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ROTTA VERSO IL DESTINO

Erano appena venuti a conoscenza della scomparsa del re. Al momento nessuno sapeva se Bran fosse morto e il re della notte fosse risorto in tutta la sua malvagità o un'anelito di vita ancora scorresse in quel re che infine si maledissero tutti di aver scelto.

Lo sconforto della notizia trovò impreparati Ser Brienne, Tyrion e Davos al suonare delle campane: qualcosa stava succedendo. I tre si precipitarono fuori dalla torre del Primo Cavaliere sino all'uscita della Fortezza Rossa, Tyrion che caracollava il più velocemente possibile dietro gli altri due. Quello che videro lasciò tutti senza parole: la guardia cittadina stava infierendo contro alcuni popolani presenti per le vie, che correvano urlando e gemendo alla ricerca di un luogo dove mettersi in salvo.

Sicuramente era opera di Bran, aveva soggiogato anche loro, come le sentinelle: infine era chiaro volesse iniziare a creare il suo esercito... Tyrion era fermamente convinto che il re fosse oramai morto, constatando che questo fosse uno dei nuovi poteri eredità del corvo con tre occhi.

Fortunatamente la guarnigione Targaryen era intervenuta ed aveva evitato un massacro di gente innocente.

Quelle stesse persone impaurite, terrorizzate, non riuscivano a capire cosa stesse succedendo: gli uomini del loro re li attaccavano e  quelli che dovevano essere i loro nemici li difendevano...

Fu Tyrion a raccogliere la testimonianza da una donna, il volto magro, smunto e rigato dalle lacrime, mentre stringeva a sé una bimba che poteva avere poco più di quattro anni.

Subitamente sopraggiunse Verme Grigio, il quale rese la stessa versione: la guardia cittadina aveva attaccato chiunque incontrasse per strada con l'intento di uccidere ... loro erano intervenuti appena in tempo per evitare una carneficina.

Uno scrosciare di mani in segno di gratitudine colse impreparati i composti Immacolati, lo stesso Verme Grigio arrossì leggermente di fronte a quella manifestazione d'affetto, in un posto dove in passato era stato il nemico di tutta quella gente.

Come era strana la vita e come cambiavano le situazioni quando si aveva a che fare col gioco del trono! ... era vero, pareva una specie di ruota e quella ruota bisognava assolutamente spezzarla... serviva mettere fine al caos che come qualcuno aveva detto altro non avesse che l'aspetto di una scala ed anche quella era necessario distruggere ... altrimenti la danza per il trono non sarebbe mai finita!

Un corvo sarebbe stato subito inviato affinché il restante dell'esercito Targaryen giungesse con le rimanenti navi Greyjoy e che Daenerys e Jon fossero ancor prima nella capitale con l'aiuto dei draghi ... era di prioritaria importanza trovare il Re della Notte al più presto ed evitare che sparisse nei meandri oltre la Barriera dove avrebbe sicuramente ricompattato il suo infernale esercito di non morti.

Ma il suono delle campane aveva scatenato anche ben altro. I loro richiami si erano intrecciati oltre le colline, attraverso le valli, sulle vie e tra le torri, raggiungendo ogni angolo di Approdo del Re ... i contrapposti eserciti appostati ai confini della capitale considerarono quel ridondante suono di campanili come un segnale perchè gli eserciti si muovessero ... e così purtroppo fu: sia Arianne Martell, lasciata al momento sola per la mancanza di Jon e Daenerys e supportata solo da Lord Gendry Barathion, che la regina Sansa Stark reagirono invocando l'inizio delle ostilità ... era notte, ma all'alba, uno dei due eserciti avrebbe sicuramente attaccato l'altro.

Ancor prima dell'arrivo del corvo da Approdo del Re le navi Greyjoy erano già partite con il resto dell'esercito. Tormund invero decise di far ritorno Oltre la Barriera, dal suo popolo, per aiutarlo nel caso gli eventi fossero volti al peggio... aveva comunque deciso che se Jon e Daenerys fossero stati i prossimi sovrani di Westeros voleva che anche il Popolo Libero, seppur nelle loro terre, ne facesse parte: non sarebbero così stati più lasciati alla mercè di chiunque come successo per secoli... loro due li avrebbero sicuramente protetti come non era mai stato...

Dopo aver salutato Jon e Dany con uno dei suo abbracci spacca ossa ...' ci vediamo presto piccolo corvo' fu ciò che aggiunse mentre si accomiatava sorridendo.

Jon e Daenerys avevano ormai compreso che la vera battaglia si sarebbe combattuta lì, ai confini della capitale e quando il messaggio finalmente giunse i due poterono constatare che la loro iniziativa era stata più che lungimirante.

Si riunirono, con Daario Kinvara e alcuni Dothraky nella sala del tavolo dipinto...

Daario, come da accordi, sarebbe rimasto sull'isola con i bambini compresa la piccola Rhaeanne, insieme a kinvara e parte dei Dothraky e una nave sarebbe stata pronta a partire insieme al piccolo Redaros e Spettro per Meereen in caso di necessità ... in realtà, dopo la scomparsa inspiegabile di Hilena, di cui la sacerdotessa rossa finse, in una magistrale recita, di non sapere assolutamente nulla suo malgrado, tutti i presenti erano ignari delle sue vere intenzioni: tornare a Volantis in quanto consumata dal rimorso di essre stata complice degli eventi affinchè la profezia si avverasse ... in ogni caso, se Sam Tarly non avesse mantenuto fede a quanto scritto nella missiva da lei inviata, sicuramente sia Daenerys che Jon l'avrebbero ripudiata per la morte del loro quarto figlio.

Dopo l'ennesimo chiarimento , si apprestarono a raggiungere la camera dei bambini, volevano sembrare sereni, non preoccuparli ma era davvero difficile, le lacrime parevano piccole gocce di pioggia che si posavano sul viso quasi senza farsi annunciare.

Appena le porte furono aperte, sorridenti Rhaenys e Rhaegar si precipitarono ad abbracciare i loro genirori...la piccola Rhaeanne era tra le braccia della balia che, in assenza di sua madre, avrebbe provveduto ad allattare la piccina...

Dany si fece forza e si appellò a tutto il suo essere pur di non scoppiare in lacrime mentre comunicava ai suoi figli che lei e il papà dovevano andar via per un po' di tempo ...  l'umore dei bambini cambiò radialmente: Rhaenys incrociò le braccia e mise su un broncio che stringeva il cuore e appena suo fratello cominciò a piangere anche lei lo seguì a ruota.

'Vi prego no fate così'... cercò di tranquillizzarli Jon abbracciandoli' ... promise che non sarebbero stati via a lungo e insieme a loro sarebbero restati kinvara e lo zio Daario, e chiamarlo così costò davvero molto a Jon.

Cercò di far appello al loro essere i fratellini maggiori di Rhaeanne che aveva bisogno di loro e della loro compagnia e che, così piccola, necessitava di essere protetta...

'Voi volete bene alla vostra sorellina, non volete lasciarla sola vero' ... fu l'ennesimo tentativo di persuasione di lui, oramai soggiogato dal dolore della imminente separazione..

I bimbi, anche se un pò dubbiosi assentirono.

L'immagine prospettata da Daenerys circa la presenza del piccolo Redaros a cui avrebbero potuto insegnare a mangiare e istruirlo nell'arte dello sputare fuoco riuscì a creare un'ulteriore piccola breccia in quella tristezza che pareva un duro guscio in cui i due piccini si erano chiusi

'Ricordate qual'è la porla amori miei' ... si sforzò di sorridere Dany...

'Dracarys ' pronunciarono in un modo un po' sbilenco e titubante i due cuccioli...

'Bravissimi... Jon e Dany li abbracciarono, quasi soffocandoli, per il terrore di non poterli rivedere mai più. Ma ciò che davvero fece felici i due bambini fu sapere che anche Spettro sarebbe rimasto lì con loro...

'Si!!!'...  urlarono finalmente ... amavano quel lupo gigante che, a dispetto della sua selvaggia natura di predatore era per quei bambini il loro amico più caro: si prestava ad ogni loro capriccio, ad ogni loro monelleria, era il loro cavalluccio o il loro drago o qualsivoglia altro fossero riusciti ad inventarsi ma soprattutto sarebbe stata la guardia più leale e fedele che i loro figli avrebbero mai potuto avere.

La piccola Rhaenys strappò un'ultima promessa alla mamma e al papà, quella di tornare presto...

'Certo amore mio, il più presto possibile e poi non ci lasceremo mai più' ... e fu un giuramento solenne quella che Daenerys fece ai suoi figli... se gli Dei fossero stati così misericordiosi da farli restare in vita e giungere alla tanto agognata e sperata definitiva vittoria, non si sarebbe separata mai più dai suoi tesori più grandi.

Decisero di partire di notte, mentre i bambini dormivano, avrebbero evitato loro lo strazio di veder andar via ancora una volta i propri genitori. Si riunirono sulla spiaggia di Roccia del Drago tutti insieme, nessuno ad emettere un solo suono tranne le onde che  placide si adagiavano sulla spiaggia, al illuminarli il solo chiarore della luna, lame di luce che si riflettevano sulla argentea chioma di Daenerys e sulle scaglie metalliche dei suoi figli pronti a  partire.

Jon si avvicinò a Daario, che rimase seriamente stupito ... 'li affido a te, so che li proteggerai' e porse la mano al Capitano per la prima volta da quando si erano conosciuti a Meereen. Daario strinse la sua e gli diede una pacca sulla spalla...

'Cercate di tornare presto, non sono così paziente con i marmocchi', ma sia Jon che Dany non poterono non notare un barlume di rossore impadronirsi persino degli occhi del coriaceo capitano Naharis.

'Lo faremo, torneremo dai nostri figli'... si sentì di dire Daenerys, anche se dentro avvampava.

E dopo i commiati con tutti coloro che sarebbero  rimasti lì a Roccia del Drago, Daenerys prese il suo posto su Drogon e Jon , Alba di traverso sulla schiena e Lungo Artiglio di fianco, su Luxes . Veraxes al momento avrebbe volato senza cavaliere, Rhaeanne era ancora troppo piccola per poterlo cavalcare e nessun altro Targaryen adulto oramai esisteva al mondo.

Si levarono quasi simultaneamente in volo, le possenti ali dei draghi che rilucenti al chiarore della luna crearono vortici di vento, mentre un nugolo di polvere sabbia e nevischio accompagnava quella salita verso chissà quale destino...

NOTA: dal prossimo capitolo ritroveremo Jon e Dany sempre, sino alla fine... incrociamo le dita 🤞🤞🤞...

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