74
ANCORA UNA VOLTA PRIMA DELLA FINE
Daario Naahis era fuori di sé! Dei presenti a Roccia del Drago, nessuno lo aveva mai visto in quello stato .... Sembrava un'anima in pena. Non giungevano notizie di Jon, ma soprattutto di Daenerys e questo faceva andare in Comandante dei Secondi Figli completamente all'altro mondo. C'erano tre bambini che gli erano stati affidati e lui non sapeva cosa fare. Una nave era pronta a partire per le terre di Essos in caso di pericolo, ma lui era all'oscuro di quello che stava succedendo. Ci fosse stata Kinvara, con il suoi suadenti e serafici modi, forse sarebbe riuscita a calmarlo, ma di lei non si sapeva più nulla; sparita dal giorno alla notte come la sua accolita Hilena. Aveva un compito preciso, proteggere quelle tre inermi creature e, a quanto pareva, il compito si stava rivelando più arduo di quello che avesse pensato. Ogni minimo rumore lo scherniva, era continuamente sulla difensiva, non sembrava quasi più l'eccentrico e camaleontico seduttore che fino alla fine aveva sperato di riavere per sé la regina. Adesso tutto quello che lo preoccupava era tenere i suoi figli al sicuro e questo lo stava facendo uscire di senno.
Drogon planò sullo spiazzo della Fortezza Rossa. Tyrion Lannister, Ser Davos, Ser Brienne e Samwel Tarly si precipitarono subito preoccupati, dopo che Veraxes e Luxes erano giunti tempo prima senza Jon e la regina via mare. Daenerys chiamò subito aiuto. Jon era svenuto nel corso del viaggio a causa delle ferite e della stanchezza dovuti al furioso combattimento col Re della Notte. Ser Brienne, insieme a Sam e Davos, aiutò Daenerys a tirarlo giù dall'enorme drago, che subito raggiunse i suoi figli.
Jon fu trasportato di peso e incosciente nella sala del maestro Sam. Non aveva ferite mortali, la più grave era la spalla, il resto erano tumefazioni al viso e alcune lesioni al torace, forse qualche costola rotta. In ogni caso bisognava di riposo e di medicamenti appropriati.
Daenerys rimase lì al suo fianco per tutto il tempo. Sam provvide a suturare le ferite con fili di viscere di gatto e disinfettare con vino bollito. Gli bendò il torace ed alleviò i dolori dovuti al grande sforzo profuso con latte di papavero. Cercò comunque di tranquillizzare la regina circa le sue condizioni. Presto sarebbe tornato come nuovo. Lacrime imperlarono quasi involontariamente il suo volto, aveva seriamente temuto di perderlo, nessuno di loro era lì, nessuno di loro aveva visto tutto quello che Jon aveva fatto per salvarli ancora una volta.
Aveva la testa poggiata su bordo del letto, le braccia intrecciate a farle da cuscino, coperta solo da un panno di spessa lana a riscaldarla dal freddo che, fortunatamente, andava scemando. Era l'alba del settimo giorno, il sole filtrava dalle finestre istoriate del laboratorio di Samwel Tarly quando Jon rivide la luce dopo quel lungo buio. I suoi occhi ci misero un po' ad abituarsi e il dolore non era ancora sparito del tutto. Sollevò il capo leggermente e vide Dany addormentata... Quel movimento causò un suo brusco risveglio ... Ogni suo minimo mutamento era stato, in quei giorni, fonte di preoccupazione per la regina.
'Dany...' Riuscì finalmente a mettere a fuoco le immagini.
'Jon...' Le lacrime di colpo colmarono il suo viso, mentre gli carezzava dolcemente la guancia.
Le mani si mossero quasi da sole, la coperta che lenta ricadeva al suolo ... Corsero veloci su quel tavolino vicino il letto, dove una brocca e una bacinella piena di pezzuole bagnate giacevano da giorni. Riempì velocemente un bicchiere d'acqua e lo aiutò a sorseggiare.
'Dove siamo...' Lui era ancora decisamente spaesato.
'Siamo ad Approdo del Re amore mio, ce l'hai fatta, hai sconfitto il Re della Notte, ce l'abbiamo fatta!'... I suoi occhi si incresparono per la gioia e l'emozione.
Quasi tutto di un colpo i pensieri si accavallarono nella sua mente, pian piano stava ricordando tutto.
'Da quanto...', si sgranchì la voce roca, ' da quanto tempo siamo qui...'
'Sette giorni Jon...'
Lui rimase visibilmente stupito, non pensava assolutamente di essere stato incosciente per così tanto tempo!
Samwel entrò in quel momento, felice di vedere il suo amico di una vita finalmente sveglio. Caracollò veloce verso il suo tavolo da lavoro e prese un bicchiere contenente un miscuglio verdognolo di erbe, una densa pastura che fece ingollare subito a Jon. Secondo lui, lo avrebbe rimesso in piedi in pochissimo tempo.
Al di là di quello che potesse pensarne, Jon si sentì sensibilmente ritemprato. Si rendeva conto che c'erano ancora tanti problemi da affrontare ma, tutto ciò che in quel momento desiderava, era lasciare quel dannato laboratorio e potersi riparare lontano da tutto e da tutti con la sua Dany.
Nonostante il parere contrario di Sam, Jon lasciò gli alloggi del Gran Maestro per dirigersi verso la stanza che aveva scelto, al suo arrivo nella Capitale, con Dany.
Lei cercava di sostenerlo, ma pareva che Jon stesse decisamente meglio.
Erano quasi arrivati vicino la loro camera quando lui non riuscì più a contenersi : la cince per la vita e la baciò con foga lì, nel corridoio, con evidente attonimento di lei. La gioia di sentirla di nuovo vicina e di essere ancora vivo fu tale che Daenerys si ritrovò contro la fredda parete: un brivido corse lungo la sua schiena mentre la baciava ... Poi le prese la mano, aprì velocemente la porta e la richiuse altrettanto celermente.
Cominciò a toglierle i vestiti mentre continuava a baciarla e lei a slacciargli la camicia... La sollevò dal fondo della schiena, lei avvinghiata con le gambe alla usa vita e con le braccia al suo collo. L'impeto dei baci e si ritrovarono contro il muro della camera. Le baciò il collo e poi i turgidi, diafani seni,mentre lei gli slacciava i pantaloni portando la sua virilità eretta verso la sua ormai calda intimità. Nel momento in cui la penetrò Daenerys affondò il viso nel suo collo, il respiro che le mancava. Tre rapidi colpi e la portò sul loro letto ... Nel momento in cui raggiunse il culmine del piacere affondò i denti nella sua gola, mentre il suo seme zampillava dentro di lei e le colava lungo le cosce ... Rimasero lì inermi l'uno vicino l'altro, stanchi ma sazi d'amore e finalmente al sicuro. Ora Jon sentiva di essere finalmente a casa, la sua unica e vera casa, solo e solamente Daenerys!
Presto giunse uno stuolo di servitori e fu portata ogni genere di prelibatezza. Avevano entrambi bisogno di rimettersi in forze: anguille marinate, porridge, mele cotte alla cannella, tortine al limone, prugne cosparse di noci tritate, pane tostato, frutta, latte e miele: non mancava nulla. Un lungo e caldo bagno ristoratore fu quello che decisamente allietò entrambi: caldi umori e corroboranti profumi vanigliati riuscirono a calmare le ansie crescenti della regina e a distendere le membra ancora contratte e doloranti di Jon. Solo il giorno seguente si sentirono pronti per unirsi al Concilio Ristretto e fare il punto della situazione.
Raggiunsero la sala dove Sam Tarly, Ser Brienne di Tarth, Ser Davos Seaworth e Tyrion Lannister li attendevano. L'unico a mancare era Ser Podrick, che, pur non essendo membro del concilio, vi partecipava per aggiornare sulla situazione dal campo di guerra. Appena seduti ai loro posti si domandarono dove fosse.
Ser Brienne chinò il capo costernata. Purtroppo il giovane Ser era stato gravemente ferito per difendere il suo comandante. La sua situazione non era rassicurante, espresse contrito la sua preoccupazione il gran maestro. La speranza di tutti era che potesse comunque salvarsi. Sam aveva fatto tutto il possibile. Il volto paffuto del gran maestro era severamente rattristato.
'Ce la farà, è forte ... ' Cercò di rassicurare gli animi Jon, dopo aver vinto una battaglia che era sicuro di perdere.
Daenerys tentò di capire lo stato di fatto e dunque quello che era accaduto durante la loro assenza.
'Gli eserciti hanno fatto quello che avevamo concordato ... Ceracare di evitare eccesive vittime ... Solo i Dothraky non hanno granchè rispettato gli ordini', fu il resoconto del Lord Capitano della Guardia Reale.
'Me lo aspettavo, loro non prendono ordini da nessuno tranne da me...' Sentenziò la regina leggermente irritata da quella situazione
Verme Grigio aveva fatto tutto il possibile. Ora era sul campo e aspettava ordini. Non aveva mai dubitato del loro vittorioso ritorno.
'Siete tornati entrambi indietro dalla morte e contro la morte incarnata avete vinto... ' Si compiacque Tyrion Lannister. 'Ora vi attente la battaglia contri i vivi e credetemi, a volte, ci sono persone in grado di sconvolgermi e terrorizzarmi peggiori della morte stessa!'
Al di la di filosofici discorsi del nano, Sansa Stark aveva dalla sua i Cavalieri della Valle comandati da lord Arryn , corso ancora una volta in aiuto di sua cugina, le Terre dei Fiumi insieme ai vassalli della ormai trapassata famiglia Frey, comandata da lord Edmure Tully, zio della rossa regina del nord, e naturalmente i vessilli del nord riuniti dalla stessa e comandati da lord Glover, oramai leale al nord, dopo l'intrigo ordito con i Bolton per spodestare gli Stark da Grande Inverno. Codesti fatti erano abbastanza noti, ma cattive nuove erano giunte dalle sentinelle. Tale maestro del conio, noto ai più come Ser Bronn delle Acque Nere, giunto a conoscenza della sua precaria situazione di Lord dell'Altopiano, aveva ben pensato di tornare da Bravoos non con l'oro per la corona. Certo! Quello era riuscito a procurarselo: chi meglio di lui avrebbe potuto ottenerlo con le buone o le cattive! Ma lo aveva usato per ingaggiare mercenari a cavallo e, giunto a Porto Bianco, era riuscito ad unirsi velocemente alla Stark, sperando di contenere quantomeno i danni. Alto Giardino era ormai perso, per cui il suo nuovo obiettivo era aiutare Sansa a prendere il trono e trovare, per così dire, una nuova collocazione per sé stesso.
'E' il maestro del conio da voi scelto Lord Tyrion, perchè meravigliarsi ora di codeste azioni, in ogni caso non sarete voi a rischiare la vita!...' La voce di Daenerys era vetro che tagliava quanto l'acciaio e i suoi occhi saettavano contro quel nanerottolo che aveva procurato un altro problema, come se in passato non avesse già dato sfoggio dei suoi costumi avventati!
Il Lannister non rispose, sapeva di essere in palese difetto; per cui, per quieto vivere, non proferì parola, ma pensò bene di riempirsi una corposa coppa di Arbor dorato.
Jon, dopo il primo spiazzante impatto, cercò di concentrarsi su quello che necessitava farsi.
'Bisogna disporre gli uomini in modo da formare una mezzaluna, irta di lance e di picche, con arcieri e balestrieri subito dietro e la cavalleria leggera su entrambi i finachi...' Ordinò Jon.
'Ci serve di metterli in allerta ... Io, con Drogon, giungerò diritto verso il nemico per distruggere gli scorpioni, mentre Veraxes e Luxes, che non si aspettano in nessun modo, o quantomeno speriamo sia così, giungeranno dalle retrovie per creare un anello di fuoco tra gli eserciti ... La mia speranza è che si arrendano e depongano le armi, memori di quello che è successo in passato ... ' Daenerys abbassò il capo costernata al ricordo delle sue azioni.
'Adesso basta!.. ' E lo disse con un tono dolce ammantato di tristezza ... ' Questo continente non può sopportare la perdita di altri uomini!... ' Sentenziò ferma la regina.
'Speriamo che vostra grazia abbia ragione ... '
Daenerys squadrò Tyrion con un'occhiata tutt'altro che amichevole.
'Dovete sapere che Sansa Stark si è portata dietro un cavaliere, tale Brynden Blackwood, delle Terre dei Fiumi, oramai è la sua ombra: pare essere tra i migliori spadaccini di Westeros, non so se rendo l'idea...' Il Folletto si grattò nervosamente la barba, giocherellando con la coppa di vino.
'In altre parole vuol dire un altro duello per me!...' Sorrise sardonico Jon!
'Questo non mi è dato saperlo, ma penso che lord Blackwood sia stato riservato a voi Jon...'
Lui sospirò pesantemente: 'Vedremo allora quanto è bravo...' Levò gli occhi al cielo Jon Snow mentre Daenerys si portò una mano verso la fronte severamente atterrita.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top