati. I ranghi comiciarono a cedere, mentre muraglie di fuoco si alzavano circondandoli. La battagli si placò,  gli uomini avvolti dalla fiamme o barcollanti vennero uccisi dai loro stessi alleati...

Andiamo...' Sansa urlò e diede di speroni scendendo da un'altura insieme a Brynden Blackwood. Al sicuro, controvento, riuscì facilmente a raggiunegere il lato dell'esercito nemico, mentre Brienne di Tarth dava ordine di non attaccare. Aveva riconosciuto la rossa Stark e, per quanto tutto questo fosse opera sua, una parte del suo cuore rimembrava ancora il giuramento fatto a Catelyn Stark: era sola, con un solo cavaliere che la scortava. Probabilmente cercava la pace.

Mentre Sansa giungeva, Daenerys si diresse spedita verso Drogon, caduto più lontano, per potersi accertare delle condizioni del proprio figlio... Il drago respirava affannosamente, gli occhi semichiusi per il dolore, la freccia era penetrata all'attaccatura della zampa ed era rimasta incastrata nel corpo. Il grande drago nero soffriva enormemente, Dany non poteva fare nulla: quella dannata freccia era troppo grande e penetrante per porterla estrarre da sola, poteva solo essere vicina a suo figlio, sino a quando quella maledetta battaglia non avesse avuto del tutto fine.

Arrivarono veloci, Sansa e Brynden, Jon che li guardava entrambi, glaciale. Non riusciva ancora  a credere che quella vanesia ragazzina, innamorata di ballate principi e corone, avesse potuto scatenare una nuova guerra , dopo che lui e Daenerys si erano prodigati in ogni modo possibile per evitare il ritorno del Re della Notte e dunque causare altri morti, quelle stesse vittime che invece erano lì, ora, davanti ai suoi occhi, a causa di Sansa!

'E' finita! Arrendetevi, avete perso!...'  Jon le urlò tutto il suo disprezzo.

Una sonora risata catturò l'attenzione di lui, Brynden Blackwood lo guardava furente... 'Non mi importa di questa stupida guerra, io voglio te Jon Snow!'. La stessa Sansa sgranò gli occhi.

'E' finita Brynden...'  Jon lo schernì ma lui discese furente dal cavallo.

'Da quando sono diventato un grande spadaccino ho sempre dovuto fare i conti con la tua ombra, Snow, il bastardo di Ned Stark, il più grande combattente che ci sia mai stato nei sette regni, a quanto dicono'.

'Non voglio battermi, smettila!...' gli intimò Jon.

'Solo se ti sconfiggo nessuno potrà più osare dire che sei più bravo di me!'

Brynden sguainò la spada e si fiondò su Jon ... Due fendenti, uno a destra l'altro a sinistra, che Jon schivò indietreggiando col corpo. Le spade urtarono, stridettero, colpo contro colpo...

'Non vincerai...' sbraitò Blackwood, mentre si fissavano negli occhi, le lame bloccate l'una contro l'altra. Brynden approfittò dell'istante colpendo la testa di Jon con la sua. Lui perse l'equilibrio, cadendo indietro al suolo, ma riuscì subitamente a rimettersi in ginocchio, appena in tempo per parare un colpo diritto sul suo capo. Blackwood lo colpì con un calcio al viso e fu di nuovo a terra...

'Sono io il più forte! Per quanto tempo pensi di resistere ancora!' sogghignò gaudente.

L'ira di Jon non ebbe più limiti... 'Abbastanza da cancellare il tuo nome dai libri di storia!' dichiarò con tutta la sua fierezza.

Ripresero a scontrarsi, le lame che cozzavano, pareva quasi una danza mentre, tra una voluta e l'altra, ognuno parava i colpi dell'altro, le scintille che si riverberavano mentre le spade continuavano ad incrociarsi, fino al punto i cui furono così vicini, elsa contro elsa; Brynden, con un calcio dietro la caviglia, mandò di nuovo Jon a terra.

'Sei fintoooo' urlò trionfante, scagliando la sua spada verso il cuore, ma Jon parò il colpo un un braccio, fortificato dalla possente cubitiera.

Non si rese conto di nulla, sentì solo caldo e poi un forte dolore ... Jon , con Lungo Artiglio nella mano sinistra, lo aveva trafitto al cuore ... L'acciaio di Valirya aveva penetrato il ferro della sua corazza. Qualche momento, gli occhi si appannarono, indietreggiò barcollando, mentre si portava una mano sull'armatura violata e insozzata dal suo stesso sangue, che lento scorreva denso e nero. Ricadde con le spalle al suolo: un ultimo respiro prima di morire.

Jon si rialzò da terrà, il fiato che ormai gli mancava, sganciò la resta e le fibbie laterali, liberandosi dall'ingombrante peso dell'armatura . Era madido di sudore, scendeva a fiotti insieme a rivoli di sangue, per lo sforzo e il calore che il fuoco aveva conferito a quell'involucro di ferro nero e rosso. Guardò Dany da lontano e poi Drogon: respirava, era vivo!

A passi lenti stava avviandosi verso Daenerys quando la voce di Sansa lo bloccò di colpo! Non riusciva a guardarla, c'era il gelo nel suo cuore per tutto questo ... Il sangue di tutti quei morti era sulle sue mani!

'Jon, ti prego, ascoltami...' cominciò a piangere, mentre si stringeva nella sua cappa grigia.

'Mi dispiace ... Io non so come ho potuto fare tutto questo... Tutti questi uomini sono morti per colpa mia!'.

'Solo ora te ne rendi conto...' Jon le parlò senza guardarla, chiudendo gli occhi costernato..

'Non è vero, lo so...'. Jon si girò a fissarla, la treccia scompigliata e il viso sporco di fumo. Azzardò un passo verso di lui.

 'Lo so...' ripetè.

'Lo sai...' la schernì lui

' L'ho fatto per te...'

Jon granò gli occhi , ma in quel momento non fu l'unico. Anche Daerneys ne fu enormemente sorpresa e sconvolta.

'Non lo hai ancora capito Jon! E' da quando siamo tornati a Grande Inverno, da quando mi hai salvato dai Bolton...'

Jon increspò gli occhi alla ricerca di una risposta, ma non riusciva a comprendere.

'E' il motivo per cui infransi in mio giuramento dicendo a Tyrion chi fossi in realtà' ... Jon io... io ti... ti amo!...'

Lui fece un passo indietro, sgomento, così come Daenerys sentì fermarsi il cuore udendo tali parole.

' Volevo che tu diventassi il nuovo re di Westeros, desideravo regnare con te, diventare tua moglie, finalmente di uomo che non mi avrebbe mai fatto del male!'.

'Io...' Jon non riusciva ad articolare nulla e nulla del genere aveva mai provato per lei. Il suo cuore era sempre stato solo di Daenerys.

'Quando ho saputo che eri a Meereen sono come impazzita dalla gelosia... Avevo capito che il mio sogno non si sarebbe mai realizzato! E, non so come, mi sono ritrovata in questa assurda situazione! Si! lo so! L'ho provocata io ma ... non ragionavo più!' Si portò le mani sul volto, mentre singhizzava e piangeva a dirotto.

' Ti prego perdonami... ' corse veloce verso Jon inginocchiandosi ai suoi piedi. 'Perdona una donna che ha avuto come unica colpa solo quella di amarti...'

Jon era inerme e Dany era di sasso. Nessuno si sarebbe aspettato una tale confessione.

Continuava a piangere e a supplicare ai piedi di Jon e lui... lui  non sapeva cosa fare, per la prima volta non riusciva a perdonare, soprattutto ripensando a quello che aveva fatto a Daenerys.

Lentamente si sollevò. Lo guardò negli occhi,  che parevano più duri dell'ossidiana... 'Ti prego cerca di trovare la forza ed essere magnanimo.'

Jon continuò a restare immobile, mentre lei gli cingeva il collo con un braccio, la cappa grigia che si spandeva come un ventaglio sui loro corpi.

Daenerys fu scioccata e scossa da quel gesto, mai avrebbe permesso che Jon la perdonasse e nemmeno lei lo avrebbe mai potuto fare!

Levò il braccio dal suo collo, Jon la guardò con occhi sgranati per un attimo... un attimo prima di cadere a peso morto verso il suolo...

Dany sussultò: cosa era mai successo! 

Vide Sansa cominciare a ridere esaltata, sempre più forte, poi il suo sguardo si posò su Jon: l'elsa di una daga, lì, proprio sul cuore!

'Non sarai mai felice maledetta puttana!...' urlò a Dany, mentre, sollevandosi i lembi delle vesti, cominciò a correre via.

'dracaryyyyysssss

urlò con tutta la ferocia di cui era capace! Drogon sollevò appena la testa, una fiammata flebile riuscì comunque a raggiugere e lambire parti del suo abito. Iniziò a prendere fuoco, mentre le sue graffianti e stridenti urla si riverbervano in ogni dove. Si schiantò sulla fredda terra, tentando di arginare le fiamme, mentre Dany correva verso Jon.

'Spegnete quelle fiamme... ' urlò e chiunque avesse dalle cappe di cuoio o di altro genere . 'Non fatela morire...' ordinò mentre la guardava: fiamme ardevano nei suoi occhi. 'Tu non morirarai, maledetta, non morirai per un pezzo..'  giurò a sè stessa mentre raggiungeva Jon!

Si inginocchiò vicino a lui, prese il suo viso tra le mani, mentre fiumi di lacrime inondarono il suo viso.

'Jon... Jon... ti prego apri gli occhi!'

Lui la guardò, stordito, le sorrise appena.
'Ti a..mo Da...ny...' 

Un palpito lento, lungo come un addio, e chiuse gli occhi nuovamente... il respiro oramai inesistente.

'Jooonnnnnnnnnnnnnnnnnnnn!!!.... ' L'urlo di Daenerys si udì, strazieante, sin nell'alto dei sette cieli!

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