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L'ULTIMA BATTAGLIA - PARTE PRIMA

Li avevano convinti a spostarsi nelle camere reali del Fortino di Maegor e, alla fine, avevano accettato per maggior sicurezza. I due caminetti gemelli erano entrambi stati accesi ed emanavano un dolce, caldo tepore; il letto a baldacchino era particolarmente comodo, morbido e rilassante; dalle finestre la luna piena rischiarava il buio di quella notte, la notte prima della discesa in campo di Jon e Daenerys. Lui stava cercando, in tutti i modi possibili, di redarguirla sul compiere azioni eccessivamente avventate: piombare dall'alto del cielo con Drogon, per distruggere gli scorpioni, era sicuramente molto pericoloso.

'Jon, gli scorpioni sono pochi rispetto a quelli che ho distrutto in passato, le sentinelle parlano di 10 forse di 20 ma...'

'Ma niente! Indosserai l' armatura e starai attenta...'

Lei sorrise, le faceva tenerezza vedere quanto lui si preoccupasse della sua incolumità ....' Starò attenta lo prometto, ma anche tu devi promettermelo'.

'Come vuole la lady mia moglie...' e le baciò la mano come un vero cavaliere.

Si strinsero l'uno all'altra, cercando di dormire un po' in attesa dell'alba.

Ser Brienne di Tarth si avvicinò, a passi lenti, verso il laboratorio del maestro Samwell, prima di raggiungere il campo di battaglia. Ci teneva ad avere nuove, sperava promettenti, sulle condizioni di Ser Podrick. Il gran maestro era sveglio, potè solo consolarla su condizioni immutate, dunque non peggiorate.

Il comandante della guardia guardò Podrick incosciente, quanti progressi, quel paffuto ragazzo, aveva fatto, da scudiero fino a membro della guardia reale!

Salutò entrambi e si diresse verso il suo destriero: durante quelle ore di tenebra si sarebbe unita all'esercito ma, curiosamente, nel raggiungerlo ricordò quella che fu la Lunga Notte, la melodiosa voce di Podrick che accennava quel motivo così dolce e malinconico... 

High in the halls of the kings who are gone...

https://youtu.be/o4R8yQqQUdU

... E quei versi così soavi portarono i suoi pensieri a confluire tutti insieme, in un battito di cuore, verso chi mai aveva scordato, Ser Jaime, l'unico amore della sua vita!

Sorrise tristemente; pensava, allora, quello sarebbe stato il preludio di qualcosa di molto diverso per lei. Ma lui ... lui volle morire tra le braccia dell'unica donna che, a dispetto di tutto, era stato il suo vero ed immutato amore. 

Si scosse da quei muliebri pensieri, ora doveva tornare ad essere Ser Brienne di Tarth, lord comandante della guardia reale . Montò sulla sua cavalcatura e diede di speroni; veloce come il vento, fendette le brame del buio coi riflessi, con cui la luna, andava ad imbiancare la sua argentea armatura per andare ad unirsi a Verme Grigio e agli uomini che avrebbe comandato: Immacolati Dothraki,  Cappe Dorate e Alfieri dell'Ovest.

Il cigolio della scala a chioccola annunziava l'arrivo di qualcuno. Senza nemmeno attendere Tyrion Lannister aprì le massicce porte di legno e ferro. Come immaginava vi era Ser Davos che stava giungendo.

Quella notte pareva nessuno riuscisse a riposare. Il comandante della flotta fu accolto nella sala piccola dal Folletto, ed insieme si diressero nella sala delle udienze, dove tappeti di Myr e arazzi di caccia alle pareti la facevano da padrone. Il Lannister caracollò verso  il tavolo, invitando il suo suo ospite ad accomodarsi mentre lui si prodigava nel riempire due coppe di ottimo rosso di Arbor.

Davos ebbe un espressione di rammarico, avrebbe voluto essere più giovane ed in forze per poter combattere, ma purtroppo la verità era un'altra: non era mai stato un grande spadaccino per cui aveva preferito non creare problemi a nessuno ... Il nano sembrava assorto, quasi pareva non avesse ascoltato quello che il cavaliere delle cipolle avesse detto...

'Spero sia l'ultima guerra a cui assisto e di poter finalmente ritirarmi di buon ordine; Jon e Daenerys non mi perdoneranno mai e a ragione, so di aver sbagliato con entrambi e mai me ne pentirò abbastanza. La mia speranza è che, infine, avvenga ciò che doveva essere dal principio e che vincano loro: ora mi rendo conto che sarebbero stati già tempo fa due grandi sovrani. Anelo almeno di avere  modo di poterglielo dire. Brindiamo Davos! Siamo gli unici rimasti al castello e il gran maestro deve occuparsi di Podrick'.

'A Jon e Daenerys ...' alzò il calice il vecchio contrabbandiere, sperando vivamente che quelli che ormai erano i suoi ragazzi tornassero sani e salvi.

In realtà qualcun altro nel castello vi era ... Arya Stark, nella sua stanza, era seduta alla scrivania: guardando Ago rimembrò la gioia provata quando Jon gliela aveva regalata... Quanto tempo era passato! Quante persone erano morte! Della sua famiglia non rimaneva quasi più nessuno. Pensò a Bran, che suo fratello non era più da tanto, se non un involucro capace solo di essere presente nei suoi sogni, ma del tutto distaccato dalla realtà, pensò che ovunque fosse ora sicuramente sarebbe stato meglio, in fondo lui era morto ... morto il giorno in cui cadde da quella maledetta torre! E Sansa ... Non sapeva cosa sentire per lei; la conosceva, sapeva che era sempre stata troppo presa dalle sue fantasie di amori prestigiosi e ruoli da regina, ma spingersi ad una guerra e aver attentato alla vita di Daeneyrs era davvero troppo anche per lei. Del resto avrebbe dovuto averne le prime avvisaglie da quando rivelò a Tyrion la verità su Jon ... 

"Io non l'avrei mai fatto, avevo giurato e lei aveva fatto altrettanto..." strinse l'elsa di Ago e cercò di trattenere le lacrime. Per quanto pensasse che sua sorella avesse commesso un grande errore non riuscì a schierarsi con nessuno; avrebbe atteso lì, anche se, involontariamente, il suo cuore palpitava per Jon, suo fratello anche se non di sangue, però quello "vero" da una vita.


Gli eserciti erano in armi già schierati da entrambi i fronti. Ser Brienne si apprestò a prendere il suo posto accanto a Verme Grigio: avrebbe comandato, insieme a lui, Immacolati, Dothraki, cappe dorate e i cavalieri dell'ovest nella parte centrale della semiluna, costruita secondo la strategia di Jon; i vessilli di Dorne, a capo di Ser Humpry Hightower, avrebbero coperto la parte sinistra e le armate dell'Altopiano,  guidati da Ser Harmen Uller, insieme agli uomini di Capo Tempesta e Gendry Barathion,  avrebbero coperto la parte destra.


Gli scorpioni erano l'avanguardia di tutto, venti carri dotati di un perno centrale che permetteva di ruotali facilmente. Il centro era occupato dagli uomini  del nord comandati da Robert Glover insieme ai mercenari di Bronn , il fianco destro era la parte coperta da Robyn Arryn con i Cavalieri e fanti della Valle, mentre il fianco sinistro era quello di Edmure Tully, che  comandava gli uomini delle Terre dei Fiumi e quelli che furono un tempo vassalli dei Frey. Sansa sapeva che Jon sarebbe arrivato, con Daenerys, a dorso di Drogon, per cui Brynden Blackwood le rimase vicina e si tennero più lontani.

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Era l'alba. Dalla Fortezza Rossa si udirono i suoni lamentosi dei corni dell'esercito di Sanza Stark. Jon e Dany si riebbero immediatamente e si precipitarono ad indossare le loro armature, mentre i batacchi delle campane di Approdo del Re risuonavano quasi all'unisono. Daenerys cercò di scacciare le immagini che quei suoni le riportavano alla mente, tormentandola: si rivide in groppa a Drogon, ormai incapace di contenere la rabbia e poi... chiuse gli occhi e scosse la testa! Non doveva pensarci, quella non era più lei ed era giunto il momento di dimostrare a Westeros chi fosse la vera regina Daenerys Targaryen: aveva un compito preciso, era su quello che doveva concentrarsi; e in questo caso anche quello più pericoloso!

Tutta la fortezza ebbe un rapido e tempestivo risveglio. Coloro che erano ancora lì accompagnarono Jon e Daenerys sin sulla piazza antistante. I draghi erano pronti ed anche loro: nessuno ebbe il coraggio di dire niente. Jon prese posto su Luxes e Dany su Drogon. Si guardarono in viso sorridendosi e, in un dolce brusio che si perse nel vento, si scambiarono un reciproco  ti amo.  I tre draghi iniziarono a spalancare le loro coriacee ali, annuvolando il piazzale con sferzate delle spinose code, inarcarono il collo e in breve, di quelle maestose creature, restò solo ombra e polvere.

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