7.

ROCCIA DEL DRAGO

Roccia del Drago si ergeva nera e maestosa, immensa e a tratti sinistra guardata dal basso della spiaggia. Draghi e grifoni torreggiavano dall'alto, come guardiani silenti, le ali dispiegate, le zanne sdunate, come a voler proteggere quel luogo ormai solo spaventoso  e desolato. Dopo gli eventi di Approdo del Re la fortezza, avamposto di casa Targaryen in occidente già ai tempi dell'antica Valyria, era ormai deserta, a tratti spettrale. Persino il piccolo villaggio di pescatori era andato via via scomparendo.

Jon aveva deciso che il percorso più breve per raggiungere Meereen era imbarcarsi proprio da quel luogo che tanti ricordi suscitava, alcuni belli, ma la maggior parte tutt'altro. Lì aveva incontrato per la prima volta Daenerys; gli era bastato alzare lo sguardo verso quel trono obliquo ed incrociare i suoi splendidi occhi viola, ammirare i suoi capelli di quell'argento misto all'oro così luminosi ; e quel suo carattere! così forte, così deciso! Il suo cuore capì subito che quella donna proveniente dall'altro capo del mondo era nata solo per lui.

Quanto era stato sciocco!!! Quanto aveva sbagliato con lei!!! Si era chiesto migliaia di volte se, standole vicino invero che allontanarla, avrebbe cambiato le sorti della storia. Ma non poteva tornare indietro, non poteva ridarle la vita che le aveva strappato. Sperava solo... sperava solo... Ma quello lo avrebbe potuto sapere solo partendo, ed ora era disposto a qualsiasi cosa, qualunque sacrificio, e per gli Dei!... se lei fosse...oh! Se lei fosse! Questa volta non avrebbe sbagliato di nuovo! Lo giurò solennemente a sè stesso.

'Jon Snow!..' sentì urlare da qualcuno di famigliare: sorrise, riconobbe immediatamente Ser Davos. Anche la sua roca voce gli riportò alla mente tanti pensieri.

Quanto tempo aveva trascorso con quell'uomo che ormai era quasi un padre per lui! Come lo aveva difeso, come aveva perorato la sua causa con Daenerys: era stato una delle sue poche fortune averlo incontrato.

'Ser Davos...' Jon gli corse incontro, si abbracciarono, Davos che gli piazzava affettuose pacche sulla spalla e lui che malinconicamente sorrideva.

Il cavaliere delle cipolle guardò quel ragazzo, quasi non lo riconobbe: smagrito, confuso, era solo la pallida ombra del grande guerriero che era stato.

Jon era riuscito ad inviare un corvo al comandante della flotta reale, che in quel momento aveva ripreso i suoi panni di contrabbandiere solo per lui.

'Non riesco a capire questa follia ragazzo, e sinceramente non ti trovo per niente bene, scusa la mia franchezza. Non mi hai detto perchè vuoi andare a Meereen: è un pazzia Jon! Te ne rendi conto, a cosa ti servirà!'

Ma Jon continuava a guardare il mare, come fosse in un mondo tutto suo, e questo preoccupò ulteriormente Davos. Il vecchio contrabbandiere si rese conto che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stato inutile, per cui, dopo un lungo sospiro malinconico... ' Se proprio non posso dissuaderti...' sollevò le spalle con fare rammaricato.

'No, Davos, non puoi davvero', sorrise lui. Ora l'unica cosa che gli importava era scoprire se quelle voci avessero fondamento o stesse solo davvero impazzendo.

'La nave che vedi laggiù ti porterà a Pentos...' Scafo nero, vele gialle, Uncino di Pentos era il suo come.
'Lì troverai miei uomini che ti daranno cavalli freschi, viveri e tutto quello che ti potrà servire. Così anche a Myr e Volantis, Mantarys e infine sarai a Meereen. Sarà un viaggio lungo e pericoloso. Ci deve essere qualcosa di molto importante per te in quel luogo se ti appresti ad affrontare tutto questo'.

'Più importante della mia stessa vita ser... più che altro spero sia così...'  continuava a guardare quell'enorme distesa d'acqua, lui che nella sua vita aveva visto così poco del mondo ora si apprestava a percorrerne più della metà.

La piccola barca con a bordo due rematori era sempre più vicina alla spiaggia. Jon era pronto con non mai nella sua vita.

'La nave sta per partire, ora vai e cerca di stare attento. Il re verrà sicuramente a saperlo e non sono certo di come la prenderà'.

'Non mi importa...' sorrise ancora scuotendo la testa, 'ma... grazie di tutto'.

Jon lo abbracciò ancora e si diresse verso la barca. Si addentrò nelle salate acque marine, increapate solo da lievi onde, fino al ginocchio e fu subito vicino a quella piccola imbarcazione. Poggiò forte il ginocchio sulla parte alta e, aiutato dai due marinai, salì a bordo. Guardò un'ultima volta Ser Davos, salutando con una mano, mentre si dirigeva verso la nave. 

Non si voltò più indietro, mai nella vita era stato tanto sicuro di quello che voleva.

Ser Davos lo guardò allontanarsi, la barca che diveniva sempre più piccola, Jon che diveniva un puntino indistinto, mentre qualche lacrima sfuggì ai suoi vecchi e stanchi occhi.

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